Originariamente Scritto da
PhyroSphera
Questo il testo (titolo e altro qui posti entro apici orizzontali), penso in redazione finale o delle ultime, di mia ultima discussione aperta e poi non trovata più, evidentemente cancellata da chi del Forum, io suppongo per intolleranza contro mentalità filosofica e non solo contro di me:
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La manciata di semi che può scacciare umani e desolare luoghi: metriche imprudenti.
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La meteorologia, dico della scienza detta tale, che si occupa direttamente di meteo ma in ciò occupandosi indirettamente anche di condizioni climatologiche pur senza poterne produrre dati, aveva da tempo fatto ipotesi di mutamenti generali e vasti da Nord e verso Sud, e chi interpretava questa ipotesi, ermeneuticamente cioè filosoficamente o comunque con intelligenza, ne concludeva di eventuali impossibilità di usi di cose o di stesse cose.
La scienza applicata alla tecnica non produce un cerchio di conoscenze e la tecnologia che valuta la scienza crea separazioni cioè approda a risultati scientificamente non rilevanti.
I sistemi di misurazione delle scienze non sono interni ad esse stesse. Modificarli per continuare ad applicare scienza a tecniche ha senso non per correggere o migliorare o preservare tali strumenti, ma solo per usarli anche nelle scienze. Se dati meteorologici, prima ipotetici ora confermati in schemi teorici, indicano importantissimi mutamenti ambientali, e se climatologi li comparano ai propri, non se ne traggono ulteriori novità; e se le teorie della fisica per esser utili praticamente hanno bisogno di strumenti tarati diversamente, la interdisciplinarità non offre soluzioni, non svela enigmi, gli strumenti modificati non funzionano meglio; e se si approntano misure modificate in ordine alla usufruibilità delle scienze, ciò non produce nessun progresso né aggiustamenti di sistemi di misurazione. E se per costruire tali sistemi con tecnica derivata da scienze si pensasse di ottenere sistemi di misurazione stabili ed interni a scienze, queste non sarebbero più prassi comprensibile con certezze linguistiche numeriche; ma è proprio questa via folle e sconsiderata che in alcuni ambienti hanno scelto, illudendosi che si potrebbe favorire tecnica e scienza cambiando misure per la scienza assieme alla tecnica ed invece iniziando prassi di separazione tra tecniche e scienze.
La tecno-scienza non è scienza della tecnica, questa non esistendo né potendo esistere, ma gli stolti trattandola così non sapranno far neppure bilance adatte alle esigenze umane e poi non sapranno più far bilance.
Quanti semi per le misure esatte? Ignorando i mutamenti meteorologici e nuove situazioni climatologiche, fingendo che i pesi numerati siano numeri pesati, sopravvalutando anche numerologie e matematiche, se ne ottiene bilancia che misura per gusti di insetti freddolosi ed invadenti e poi più nessuna bilancia per umanamente misurare peso di manciate di semi.
MAURO PASTORE
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MAURO PASTORE