Pronto il piano B, salvo il tunnel di base. Il leghista Rixi: “L’alta velocità si farà”
Federico Capurso, Maurizio Tropeano
ROMA - TORINO | 30 Ottobre 2018
ANSA
Il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi
di TopNews
Pronto il piano B, salvo il tunnel di base. Il leghista Rixi: “L’alta velocità si farà”
Federico Capurso, Maurizio Tropeano
ROMA - TORINO | 30 Ottobre 2018
ANSA
Si prevede di intervenire sulla linea storica e di eliminare alcuni lavori considerati superflui
RETROSCENA
Tra la fine di novembre e i primi di dicembre arriverà sul tavolo del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, la conclusione dell’analisi costi-benefici sul progetto della Tav, ma tra i leader di Lega e M5S esiste già da tempo un’intesa. Il piano, abbozzato ad agosto dai Cinque Stelle, è quello di ammodernare la cosiddetta «linea storica» che collega Torino a Lione, eliminando dal progetto alcune opere considerate superflue e lasciando intatto il tunnel di base che – spiegano i pentastellati - «sarebbe difficile, quasi impossibile da bloccare».
L’alta velocità si farà, dunque, ma il progetto verrà alleggerito con significativi risparmi
L’alta velocità si farà, dunque, ma il progetto verrà alleggerito con significativi risparmi. Un’ipotesi di lavoro che trova d’accordo le due parti politiche. «Molte cose possono essere riviste, a patto che l’alta velocità si faccia e si faccia rapidamente», spiega il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi. Sulla tratta internazionale, ad esempio, «c’è la stazione di Susa, che nel progetto originario è spropositata e si potrebbe ridimensionare». E in questo caso - i risparmi non sarebbero significativi ma sparirebbe quella che gli oppositori considerano una cattedrale nel deserto - la cancellazione del progetto dell’archistar, Kengo Kuma, non troverebbe alcuna obiezione da parte di Parigi.
E poi c’è la tratta nazionale, quella che da Bussoleno porta verso Torino con una galleria che corre sotto la collina morenica: «Se la eliminiamo - spiega Rixi - avremo risparmi per 1,4 miliardi di euro». Dal punto di vista del vice-ministro, dunque, la «linea storica può essere utilizzata in modo migliore. Subirà delle trasformazioni abbastanza profonde e si affronteranno ulteriori discorsi di approfondimento, anche sui progetti di ambientalizzazione della linea».
Rixi non entra nei dettagli ma è chiaro che il progetto presentato nei giorni scorsi ai sindaci dell’area metropolitana di Torino che prevede il raddoppio della linea storica dovrà essere rivisto perché si porta dietro il rischio di abbattere un centinaio di abitazioni tra Collegno e Grugliasco dove vivono 400 famiglie e 1500 persone. Chi ha in mano il dossier, così, ha iniziato a ragionare sul congelamento della galleria e su un intervento più ridotto, e meno costoso, sulla linea storica. Tratta che non verrebbe raddoppiata ma ammodernata con l’installazione di una nuova segnaletica che permetterebbe comunque di velocizzarla.
Dal punto di vista politico, però, la questione più spinosa resta quella del tunnel di base contro cui i No Tav si stanno battendo dal lontano 1992
Dal punto di vista politico, però, la questione più spinosa resta quella del tunnel di base contro cui i No Tav si stanno battendo dal lontano 1992. Se ne dovrà parlare con Bruxelles, che cofinanzia l’opera, ma anche e soprattutto con la Francia. Nei prossimi giorni il governo Philippe dovrebbe presentare il piano della mobilità dove si capirà che cosa, e con quali risorse Parigi intende finanziare le sue tratte nazionali verso Torino. Per la Francia, infatti, il tunnel internazionale non è in discussione soprattutto perché l’Ue lo finanzia con oltre 3 miliardi di euro. E il governo francese ha fatto sapere a quello italiano di non aver alcuna intenzione di perdere quei soldi.
La deadline per rispettare il cronoprogramma concordato con Bruxelles è la fine di novembre
La deadline per rispettare il cronoprogramma concordato con Bruxelles è la fine di novembre. Parigi, così, resterà sotto-traccia ancora per un paio di settimane. Anche se a metà novembre Rixi incontrerà l’ambasciatore francese. È probabile che il diplomatico spiegherà le preoccupazioni dei prefetti francesi sulla sicurezza del tunnel del Frejus costruito nel 1871. Per renderlo sicuro - se non venisse costruita la mega-galleria - servirebbero secondo le stime del commissario di governo per la Torino-Lione, Paolo Foietta, da 1,4 a 1,7 miliardi. Rixi da parte sua punta a fare un ragionamento a tutto campo con i francesi e l’incontro con l’ambasciatore «rinviato fino ad oggi per l’urgenza di Genova» diventa «assolutamente necessario per approfondire il discorso sulla Tav e su altre infrastrutture di confine che consideriamo fondamentali». Sul tavolo finirà sicuramente la Cuneo–Ventimiglia ma anche gli altri dossier aperti dal tunnel del Tenda al corridoio Genova-Marsiglia, essenziale per collegare i due più importanti porti del Mediterraneo. Se così stanno le cose, allora, leghisti e Cinque Stelle potrebbero trovarsi d’accordo sul fatto che i soldi risparmiati nei prossimi anni sulla Tav potrebbero essere utilizzati su altre infrastrutture. Come ad esempio, il Terzo Valico. Anche in questo caso, l’analisi costi-benefici non si è ancora conclusa, eppure dal Movimento sembrano già convinti che «andrà avanti».