La lettera di Andrea Pasini, giovane imprenditore di Trezzano Sul Naviglio.

Riceviamo e pubblichiamo.

L’eurozona avrebbe bisogno con la massima urgenza di una riforma radicale, ma visto che questa non sarà possibile nel breve periodo a causa dell'opposizione di Berlino, l'Italia farebbe bene a uscire dalla moneta unica. Questa sarebbe una mossa rischiosa ma che porterebbe vantaggi chiari, lineari e considerevoli al nostro paese. Questo non è solo un mio personale pensiero ma lo dice anche in modo chiaro uno dei premio Nobel piu autorevoli dell’Economia Joseph Stiglitz.

Matteo Salvini fa bene a richiedere una forte riforma dell'Europa. Bruxelles invece di mettere in moto delle riforme che vadano nella direzione di imporre meno austerità ai paesi come l’Italia per poter incentivare la cresciuta economica, ha introdotto invece forti restrizioni su debiti e deficit, che rappresentano ulteriori ostacoli alla nostra ripresa economica. Quello che c'è da fare è risaputo, ma il problema è la riluttanza della Germania che impedisce ogni cambiamento in questo senso.

La Grecia di Alexis Tsipras, timida e inesperta, avrebbe dovuto in modo deciso e coraggioso rigettare i vari piani di salvataggio e uscire dalla moneta unica, ma non ha avuto il coraggio di farlo, e il risultato è stata la stagnazione, con il Pil del Paese che dal 2015 è crollato del 25 percento dal suo livello pre-crisi e da allora si è mosso appena. E tutto questo ha portato di fatto la Grecia al fallimento.

L’Italia non deve fare assolutamente lo stesso sbaglio. In assenza di riforme significative, i benefici per l'Italia di lasciare l'euro sono chiari, lineari e considerevoli. Un cambio più basso consentirebbe all'Italia di esportare di più. I consumatori sostituirebbero le merci importate con quelle italiane. I turisti troverebbero il nostro Paese una destinazione ancora più attraente di quanto non lo sia oggi, tutto ciò stimolerà la domanda e aumenterà le entrate del governo, e in questo modo la crescita aumenterebbe e l'alto tasso di disoccupazione in Italia che è all'11,2%, con il 33,1% di quella giovanile diminuirebbe decisamente e concretamente.

Naturalmente per uscire dall’euro ci si imbatterebbe anche in delle difficoltà non di poco conto da affrontare. In seguito ad una scelta del genere, la vera sfida sarebbe lasciare la zona euro minimizzando i costi economici e politici. Per farlo sarebbe essenziale una massiccia ristrutturazione del debito, che sia fatta con particolare attenzione alle conseguenze per le istituzioni finanziarie della Penisola. In un mondo ideale, l'Italia non dovrebbe lasciare l'eurozona, e l'Ue potrebbe metter in atto le riforme necessarie, ma in assenza di un cambio di direzione da parte dell'Ue nel suo insieme, l'Italia deve ricordare che ha un'alternativa alla stagnazione economica e che ci sono modi per lasciare la zona euro in cui i benefici oggi probabilmente supererebbero i costi.

Se il nuovo governo italiano dovesse navigare con successo in tale uscita, l'Italia starebbe molto meglio. E io auspico che ciò avvenga al più presto anche perché abbiamo estremo bisogno di riconquistare la nostra sovranità politica, monetaria, legislativa e la dignità che ci è stata sottratta con l’inganno dalle cancellerie europee.

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