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Lawrence d'Arabia
(Reuters) - Il 66% degli italiani ritiene che il Paese farebbe “un grave errore” se uscisse dall’Unione europea, con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2017.
Lo rileva l’edizione 2018 dell’indagine sugli italiani e il risparmio curata da Ipsos per Acri e presentata questa mattina in occasione della 94a Giornata mondiale del risparmio che verrà celebrata domani.
Nel 2017 ad opporsi alla tentazione di Italexit era il 61% degli intervistati, mentre il 17% riteneva che questa costituisse “un grande vantaggio”. Una quota che si assottiglia al 14%, trainata da chi resta ai margini della società: a volere la rottura con l’Ue è quasi un disoccupato su quattro.
Ma il feeling con l’Ue resta complicato ed anzi peggiora: la quota di italiani che afferma di fidarsi poco dell’Unione (53%) prevale su quella che esprime fiducia (47%), in inversione di rotta rispetto al 2017. Un dato che - sottolinea il rapporto - indica come “la sfiducia sembra esprimere un rammarico per ciò che l’Europa potrebbe essere anziché un rifiuto del progetto Ue”.
Calano anche, pur restando maggioranza, gli italiani insoddisfatti della moneta unica: sono il 63%, contro il 65% del 2017 e il 74% di quattro anni fa.
L’indagine annuale promossa da Acri conferma anche l’elevata propensione degli italiani ad accantonare risorse per il futuro. La tensione al risparmio riguarda l’86% dei cittadini, dato in linea con quello dello scorso anno, mentre aumentano al 39% le famiglie che affermano di essere riuscite a farlo.
Una propensione cui fa da contraltare il “diffuso rallentamento” dei consumi certificato dal rapporto.
Gli italiani, la maggioranza dei quali (80%) considera il risparmio utile per lo sviluppo dell’intero Paese, si dividono però sula tipologia di investimenti da prediligere. Il 32% pensa siano gli immobili, il 31 gli strumenti finanziari (+2%), mentre il 30% ritiene non vi sia un investimento ideale.
L’uscita dalla crisi continua ad apparire comunque lontana (la si attende in media tra 4 anni) e aumenta il numero di famiglie colpite (24% contro il 19 del 2017).
L’indagine indica infine qualche segnale di miglioramento nel clima di fiducia. Si allarga infatti in positivo la forbice tra ottimisti e pessimisti sul futuro della propria situazione personale (+4%), con un recupero particolare nella fascia d’età 18-30 anni.
Sondaggio Acri-Ipsos: in calo tentazione "Italexit" tra gli italiani, ma c'è sfiducia in Ue