ciao ciao
Non prendiamoci in giro.
Se si fosse messo a gara il servizio l’Atac sarebbe fallita il giorno dopo e non avrebbe potuto partecipare ad alcuna gara.
Semmai la Raggi deve solo decidere se fare il grande passo come Nogarin di mandare AMA ed Atac in fallimento e poi “ricomprarla” risanata con tutti i dirigenti in strada e tutti gli scansafatiche e truffatori che nelle officine non lavorano adeguatamente fuori dalle scatole.
A quanto pare infatti queste due partecipate non si riesce a risanarle dall’interno Senza passare per una “ripulita” drastica.
La presa del sedere dell’amministrazione pubblica che “controlla” il privato lasciatela ai fessacchiotti!!!
Un’amministrazione che non è capace di controllare LA SUA AZIENDA non sarà mai capace di controllare un’azienda esterna!!!
Questo è un assurto che è ben noto a chiunque abbia mai avuto a che fare con le gestioni aziendali.
L’esternalizzare un servizio od un’attività permette meno controllo e lo si fa solo se ci sono problemi economici e non si conta di volere gestire quel servizio o quell’attività per un tempo continuativo.
Non è questo il caso di un servizio pubblico come quello per una città come Roma dove i servizi pubblici sono fondamentali.
Senza controlli un privato a Roma farebbe sfaceli!!!
Saluti.
smentito dal tuo stesso compagno di partito
Atac: Patané (PD), referendum è aria fritta e non risolve i problemi, Mejo de No
(FERPRESS) – Roma, 17 OTT – “Il referendum proposto dai Radicali è aria fritta e non serve a risolvere i problemi del trasporto pubblico locale. Se l’intento invece è quello di avviarsi verso la privatizzazione dell’Atac allora che lo si dica e si giochi a carte scoperte. Noi ci opporremo con forza”.
Così in una nota Eugenio Patané, Consigliere regionale del Pd e membro della Commissione Trasporti alla Pisana. “Non è con la privatizzazione, vera o mascherata, che si risolvono i problemi degli utenti del trasporto pubblico e di Atac, un’Azienda ancora sprovvista di un piano piano industriale, che sconta un enorme problema di programmazione e operatività. Per questo motivo – aggiunge Patané – l’11 novembre voterò ‘No’ al referendum e aderisco in qualità di Consigliere della Regione Lazio all’appello del Comitato ‘Mejo de No’ contro un’ipotesi che ritengo scellerata, come dimostrano alcuni esempi di aziende di trasporto pubblico europee che hanno imboccato la medesima strada proposta dai radicali. E come dimostra la gestione delle linee periferiche romane, già in mano ai privati, che non brillano certo per efficienza”.
Qu'ils mangent de la brioche.