Una Cina, una Yugoslavia, una Russia, una Corea, una Palestina, un'Irlanda. E zero USA
Alla fine l'orgoglio albionico farà votare un No Deal con conseguente caos...
La storia è maestra di vita ma non ha allievi. (A. Gramsci)
Il Parlamento britannico ha bocciato l'accordo messo in piedi tra la may e l'unione europea per realizzare una Brexit concordata.
Io però propongo a @Robert di non considerare già concluso l'esito di questa previsione ma di aspettare ancora un po' per vedere quale sarà l'esito di questa decisione del parlamento : potrebbe essere una brexit no deal (senza accordo) o un nuovo referendum
Ultima modifica di C@scista; 17-01-19 alle 10:14
ok, anche perchè mi sembra che tecnicamente si possa fare una seconda votazione a Londra sullo stesso deal se venisse ripresentato...
anche se secondo me non accadrà, lo lascio aperto fino all'ultimo secondo disponibile e cioè il 19 marzo, mi pare quando è prevista la brexit tecnica.
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May resta al suo posto, e per ora la Brexit è ancora fissata per il 29 marzo.
Mi lancio in una previsione spericolata su quello che succederà.
Le trattative perchè si formi una maggioranza in parlamento a sostegno di un "altro" piano saranno lunghe e non porteranno a niente. Così quando il tempo rimanente sarà insufficiente per un piano B, allora il Governo May rimetterà al voto il piano A mettendo il parlamento davanti ad un bivio chiaro: o Piano A o hard brexit.
Poichè ho l'impressione che ormai tutti in GB si stanno rendendo conto del disastro epocale che sarà l'hard brexit, alla fine il piano A verrà approvato all'ultimo minuto. (con mio grosso dispiacere perchè tifo per l'hard brexit)
Gli idioti li metto in IL
Brexit, a poco meno di due mesi dall’Uscita della Gran Bretagna dalla Ue ecco che spunta il “cavillo” che potrebbe far saltare tutto il banco. I mercati festeggiano e iniziano a scommettere apertamente sul rinvio dell’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, prevista per il 29 marzo. La sterlina è in rialzo proprio sulla base di queste aspettative, apparse più che fondate.
Martedì sarà il giorno cruciale
Il giorno in cui tutto (forse) si deciderà sarà martedì 28 gennaio. Il Parlamento potrebbe fare un passo decisivo per strappare al governo il controllo della Brexit. Quella sera i deputati saranno chiamati a votare un emendamento presentato da Yvette Cooper. La deputata laburista si è messa alla guida dello schieramento intenzionato a impedire a ogni costo un no deal, ossia una uscita catastrofica di Londra dalla Ue, senza nessun accordo a fare da paracadute.
Se l’emendamento passerà, il 5 febbraio sarà varata una legge che impone al governo di ottenere entro tre settimane l’approvazione di Westminster a un accordo sulla Brexit. In caso questo non avverrà, tutto si fermerà e l’uscita dalla Ue si rimanda alla fine dell’anno, se non a data da destinarsi, se non a mai più.
Il partito laburista
Il partito laburista ha ordinato ai suoi di schierarsi compatti a favore dell’emendamento Cooper. Considerando anche la pattuglia di conservatori filo-europei, il provvedimento ha così tutte le chance di essere approvato. Il che aprirebbe realmente la strada al rinvio della Brexit.
Theresa May
La premier Theresa May, dopo aver visto il suo piano bocciato dal Parlamento, è impegnata a ricucire le spaccature e riottenere consensi in vista di una seconda votazione, che non è prevista prima della metà di febbraio. La May tuttavia si è rifiutata di presentare un piano B. Spera di riuscire a convincere i ribelli ad accettare una versione rimasticata del suo piano originale.
Tuttavia, l’emendamento Cooper per il rinvio della Brexit gioca paradossalmente a favore della premier. Infatti, se non si farà come dice lei, l’alternativa non sarà il no deal, ma piuttosto no Brexit.
Borse, mercati e aziende
Chi non aspetta, in questa incertezza, è il big business. P&O, la compagnia che opera i traghetti sulla Manica, ha ri-registrato tutti i battelli sotto bandiera cipriota. Sony ha annunciato lo spostamento del quartier generale da Londra ad Amsterdam. Airbus, che fabbrica in Galles le ali degli aerei, potrebbe trasferire la produzione in Europa. Bentley, la casa delle supercar, ha cominciato a fare scorte di componenti. E perfino Sir Dyson, il re degli aspirapolveri che pure era un sostenitore della Brexit, farà le valigie e traslocherà a Singapore. Insomma, quando la barca affonda, si corre a prendere gli ultimi salvagenti e a buttarsi in mare. Molti, per salvarsi, attraverseranno la Manica a nuoto diretti verso l’Europa.
https://www.cisiamo.info/mondo/2019/...ta-il-cavillo/
Il Parlamento britannico ieri ha respinto per la seconda volta l’accordo su Brexit negoziato dal governo della prima ministra Theresa May e dall’Unione Europea. Hanno votato contro 391 parlamentari, mentre a favore soltanto 242: lo scarto è di 149 voti, circa ottanta in meno rispetto alla prima votazione.
La prima votazione si era tenuta a metà gennaio ed era stata per May un completo fallimento: l’accordo era stato bocciato con oltre 200 voti di scarto e con l’opposizione di molti parlamentari Conservatori, cioè dello stesso partito della prima ministra. La versione votata stasera era leggermente diversa, perché conteneva le modifiche negoziate a Strasburgo da May e dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
Per il governo May il voto del parlamento rappresenta una nuova sconfitta politica, che verosimilmente aprirà un periodo di grande incertezza. Al momento il Regno Unito dovrà lasciare l’Unione Europea il 29 marzo, salvo nuove decisioni: comunque, il Parlamento britannico voterà sulla possibilità di uscire senza alcun accordo.
Aggiornamento.
due nuove date
22 maggio se la prossima settimana se viene approvato l'accordo May.
12 aprile in caso contrario.
direi che era il massimo concedibile.
vedo che tancredi mi ha preceduto.
Io stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che 'l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna