Che cosa avevo detto? Io li conosco i miei polli...
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Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!
Mesi fa avrei scommesso che a tirare la volata a De Magistris sarebbe stato il gruppo napoletano che ha dato vita a Potere al Popolo. Era uno dei principali motivi per i quali ero un po' scettico su di loro.
In questo senso sono rimasto positivamente sorpreso dagli ultimi sviluppi, e sono contento di averli votati.
Assurda invece, almeno ai miei occhi di profano estraneo da anni dalla politica attiva di sinistra e alle varie dinamiche interne dell'area, la scelta di Rifondazione. Sicuramente è più efficace, accettando le loro banalizzazioni, una strategia "neo-grillina" che il provare a replicare per l'ennesima volta un modello morto da anni (l'ammucchiata capitanata dal 'personaggio in vista' di turno, magari con trascorsi di apparato) e che ha sempre dato esiti disastrosi. Boh.
Dema. La maschera e il volto: venite, ma Viola non parla
di Giuseppe Aragno*
Varoufakis e Diemme25 denunciano patti violati, Dema, per suo conto, snobba Mélenchon. Si tratta di elezioni europee, ma il principio ispiratore dell’Assemblea convocata al Teatro Italia di Roma è chiarissimo: soccorrere la democrazia italiana pericolante sotto l’urto della reazione neofascista. La cosiddetta «onda nera», incarnata da Salvini e Di Maio.
Probabilmente la scelta di tempo è sbagliata – sarebbe stato molto più giusto schierarsi a marzo e tentare così di limitare l’impatto dell’«onda» – ma indietro non si torna e potrebbe anche andar bene così. Meglio tardi che mai.
Non so dove condurrà stamattina l’assemblea, ma mi pare che le contraddizioni esistano e siano pesanti. Per raccogliere consensi tra associazioni e movimenti, si sono individuati infatti un programma e un metodo fatti apposta per dividere ciò che dovrebbero unire. Cosa si intende fare è scritto nella Costituzione, che di fatto è il programma, ma si è deciso di tenere ben nascosti nell’ombra i partiti politici, che della Costituzione sono uno dei pilastri.
Questo non significa che i Partiti non ci saranno, tanto più che qualcuno tra loro eviterà a Dema e soci di raccogliere le 150.000 mila e più firme previste dalla legge. Molto più semplicemente avranno un ruolo estremamente defilato. Poiché non vanno per la maggiore e gli elettori non gradirebbero, ai loro segretari si è anzi chiesto chiaro e tondo di non parlare e loro, che hanno certamente a cuore le sorti della democrazia pericolante, si sono sacrificati. Messa da parte la dignità, hanno accettato il bavaglio.
Così stando le cose, tuttavia, un dubbio sorge e qualche domanda chiede invano risposta: siamo proprio certi, per esempio, che nascondere i partiti e censurare i loro segretari significhi difendere la Costituzione e la democrazia? Se è così bisogna riconoscerlo: la difesa delle libertà costituzionali somiglia talvolta ai trucchi dei prestigiatori. E’ vero, negli ultimi anni i gruppi dirigenti dei partiti politici hanno fatto pessima prova. Ma se è così, perché sono invitati?
Nascosti nel cilindro i partiti, ritenuti evidentemente impresentabili, restano le associazioni e i movimenti, per i quali, tuttavia, non si è utilizzato un criterio unico. Enrico Panini, per dirne una, segretario di Dema, ha diritto di parola perché rappresenta un movimento. Nel girone infernale è collocato invece Potere al Popolo, che però, come Dema, per ora è un movimento. Chiamata a scontare la pena di un passato che non ha vissuto, anche a Viola Carofalo, portavoce di Potere al Popolo, si è così potuto imporre il bavaglio e a scanso equivoci si è chiesto che non parlasse in sua vece una qualche voce napoletana. Sono finiti così in castigo tutti i giovani dell’ex Opg che hanno creato Potere al Popolo.
E’ difficile dire se a coloro che interverranno si è chiesto di scegliersi un argomento particolare – scuola, giustizia sanità e cose così – ma sul cammino di Potere al Popolo si è voluto piantare anche questo paletto. Si direbbe quasi che chi nelle riunioni preparatorie ha osato manifestare dubbi, chiedendo di sapere con chi si andava e per fare che cosa, sia stato messo di fronte a una scelta: accodarsi o declinare l’invito. Che dire? Probabilmente anche questo è necessario per fermare Salvini: mettere ai margini chi non si allinea.
In questo clima, stamattina al Teatro Italia di Roma si aprirà l’assemblea da cui dovrebbe nascere il “nuovo” baluardo della democrazia. I Partiti ci saranno, i loro segretari staranno zitti, qualcuno parlerà al loro posto e si dirà alla gente che è ora di cambiare. Ci saranno ospiti illustri e una gran passerella. Potere al Popolo non ci sarà.
* Giuseppe Aragno, storico, è stato tra i primi coordinatori di Dema. Attualmente sostiene Potere al popolo
Dema. La maschera e il volto: venite, ma Viola non parla | Contropiano
Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!
Tra PaP e Rifondazione ci sono due riferimenti ideologici e internazionali diversi. PaP è un'amanazione del populismo e del postmodernismo di Podemos e Melenchon, mentre Rifondazione si rifa al tardo eurocomunismo con spruzzate di movimentismo e ha come referente l'opportunismo entrista della Sinistra Europea. In questo caso qualsiasi cosa va bene per recuperare qualche poltrona, soprattutto quando è ideologicamente più affine.
Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!
Ma è roba di cui non frega niente a nessuno questa della collocazione internazionale. La 'Sinistra Europea' serviva solo a dar poltrone e a organizzare viaggi all'estero in hotel 4 stelle tutti spesati, non ha mai avuto alcuna reale rilevanza. Ridicolo dividersi su queste questioni. Ci dev'essere qualcos'altro dietro. Se il problema di Rifondazione è il 'populismo', mi pare del tutto inspiegabile uscire da PaP per poi accodarsi a De Magistris (!!).
In compenso spero che quella su PaP affine ai pessimi Melenchon e Iglesias sia una tua interpretazione e non la realtà...parliamo dell'equivalente francese di Bersani e dell'equivalente spagnolo di Fico...PaP, almeno a parole, si presenta come un progetto più radicale e di respiro più ampio...
Le collocazioni internazionali contano perché esprimono le idee di chi si colloca dentro quel gruppo. I partiti che stanno dentro SE sono accomunati dalla prassi di opportunismo poltronaro e di altereuropeismo astratto. Queste ultime due cose accomunano De Magistris e Rifondazione. Non è la collocazione internazionale che li ha fatto fare questa scelta, ma il fare quella scelta che dimostra il perché fanno parte di quella collocazione.
Quella su Melenchon non è una mia interpretazione.
https://poterealpopolo.org/melenchon...ere-al-popolo/
https://poterealpopolo.org/ilcorsaro...-per-la-gente/
https://poterealpopolo.org/la-france...ere-al-popolo/
https://poterealpopolo.org/contropia...prossimo-anno/
Comunque Melenchon non è l'equivalente di Bersani. Pur non entusiasmandomi, bisogna ammettere che come stile politico è piuttosto inedito in Europa, trova confronti con certo leaderismo populista del sudamerica. Mentre Iglesias più che Fico è la versione più a sinistra di Di Battista, la Colau somiglia molto a Fico.
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