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LA “RISPOSTA” DEL VATICANO ALLA NOSTRA ESTINZIONE


Maurizio Blondet
29 novembre 2018


“Davvero simbolico il video proiettato sulla chiesa di Santa Maria della Minerva per concludere il Sinodo della Gioventù: la chiesa (o piuttosto la Chiesa?) viene scoperchiata, poi demolita, infine dissolta..”, mi scrive il lettore Alberto Piccoli.

E’ accaduto a fine ottobre ma m’era sfuggito, perché ormai distolgo il pensiero e lo sguardo dal Vaticano occupato dalla junta sudamericana, come si deve fare per non guardare la madre fattasi, a tarda età, prostitutadel “Mondo”.

Il video è qui e non richiede commenti




Tuttavia è stato commentato, negli ambienti cattolici americani ed inglesi – evidentemente meno assuefatti di noi dì questo Vaticano mai sazio di profanare – come satanico, demonico, inquietante, una forma di orribile scherno.

Il significato è effettivamente inequivocabile: e poiché è stato autorizzato dal Vicariato di Roma, lo leggiamo come la pulsione di morte, lo spasimo di questa chiesa di Bergoglio per l’annichilimento di sé, di ogni soprannaturale e di ogni sacramentale – e di tutto il passato, duemila anni di arte e di bellezza che ormai odia.

Insaziabile sete di profanazione

L’architettura unica – facciata classica ed interno gotico unico in Roma, epitome integrale della Tradizione eropea – viene mostrata mentre si liquefa bavosamente, sventrata, scomposta, per una attimo non è che un teschio, e infine polverizzata : ma questa smaterializzazione, lo si dice chiaro,

è solo “un trucco di fumo e di specchi”, a trick of smoke and mirrors come Shakespeare chiamava le magie del grande Illusionista, che sostituisce ciò che è stato solido con il vuoto dell’aria di cui è Principe, maceria – e tunnel delle tenebre finali.

Nella chiesa così profanata sono conservati i resti mortali di Santa Caterina da Siena, ed è la chiesa titolare dei cardinale Antonio Dos Santos Marto di Fatima, il cui nome evoca i cari pastorelli Giacinta e Francisco Marto, cui a Fatima le Vergine Madre avvertì della crisi finale della Chiesa.


“Mi ha chiesto se volevo restare per convertire altri peccatori. Le ho detto di sì”.

Insomma si è sputato sui cari eroici fratellini che tutto han sofferto “per i peccatori” , e la Patrona d’Italia e d’Europa, la sapiente, la dottore della Chiesa per divina grazia evidente, essendo lei illetterata . Questa insaziabile voglia di oltraggiare e disonorare ciò che ci è caro, sacro e necessario, è davvero il più evidente indizio di ossessione satanica della Junta chiesastica.

Ancor più significativo che questo abbia offerto la Junta al Sinodo dei Giovani. Nient’altro che l’immagine della propria volontà di autodistruzione. Come dirlo? Abbiamo la certezza che – con la popolazione femminile fra i 15 e i 49 anni diminuita di 900 mila unità – ormai l’estinzione degli italiani è “un processo innescato” e già di fatto irreversibile;

i “giovani” a cui la chiesa rivolge il suo “messaggio” di “accoglienza” secondo le direttive dell’ONU non sono sempre più rari, ma al ritmo di 250 mila l’anno devono andare all’estero per trovare da vivere con dignità: il che significa, vivere in un’altra lingua, ossia in un altro universo culturale, spirituale. Alla lunga, assorbiti e integrati in una non-Italia.

“Ciò significa”, cito Gianluca Marletta,”che l’Occidente così come lo conosciamo – da un punto di vista culturale, sociale, etnico, spirituale, sicuramente anche economico col suo corollario di “sicurezze” – è al suo termine. Non è apocalittica o escatologia, sono dati tecnici: pochi giovani significa pochi figli futuri, in ogni caso la FINE di una CIVILTA’.

Possiamo far studiare i nostri figli, sperare per loro, ma una cosa è sicura: l’Italia, l’Europa, l’Occidente, sono clinicamente morti; e la presente è l’ultima generazione che ha la possibilità di vivere il tipo di mondo che noi stiamo ancora vivendo”.

Il “messaggio” ai “Giovani”

Così possiamo a vedere come sia totale il tradimento della chiesa vaticana a questi giovani su cui finge di puntare. Non ha altra risposta che quella di Soros e del Palazzo di Vetro, sostituire il sangue vecchio col sangue nuovo di immigrati africani e medioorientali dalla democrazia tumultuosa, che feroci sbarcano. Come se si trattasse di “sangue”, di materialità meccanica, come se la salvezza fosse nello stupro dei negri o dei musulmani sulle restanti giovani donne per”fare figli”.

S’intende, non è questione di razza. Se non si hanno più figli naturali, si possono avere figli spirituali o culturali. Dovremmo avere l’ambizione di rendere “italiani” i nigeriani, eritrei o bangla, afghani e turchi, ossia: che sentano “propri” Dante Alighieri e Rossini e Verdi, che si sentano figli , nel proprio sangue, delle chiese romaniche, del barocco romano, il tema centrale dell’architettura per duemila anni.

Noi, sterili geneticamente, abbiamo ancora una eredità da trasmettere, da donare ai nuovi venuti, perché ne siano orgogliosi.

Ma noi, come massa, siamo forse coscienti e orgoglio di questa eredita? Non so chi conosca ormai Dante Alighieri, o si sente figlio della basilica tardo-romana di San Lorenzo. Noi stesso siamo già “stranieri” accampati fra le splendide rovine che ci ha lasciato – chi? Se non la Chiesa?Il Cristo diventato civiltà?

“Chiamo Europa ogni terra che è stata romanizzata, cristianizzata e si è sottomessa allo spirito di disciplina dei Greci”, diceva Paul Valéry. Ora El Papa ci predica ogni giorno – come Soros, come Mattarella, come la Kommisione – che questo è “cristianesimo” da farisei, da “mummie da museo”,

da “facce da funerale”, da “cristiani senza speranza” nel loro moralismo retrivo (traggo dal ricco florilegio di insulti bergogliani contro i credenti), formalisti, un ostacolo alla “carità” cristiana. La quale è pura solo se è senza cultura, senza passato.

Vien da replicare con Barbey D’Aurevilly: “Il cattolicesimo ristretto, triste e pieno di scrupoli che si inventano contro di noi, non è quello – quello che fu sempre la civilizzazione del mondo. Il cattolicesimo è la scienza del Bene e del Male. Sonda le reni ed il cuore, due cloache traboccanti di un fosforo incendiario”.

Ebbene: nell’ora tragica della nostra estinzione, El Papa ci toglie, la sua Chiesa ci fa mancare, proprio il tesoro che possiamo , anzi dobbiamo trasmettere ancora ai nuovi venuti; insulta, sputa e profana l’ultima speranza nostra di essere ancora padri – che trasmettono la cultura e la civiltà ricevuta ai figli che sono stati generati da altre madri.

Generatori in loro della cultura. Esigente, perché è eisgente la civiltà, bisogna apprenderla con disciplina ed amore.

A questo, la neochiesa ci sostituisce ciò che Kolakovski ha chiamato “l’universalismo culturale che si nega” – ossia “che nega se stesso se è generoso fino al punto da disconoscere la differenza tra la tolleranza e l’intolleranza in se stesso e nella barbarie; si nega, se per non cadere nella tentazione della barbarie, dà agli altri il diritto di essere barbari”.

E’ lo scacco finale della cristianità. E non a caso è una contraddizione in termini: perché quel che El Papa nega, è il Logos stesso. Il solo Pane di Vita che è anche Intelligenza – e lo sostituisce con l’assurdo surrogato demente della grande sostituzione, il surrogato con cui si è fatta pagare dall’Onu prostituendosi, antica madre, davanti al Palazzo di Vetro. Che in fondo è il nichilismo supremo, il luciferino “tutto ciò che esiste merita di morire” dell’Omicida fin da Principio.

Perché in fondo è di questo che ci estinguiamo, come popolo o popoli, per la denutrizione di questo alimento che la neochiesa vuol privarci. Perché (e giuro, sarà l’ultima citazione) un non credente lucidissimo e disperato come Houellebecq, ha riconosciuto il bisogno radicale,e radicalmente insoddisfatto: “Qualcosa che superi e contenga l’esistenza. Noi non possiamo più vivere lontani dall’eternità”.

Ma appunto per questo, cesso di scandalizzarmi e di temere. Noi abbiamo fallito e peccato al punto – tutti responsabili – che solo un intervento di Cristo può ormai salvarci.
E ci è stato promesso. La crisi demografica irreversibile? Dio può creare figli di Abramo “da queste pietre”.