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Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
    Antisomarista
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    Predefinito Ci risiamo: l’incubo banche rischia di far deragliare anche Lega e Cinque Stelle


    Dice Lugi Di Maio in tv a DiMartedì: «Il governo precedente ha buttato i soldi per ricapitalizzare le banche». Dice Giancarlo Giorgetti a Porta a Porta: «Se lo spread supera quota 400 dovremo ricapitalizzare le banche». Contraddizioni in seno al governo del cambiamento? In realtà lo stesso Di Maio aveva riconosciuto il giorno prima che il governo sta tenendo sotto osservazione le banche, in particolare il Monte dei Paschi di Siena controllato dal Tesoro: un suo eventuale collasso sarebbe in ultima istanza a carico dei contribuenti e in prima istanza andrebbe ad aumentare il debito pubblico. Dunque, anche il leader pentastellato si rende conto che l’anello più debole della catena giallo-verde non è nemmeno il deficit pubblico con quella percentuale, simbolica quanto pericolosa, di 2,4, ma il sistema bancario attraverso il quale passa la linfa vitale dell’economia.

    Di Maio di banche ne sa davvero poco mentre Giorgetti ne sa eccome avendole bazzicate da sempre, tra Crediteuronord e fondazioni, senza contare suo cugino, quel Massimo Ponzellini già presidente della Banca Popolare di Milano. Honi soit qui mal y pense e Giorgetti pensa bene, perché lo spauracchio di quota 400 è stato agitato dal Crédit Suisse in un rapporto secondo il quale la maggior parte delle banche italiane non sarebbe in grado di sopportare uno spread a quel livello. Il problema, infatti, è che le banche italiane sono zeppe di titoli di stato (circa 370 miliardi di euro) e un aumento del grado di rischio, rispecchiato dai rendimenti, scassa i bilanci. È il circolo vizioso nel quale l’intero sistema creditizio e finanziario è intrappolato. Il governo da un lato si rende conto che dovrebbe spezzarlo, dall’altro lo alimenta perché intende spingere le banche e i risparmiatori ad acquistare più titoli di stato nella speranza di controbilanciare le vendite da parte dei fondi e delle istituzioni creditizie estere.

    Non solo. La discesa delle borse in questi mesi ha depresso la capitalizzazione azionaria, in modo molto consistente: le cinque principali banche italiane (Unicredit, Intesa, Ubi, Bpm, Bper) hanno perso 24 miliardi di euro dall’inizio dell’anno. Il titolo Monte dei Paschi che dal rientro in borsa il 25 ottobre 2017 fino al maggio scorso aveva ceduto il 35% è sceso da 3,23 a 1,37 euro; la banca vale adesso circa un miliardo e mezzo di euro. L’ipotesi di nazionalizzarla definitivamente (il Tesoro ne possiede il 68%) ha provocato una reazione negativa a piazza Affari.

    Ricapitalizzare, dunque, può rivelarsi una necessità assoluta, ma chi ricapitalizza? Il governo? E come? Con altri soldi presi a prestito? Certo non tagliando le pensioni e il reddito di cittadinanza. Potrebbe rivolgere un appello patriottico affinché i grandi risparmiatori, i capitalisti, gli industriali mettano mano al portafoglio per comprarsi quote delle banche, ma non si tratta di spiccioli, servono molti miliardi e sul mercato, quanto meno sul mercato italiano, non ci sono. L’esempio di Unicredit lo dimostra. Nella primavera dello scorso anno, dunque mentre la congiuntura economica era migliore, ha chiesto al mercato 13 miliardi, hanno risposto soprattutto dall’estero, sia gli arabi del fondo Aabar di Abu Dhabi sia gli investitori istituzionali americani. Oggi sono stranieri tre azionisti su quattro. Il dilemma dello spread diventa dilemma del capitale, insieme contribuiscono ad alimentare l’allarme banche.

    Un assaggio lo avremo dopodomani quando Standard & Poor’s dovrà pubblicare la sua pagella sul debito italiano. Oggi il rating è BBB, due punti sopra il livello considerato spazzatura; potrebbe scendere di uno scalino con outlook stabile, come ha fatto Moody’s, lasciando così aperto uno spiraglio o potrebbe infierire, a quel punto i titoli di stato diventerebbero indigeribili persino dalla Bce, lo spread salirebbe oltre la fatidica quota 400 e lo scenario peggiore prenderebbe corpo.



    Le banche italiane sono particolarmente deboli perché la recessione è stata pesantissima, lo si vede dal balzo dei non performing loans, i crediti deteriorati se non proprio marci e dal crollo dei valori borsistici: 77% in meno dal 2007 al 2017. In più, la crisi s’è abbattuta su un settore in ritardo, sostanzialmente inefficiente, che non aveva incorporato le nuove tecnologie a cominciare da internet, con troppi sportelli, troppi dipendenti, pochi servizi ad alto valore aggiunto. Le banche italiane continuavano a fare utili sostanzialmente dalla differenza tra tassi attivi e passivi, con la caduta dei tassi d’interesse entrati addirittura in territorio negativo, sono rimaste a secco. In questi anni hanno avviato la inevitabile riconversione, ma sono a metà del guado.

    Il balzo dello spread, quindi, è una nuova mazzata che arriva mentre il cambiamento necessario non è ancora compiuto. Il peso dei costi fissi s’aggiunge al fardello dei titoli di stato, una via d’uscita potrebbe essere accelerare la concentrazione delle banche piccole e medie che sono senza dubbio le più esposte, ma non sarà facile. Alcune fusioni sono state deludenti, altre sono apparse un vero e proprio errore (si pensi al Montepaschi con l’Antonveneta). Ora si parla di maritare Carige, la Cassa di risparmio di Genova, ma l’Ubi, lo sposo ambito, si ritrae. Il rischio è elevato perché qui più che mai vale la legge teorizzata dal banchiere inglese Gresham nel XVI secolo: la moneta cattiva spiazza quella buona.

    Si prepara, così, una terribile nemesi per i populisti che hanno raccolto voti sparando sui salvataggi e promettendo lauti rimborsi agli “ignari risparmiatori” imbrogliati da banchieri truffaldini. I partiti che hanno tirato a pallettoni su Matteo Renzi per la Banca dell’Etruria e su Paolo Gentiloni che ha nazionalizzato “temporaneamente” il Monte dei Paschi, adesso si trovano a cercare soldi per rafforzare le banche colpite proprio da una politica economica all’insegna dello spendi e spandi. Se si arrivasse a quota 400, quel che dice Giorgetti avrebbe poche alternative: che cosa racconteranno allora i Cinque stelle al popolo del web? Basterà la narrazione (alias propaganda) a mascherare la realtà?
    https://www.linkiesta.it/it/article/...e-cinqu/39879/
    When the facts change, I change my mind. What do you do, sir? John Maynard Keynes

  2. #2
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    Predefinito Re: Ci risiamo: l’incubo banche rischia di far deragliare anche Lega e Cinque Stelle

    "soldi ai poveri, non alle banche!"
    Il fascismo è morto: Benito La Russa è il nostro nuovo vice Presidente della Repubblica. Wow!
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  3. #3
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    Predefinito Re: Ci risiamo: l’incubo banche rischia di far deragliare anche Lega e Cinque Stelle

    Citazione Originariamente Scritto da Saturno Visualizza Messaggio
    La propaganda è dipingere una realtà che non esiste..

  4. #4
    Antisomarista
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    Predefinito Re: Ci risiamo: l’incubo banche rischia di far deragliare anche Lega e Cinque Stelle

    Citazione Originariamente Scritto da Noumeno Visualizza Messaggio
    La propaganda è dipingere una realtà che non esiste..
    Quindi se lo spred arrivasse a 400 non farebbero niente?
    When the facts change, I change my mind. What do you do, sir? John Maynard Keynes

  5. #5
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    Predefinito Re: Ci risiamo: l’incubo banche rischia di far deragliare anche Lega e Cinque Stelle

    Roma, 24 ott. (askanews) - "Vedremo gli stress test il prossimo mese, si vedrà il livello di capitale e lì si vedrà come intervenire". Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, a proposito dell'impatto dello spread sul sistema bancario.

    "Una ricapitalizzazione si può fare in tanti modi ma non è che come ministro dell'Economia mi metto a parlare di questo", ha aggiunto.

  6. #6
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    Predefinito Re: Ci risiamo: l’incubo banche rischia di far deragliare anche Lega e Cinque Stelle

    si può fare, come dei pd qualsiasi.

    Ma prima ceh arrivassero di loro non era necessario, sono le loro politiche che renderebbero necessario un intervento pubblico per ricapitalizzare le banche. Tutto il contrario delle promesse elettorali.
    Il fascismo è morto: Benito La Russa è il nostro nuovo vice Presidente della Repubblica. Wow!
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  7. #7
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    Predefinito Re: Ci risiamo: l’incubo banche rischia di far deragliare anche Lega e Cinque Stelle

    Anche aveste ragione, abbiamo per lo meno la fortuna che gli italiani siano diventati più volubili rispetto al passato, concedono più difficilmente una seconda possibilità, se questo governo facesse davvero una cosa del genere si segherebbe le gambe da solo per le prossime elezioni, non sono più i tempi in cui riprovavano a dare fiducia a berlusconi, al pd e compagnia bella, la prossima volta i voti si sposterebbero verso nuovi partiti come PAP e poi verso nuovi partiti che nascerebbero. I tempi del pd asservito all'europa in ogni caso sono finiti, soprattutto gli elettori non sono più asserviti all'europa, ormai il "ce lo chiede l'europa" è diventato motivo di ribellione, non più di pazienza in nome di un progetto superiore, perché nel frattempo l'ue ha gettato la maschera più e più volte. Se fosse successa prima la cura greca, questo governo ci sarebbe già stato nel 2013 ed avrebbe sbancato anche alle europee e ci saremmo risparmiati il fiscal compact, la riforma lorenzin ed il jobs act.
    È un vanto essere ignorati da utenti di livello 0.

    Agli euradical snob antifà che danno del lei per sottolineare la distanza dal ceto del popolino rispondo con un voi (come usava quando c'era LVI) così imparano. Gradassi avvisati mezzi salvati.

  8. #8
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    Predefinito Re: Ci risiamo: l’incubo banche rischia di far deragliare anche Lega e Cinque Stelle

    Vendere (parte de)l debito all’€uropam€rda si è dimostrata una scelta sensata, fatta per tutelare i nostri interessi.

    Thumbs up !

    👍👍👍👍👍

 

 

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