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    Predefinito Re: XX Incontro Internazionale dei partiti comunisti e operai ad Atene

    XX Incontro Internazionale: Intervento del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)

    Intervento del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) al XX Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai svolto ad Atene dal 23 al 25 novembre 2018.

    Traduzione dallo spagnolo a cura della redazione di La Riscossa


    Cari compagni e compagne:

    A nome del Comitato Centrale del PCPE trasmetto a tutti i Partiti presenti un caloroso saluto internazionalista. Approfitto di questa tribuna anche per esprimere il ringraziamento e il rispetto dei comunisti spagnoli ai compagni e compagne del PC di Grecia non solo per ospitare questo XX Incontro, ma perché nel 1998 decisero di dedicare i loro sforzi allo sviluppo di questo spazio per l’incontro e la discussione tra i Partiti Comunisti e Operai di tutto il mondo.

    Il nostro Partito è stato presente in praticamente tutte le edizioni degli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai. Indipendentemente dalla nostra situazione di maggiore o minore capacità organizzativa, abbiamo sempre dedicato una parte significativa del nostro tempo e nostre risorse a partecipare negli spazi internazionali a cui siamo stati inviati. Pensiamo che è attraverso lo scambio onesto e fraterno di opinioni il miglior contributo allo sviluppo del nostro movimento comunista internazionale.

    Alcune volte, i nostri interventi sono stati più diretti ad esporre la situazione della classe operaia nel nostro paese. In altri momenti, abbiamo preferito intervenire sui dibattiti o polemiche che avvenivano oltre il nostro ambito diretto di lotta di classe, perché pensavamo che la nostra opinione e la nostra propria esperienza poteva esser utile per altri Partiti fratelli, allo stesso modo che le esperienze e la storia di altri partiti ci hanno immensamente aiutato lungo i nostri anni.

    In questa occasione, il PCPE vuole trasmettere al congiunto dei Partiti qui presenti, così come a coloro che seguono i contributi all’Incontro attraverso il web Solidnet, l’esperienza che negli ultimi anni abbiamo accumulato nel nostro lavoro verso la classe operaia, cercando di recuperare l’organizzazione del Partito Comunista nei luoghi di lavoro.

    Partiamo dalla base che uno dei nostri compiti essenziali di oggi, se vogliamo rendere onore alla nostra condizione di avanguardia politica della classe operaia, è recuperare decisamente la presenza comunista organizzata nel cuore della classe operaia, nello stesso luogo dove si produce lo sfruttamento della nostra classe. Nel caso della Spagna, questa presenza organizzata del Partito Comunista nelle imprese è scomparsa a partire dagli anni ’70. Quando l’eurocomunismo decise di abbandonare la lotta rivoluzionaria per il rovesciamento del capitalismo e dare priorità alla lotta elettorale sopra ogni altra cosa.

    Crediamo che esistano nella lotta politica due premesse che sono valide per ogni Partito Comunista, indipendentemente dalla sua dimensione in un dato momento o dai rapporti di forza che esistono nel proprio paese:

    Il Partito Comunista è un partito proletario, cui carattere di classe deriva dalla sua posizione ideologica, dagli obiettivi che persegue, dalla sua composizione di classe e dalla sua capacità per assumere la direzione pratica della classe operaia.
    Senza una presenza organizzata e un’ampia influenza del Partito in seno alla classe operaia, il compito rivoluzionario si rende impossibile.
    Così, nel nostro X Congresso (2016) abbiamo deciso di iniziare quella che denominiamo la “svolta operaia” del PCPE, cui orientamenti e obiettivi si chiariscono nel XI Congresso (Straordinario) del 2017. Nella Conferenza del Movimento Operaio e Sindacale che svolgeremo nel 2020 faremo una prima valutazione generale su di essa.

    Per svolta operaia intendiamo la priorità del lavoro di partito verso la classe operaia, superando una concezione del lavoro comunista che, frutto delle difficoltà che suppone sviluppare una politica specificatamente diretta verso la classe, opta in molti casi per concentrarsi in lotte di carattere interclassista che, pur essendo importanti, mai possono convertirsi nelle uniche in cui si sviluppa il lavoro del Partito. Se questo fosse così di forma continuata nel tempo, si correrebbe il rischio che il Partito subordini gli interessi della classe operaia a quelli di altri settori, impendendo con esso uno sviluppo del fattore soggettivo rivoluzionario.

    Mentre altre classi e settori sindacali hanno chiara coscienza di classe e obiettivi definiti, la classe operaia spagnola si trova maggioritariamente presa dalle posizioni riformiste e piccoloborghesi che, oggi, ostacolano l’impostazione di una posizione indipendente di classe. È in questo contesto che il Partito deve lottare in questi momenti.

    La nostra “svolta operaia” si concretizza in tre piani: quello ideologico (verso l’indipendenza ideologica della classe), quello politico (per svelare il carattere di classe delle proposte governative e di altre forze politiche), e quello organizzativo, affinché il Partito sia realmente presente nei luoghi di lavoro e nei principali settori produttivi.

    Per questo, a livello organizzativo, tutte le strutture del nostro Partito stanno analizzando e dibattendo nell’ultimo anno in quali imprese e settori centrare il loro lavoro politico per compiere il passo più importante degli ultimi anni: l’abbandono graduale di una struttura organizzativa di base esclusivamente territoriale verso una struttura di base territoriale e produttiva. Ossia, verso un Partito presente nei luoghi di lavoro e nei quartieri operai e popolari, capace di intervenire in ogni lotta in difesa delle condizioni di vita e di lavoro che si producono in essi. Da qui sorgono le quattro priorità di lavoro di massa del PCPE, che hanno a che vedere con l’organizzazione della lotta dentro i sindacati, con l’organizzazione della gioventù di estrazione operaia e popolare e con l’organizzazione della donna lavoratrice, stabilendo nei quartieri dove sia possibile i centri operai e popolari cui obiettivo è estendere l’influenza comunista nelle città e strutturare il movimento popolare in chiave dell’alleanza sociale (politica di alleanze della classe operaia) che propugniamo.

    In concreto, è necessario dire che adesso abbiamo superato la fase in cui alcuni settori del Partito erano refrattari all’intervento diretto nei luoghi di lavoro, alla pianificazione e sviluppo di compiti o al dare priorità a settori o imprese determinate. Sappiamo perfettamente che per sviluppare le organizzazioni del Partito nei luoghi di lavoro non esistono manuali d’istruzioni, ma che è necessario sviluppare un lavoro multiforme che, nelle condizioni del nostro paese, implica combinare la lotta all’interno e all’esterno dei luoghi di lavoro e il lavoro sindacale dei nostri militanti. Oggi, grazie a una politica sindacale che permette ai nostri militanti di lavorare in varie organizzazioni sindacali, stiamo accumulando una esperienza che ci permette di pensare a livelli superiori di intervento ma, soprattutto, ci permette di accedere al contatto quotidiano con migliaia di lavoratori e lavoratrici. Partendo da questa realtà, la nostra preoccupazione in questi momenti si rivolge nell’esser capaci di combinare adeguatamente, in forma organizzata e pianificata, le varie vie di intervento: quella sindacale e quella di partito.

    La nostra capacità di influenza all’interno dei sindacati, ancora molto limitata, è cresciuta sostanzialmente negli ultimi due anni. Cerchiamo di ovviare alle lotte tra distinte organizzazioni sindacali e diamo priorità all’unità sindacale e all’unità dei lavoratori nelle imprese, che siano o no in conflitto.

    Questa insistenza nell’unità al di là delle sigle sindacali obbedisce alla realtà sindacale in Spagna, dove in una stessa impresa possono esserci vari sindacati (sezioni sindacali) e pluralità sindacale anche negli organi di rappresentanza di tutti i lavoratori (comitato d’impresa).

    Questa tattica, che a volte non da buoni risultati, in altre suppone un passo importante in quanto alla conoscenza del Partito da parte della classe, che permette anche di influire in modo determinante nel corso di una lotta concreta, al di là delle proposte che vengono dalle strutture delle organizzazioni sindacali. I casi delle recenti lotte nelle imprese Transcom, Vestas e Amazon sono prova di questo.

    La svolta operaia sta dando i suoi frutti. Oggi possiamo dire con orgoglio che contiamo su alcune cellule che sono orientate esclusivamente a imprese e settori di carattere strategico e che abbiamo già una presenza organizzata in imprese di trasporto, comunicazioni, energia e istruzione.

    D’altra parte, continuiamo ad avere Centri Operai e Popolari in tre grandi città del nostro paese, recentemente abbiamo aperto un quarto e ai primi del 2019 ne apriremo altri due, uno di essi a Madrid.

    Per quanto riguarda la gioventù, i Collettivi dei Giovani Comunisti continuano a sviluppare il loro lavoro verso la gioventù di estrazione operaia e popolare, concentrandosi negli ultimi anni nello sviluppo di una forte organizzazione studentesca che superi la dispersione del movimento studentesco in Spagna ed è presente in tutti i territori e in ogni livello d’istruzione. I CJC celebrano il loro X Congresso il prossimo mese di marzo, nel quale valuteranno i loro compiti e fisseranno le vie per implementare la svolta operaia nei loro piani di lavoro.

    Tutto questo lavoro, compagni, si completa nel terreno ideologico con il recupero definitivo del giornale Nuevo Rumbo, per adesso di carattere mensile, e con la prossima comparsa della casa editrice del PCPE, che pubblicherà sia testi classici che attuali, recuperando anche i materiali pubblicati nei paesi che costruirono il socialismo nel XX secolo. Vogliamo dotare la nostra classe di strumenti ideologici per esser capace di far fronte agli attacchi del nemico di classe e delle forze riformiste.

    Compagni, ci inorgoglisce poter esser partecipi di questa XX edizione dei nostri Incontri Internazionali e trasmettiamo a tutti i Partiti fratelli i nostri desideri di successi nelle lotte che realizzano, così come la nostra volontà di approfondire le relazioni bilaterali con tutti i partecipanti.

    Viva il XX Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai!

    Viva l’internazionalismo proletario!

    XX Incontro Internazionale: Intervento del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) | La Riscossa
    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

  2. #12
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    Predefinito Re: XX Incontro Internazionale dei partiti comunisti e operai ad Atene

    20° IMCWP: Contributo Partito Comunista di Cuba

    "La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."

    20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

    Atene, 23-25 novembre 2018


    Compagni,

    Il 10 ottobre 1968, nel centenario dell'inizio delle nostre guerre di indipendenza, il leader storico della Rivoluzione Cubana, Comandante in Capo Fidel Castro, ha detto: ".....A Cuba c'è stata una sola rivoluzione, quella iniziata da Carlos Manuel de Céspedes cento anni fa, che il nostro popolo sta portando avanti attualmente".

    Con questa frase memorabile è stata sigillata la vera e continua natura del processo rivoluzionario cubano che oggi, 150 anni dopo il suo inizio, continua ad avere in Martí il suo riferimento etico, la sua unità e vocazione di lotta, nelle idee marxiste la sua fonte permanente di ispirazione ed in Fidel il suo senso di giustizia e la fede incrollabile nella vittoria.

    Qualche settimana prima di celebrare il 60° anniversario del trionfo della Rivoluzione, con l'infinito orgoglio di essere fedeli ad una storia piena di eroismo, le sfide che il nostro popolo si trova oggi ad affrontare non sono da meno, aggiornare il modello economico e sociale di sviluppo socialista ci permetterà di avere una nazione indipendente, sovrana, socialista, democratica, prospera e sostenibile.

    Stimati compagni,

    Negli ultimi tre mesi abbiamo portato avanti in tutto il paese un profondo processo di Riforma Costituzionale al quale milioni di nostri cittadini hanno partecipato e contribuendo a questo documento con proposte e considerazioni.

    La nuova Costituzione incorpora le idee di Fidel nel concetto di Rivoluzione che ci è stato consegnato; riafferma il ruolo del Partito Comunista di Cuba come avanguardia organizzata della classe operaia e come principale forza superiore dello Stato e della Società, come garante dell'unità e costruttore di consenso nel suo legame permanente con il popolo.

    La determinazione ad andare avanti nel processo di costruzione del socialismo, nel rispetto delle nostre tradizioni, della nostra storia e nel complesso scenario internazionale attuale, è un altro elemento del Progetto di Costituzione che preserva i principi umanisti e la giustizia sociale, ampliando così i diritti dei cittadini e le loro garanzie fondamentali.

    In linea con le decisioni prese nei Congressi del 6° e 7° Partito, si introducono cambiamenti nel modello economico e sociale, si riafferma la capacità normativa e il controllo dello Stato sui processi economici del paese, si ratifica il ruolo guida della proprietà socialista, pur riconoscendo altri tipi di proprietà ed accordi, si riafferma il ruolo della gestione pianificata dell'economia che considera e regola il mercato.

    Vi sono proposte per cambiare e migliorare la struttura statale, rendendola più funzionale e concedendo maggiore autonomia ai governi locali.

    Il primo segretario del Partito, il compagno Raúl Castro Ruz, che presiede la Commissione responsabile del processo di riforma costituzionale, ha ripetutamente invitato i cittadini a comprendere la necessità e la portata dei cambiamenti che dobbiamo apportare alla Costituzione per garantire il carattere irreversibile del socialismo e la continuità della Rivoluzione.

    Dobbiamo compiere questo nobile sforzo di fronte all'intrattabile politica di aggressione e al blocco economico, finanziario e commerciale degli Stati Uniti, che è stato rafforzato dall'attuale amministrazione Trump, imponendo così un'inversione significativa nelle relazioni tra le due nazioni e un ritorno al linguaggio ostile che ha caratterizzato gli anni della Guerra Fredda.

    Il blocco è il principale ostacolo al nostro sviluppo, ma ha fallito nel suo obiettivo di invertire il processo rivoluzionario a Cuba e viene respinto dalla stragrande maggioranza della comunità internazionale.

    Cuba ha dimostrato la sua disponibilità a compiere progressi nel processo di normalizzazione delle nostre relazioni bilaterali con gli Stati Uniti, ma ha chiarito che nessuno dovrebbe aspettarsi da noi un compromesso sui nostri principi e l'indipendenza e l'autodeterminazione della nazione. Colgo l'occasione per esprimere la nostra gratitudine a tutte le parti qui presenti per la loro permanente solidarietà con il nostro popolo.

    Amici,

    stiamo vivendo tempi di crescenti minacce e pericoli per la pace e la stabilità nel mondo, accentuati dagli sforzi agonizzati della classe dirigente statunitense per stabilirsi come superpotenza dominante imponendo i propri interessi nazionali, trascurando le organizzazioni internazionali e gli accordi e gli impegni multilaterali presi.

    L'imperialismo americano, il capitale finanziario internazionale e le forze oligarchiche a loro subordinate hanno scatenato una forte offensiva contro i governi progressisti, rivoluzionari e di sinistra in America Latina e nei Caraibi, utilizzando tutti i mezzi disponibili, compresa la guerra non convenzionale.

    Lo scorso luglio abbiamo tenuto a Cuba il 24° Incontro del Forum di San Paolo che si è concentrato principalmente nel valutare la situazione nella regione, facendo esperienza degli ultimi anni e proiettando azioni volte a promuovere l'unità delle forze di sinistra, sulla base di un programma di lotta comune contro l'offensiva neoliberale dell'imperialismo e delle oligarchie nazionali.

    La posta in gioco in America Latina è l'indipendenza dei nostri popoli di fronte all'insaziabile appetito di dominio del "brutale e turbolento Nord che ci disprezza", come disse José Martí, per preservare l'emergente integrazione di fronte ai vecchi tentativi di dividere, di scindere e confrontarsi con noi; per costruire alternative con modelli e processi popolari, democratici e partecipativi o per soccombere al diritto reazionario che in sostanza è una semplice caricatura delle ben note vecchie dittature repressive del nostro continente.

    Per questo è così importante riaffermare la validità della Proclamazione dell'America Latina come Zona di Pace, L'Avana gennaio 2014, come garanzia di coesistenza pacifica tra le nostre nazioni, come principio di integrazione e come base per avanzare nello sviluppo della regione.

    Di fronte a questo scenario negativo il Partito Comunista di Cuba riafferma il suo appoggio incondizionato alla Rivoluzione bolivariana e chavista in Venezuela ed al suo presidente costituzionale Nicolas Maduro; respinge gli atti di vandalismo in Nicaragua per destabilizzare e rovesciare il governo sandinista, condanna la detenzione illegale e l'ingiusta estromissione politica dell'ex presidente Lula in Brasile, denuncia la persecuzione politica dei movimenti sociali e dei leader di sinistra in tutta la regione, sostiene il governo del presidente Evo Morales, augurandogli successo nella sua rielezione e noi accompagniamo risolutamente il popolo colombiano nella sua lunga lotta per una pace giusta e duratura.

    Stimati compagni,

    Nel documento costituzionale che sarà presto sottoposto a referendum popolare si riaffermano, tra l'altro, i principi di politica estera della Rivoluzione cubana sulla base dell'antimperialismo e dell'internazionalismo, la cooperazione reciproca; l'unità dei paesi del Terzo Mondo, la condanna del fascismo, del colonialismo e del neocolonialismo e ad altre forme di sottomissione, il non intervento negli affari interni degli Stati; il rifiuto del razzismo e della discriminazione.

    A tal fine esprimiamo la nostra ferma solidarietà con il popolo saharawi per la sua libera autodeterminazione, così come il nostro sostegno al popolo palestinese, condannando le continue aggressioni dello Stato sionista di Israele contro questa nobile e sofferente nazione.

    Fedele alla sua tradizione il Partito Comunista di Cuba continuerà a promuovere l'unità e la cooperazione tra i partiti comunisti e operai, lo sviluppo di relazioni basate sulla fiducia e il rispetto tra i nostri partiti e la pratica della solidarietà internazionalista, con l'obiettivo comune di fare progressi per superare il capitalismo e costruire una società basata sulla giustizia e l'uguaglianza sociale, cosa che è possibile solo con il socialismo.

    Grazie mille.

    20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista di Cuba
    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

  3. #13
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    Predefinito Re: XX Incontro Internazionale dei partiti comunisti e operai ad Atene

    20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista del Venezuela

    "La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."

    20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

    Partito Comunista del Venezuela (PCV) | solidnet.org
    Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


    All'epoca, quando Karl Marx e Friedrich Engels scrissero il Manifesto del Partito Comunista, la classe operaia stava per nascere e la Rivoluzione industriale si stava diffondendo solo in Inghilterra e in Belgio. Quindi la sua importanza non era nel numero delle persone coinvolte. La maggior parte degli oppressi infatti era ancora composta da contadini.

    Tuttavia, Marx scelse la classe lavoratrice perché la riteneva il soggetto della storia, come conseguenza del trovarsi in una situazione collettiva. Secondo lui, i lavoratori non sono un gruppo di persone, ma una classe.

    La classe operaia venezuelana storicamente non ha mai avuto un'alta composizione numerica. Ciò è dovuto principalmente al tradizionale modello mono-produttivo e mono-esportatore della nostra economia nazionale e alle caratteristiche di arretratezza industriale del nostro paese, causate dallo stato di dipendenza e dal ruolo assegnatogli nel quadro della divisione internazionale del lavoro sotto la direzione imperialista, come produttore ed esportatore quasi esclusivo di materie prime, in particolare di petrolio greggio.

    Sebbene tra gli anni '60 e '70 del XX secolo sorsero conglomerati industriali di una certa importanza, principalmente di proprietà statale, come le società della Corporación Venezolana de Guayana (CVG), tuttavia negli anni '80, come effetto dell'applicazione delle politiche neoliberiste, iniziò una deindustrializzazione accelerata del paese. Questa tendenza è stata interrotta nel 1999 quando il governo del Presidente Chávez ruppe con la politica neoliberista, ma vari fattori interni ed esterni hanno impedito che venisse attivato un processo sostenuto di re-industrializzazione del paese.

    Se è vero che la debolezza del tessuto produttivo ha causato una diminuzione numerica relativa del proletariato industriale (ad esempio, il numero dei lavoratori occupati nell'industria manifatturiera è diminuito di oltre il 20% dal 1990), ciò non ha significato una diminuzione assoluta della classe operaia, poiché si è registrato un aumento della forza lavoro impiegata in altri settori, in particolare nell'edilizia, nel commercio e nei servizi pubblici, comprese le telecomunicazioni e l'energia elettrica.

    Tuttavia, gli operai dell'industria manifatturiera continuano ad essere molto importanti dal punto di vista qualitativo, nonostante la significativa riduzione nelle loro fila. Il loro numero oggi è inferiore alle 500 mila unità, ovvero il 4% della forza lavoro attiva totale del paese. Tra questi spiccano i metalmeccanici, concentrati nel complesso industriale guayanese.

    In effetti c'è stato un processo di diminuzione del parco industriale, prodotto della chiusura unilaterale delle imprese da parte dei loro proprietari, sia per motivi politici, che per motivi economici legati agli effetti residui delle politiche neoliberiste che hanno favorito la tendenza alla concentrazione e alla centralizzazione del capitale. Pertanto, tra il 1996 e il 2007, il numero totale di imprese industriali manifatturiere è diminuito di quasi il 40%, riduzione che ha colpito in particolare la piccola e media impresa.

    Per quanto riguarda il proletariato petrolifero venezuelano, storicamente non è mai stato rappresentato da un numero elevato di individui, anche se nei primi cinquant'anni del XX secolo, periodo di instaurazione e consolidamento dell'economia petrolifera, era la componente più numerosa, organizzata e combattiva di tutto l'insieme della nostra classe operaia. Ha poi vissuto un calo e un conseguente indebolimento, risultato dell'avvento delle nuove tecnologie e della profusione dei meccanismi di terziarizzazione ed esternalizzazione nei rapporti di lavoro, oltre alla perniciosa e divisoria influenza delle correnti corrotte della socialdemocrazia pro-imperialista che ha dominato il sindacalismo petrolifero per molti anni.

    Per quanto riguarda gli aspetti soggettivi che definiscono il fino ad ora insufficiente ruolo rivoluzionario della nostra classe operaia, sono rappresentati dalla tradizionale divisione organica venezuelana del movimento sindacale, dalla sua debole organizzazione e dal predominare di tendenze riformiste e burocratiche, benché, con la partecipazione delle e dei militanti comunisti, siano sempre state molto attive e combattive le tendenze di rivendicazione classista all'interno del nostro movimento sindacale.

    Il Programma del Partito Comunista del Venezuela (PCV), stabilisce che i comunisti venezuelani lottano per "(...) una rivoluzione di vera indipendenza e democrazia, antimperialista, anti-monopolista e in marcia verso il socialismo". "La classe operaia è la forza principale di questa rivoluzione per il suo ruolo fondamentale nella produzione, (...), per la sua combattività e organizzazione e perché le spetta storicamente di spingerla fino a una sua trasformazione in senso socialista.

    Tali criteri programmatici riguardano la necessità di risolvere, nello stesso processo di lotta rivoluzionaria, la contraddizione principale che storicamente esiste tra l'imperialismo e la nazione venezuelana e la contraddizione fondamentale della società capitalistica, tra capitale e lavoro. Pertanto il PCV si è impegnato per anni nella formazione di un ampio fronte nazional patriottico-antimperialista, che unisce ed esprime le diverse forze sociali e politiche interessate a rompere il dominio imperialista, conquistare la liberazione nazionale e aprire canali al trionfo del socialismo nel nostro paese. Solo un ampio fronte di questa natura può assolvere a tali compiti, solo se guidato da classi e strati sociali sfruttati e oppressi della società, dalla classe operaia e dalle forze del popolo lavoratore della città e della campagna.

    Al fine di procedere verso la realizzazione dei nostri obiettivi strategici nelle attuali condizioni in cui la lotta di classe si svolge nel mondo e nel nostro paese, noi comunisti venezuelani tracciamo come linea tattica - confermata nel XV Congresso del PCV - quella che porta a un consistente accumulo di forze operaie, contadine, cittadine e popolari, per stabilire nella società venezuelana una correlazione di forze favorevole alla classe operaia e al popolo lavoratore della città e della campagna.

    Il PCV applica i suoi lineamenti tattici con un piano di offensiva ideologica, politica di massa e di rilancio organico. Tale offensiva si sviluppa affrontando sia le forze della destra pro-imperialista, sia quelle del riformismo entreguista [corrente politica conciliatoria, ndt], le quali, nell'amministrazione dello Stato borghese, ingannano il nostro popolo con l'offerta di un "socialismo del XXI secolo" e che negano la lotta di classe e il ruolo della classe operaia come soggetto rivoluzionario, servendo in definitiva alla preservazione del sistema capitalista nella sua modalità dipendente, redditiera e arretrata, che non favorisce lo sviluppo delle forze produttive, né il risveglio della coscienza rivoluzionaria delle masse lavoratrici.

    L'intensa lotta ideologica, politica e di massa che assume il PCV per costruire e sviluppare un'opzione di potere rivoluzionario del movimento operaio, porta i comunisti venezuelani a mettere in relazione dialetticamente i suoi indiscutibili confini con il riformismo piccolo-borghese, con la necessità di un'ampia alleanza anti-imperialista. Avendo chiaro il nemico immediato da sconfiggere, forgiamo l'unità sociale e politica che ci permette di affrontarlo e sconfiggerlo, ma sostenendo ed incrementando gli sforzi affinché il proletariato venezuelano diventi l'avanguardia di quell'ampia lotta antimperialista che, in ultima analisi, è una lotta anticapitalista e pertanto, per essere vittoriosa, necessita che la classe operaia sia in prima linea.

    Già nel suo XIV Congresso - agosto 2011 - il PCV aveva concluso che il processo bolivariano da solo avrebbe potuto compiere reali progressi verso la conquista della liberazione nazionale e aprire canali alla prospettiva socialista "in una correlazione di forze favorevoli alla classe operaia" alla guida di un blocco di forze rivoluzionarie popolari posto alla testa della vasta alleanza anti-imperialista. Tale precisione ha definito la politica del PCV e i compiti dei comunisti venezuelani nel movimento delle e dei lavoratori, con diversi aggiustamenti tattici, dal 2011 e fino a questo momento.

    L'attuale crisi sistemica del capitalismo coincide con lo sviluppo di processi progressivi e rivoluzionari, fondamentalmente antimperialisti e di carattere anti-oligarchico, soprattutto in America Latina e le cui molteplici contraddizioni intrinseche generano aspettative in diverse direzioni.

    Una delle caratteristiche comuni di tali processi politici, così come il carattere dubbio della dominazione imperialista statunitense nella regione, la rivendicazione della sovranità nazionale e una migliore distribuzione della ricchezza, attributi che a loro volta li rendono degni del sostegno delle forze rivoluzionarie, è che la sua avanguardia sociale è stata assunta da settori radicalizzati della piccola borghesia e della classe media professionale, compreso l'importante ruolo della cosiddetta borghesia nazionale emergente, non monopolista, interessata a prendere le redini della dinamica economica in contrasto con la strategia del controllo egemonico globale dei monopoli transnazionali.

    Nel confronto inter-borghese, particolarmente chiaro in Venezuela con la sua economia petrolifera redditiera, praticamente tutta la dinamica economica e sociale ruota attorno alle risorse generate dalle esportazioni di petrolio, attività sotto monopolio statale, in modo che le varie fazioni borghesi cercano di prendere il controllo direttamente o indirettamente dall'apparato statale e dall'amministrazione delle entrate petrolifere.

    In questo contesto è emerso come diversivo l'approccio del "socialismo del XXI secolo", sostenuto con enfasi dalla leadership della rivoluzione bolivariana in Venezuela e seguito dai governi progressisti di Ecuador, Bolivia e Nicaragua, assunto anche da correnti politiche opportuniste in altri paesi dell'America Latina e dei Caraibi.

    Questa circostanza storica è stata la culla della rinascita di varie vecchie "teorie" e concezioni presentate come apparentemente originali e autoctone, etichettate endogene, ma che alla fine rivestono la negazione della lotta di classe e del ruolo rivoluzionario della classe operaia, il rifiuto della teoria scientifica del proletariato e la necessità del suo strumento organico, il partito politico fondato sui principi del marxismo-leninismo.

    Questa situazione si spiega in gran parte nella forza quantitativa e qualitativa ancora insufficiente della classe operaia venezuelana, che ha impedito finora di svolgere un ruolo decisivo e importante durante il processo di cambiamento che muove la Repubblica Bolivariana del Venezuela, benché ci siano manifestazioni crescenti ed indubbie di una crescente coscienza politica della classe operaia e del popolo lavoratore venezuelano, il che favorisce lo sviluppo di una linea politica per la difesa, il consolidamento e l'approfondimento dei cambiamenti rivoluzionari.

    Alcune di queste manifestazioni positive sono rappresentate dalle azioni di massa per l'adozione di una nuova e rivoluzionaria Legge organica del Lavoro e dalla lotta per far progredire un nuovo modello di gestione delle imprese, in particolare quelle di proprietà dello Stato in base al principio del controllo operaio, con la costituzione dei Consigli Socialisti dei Lavoratori e delle Lavoratrici. Tali strumenti rappresentano l'esercizio della direzione collettiva delle e dei lavoratori nei processi produttivi, per smantellare i rapporti capitalistici di produzione e per distruggere lo Stato borghese promuovendo la formazione di una coscienza rivoluzionaria nella classe operaia.

    I Consigli socialisti dei lavoratori e delle lavoratrici, così come li concepisce il PCV, svolgeranno perfettamente il loro ruolo rivoluzionario di classe nella misura in cui le e i lavoratori che se ne assumono la costruzione e lo sviluppo, aumentino la loro coscienza, trasformandola da classe in sé, a classe per sé

    Secondo l'analisi del Partito Comunista del Venezuela (PCV), i cambiamenti avvenuti in questi anni nel quadro del processo politico bolivariano, sono stati fino a questo momento il risultato di una tendenza sociale riformista patriottica e progressista, con un determinante protagonismo di settori della piccola borghesia. Questa realtà sarà trascesa solo attraverso una nuova correlazione di forze popolari e rivoluzionarie guidate dalla classe operaia, che garantirà il consolidamento della liberazione nazionale e creerà le condizioni per un reale progresso verso l'obiettivo strategico della presa del potere da parte della classe operaia e del progredire nella costruzione del socialismo.

    Per il PCV, la necessità di difendere e rafforzare l'autonomia e l'indipendenza del movimento operaio e sindacale e di tutte le organizzazioni di massa contro i padroni, lo Stato e i partiti borghesi e piccolo-borghesi, viene inserito come priorità delle e dei lavoratori con una coscienza di classe, sia delle organizzazioni sindacali, che nell'azione dei delegati alla prevenzione (rappresentanti dei lavoratori per la difesa della salute e della sicurezza sul lavoro) e dei Consigli socialisti dei lavoratori e delle lavoratrici sorti come conseguenza dalla premessa costituzionale della democrazia partecipativa e come strumenti che rivendicano l'esercizio del controllo operaio nei processi di produzione, amministrazione e distribuzione di beni e servizi, da ogni posto di lavoro e nei vari rami produttivi.

    Questa necessità è evidenziata dal fatto certo che si sta sviluppando una tendenza generalizzata a collocare tutte le organizzazioni sociali sotto la subordinazione del governo nazionale e di altre istanze del potere statale a tutte le organizzazioni sociali. Ma è particolarmente grave nel caso delle organizzazioni della classe lavoratrice, in quanto esercitando la piccola borghesia l'egemonia della direzione del processo e del governo nazionale, si pretende che le e i lavoratori declinino la loro indipendenza di classe indispensabile per chiedere i propri particolari diritti e per rivendicare i propri interessi collettivi, economici, sociali e politici. Tali diritti sono essenzialmente gli stessi interessi della maggioranza popolare della città e della campagna, ma contemporaneamente sono interessi contrari ai settori che, cosa fondamentale, esercitano buona parte del potere politico. Tale situazione sta generando continui e crescenti conflitti.

    La lotta per avanzare verso l'unità organica e programmatica del movimento delle e dei lavoratori, si iscrive nella lotta per la trasformazione del sindacalismo venezuelano, riarmandolo essenzialmente dei principi che dovrebbero guidare l'azione liberatrice della nostra classe; in sostanza per sconfiggere il riformismo nel suo interno e affinché questo, nelle sue diverse lotte e conquiste, serva alla formazione della coscienza di classe e all'ascesa del proletariato in alleanza strategica con altre classi e settori sociali anche sfruttati e oppressi, alla condizione di classe dirigente.

    Il XIII Congresso straordinario del PCV (marzo 2007) ha affermato: "... tra i compiti più significativi del partito della rivoluzione, vi è il progetto di una politica in grado di conquistare il movimento sindacale per migliorarlo, per sradicare gli enormi vizi covati come conseguenza delle tremende perversioni del riformismo, della pratica sviluppata dai sindacati dei padroni e degli effetti del clientelismo di rompere definitivamente con la sua atomizzazione, per trasformarlo in una forza d'avanguardia nella costruzione di una nuova società ".

    E' necessaria l'esistenza e il rafforzamento del partito della classe operaia nel quadro del processo politico venezuelano. Coloro che dal processo bolivariano credono che la classe operaia non sia il soggetto storico della rivoluzione sociale, per ignoranza della teoria del socialismo scientifico e considerando minacciati i propri interessi di classe, giungono alla conclusione che la classe operaia non dovrebbe organizzarsi in modo indipendente, come classe. Pertanto, disdegnano e mettono in discussione la validità del partito rivoluzionario della classe operaia, cercando di screditare il Partito Comunista del Venezuela, giocando sulla sua invisibilità, premendo per la sua liquidazione.

    A questo proposito, la Tesi sul Partito della Rivoluzione, emanata dal XIII Congresso straordinario del PCV, tenutosi nel marzo 2007, esprime quanto segue:

    "Quando ci si riferisce alla partecipazione e al protagonismo delle masse, dobbiamo prestare particolare attenzione allo sforzo organico che ci spetta compiere con la classe operaia e gli altri settori dei lavoratori e delle lavoratrici. Se vogliamo sradicare il capitalismo, dobbiamo diventare organizzazione politica nell'interpretare in modo genuino gli interessi della classe sociale che, per la sua posizione nella struttura socio-economica, non è solo la più direttamente colpita dallo sfruttamento capitalistico e pertanto oggettivamente più interessata all'abolizione della schiavitù salariata, ma che inoltre, con il raggiungimento di questa ultima meta, libera il resto della società dal regime dello sfruttamento, pertanto, sfornita com'è dei mezzi di produzione, non aspira a conquistarli per lo sfruttamento di altre classi sociali.".

    Segue nel documento: "... il partito della rivoluzione dovrà essere per suo contenuto, sua politica, sua composizione, sua ideologia, per gli interessi che incarna, il partito della classe operaia e di tutto il popolo lavoratore. Naturalmente questo partito includerà anche membri di altre classi e strati della società, ma a condizione che, nel fare ciò, assumano come propri gli interessi che incarnati dal partito, che dovranno essere quelli della classe operaia se vogliamo essere coerenti con l'obiettivo programmatico di natura strategica che perseguiamo: il socialismo".

    "La definizione precisa del contenuto di classe del partito della rivoluzione è una necessità storica e non è in contrasto con il carattere antimperialista della rivoluzione bolivariana in questo momento. Questa fase della nostra rivoluzione esige, in effetti, un'ampia alleanza di classi ... attorno agli obiettivi della liberazione nazionale. Sfruttare tutte le contraddizioni e le differenze che possono esistere tra i settori della grande e piccola borghesia da un lato e dell'imperialismo dall'altro, è uno dei compiti primari dell'alleanza antimperialista; ma questa alleanza non deve prodursi in seno al partito della rivoluzione, specialmente quando riconosciamo che la rotta di questa rivoluzione punta al socialismo".

    "Il partito della rivoluzione socialista non potrà adempiere al suo obiettivo storico se si conforma a una concezione multi-classista, che, in ultima analisi, subordina tutto l'insieme delle classi, degli strati sociali e dei settori a carattere popolare agli interessi del blocco economico dominante all'interno della rispettiva organizzazione. I limiti di questo tipo di partito sono ampiamente noti nella nostra storia: il carattere rivoluzionario del partito viene diluito, si subordinano gli interessi anticapitalisti dei lavoratori agli interessi del capitale sulla base di riaccomodamenti, concessioni e regali; la lotta di classe è soppiantata da un meccanismo di trasformazione atto alla conciliazione delle classi per stabilizzare il sistema; la rivoluzione è sostituita dalle riforme; l'orizzonte storico socialista e comunista con cui solo la classe operaia è organicamente legata, è sfocato".

    In questo modo il nostro partito fissava la sua posizione e apportava contributi al dibattito, allora aperto, attorno al carattere del partito di cui ha bisogno la rivoluzione venezuelana. Nel XIII Congresso straordinario, il PCV riaffermò il suo status di partito rivoluzionario della classe operaia, basato sulla teoria scientifica del marxismo-leninismo, così come fatto sin dalla sua fondazione nel 1931 e che, utilizzando tale strumento teorico e metodologico, traccia una linea politica fondata sulla necessità di risolvere la contraddizione principale del momento storico, quella tra gli interessi egemonici dell'imperialismo e della nazione venezuelana e la contraddizione fondamentale e inconciliabile presente nella società capitalistica: tra capitale e lavoro. Da qui la necessità per la classe operaia, con il suo partito e la sua ideologia rivoluzionaria, di assumere l'avanguardia nella lotta per la liberazione nazionale e il socialismo, nella prospettiva comunista.

    Una linea politica dialettica: alleanza antimperialista e necessità di una correlazione di forze sotto la direzione della classe operaia.

    Sulla base della definizione che da il nostro Partito circa il processo rivoluzionario venezuelano e in particolare sulla sua fase attuale, abbiamo proposto la necessità di formare un Fronte Popolare Antimperialista, che integri l'insieme dei fattori politici e sociali che coincidono con la necessità di affrontare e sconfiggere la dominazione imperialista e conquistare la nostra piena liberazione nazionale.

    Proprio per questo motivo, allo stesso tempo, sosteniamo la creazione di un Blocco Popolare Rivoluzionario, necessariamente circoscritto a quelli a cui proponiamo la completa abolizione del sistema di sfruttamento e che non può quindi in alcun modo includere nessuna frazione borghese, né organizzazione alcuna che esprima i suoi interessi

    Le e i comunisti lottano perché il Blocco Popolare Rivoluzionario sia guidato dalla classe operaia, in modo che, nel contesto dell'intensificarsi della lotta di classe, possa di conseguenza ingaggiare la battaglia sociale e politica contro il dominio del capitale e per l'instaurazione di uno Stato democratico-popolare rivoluzionario in cui abbia inizio l'edificazione del vero socialismo, con la classe operaia in posizione di avanguardia. Costruire un Blocco Popolare Rivoluzionario è di cruciale importanza per la classe operaia nella sua lotta per il potere, come affermava il compagno Antonio Gramsci nel 1926, in linea con il pensiero leninista, di innegabile attualità per le e i comunisti venezuelani: "Il proletariato può diventare classe dirigente e dominante nella misura in cui riesce a creare un sistema di alleanze di classi che gli permetta di mobilitare contro il capitalismo e lo Stato borghese la maggioranza della popolazione lavoratrice".

    20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista del Venezuela
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  4. #14
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    Predefinito Re: XX Incontro Internazionale dei partiti comunisti e operai ad Atene

    Risoluzione della Iniziativa Comunista Europea in solidarietà con il PC di Polonia


    Iniziativa Comunista Europea (ICWPE) | initiative-cwpe.org
    Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


    04/12/2018

    Il 7 dicembre 2018 riprenderà il processo anticomunista che dura da 3 anni contro i membri e quadri del PC di Polonia. Le autorità polacche, intensificando la campagna anticomunista, incoraggiate dal fatto che l'Unione Europea riconosce l'anticomunismo come sua ideologia ufficiale, hanno proceduto a spregevoli persecuzioni contro il comitato di redazione della rivista Brzask, conducendo investigazioni anche nelle case dei quadri del Partito. Allo stesso tempo, la Corte Costituzionale della Polonia (che è controllata dal governo polacco) promuove "l'indagine sulla legalità dell'esistenza del Partito Comunista di Polonia", su richiesta di una specifica organizzazione reazionaria.

    Allo stesso tempo, dopo una richiesta del governo polacco nei confronti del parlamento, è stato indicato un cambio di legge per vietare i simboli comunisti, equiparandoli ai "simboli fascisti", violando la verità storica, insultando la memoria dei popoli. Segnaliamo che la legge in questione è stata modificata anche nel 2009, inserendo un divieto sui simboli comunisti, ma grazie alla reazione contro di essa, è stata cancellata nel 2011 in quanto considerata incostituzionale. Nel frattempo, il terrificante abbattimento e distruzione dei monumenti storici comunisti e antifascisti continua in modo provocatorio, come visto recentemente nella città di Dziwnów.

    L'inasprimento dell'offensiva anticomunista del governo polacco, che pur impiegando tutti i mezzi - accuse infondate, calunnie, falsificazioni della verità storica - non passerà. Colpiscono i comunisti perché la loro prospettiva politica è l'unica vera via d'uscita dal marcio sistema di sfruttamento che opera sul criterio dei profitti capitalisti.

    Giù le mani dai comunisti polacchi.
    Fermare immediatamente tutte le persecuzioni e divieti contro di loro.

    Chiediamo ai partiti dell'ICE di organizzare una giornata di mobilitazione e solidarietà con il PC di Polonia il 3 dicembre al di fuori delle ambasciate polacche di ogni paese.

    L'Iniziativa Comunista Europea in solidarietà con il PC di Polonia
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  5. #15
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    Predefinito Re: XX Incontro Internazionale dei partiti comunisti e operai ad Atene

    20° IMCWP: Contributo del Partito del Lavoro d'Austria


    "La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."


    Atene, 23-25 novembre 2018

    La classe operaia e il suo partito rivoluzionario nella lotta per il socialismo

    A nome del Partito del Lavoro d'Austria, desidero anzitutto ringraziare il Partito Comunista di Grecia per aver organizzato e tenuto l'Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai di quest'anno. Al tempo stesso, desidero farvi le nostre più calorose congratulazioni in occasione del centesimo anniversario del Partito Comunista di Grecia.

    Passiamo ora ad alcune riflessioni sul tema del nostro incontro, che riassumeremo nelle tesi che seguono.

    1. La classe operaia è la classe sfruttata nel capitalsmo - e la classe rivoluzionaria. - Karl Marx, di cui quest'anno celebriamo il 200° anniversario della nascita, ha dimostrato che il capitalismo si fonda sullo sfruttamento della classe operaia. In virtù della proprietà privata dei mezzi di produzione, i capitalisti comprano la forza-lavoro dei lavoratori privi di proprietà e trattengono il valore aggiunto racchiuso nei prodotti del loro lavoro, che è la fonte del profitto capitalista. Questa relazione - produzione sociale e appropriazione privata da parte del capitalista - segna la contraddizione fondamentale del capitalismo; la questione della proprietà, da essa sottesa, è la questione fondamentale della rivoluzione. Ma grazie alla sua posizione di centralità nel modo di produzione capitalista, la classe operaia è anche la classe rivoluzionaria del nostro tempo.

    2. La missione storica della classe operaia è la lotta per il socialismo e la liberazione dell'umanità. - È compito della classe operaia superare il capitalismo. A tale scopo è necessario che la classe operaia si organizzi come soggetto storico e conquisti il potere politico. Su queste basi, i capitalisti verranno esprioriati e i mezzi di produzione passeranno sotto proprietà sociale, il che renderà inoltre possibile la produzione pianificata socialista. La borghesia e i proprietari terrieri verranno liquidati in quanto classi. Abolendo completamente le classi, la classe operaia abolirà infine il proprio stesso governo, raggiungendo così uno stadio superiore, una società senza classi (comunismo). Per questo, la liberazione della classe operaia dal giogo del lavoro salariato capitalista costituisce una condizione indispensabile per la liberazione dell'umanità intera.

    3. La classe operaia guida le classi oppresse nella lotta di classe.- La lotta della classe operaia si irradia alle altre classi e settori oppressi e sfruttati della società, non ultima la comunità contadina. I settori sociali della popolazione oppressi e sfruttati, tutti coloro che si oppongono al monopolio del capitale, nonché tutti quei lavoratori, di fatto dipendenti, costretti dal capitale a una finta attività di lavoro autonomo o individuale, sono potenziali alleati della classe operaia nella lotta contro i monopoli. È questa la condizione oggettiva per una linea ispirata a un'alleanza anti-monopolista e anti-capitalista guidata dalla classe operaia organizzata.

    4. Il partito comunista fa della classe operaia un soggetto in grado di lottare e pronto a farlo. - Il collegamento e l'unità tra il partito comunista e la classe operaia ha un'importanza decisiva. Allo scopo di condurre la sua lotta e di svolgere la sua missione storica, la classe operaia ha bisogno di un'organizzazione politica indipendente. In questo senso, è compito del partito comunista generare e riprodurre la coscienza rivoluzionaria nella classe operaia. Il suo compito è informare in modo esaustivo la classe operaia, appoggiarla nella sua azione indipendente, formarla sul piano dei contenuti e della metodologia, offrirle forme nuove di organizzazione e organizzarne i settori più avanzati nell'ambito del partito. Il partito deve assicurarsi che la classe operaia divenga e rimanga mentalmente, fisicamente e strutturalmente in grado di lottare.

    5. Il partito comunista offre analisi, strategie e obiettivi ispirati al marxismo-leninismo. - Il partito comunista fa entrare in contatto la classe opeaia con la visione del mondo del proletariato, il marxismo-leninismo, e le fornisce una formazione nella sua applicazione teorica e pratica. Su tali basi, il partito offre alla classe operaia analisi, strategie e obiettivi direttamente legati alle esperienze di lotta di classe dei lavoratori. In particolare, il partito fornisce i concetti in base ai quali esso stesso agisce - e cioè il materialismo dialettico e il materialismo storico, l'analisi marxista del capitalsmo, la teoria leninista dell'imperialsmo, la teoria bolscevica del partito relativa al centralismo democratico e la teoria marxista-leninista della rivoluzione e della politica delle alleanze rivoluzionarie. Nell'ambito di tale processo, il partito consolida altresì le doti di solidarietà e internazionalismo che sono presenti nella classe operaia.

    6. Il partito comunista è la più alta forma di organizzazione di classe e l'avanguardia nella lotta per il socialismo. - Il partito guida la classe operaia in modo completo nella lotta di classe, sul piano ideologico, politico ed economico. Organizza la difesa contro gli attacchi del capitale e dell'imperialismo e prepara l'offensiva nella lotta per il progresso sociale e democratico, per la pace e l'autodeterminazione, ma non si accontenta mai di semplici riforme. Tutte le sue attività si indirizzano all'obiettivo strategico del socialismo e del comunismo. Il partito, in quanto forma più alta di organizzazione di classe, utilizza organizzazioni ampie e di massa quali sindacati, organizzazioni giovanili o gruppo di interesse, nonché eventuali alleanze, ma non può mai essere sostituito da tali organizzazioni. La rivoluzione socialista è impossibile senza un partito rivoluzionario e militante della classe operaia ispirato al marxismo-leninismo. È quindi nostro dovere svolgere i nostri compiti in modo coscienzioso e agire in prima linea come avanguardia coerente del proletariato.

    7. Il socialismo è attuale e necessario a livello mondiale. - Viviamo l'epoca della transizione dell'umanità dal capitalismo al socialismo, transizione che nemmeno il temporaneo arretramento del 1989-91 ha potuto modificare. Al contrario - la rivoluzione socialista, la costruzione del socialismo e la creazione della società senza classi costituiscono oggi a livello mondiale una necessità storica per la sopravvivenza del genere umano e della civiltà sul nostro pianeta, poiché è evidente che il capitalismo equivale a proseguire lungo la strada della barbarie, che mette a repentaglio la sopravvivenza stessa della specie umana. Il socialismo crea le condizioni per un mondo fondato sulla libertà e sull'eguaglianza: attraverso il potere politico della classe operaia organizzata e la socializzazione dei mezzi di produzione; attraverso una produzione dettata dai bisogni e l'aumento pianificato della produttività; garantendo la sopravvivenza materiale di tutti gli esseri umani; attraverso l'abolizione dello sfruttamento; atteraverso la produzione ecologicamente sostenibile; attraverso il superamento della divisione della società in classi e l'eliminazione delle guerre contro la vita umana.

    Questi elementi, che non pretendono di essere esaustivi, sono alcuni dei requisiti indispensabili. Soltanto se i comunisti faranno un buon lavoro sotto questo aspetto e diverranno sempre più forti - nei rispettivi contesti nazionali e internazionali - potremo avere successo nella lotta per la liberazione della classe operaia e per il socialismo. E il genere umano ha urgente necessità di tale successo.

    20° IMCWP: Contributo del Partito del Lavoro d'Austria
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  6. #16
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    Predefinito Re: XX Incontro Internazionale dei partiti comunisti e operai ad Atene

    20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista Brasiliano


    "La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."

    Atene, 23-25 novembre 2018

    Il Partito Comunista Brasiliano saluta il KKE e tutti i Partiti Comunisti e Operai che partecipano a questo XX Incontro

    L'evoluzione del capitalismo e la crisi mondiale hanno determinato l'adozione di provvedimenti quali le privatizzazioni e la soppressione dei diritti dei lavoratori da parte dei governi borghesi, nonché rovesci politici quali la messa fuori legge di movimenti popolari e organizzazioni di sinistra, in particolare comuniste.

    In Brasile, la vittoria del candidato di estrema destra Bolsonaro alle elezioni presidenziali su Haddad, candidato del Partito dei Lavoratori (PT), ha significato una sconfitta per le forze di sinistra. La campagna di Bolsonaro era in atto sin dal 2014, dopo le manifestazioni del 2013, che avevano evidenziato una generale insoddisfazione di fronte alla crisi economica e alle accuse di corruzione rivolte al PT, favorendo le azioni dei gruppi di estrema destra che hanno facilitato l'impeachment della presidente Dilma Roussef. Bolsonaro si è rafforzato al secondo turno, dal momento che il candidato della destra tradizionale era uscito sconfitto dal primo turno.

    Bolsonaro è stato capitano dell'esercito e quindi deputato federale per 29 anni. La sua attività al Congresso è stata caratterizzata dalla sua difesa della dittatura padronale-militare (durata dal 1964 al 1985) e dai suoi attacchi ai movimenti femministi, LGBT, anti-razzisti e indigeni, nonché ai diritti civili e sociali. Il suo sostegno proviene dall'agribusiness, dalle grandi banche e dai gruppi industriali interessati a cancellare i diritti sociali e del lavoro a vantaggio della loro accumulazione di capitale.

    Evidente è il sostegno di cui gode da parte degli Stati Uniti, interessati ad attaccare i governi di Cuba, Venezuela e altri Paesi che si oppongono all'imperialismo in America Latina, a rafforzare l'alleanza con i governi di Colombia, Cile e Argentina, e a impadronirsi dei giacimenti petroliferi brasiliani off-shore. Bolsonaro è stato inoltre appoggiato da settori dell'esercito e da ambienti conservatori ostili ai progressi conseguiti nel campo dei diritti civili e politici dopo la caduta del regime militare. Gli ambienti conservatori hanno inoltre preso posizione contro i provvedimenti a beneficio dei più poveri adottati, per quanto timidamente, dai governi del PT. Le chiese pentecostali hanno avuto un ruolo importante, così come gli attacchi contro Haddad sferrati attraverso i media digitali, probabilmente finanziati da grandi imprese.

    I voti ottenuti da Bolsonaro (38%) provengono dall'estrema destra, da settori della destra e da ambienti insoddisfatti a causa della povertà, della disoccupazione e della violenza urbana. Nella classe media e nei settori popolari si è registrata una notevole reazione di rifiuto contro il PT, provocata dagli scandali che hanno coinvolto ex-ministri, membri del Congresso e leader del PT, oltre che da una possente campagna mediata mirante a demonizzare il partito e l'ex-presidente Lula, incarcerato senza alcuna prova, campagna che ha suscitato un sentimento anti-PT. I voti di Haddad (31%) provengono da settori popolari, di sinistra e democratici, compresi alcuni settori liberali. Le astensioni e le schede bianche e nulle hanno raggiunto complessivamente il 31%.

    Siamo consapevoli che anche il PT è tra i responsabili della sconfitta della sinistra, alla luce del coinvolgimento di alcuni dei suoi leader nella corruzione, in quanto non ha affrontato il grande capitale a causa della sua linea di conciliazione di classe che ha immobilizzato e disarmato i lavoratori, e in quanto ha mantenuto una linea economica liberale e si è allontanato dalla sua base sociale.

    Il nuovo governo presenta tratti fascisti nella sua composizione, nelle iniziative dello Stato che ha preannunciato e nelle azioni da esso attuate sul piano informale. Il gabinetto ha un profilo autoritario e comprende numerosi esponenti militari. Le prime proposte lasciano presagire riforme ultra-liberiste in economia, la cancellazione dei diritti dei lavoratori, attacchi alle libertà e alle istituzioni democratiche e la criminalizzazione dei movimenti sociali. È stata annunciata l'autorizzazione all'acquisto di pistole e altre armi leggere e al Congresso sono in discussione progetti di legge per la messa fuori legge dei partiti comunisti. Le azioni di violenza dei gruppi fascisti contro militanti sociali e movimenti organizzati si sono intensificate.

    I nuovi ministri hanno dimostrato di non avere alcuna preparazione, contraddicendosi già nei loro primi discorsi. Bolsonaro scimmiotta lo stile da spaccone di Trump, minaccia di interrompere le relazioni con la Cina, di trasferire a Gerusalemme l'ambasciata brasiliana in Israele e di uscire dagli Accordi di Parigi. Questi pronunciamenti hanno suscitato critiche e resistenze in vari settori della società, oltre ad avere ripercussioni negative sul piano internazionale, che hanno già costretto Bolsonaro a fare marcia indietro riguardo ad alcune delle sue precedenti dichiarazioni.

    Le politiche anti-nazionali e anti-popolari del nuovo governo potrebbero suscitare forti dissensi. Nel corso degli ultimi trent'anni alcune istituzioni democratico-borghesi sono ormai divenute mature, e saranno in grado di resistere ai futuri attacchi. La recente sconfitta subita da Trump alle elezioni parlamentari e l'entrata in carica di López Obrador in Messico tenderanno a controbilanciare l'offensiva conservatrice del Brasile e degli USA nella regione.

    Il momento attuale richiede un rafforzamento della resistenza democratica e antifascista che era già sorta nelle piazze intorno alla candidatura di Haddad - un fronte ampio composto da partiti e movimenti sociali che mira a organizzare la resistenza contro il nuovo governo e a promuovere iniziative in difesa dei diritti umani, civili e sociali, nonché a favore di nuove conquiste per i lavoratori.

    Il PCB resisterà strenuamente. Siamo consapevoli che è necessario mantenere e rafforzare l'unità tra i partiti di classe e i movimenti sociali che mirano al rovesciamento del capitalismo, espressa nella congiuntura più recente dalla candidatura di Boulos (PSOL) e dalle manifestazioni di piazza contro gli arretramenti politici e sociali. Proponiamo una grande assemblea nazionale della classe operaia intesa a consolidare lo schieramento popolare e di classe allo scopo di fronteggiare gli attacchi della borghesia e di preparare la via rivoluzionaria verso il socialismo.

    20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista Brasiliano
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  7. #17
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    Predefinito Re: XX Incontro Internazionale dei partiti comunisti e operai ad Atene

    XX Incontro Internazionale: Intervento del Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo (PADS)

    Intervento del Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo (PADS) al XX Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai svolto ad Atene dal 23 al 25 novembre. Traduzione dal francese a cura della redazione di La Riscossa.

    Salutiamo calorosamente la celebrazione del centenario della fondazione del Partito Comunista di Grecia.

    Lo scorso anno abbiamo celebrato il centenario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre 1917. I comunisti devono riflettere sulle lezioni apprese dal suo trionfo, la costruzione del socialismo e la vittoria della controrivoluzione alla fine degli anni ’80, le conseguenze di questa ritirata sulla condizione della classe operaia e di tutti i popoli oppressi dal sistema capitalista-imperialista.

    Partiamo dalla riaffermazione della correttezza della tesi che la nostra attuale epoca storica è e rimane quella della lotta per la transizione dal capitalismo al socialismo, prima fase del comunismo. La vittoria della controrivoluzione nell’URSS e negli altri paesi socialisti non invalida in alcun modo questa tesi, che rimane fondamentale per la definizione della strategia del movimento comunista internazionale. Come aveva affermato Lenin prima dell’ottobre 1917, questa è l’era delle rivoluzioni e delle controrivoluzioni, dell’offensiva e della difesa, delle vittorie e delle sconfitte delle classi sfruttate e oppresse nelle loro continue lotte per la loro emancipazione sociale, della loro instancabile lotta fino al trionfo finale realizzato dall’abolizione irreversibile del regime capitalista. Il riconoscimento della validità di questa tesi e l’azione per raggiungerla sono il banco di prova per distinguere ciò che nel movimento comunista è veramente comunista da ciò che è caduto nell’opportunismo e si comporta come un oggettivo alleato della perpetuazione dello sfruttamento capitalistico, con i suoi orrori, le sue guerre, la sua barbarie.

    Nonostante gli scritti degli ideologi della borghesia tendenti a seminare il dubbio tra gli sfruttati sull’ineluttabilità della rivoluzione socialista, il mondo attuale è segnato dal protrarsi del conflitto economico, politico e ideologico irriducibile tra la borghesia e il proletariato, tra le classi dominanti e i popoli dominati in ogni paese e in tutto il mondo. Laddove i comunisti non hanno abbandonato la lotta mortale contro gli sfruttatori, questo conflitto si sta chiaramente manifestando nei suoi obiettivi, anche se la classe operaia nel suo insieme non ha ancora ripreso la speranza nelle sue forze. E anche altrove, la borghesia non può impedirgli di dispiegarsi. Può ancora ritardare per un certo tempo la consapevolezza dei lavoratori cercando di dividerli, di seminare odio tra di loro sulla base delle loro origini etniche, le loro pratiche religiose, aizzare gli autoctoni contro i migranti, cercare di disinnescare i processi rivoluzionari sventolando la bandiera dello sciovinismo, del separatismo, dell’oscurantismo, ecc. Ma non è in suo potere sradicare gli antagonismi di classe e le crisi inerenti al capitalismo che accelerano l’educazione degli sfruttati portandoli a combattere in modo consapevole e organizzato il regime di sfruttamento se i comunisti assolvono al loro dovere di rivoluzionari, propagandando instancabilmente la parola d’ordine della necessità della rivoluzione.

    Le condizioni economiche della nuova offensiva rivoluzionaria per sconfiggere il capitalismo stanno maturando. La classe operaia, principale forza motrice delle trasformazioni storicamente necessarie, continua a crescere numericamente ed economicamente. Il suo peso sta crescendo. Cento anni fa la rivoluzione socialista fu possibile in Russia, quando la classe operaia un contava numero di persone molto più piccolo su scala mondiale di quanto lo sia oggi. La classe operaia nel senso di classe che produce plusvalore nel sistema capitalista, la classe più sfruttata, la più concentrata, che ha stretti legami con gli altri strati sociali produttivi schiacciati dalla grande borghesia, la classe operaia, becchino della borghesia che l’ha prodotta, che è aumentata di numero e di forza a causa del accumulo di capitale, questa classe è praticamente presente in tutti i paesi del mondo. Si è formato un esercito proletario internazionale. Organizzato, unito, reso consapevole della sua missione storica – abbattere il regime capitalista e costruire la società socialista – costituisce, in alleanza con tutti gli strati sociali produttivi, una formidabile forza di emancipazione che sconvolgerà il mondo, farà brillare di mille luci la speranza in un mondo libero da oppressione e guerre, che porrà fine a un regime che ha raggiunto il suo ultimo stadio di capitalismo putrescente, agonizzante.

    Il capitalismo non cadrà da solo come un frutto maturo. La responsabilità storica dei partiti legati alla dottrina di Marx-Engels-Lenin è di organizzare e dirigere la sua lotta verso la caduta del capitalismo, verso il socialismo. È creare le condizioni soggettive, politiche, ideologiche, organizzative della rivoluzione socialista, il rovesciamento del regime borghese, la presa del potere da parte della classe operaia e dei suoi alleati, l’instaurazione del socialismo.

    Da comunisti, non siamo sognatori pensando che questo obiettivo possa esser raggiunto sin dall’inizio, senza lunghe lotte, difficili, disseminate di vittorie e fallimenti momentanei, senza passare attraverso zigzag come diceva Lenin, con lotte intermedie, date le realtà di ogni paese, che impongono tattiche diverse dettate dalle manifestazioni della legge dello sviluppo diseguale del capitalismo.

    I percorsi nazionali differenti richiedono al contrario:

    Di includere in questo grande obiettivo, la preparazione della rivoluzione socialista, le lotte economiche per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, per le libertà democratiche, per superare l’oscurantismo religioso, per la difesa del diritto dei popoli a definire il loro percorso di sviluppo minacciato da ingerenze e interventi militari dell’imperialismo, ecc.
    Usare tutte le forme di lotta per raggiungere questo obiettivo, per sottomettere a questo obiettivo strategico queste forme e alleanze momentaneamente intrecciate con questa o quella categoria sociale schiacciata dal capitalismo ma esitante.
    Svolgere un ruolo di propaganda, agitazione e formazione ideologica per connettere il Partito Comunista e l’avanguardia combattente della classe operaia, per conquistare l’intera classe alla necessità di porre fine al dominio della borghesia, per prepararlo all’esercizio della dittatura del proletariato senza il quale questa vittoria sarà effimera e sarà inevitabilmente seguita da tragiche sconfitte.
    Unificare e coordinare a tal fine le lotte di tutto il movimento comunista internazionale: organizzare la cooperazione tra i partiti comunisti dei paesi dominanti e quelli dei paesi dominati politicamente o economicamente, in modo da spezzare i freni ideologici che tendono a fargli credere che la lotta deve escludere dai suoi slogan la lotta per il socialismo limitandosi alla conquista delle libertà democratiche borghesi, in attesa che lo sviluppo delle forze produttive abbia raggiunto un certo livello grazie all’alleanza con la cosiddetta borghesia “patriottica”.
    Per quanto ci riguarda, noi comunisti d’Algeria, iscriviamo la nostra azione in fedeltà al marxismo-leninismo. Rifiutiamo l’idea che l’Algeria sia ancora nella fase preliminare del completamento della rivoluzione nazional-democratica. Questa fase è stata superata nei primi anni di indipendenza. La lotta per la piena indipendenza politica ed economica si era intrecciata con la lotta per il socialismo attraverso l’azione spontanea dei lavoratori, in modo che le terre dei coloni e le fabbriche abbandonate dai capitalisti europei passassero sotto il loro controllo. La frazione nazionalista-rivoluzionaria della piccola-borghesia fece un’alleanza con i lavoratori e stimolò lo sviluppo industriale con i soldi delle esportazioni di petrolio e gas nazionalizzati. Meno di vent’anni dopo, questo processo progressista e promettente venne fermato e sconfitto dall’azione distruttiva congiunta della borghesia, che prosperò all’ombra del settore pubblico e non tollerò più alcuna minaccia per il suo futuro, dei grandi proprietari nazionalizzati dalla riforma agraria, dell’imperialismo. Le cause di questa sconfitta risiedevano anche nel:

    Rifiuto di queste frazioni della piccola borghesia di adottare i principi del socialismo scientifico, di riconoscere il ruolo della classe operaia come forza trainante, di rompere con le frazioni reazionarie del potere derivati dalla guerra di liberazione, frazioni che conducono il sabotaggio delle opzioni e delle realizzazioni progressiste, dando ai comunisti e ai lavoratori la libertà di espressione e di organizzazione;
    Gli errori dei comunisti: nel momento in cui le lotte di classe erano esacerbate dalla scelta del sentiero socialista di sviluppo, non reclamarono più il diritto all’esistenza organica indipendente del loro partito. Misero al centro della loro azione la realizzazione di un fronte unito sulla base dell’illusoria idea del “rinnovamento” del partito nazionalista piccolo-borghese (che aveva condotto la guerra di liberazione), della trasformazione di questo fronte in “grande partito d’avanguardia”. Peggio ancora, non considerarono di porre al centro della loro azione di propaganda e organizzazione la lotta per la trasformazione rivoluzionaria del regime risultante dalla guerra di liberazione in regime dell’alleanza tra la classe operaia-contadina laborotrice e gli strati sociali intermedi che accettano il socialismo.
    Il basso livello di coscienza e esperienza politica della classe operaia che ha continuato a fidarsi delle promesse del regime.
    Il movimento comunista internazionale è a un bivio. Di fronte alla crisi insormontabile del capitalismo, una crisi dovuta alla fondamentale contraddizione tra il carattere sociale delle forze produttive e il carattere privato della proprietà dei mezzi di produzione, carattere che genera l’anarchia della produzione e dell’accumulazione capitalista, spreco delle forze produttive, all’incapacità del regime capitalista di mettere queste forze al servizio della piena soddisfazione dei bisogni sociali, materiali e culturali dei lavoratori, alle distruzioni, guerre locali e preparativi per la guerra su vasta scala al fine di una nuova divisione dei mercati e delle fonti di energia, al fine di risolvere la questione di chi dominerà il mondo, a fronte di ciò o il movimento comunista internazionale si riprende e intraprende il cammino di preparazione per la rivoluzione in gestazione, o diventa un ausiliario della perpetuazione della dominazione borghese-imperialista.

    Proletari di tutti i paesi e popoli oppressi, unitevi!

    Viva l’internazionalismo proletario!

    XX Incontro Internazionale: Intervento del Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo (PADS) | La Riscossa
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  8. #18
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    Predefinito Re: XX Incontro Internazionale dei partiti comunisti e operai ad Atene

    Contributo del Partito Comunista Portoghese al XX Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e dei Lavoratori (IMCWP)

    Traduzione di Marco Pondrelli

    Salutiamo il Partito comunista greco in occasione del suo centenario, ricordando le eroiche lotte dei comunisti in difesa degli interessi della classe operaia e del popolo greco, per la libertà, la sovranità nazionale, il progresso sociale, la pace e il socialismo.

    Salutiamo anche i partecipanti dei partiti che partecipano a questo incontro internazionale.

    Compagni,

    in Portogallo la classe operaia svolge un ruolo centrale nella vita politica, e il PCP - un partito di classe che si definisce "partito politico della classe operaia e di tutti i lavoratori" - considera fondamentale, per l'attuazione del suo programma rivoluzionario, il radicamento del Partito nelle imprese e nei luoghi di lavoro, l'organizzazione e la mobilitazione della classe operaia e di tutti i lavoratori per la lotta.

    Organizzazione in cui il movimento sindacale unitario - il CGTP-IN, storico sindacato centrale dei lavoratori portoghesi, creato ancora ai tempi della dittatura fascista - svolge un ruolo insostituibile. E la mobilitazione per i propri obiettivi, in alleanza con le altre classi e gli strati sociali antimonopolistici.

    La storia della rivoluzione portoghese - prima, durante e dopo il 25 aprile 1974 - conferma che il movimento popolare di massa è il fattore decisivo di ogni trasformazione sociale e che gli altri campi di lotta, come quelli elettorali e istituzionali, sono inseparabili dalla lotta della classe operaia, di tutti i lavoratori, delle masse, nelle aziende, nei luoghi di lavoro e per le strade.

    E' in questa prospettiva che in questo momento portiamo avanti la nostra lotta.

    Il quadro politico in Portogallo dopo le elezioni legislative dell'ottobre 2015 si spiega così. La forza delle lotte dei lavoratori e dei cittadini contro il governo PSD e CDS, la riorganizzazione delle forze nell'Assemblea della Repubblica [Parlamento] uscita da queste elezioni - con PSD e CDS in minoranza e contemporaneamente un PS indebolito -, e l'iniziativa del PCP, ha permesso di fermare le politiche del precedente governo e di intraprendere un percorso di difesa, ripristino e conquista di diritti e redditi precedentemente sottratti ai lavoratori e al popolo. Valutiamo positivamente i progressi compiuti. Allo stesso tempo riteniamo che siano ben al di sotto delle possibilità e, soprattutto, della necessità di una necessaria rottura con la situazione dati dai colpi contro la sovranità nazionale e l'indipendenza, in particolare nel quadro dell'Unione Europea e dell'Euro e con la restaurazione del dominio dei gruppi monopolistici distrutti dalla Rivoluzione d'Aprile.

    Contrariamente a idee e interpretazioni errate che vengono diffuse, il PCP non ha responsabilità di governo, né esiste una "coalizione" o un "accordo parlamentare" che coinvolga il PCP. C'è un governo di minoranza del PS, un partito socialdemocratico, che rimane legato agli interessi delle grandi imprese e dell'imperialismo e le cui alleanze su questioni sostanziali sono con i partiti di destra - PSD e CDS.

    L'impegno di PCP è con i lavoratori e il popolo portoghese, non con il PS. Ecco perché combiniamo la lotta per consolidare e realizzare nuovi progressi favorevoli ai lavoratori ed al popolo, con la lotta per una rottura con i decenni di politiche di destra, con la sottomissione del Portogallo all'euro e le imposizioni dell'Unione europea, per un'alternativa patriottica e di sinistra, per l'attuazione del nostro programma "Una democrazia avanzata, i valori di aprile nel futuro del Portogallo", la fase attuale e parte integrante e inseparabile della lotta per il socialismo e il comunismo nel nostro paese.

    Compagni,

    dal nostro ultimo incontro la situazione internazionale, in un contesto di grande instabilità e incertezza, ha conosciuto nuovi e pericolosi sviluppi, con l'avanzata delle forze di estrema destra e fasciste e il crescente pericolo di una guerra di enormi proporzioni.

    E' vero che, ovunque e sotto diverse forme, continua la resistenza anti-imperialista e la lotta per la liberazione dei lavoratori e dei popoli, un fatto importante da valorizzare, e che le stesse contraddizioni del capitalismo possiedono potenzialità rivoluzionarie che, a prescindere dalle difficoltà attuali, i comunisti e le forze rivoluzionarie di ogni paese non possono trascurare.

    Tuttavia, i settori più reazionari e aggressivi del capitalismo scommettono sempre più spesso sul fascismo e sulla guerra come "via d'uscita" per l'approfondimento della crisi strutturale del sistema e l'imperialismo statunitense, sforzandosi a tutti i costi di preservare la sua egemonia mondiale - in vista del crescente ruolo internazionale della Repubblica Popolare Cinese e di altri paesi ed anche all'interno dello stesso campo imperialista - moltiplica le operazioni di ingerenza e di aggressione contro i paesi che affermano la loro sovranità e si lancia in una corsa agli armamenti senza precedenti, confermando che esso è, con la NATO e i suoi alleati dell'Unione Europea, la più grande minaccia e il principale nemico delle forze del progresso sociale e della pace.

    La lotta contro il fascismo e contro la guerra è quindi un compito indispensabile e urgente dei comunisti e delle forze progressiste.

    La lotta contro il fascismo, contro il militarismo e la guerra, per il disarmo e la pace, è inseparabile dalla più generale lotta contro lo sfruttamento capitalistico e per il progresso sociale. È parte integrante della lotta dei lavoratori per i loro interessi di classe e della lotta dell'ampio fronte sociale costruito con la mobilitazione della classe operaia e di altre classi e strati sociali anti-monopolio, il cui rafforzamento è un compito essenziale. Una dinamica in cui la lotta per obiettivi concreti e immediati costituisce un fattore fondamentale ed essenziale di resistenza contro l'ideologia della classe dominante e per favorire la trasformazione rivoluzionaria della società.

    Una lotta che richiede il chiarimento della natura di classe e delle radici sociali e ideologiche del fascismo e della guerra.

    Una lotta che richiede l'aumento della solidarietà con i popoli vittime dell'ingerenza e dell'aggressione imperialista.

    Una lotta in cui la difesa della sovranità e dell'indipendenza nazionale - ossia la lotta per la dissoluzione della NATO, la fine delle basi militari straniere, contro la militarizzazione e le imposizioni sovranazionali dell'UE - è un aspetto fondamentale della lotta antimperialista.

    Una lotta che richiede la più ampia unità di azione intorno ad una base inequivocabilmente anti-imperialista, vigile sulla duplicità della socialdemocrazia e sulle sue responsabilità storiche per l'avanzata delle forze più reazionarie e guerrafondaie.

    La tendenza allo scontro e alla guerra è impressa nella natura dell'imperialismo ma sono le masse, sono i lavoratori e i popoli che, con la loro lotta, decidono il corso della storia. La guerra non è inevitabile. Ci sono enormi forze sociali e politiche - comprese alcune al potere - che, come dimostra l'esperienza storica, possono scoraggiare e limitare i costruttori dello scontro, imporre il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e il disarmo, impedire loro di lanciare la guerra. Rafforzare il fronte anti-imperialista e costruire un ampio e combattivo movimento per la pace è un compito fondamentale del presente.

    Compagni,

    la complessità e la gravità della situazione internazionale rende particolarmente necessario rafforzare il nostro movimento comunista e rivoluzionario e il rafforzamento della sua unità, obiettivo in cui il IMCWP, senza svuotare le vaste relazioni tra i partiti comunisti, è chiamato a svolgere un ruolo particolarmente rilevante.

    La travolgente varietà di situazioni, fasi e momenti di lotta per il raggiungimento degli obiettivi rivoluzionari della classe operaia in ogni paese è un motivo per arricchire l'esperienza rivoluzionaria di ognuno dei nostri partiti e non deve essere vista come un ostacolo alla necessaria unità di azione contro il nemico comune.

    Sulla base dell'osservazione dei principi fondamentali del rapporto tra i partiti comunisti - indipendenza, uguaglianza, rispetto reciproco, non ingerenza negli affari interni degli altri partiti - e valorizzando tutto ciò che ci unisce, non solo è possibile avanzare sulla strada dell'unità nell'azione, ma anche approfondire la conoscenza e la comprensione reciproca, esaminare fraternamente le naturali differenze di opinione e persino le divergenze, e avvicinare le posizioni politiche e ideologiche.

    Da parte sua il PCP farà tutto quanto in suo potere per seguire questa strada, che è l'unica che permette di superare i ritardi e le debolezze persistenti e recuperare globalmente l'autorità e il prestigio dell'ideale e del progetto comunista nel mondo.

    Un ideale e un progetto la cui validità e attualità sono riaffermate - quando si celebra il secondo centenario della nascita di Karl Marx - dall'approfondimento della crisi strutturale del capitalismo, che ne evidenzia il carattere sfruttatore, oppressivo, aggressivo e predatorio.

    Compagni,

    secondo gli assi di azione comune o convergente definiti dal XIX IMCWP, svoltosi in Russia nel 2017, il PCP ha realizzato molteplici e diversificate iniziative in tutto il paese nel corso dell'ultimo anno, come le commemorazioni del Centenario della Rivoluzione d'Ottobre - sotto il motto "Socialismo, necessario oggi e per il futuro" -, del Secondo Centenario della nascita di Karl Marx - sotto il motto "Eredità, intervento, lotta. Trasformare il mondo" - e del 170° anniversario del "Manifesto del Partito Comunista".

    Il PCP ha realizzato molteplici e diversificate iniziative di solidarietà con i partiti comunisti che affrontano persecuzioni - come in India, Polonia, Sudan, Ucraina o Turchia - iniziative di solidarietà con paesi e popoli vittime di interferenze, blocchi e aggressioni dell'imperialismo e del colonialismo - come Cuba, Palestina, Siria, Venezuela o Sahara occidentale - e con la lotta dei popoli che difendono i loro diritti - come in Brasile, Colombia o Honduras.

    Il PCP ha inoltre condotto molteplici e diversificate iniziative contro il militarismo e le aggressioni imperialistiche, per la dissoluzione della NATO e contro la militarizzazione dell'UE, azioni in difesa della pace e del disarmo - anche per l'eliminazione delle armi nucleari - e per la soluzione pacifica ed equa dei conflitti internazionali basati sui principi della Carta delle Nazioni Unite, contro l'intervento degli Stati Uniti nella penisola coreana e per la riunificazione pacifica della Corea.

    Infine, non potevamo non menzionare l'"Avante!” Festival come momento annuale di affermazione della solidarietà internazionalista, con la partecipazione di decine di partiti comunisti e forze progressiste provenienti dai quattro angoli del mondo, che ringraziamo per la loro importante e solidale partecipazione.

    Compagni,

    attraverso percorsi e tappe differenziate, in un periodo storico più o meno prolungato, attraverso la lotta per l'emancipazione sociale e nazionale dei lavoratori e dei popoli, è la sostituzione del capitalismo con il socialismo che, nel XXI secolo, rimane inscritto come una possibilità reale e come la prospettiva più solida per lo sviluppo dell'umanità.

    E' a questo processo di lotta e di costruzione che i comunisti portoghesi si impegnano con ferma determinazione.

    Basato sul fermo impegno nei confronti dei lavoratori e del popolo portoghese, affermando la sua identità comunista, onorando la sua natura e la sua storia di partito patriottico e internazionalista, il PCP resterà fermo nella lotta per un Portogallo democratico, sviluppato e sovrano, per una democrazia avanzata, con i valori della Rivoluzione d'aprile, per il socialismo e il comunismo.

    http://www.marx21.it/index.php/comun...voratori-imcwp
    Ultima modifica di Lord Attilio; 18-12-18 alle 22:11
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  9. #19
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    Predefinito Re: XX Incontro Internazionale dei partiti comunisti e operai ad Atene

    20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista del Vietnam

    "La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."

    20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

    Partito Comunista del Vietnam | solidnet.org
    Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

    Atene, 23-25 novembre 2018

    Cari compagni,

    Il Partito Comunista del Vietnam desidera rivolgere i suoi più calorosi auguri e la sua solidarietà a tutti i compagni dei partiti comunisti e operai fratelli. È di grande importanza che noi, comunisti di tutto il mondo, ci riuniamo quest'anno nella città e nel Paese in cui i nostri Congressi ebbero inizio vent'anni fa. Il nostro sincero ringraziamento va al Partito Comunista di Grecia per aver ospitato questo importante evento, mettendo a nostra disposizione ottimi spazi e tributandoci una calorosa accoglienza e ospitalità.

    È una felice coincidenza, compagni, che quest'anno e questo mese in particolare segnino il 100° Anniversario del Partito Comunista di Grecia. Personalmente e a nome del Partito Comunista del Vietnam, vorrei cogliere questa preziosa occasione per rivolgere le più sentite congratulazioni al Partito Comunista di Grecia.

    Compagni,

    Il tema principale del nostro 20° Incontro è la classe operaia contemporanea, la sua alleanza e i compiti dei partiti comunisti e operai come avanguardia politica della classe operaia. Marx e Lenin hanno sottolineato l'importanza di un'alleanza tra il proletariato e la classe contadina, nonché il ruolo del proletariato nella lotta comune dell'uno e dell'altra. Ripercorrendo realtà ed esperienze storiche, Marx e Lenin hanno evidenziato che una stretta alleanza tra la classe operaia e la classe contadina, e perfino con altri settori della società costituiti da lavoratori, costituisce una precondizione critica e necessaria perché essa possa condurre con successo la sua lotta rivoluzionaria e mantenere il potere. E affinché la classe operaia possa svolgere e compiere la sua gloriosa missione, la teoria marxista evidenzia il ruolo del partito comunista come organizzatore e guida della lotta proletaria, poiché i comunisti costituiscono la parte più avanzata, più determinata e più organizzata della classe operaia.

    Sono trascorsi oltre cent'anni. Il grande retaggio ideologico di Marx e Lenin continua a illuminare la nostra attuale battaglia.

    Compagni,

    Sin dai suoi esordi, il Partito Comunista del Vietnam e il nostro amato presidente del popolo vietnamita Ho Chi Minh hanno sempre visto nel marxismo-leninismo la guida per il pensiero e per l'azione, e hanno applicato e sviluppato il marxismo-leninismo nelle condizioni concrete della rivoluzione vietnamita.

    Il nostro Partito è fermamente convinto che la classe operaia vietnamita debba stare fianco a fianco con i contadini e gli intellettuali e formare il nucleo del grande blocco unitario nazionale. La grande missione della classe operaia vietnamita è divenire la guida della rivoluzione, oltre che il nucleo stesso dell'alleanza tra classe operaia, contadini e intellettuali sotto la guida del Partito Comunista del Vietnam.

    Lo Statuto del nostro Partito dichiara che il Partito Comunista del Vietnam è l'avanguardia della classe operaia, e al tempo stesso l'avanguardia del popolo lavoratore e della nazione vietnamita; il fedele rappresentante degli interessi della classe operaia, del popolo lavoratore e della nazione vietnamiti. Il progresso del socialismo è l'aspirazione del popolo vietnamita, e la giusta scelta del Partito Comunista Vietnamita e del presidente Ho Chi Minh, conformemente alle linee dello sviluppo storico.

    Allo scopo di svolgere adeguatamente il suo ruolo guida nella causa dei lavoratori e della nazione vietnamita, il nostro Partito si è proposto alcuni obiettivi centrali per gli anni a venire. Primo, il nostro Partito deve essere forte, sul piano politico, ideologico e organizzativo; deve rinnovarsi e correggersi con frequenza, e sforzarsi di migliorare il suo livello intellettuale, la sua abilità politica, le sue doti morali e la sua capacità di leadership. Secondo, dobbiamo mantenere l'unità interna del Partito, e garantire una democrazia e una disciplina adeguate nelle attività del Partito. Terzo, dobbiamo esercitare con frequenza la critica e l'autocritica, combattere l'individualismo, l'opportunismo e tutte le pratiche della divisione e del settarismo - il burocraticismo, la corruzione, lo spreco. Ultimo ma non meno importante, il Partito deve impegnarsi a formare quadri e militanti irreprensibili, dotati di etica, capacità e forte combattività all'altezza dell'esempio morale di Ho Chi Minh; deve prestare attenzione alla creazione e alla formazione della prossima generazione di successori della causa rivoluzionaria del Partito e della nazione.

    Compagni,

    Durante il nostro percorso rivoluzionario, il Partito Comunista, la classe operaia e il popolo del Vietnam hanno sempre ricevuto l'entusiastica e preziosa solidarietà, il sostegno e l'aiuto dei comunisti, della classe operaia e dei progressisti di tutto il mondo. Le grandi vittorie della nazione vietnamita nella sua rivoluzione sotto la guida del Partito Comunista del Vietnam hanno riscosso la solidarietà e il sostegno della classe operaia e delle forze comuniste internazionali. Desideriamo esprimere la sincera gratitudine dei comunisti, dei lavoratori e del popolo del Vietnam ai partiti comunisti fratelli, alla classe operaia e ai lavoratori di tutto il mondo per la preziosa solidarietà e il sostegno che ci hanno fornito durante la nostra lotta per la liberazione e la riunificazione nazionale nel passato, e nella nostra attuale lotta per la costruzione e la difesa della nazione.

    Auguro grandi successi al 20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai.

    Auguro ai compagni forza e successo nelle lotte che li attendono. Grazie.
    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

  10. #20
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    Predefinito Re: XX Incontro Internazionale dei partiti comunisti e operai ad Atene

    20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista Sudanese

    "La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."

    20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

    Cari compagni,

    A nome dei dirigenti e di tutti i militanti del nostro Partito, vi facciamo i nostri migliori auguri per il successo del 20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai. Rivolgiamo inoltre il nostro caloroso saluto e le nostre congratulazioni ai compagni greci in occasione del centenario del Partito Comunista Greco. È un dato di fatto che il Partito Comunista Greco ha svolto un ruolo importante e ha contribuito notevolmente all'organizzazione e all'ulteriore sviluppo dei nostri incontri. Esprimiamo la nostra gratitudine e il nostro ringraziamento per la sua opera, nonché per gli sforzi compiuti da altri partiti che hanno prestato il loro aiuto nei primi, difficili periodi, o hanno messo a disposizione i loro Paesi per ospitare i nostri incontri. Il movimento comunista internazionale non sarebbe riuscito a percorrere con successo tanta strada, né sarebbe divenuto un elemento importante nella politica internazionale e nella lotta del popolo contro l'imperialismo, per la democrazia, il socialismo e la pace, senza la dedizione e il sacrificio di milioni dei nostri - comunisti, lavoratori, giovani comunisti e democratici. In ogni angolo del mondo si innalzano nuovamente le bandiere rosse.

    Abbiamo superato il periodo iniziale di arretramento determinato dalla sconfitta dell'esperienza socialista in Europa. Con determinazione e continuando a lottare, ogni partito nel proprio Paese e collettivamente sul piano internazionale, portiamo avanti la battaglia contro le guerre imperialiste, lo sfruttamento, i complotti reazionari e gli interventi militari, la corsa agli armamenti e la distruzione dell'ambiente. Il movimento comunista internazionale sta gradualmente dando risposta alle esigenze fondamentali del nostro popolo. Non sottovalutiamo le enormi difficoltà create dai nostri nemici, e le differenze che sussistono tra i nostri partiti riguardo a come affrontare alcune questioni; siamo tuttavia convinti che gli incontri multilaterali e bilaterali offriranno sempre un ambito in cui procedere verso un'azione comune e una migliore comprensione reciproca.

    Cari compagni,

    Gli sviluppi della situazione internazionale si rivolgono in direzione di un ulteriore approfondimento della crisi strutturale del capitalismo, di un'intensificazione dell'offensiva imperialista, in particolare con mezzi militari - l'uso della guerra e degli interventi militari allo scopo di reprimere le crescenti lotte popolari. Questa situazione ha determinato un complesso processo di riallineamento di forze sul piano globale.

    In questo contesto, l'imperialismo USA sta perseguendo un'offensiva economica e geo-strategica. È questo l'esito della politica dell'«America first» che viene attuata nelle guerre economiche contro l'Europa, la Russia, la Cina e il resto del mondo, nell'aggressione imperialista al Medio Oriente, nei tentativi di liquidare la giusta causa palestinese, nei complotti attuati in America Latina allo scopo di rovesciare il regime patriottico del Venezuela e di proseguire il blocco illegale contro Cuba socialista. Gli USA stanno rafforzando la propria presenza militare in Africa e in Estremo Oriente.

    L'imperialismo USA promuove la corsa agli armamenti, aggravando i focolai di tensione e attuando provocazioni che potrebbero condurre a un'escalation dello scontro militare, mettendo a rischio la pace mondiale. Importante è anche la crescita delle forze di estrema destra e fasciste in Europa e in America Latina.

    Vogliamo approfittare di questa occasione per esprimere la nostra solidarietà verso tutti i popoli in lotta contro l'imperialismo e i complotti e le aggressioni reazionarie, in particolare i popoli della Palestina, della Siria, dello Yemen, della Libia e dell'Iran. Salutiamo il successo riportato dal popolo dell'Iraq. Il nostro sostegno va al popolo di Cuba e alle forze rivoluzionarie e democratiche dell'America Latina. Salutiamo e sosteniamo i nostri compagni del Sud Africa, e salutiamo la lotta dei popoli africani per la liberazione nazionale e sociale e contro il dominio imperialista e i governi reazionari.

    Cari compagni,

    Da quasi trent'anni il nostro Paese è governato dal regime dittatoriale dei Fratelli Musulmani. A causa del loro controllo su ogni ambito dell'apparato dello Stato, il nostro Paese è ormai sull'orlo del totale collasso, su tutti i fronti e in ogni aspetto dell'esistenza. Basti ricordare che dal 1989 la sterlina sudanese ha perduto il 1000% del suo potere d'acquisto.

    Non siamo di fronte soltanto alla bancarotta economica del regime, ma anche al deterioramento e al crollo totale dei sistemi sanitario, scolastico e dei trasporti, nonché della pubblica amministrazione. Negli ultimi anni hanno avuto luogo notevoli rimpasti di governo. Ogni nuovo governo ha promesso a gran voce di dare soluzione ai problemi cronici, ma queste promesse sono state lasciate cadere e la crisi continua ad approfondirsi e a diffondersi. Il motivo della crisi del Sudan è il regime stesso.

    Oltre a mandare in rovina il Paese, il regime di al-Bashir continua a dominarlo con il pugno di ferro. La sua base e il suo sostegno sono costituiti dall'apparato di sicurezza e delle milizie. È attraverso la repressione, l'intimidazione, gli arresti, le carcerazioni, la tortura, i rapimenti e l'assassinio dei suoi avversari che esso mantiene la presa sul potere. Ha lanciato operazioni militari contro le popolazioni del Darfur, del Kordofan e del Nilo Azzurro. L'oppressione contro civili indifesi, basata sul principio dello «sparare per uccidere», come nei casi delle rivolte a Port Sudan, nella regione dei Manasir e a Khartoum nel settembre 2013, ha provocato centinaia di morti!

    Il regime, ubbidiente servitore dell'imperialismo e della reazione nella regione, ha eseguito pienamente gli ordini del Fondo Monetario Internazionale, svendendo tutte le infrastrutture pubbliche al capitale straniero e locale. Ha sequestrato terre alla popolazione affittando migliaia di acri di terreni fertili agli Stati del Golfo, alla Turchia e alla Cina. Ha violato la sovranità nazionale e si è piegato alle pressioni degli USA ospitando la più grande base extra-europea della CIA ed entrando a far parte dell'Africom, e si presta a togliere le castagne dal fuoco all'imperialismo inviando truppe sudanesi a combattere nello Yemen nell'ambito dell'invasione saudita.

    Malgrado l'incessante repressione, il nostro popolo combatte risolutamente contro il regime per conquistare i propri diritti. Il nostro Partito è impegnato a mobilitare le masse e a costruire una solida alleanza di tutte le forze di opposizione, che si sono unite nella lotta per il rovesciamento del regime. La recente rivolta di gennaio ha non soltanto messo in luce la debolezza del regime, ma ha anche dimostrato che le masse sono pronte a lottare per i loro diritti.

    Un compito importante intrapreso dal nostro partito è quello di concentrarsi sul rafforzamento delle proprie file, acquistando maggiore capacità di mobilitazione e di organizzazione della classe operaia e costruendo la sua alleanza con i contadini. Al tempo stesso, il partito continua a rafforzare il ruolo dell'intelligentsia rivoluzionaria, dei giovani e degli studenti democratici e del movimento delle donne, con l'alleanza degli operai e dei contadini. Si tratta del processo di costruzione del fronte democratico nazionale, che guiderà l'ampia alleanza delle masse a prendere parte attivamente al lungo cammino di lotta destinato a culminare con la convocazione e con l'attuazione dello sciopero generale politico che innescherà la disobbedienza civile. In tal modo il regime verrà paralizzato e rovesciato, e il governo democratico del popolo preparerà il terreno per il raggiungimento degli obiettivi della rivoluzione democratica nazionale. Cogliamo l'occasione per ringraziare ancora una volta tutti i partiti che ci hanno dato sostegno e solidarietà durante l'Insurrezione di Gennaio 2018, contribuendo così a legare le mani del regime e accelerando la liberazione dei dirigenti del nostro partito incarcerati.

    Cari compagni,

    Il Partito Comunista Sudanese ha partecipato a numerose edizioni del Congresso Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai. Le nostre assenze sono sempre state dovute a difficoltà finanziarie, specie quando i congressi si tenevano in America Latina. Ogni volta che siamo stati presenti, abbiamo sempre cercato di dare un contributo utile al successo dei congressi.

    Malgrado i risultati e i successi ottenuti, c'è ancora spazio per ulteriori miglioramenti. Riteniamo che il 20° Congresso Internazionale sia un'occasione importante per avanzare le proposte necessarie, scambiare nuove idee su come progredire e rendere i nostri congressi più fruttuosi, più rappresentativi e più efficaci e in sintonia con le lotte dei nostri popoli in Africa, Asia e America Latina. Va da sé che l'Europa è tuttora un ambito importante in cui i partiti comunisti e operai svolgono un ruolo decisivo nelle lotte dei rispettivi popoli. Ciò tuttavia non significa negare l'importanza delle altre regioni.

    Durante il 15° Congesso Intenrazionale e subito dopo, il nostro partito ha formulato numerose proposte a questo riguardo. Alcune di esse sono state accolte, altre richiedono ancora ulteriori discussioni.

    1 - Il Partito Comunista Sudanese propone che i congressi internazionali concedano maggiore spazio per discussioni concrete su questioni e argomenti specifici. Alcuni congressi precedenti si sono occupati di questioni specifiche, per esempio il rapporto tra i comunisti e i sindacati eccetera. È importante compiere un ulteriore passo, dando spazio allo scambio di opinioni su questioni quali, per esempio, la protezione dell'ambiente e la corsa agli armamenti. Riteniamo necessario dedicare un congresso alla situazione in Medio Oriente, non soltando nell'ottica della semplice solidarietà, ma valutando come il nostro movimento interpreta lo scontro in atto e persegua possibili soluzioni complessive; occorre inoltre chiarire la relazione tra questa situazione e le contraddizioni di carattere internazionale. La tradizione di scegliere temi molto generali che coprono ogni aspetto non contribuisce né alla discussione, né a un proficuo scambio di opinioni.

    2 - I partiti comunisti e operai lavorano e lottano in condizioni diverse e difficili. Non esiste un unico parametro per stabilire che questo o quel partito possa partecipare ai nostri incontri. Invece di accettare il veto di un unico partito, sarebbe più corretto che i partiti provenienti dalla stessa regione contribuissero ad appianare le specifiche divergenze.

    3 - Con tutto il rispetto per i partiti che fanno parte del Gruppo di Lavoro, quest'ultimo è lungi dal rappresentare adeguatamente il movimento internazionale. Anzitutto, è dominato dalla presenza di partiti europei. In secondo luogo, in diversi casi vi sono due partiti provenienti dallo stesso Paese, mentre altre regioni e continenti sono sotto-rappresentati. Per questo il Partito Comunista Sudanese chiede che questo squilibrio venga affrontato e corretto. Questo è necessario in relazione a una maggiore rappresentanza dell'Africa e del Medio Oriente.

    4 - In occasione dei congressi precedenti, in alcune occasioni si è deliberato di istituire un fondo di solidarietà per aiutare i partiti che non potevano permettersi di presenziare a incontri internazionali, ma che avrebbero potuto farlo grazie a tale fondo. Il Partito Comunista Sudanese spera che si trovi modo di affrontare questo grosso problema.

    https://www.resistenze.org/sito/te/p...a03-021015.htm
    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

 

 
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