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Dove si trova la riserva aurea italiana
L’oro italiano è conservato per la maggior parte (1.195 tonnellate) nei caveau della sede della Banca d’Italia a Roma, precisamente a Palazzo Koch.
I rimanenti lingotti sono invece conservati nelle banche di: Basilea (Banca per i regolamenti internazionali), Londra (Bank of England) e New York (Federal Reserve).
Perché Bankitalia conserva riserve auree in altri paesi?
Una prima ragione risiede nel fatto di voler diversificare innanzitutto i rischi legati a possibili furti; una seconda ragione è legata a motivi logistici e di sicurezza, poiché tali riserve (derivanti da coperture di prestiti o pagamenti di danni di guerra) non sono mai state spostate per ragioni di sicurezza.
https://deshgold.com/riserve-auree-italiane
Il documento di auditing pubblicato dalla Banca d’Italia nel corso del 2014, non è più disponibile in rete.
Fortunatamente, non è la prima volta che questo blog si occupa di indagare sulla sorte delle nostre riserve auree e, grazie alla pronta analisi che venne fatta al prospetto in uno dei nostri primi articoli, abbiamo ancora a nostra disposizione tutti i dati salienti riportati da quell’audit, compresi la quantità e ubicazione delle riserve del Bel Paese.
State tranquilli: nel 2014 si contavano esattamente 2.451,80 tonnellate d’oro nelle casse della Banca d’Italia, quantità che pone il nostro paese nelle primissime posizioni fra i detentori d’oro a livello mondiale.
Un annuncio, questo, estremamente importante, poiché come annunciava Alberto Angela nel 2010, autore dell’unica testimonianza video dei forzieri di Palazzo Koch a Roma
La Sagrestia Oro e i caveaux esteri
Secondo quanto riportato da Angela, poi confermato nella documentazione del 2014, l’oro italiano non è collocato interamente a Roma, nelle casseforti della sede della Banca d’Italia (Palazzo Koch).
I rimanenti lingotti che compongono le nostre riserve auree sono dislocati in altri tre luoghi, posti al di fuori del territorio nazionale italiano: Berna, Londra e New York.
Nella sua dettagliata relazione, la Banca d’Italia ha rivelato che solo il 48% delle riserve auree (1.195 tonnellate) sono stipate nella Sagrestia Oro di Palazzo Koch, poiché l’altro 52% (1.254 tonnellate) è immagazzinato presso i depositi di Federal Reserve, Bank of England e Banca per i Regolamenti Internazionali.
La Banca d’Italia, però, non specifica l’esatta ripartizione dell’oro italiano fra i tre soggetti esteri: prendendo per buone alcune congetture sparse per la rete, la stragrande maggioranza dei lingotti detenuti all’estero si trovano nella sede della FED (si parla addirittura di 1.200 tonnellate), con sole 7-12 tonnellate conservate nella Banca d’Inghilterra e le rimanenti 35-47 in quella di Berna.
L’oro è davvero italiano? L’ombra della privatizzazione.
Eh sì, oltre alla quantità e al luogo geografico in cui si trova l’oro, c’è una terza domanda da porsi, forse la più importante di tutte:
Qual è la situazione giuridica dell’oro italiano?
Viene dato in leasing? Viene utilizzato come collaterale per prestiti istituzionali? In che percentuale? Ebbene, non c’è molto da riportare a questo proposito, perché la risposta pervenuta a Ronan Manly, operatore professionale in oro di Singapore, direttamente dagli uffici di Palazzo Koch non lascia spazio ad incomprensioni:
<< La presente è per informarla che, sfortunatamente, Banca d’Italia non fornirà informazioni aggiuntive [riguardo la situazione giuridica delle riserve estere] oltre a quelle già rilasciate sul suo sito istituzionale. >>
(Press and External Relations Division, Bank of Italy)
Se la ricerca di informazioni riguardo possibili prestiti o leasing dell’oro italiano è ostacolata dalla banca stessa, non ci rimane altro che andare dritti al cuore del problema: la privatizzazione dell’Istituto.
Al contrario di quanto avviene per la maggioranza delle Banche centrali, infatti, la Banca d’Italia è un ente privato di diritto pubblico.
Nel 2014 il Governo approvò il criticatissimo decreto IMU-Bankitalia, norma con cui la privatizzazione e la ricapitalizzazione della banca centrale italiana divenne realtà.
A testimoniarlo, il video dei tre senatori del M5S che ebbero l’opportunità di visitare le riserve auree di Roma nello stesso anno e che, a conclusione del video, toccano proprio quest’argomento.
Non voglio continuare a tenerti sulle spine, perciò la faccio breve: dire che l’oro di Palazzo Koch è oro italiano (per inciso, del popolo italiano) è un puro eufemismo.
Quelle 2.450 tonnellate, o quanto in realtà esse siano, non sono di proprietà dello Stato (e di riflesso, di noi cittadini) né degli azionisti privati