I dubbi convergono su una filiale estone del colosso tedesco, che processava pagamenti per conto di Danske Bank. Le rivelazioni di un ex manager si abbattono sul titolo in Borsa

Emergono nuovi dettagli su quello che si sta rivelando come uno dei più grandi scandali di riciclaggio di tutti i tempi. Duecentotrenta miliardi di dollari, in gran parte provenienti dalla Russia, sarebbero passati attraverso la filiale estone di Danske Bank e girati a Deutsche Bank, JPMorgan e Bank of America per essere immessi, puliti, nel sistema finanziario internazionale. Le rivelazioni arrivano dall'ex capo dell'unità di Danske Bank che si occupava delle operazioni finanziarie nei Paesi Baltici, Howard Wilkinson. E 150 miliardi di dollari in particolare sarebbero passati per la Deutsche Bank, circa due terzi del totale, ha precisato il whistleblower inglese.

La banca tedesca si è limitata ad ammettere di avere una filiale in Estonia, "il cui ruolo era processare pagamenti per conto di Danske Bank. Ma abbiamo interrotto i rapporti nel 2015 dopo aver identificato un'attività sospetta". JpMorgan ha tagliato i ponti ben prima, però, nel 2013. Bank of America non commenta.

Il titolo di Deutsche è caduto in borsa sin dalle prime ore del mattino, dopo le rivelazioni rese ieri da Wilkinson al parlamento danese. Gli analisti temono nuovi, giganteschi costi legali e nuove sanzioni per la banca che sta faticosamente rimettendo in sesto i conti. Le autorità di tre Paesi, Stati Uniti, Estonia e Danimarca, stanno indagando sul caso e per Danske Bank, secondo alcuni analisti, il costo legale potrebbe raggiungere gli 800 milioni di euro.

Per quattro volte tra il 2013 e il 2014 Wilkinson, cui queste gigantesche somme di denaro sporco passavano sotto il naso, avrebbe tentato di lanciare l'allarme, inascoltato. I suoi capi in Danske Bank, ha sostenuto ieri davanti al parlamento danese, gli avrebbero anzi offerto del denaro in cambio del suo silenzio. Wilkinson, invece, ha preferito parlare. E sta aprendo un caso di Pandora che potrebbe raggiungere dimensioni mostruose. Ma intanto, come ha commentato ieri il whistleblower con amarezza, "non c'è alcuna possibilità che anche un centesimo di quei soldi venga rintracciato e che anche solo un criminale perda dei soldi".

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