Un quinto dei lavoratori sono stati messi in cassintegrazione e non saranno assorbiti da Arcelo Mittal. "Ha perso Taranto", accusa Mirko Maiorino, portavoce del Comitato Liberi e pensanti. Monta la rabbia contro i Cinque Stelle
l giorno dopo la comunicazione della messa in cassintegrazione dei 2600 lavoratori Ilva arrivata via web, la reazione degli operai e è di sconforto e ira. Con la città e la fabbrica spaccate ulteriormente in due, tra chi è dentro e chi è fuori. "Ha perso Taranto", scrive in un post Mirko Maiorino, portavoce del Comitato dei cittadini e lavoratori Liberi e pensanti, tra i destinatari della missiva senza nessun "egregio signor" nell'incipit, ma con un diretto "le comunichiamo la collocazione in Cigs".
L'idea del Comitato è che le scelte, reparto per reparto, siano state mirate. Via per almeno cinque anni gli operai rompi scatole, quelli scomodi, che non piacciono ai capireparto. Per questo non avrebbero ricevuto l'offerta di assunzione dalla nuova proprietà Am Investco buona parte degli animatori del Comitato, tra i quali Massimo Battista e Davide Panico, protagonisti delle battaglie dal 2012 fuori e dentro i cancelli della fabbrica ma anche della frattura con i sindacati, a partire dalla Fiom Cgil, di cui molti, a partire da Battista e Cataldo Ranieri (dopo la comunicazione della Cassa integrazione ha annunciato di voler accettare l'incentivo e lasciare per sempre lo stabilimento), hanno fatto parte in passato.
Ma a denunciare i metodi discrezionali dell'azienda, il non rispetto dei "criteri delle mansioni, professionalità, anzianità e carichi familiari," utilizzando "criteri unilaterali al di fuori degli accordi", sono anche i sindacati (Fim, Fiom, Uilm e Usb) che in una nota chiedono l'intervento del ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio quale garante per il rispetto di quegli accordi.
L'ira di molti è ora rivolta contro il Movimento 5 stelle e le promesse tradite sulla chiusura delle fonti inquinanti e la bonifica degli impianti. Ira che accomuna anche Aldo Schiedi, attivista della prima ora dei Pentastellati, che da oltre un anno ha lasciato il Movimento, deluso dai metodi non democratici e da quelle promesse che da tempo definisce "chiacchiere". Il suo è un lungo messaggio di commiato dal reparto sottoprodotti, intriso di amarezza e rancore.
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