Essendo cattolico praticante, a detta del sig. Chichibio, e con 9 figli sul groppone, sull'ex ministro non si possono adombrare dubbi di sorta.
Kobra (Democritico)
Se hai la necessità di scegliere tra un uomo e un Kobra,
preferisci chi striscia.
E se ti serve un amico, trovati un cane.
Toninelli Dimettiti!
Come dice il mio amico Dav: Sono con il Pd ed ero con il Pd. E nel Pd si può stare in maggioranza ed in minoranza a prescindere dai leader. Adesso io sono in minoranza.
Ma il Pd è sempre il Pd.
I AM PD
Lo stupido che sa di esserlo
... ma io ancora non ho capito perchè, se il ministero dei trasporti sapeva delle criticità del ponte, Tony non ne ha chiesto la chiusura al traffico.
Spero i PM chiariscano questo punto, mi spiacerebbe venisse appurato che il ministro in carica ha delle precise responsabilità sulla tragedia, meglio se rimaniamo alle cazzate della Casaleggio.
Le plus grand soin d’un bon gouvernement devrait être d’habituer peu à peu les peuples à se passer de lui.
Come dice il mio amico Dav: Sono con il Pd ed ero con il Pd. E nel Pd si può stare in maggioranza ed in minoranza a prescindere dai leader. Adesso io sono in minoranza.
Ma il Pd è sempre il Pd.
I AM PD
Come dice il mio amico Dav: Sono con il Pd ed ero con il Pd. E nel Pd si può stare in maggioranza ed in minoranza a prescindere dai leader. Adesso io sono in minoranza.
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I AM PD
https://www.ilsole24ore.com/art/noti...?uuid=AEjXYo2G
Sono orgoglioso di quello che ho fatto, non ho nulla da rimproverarmi. Non ho firmato io la convenzione». Così ieri mattina si è difeso Antonio Di Pietro davanti ai giornalisti, uscendo dall’ufficio di Massimo Terrile, il pm di Genova che sta indagando sul crollo del Ponte Morandi. Di Pietro è stato interrogato come persona informata sui fatti, per il ruolo che ha avuto nella stipula dell’attuale convenzione fra lo Stato e Autostrade per l’Italia (Aspi). Un ruolo che lui ha minimizzato. Ma, rileggendo le cronache dell’epoca, non sembra proprio così.
La convenzione è tornata sulla graticola ad agosto, subito dopo la tragedia di Genova, quando diventò noto a tutti che c’erano clausole molto svantaggiose per lo Stato. Per qualche giorno, si ricordò il cosiddetto emendamento salva-Benetton, inserito a fatica il 28 maggio 2008 in fase di conversione in legge di un decreto salva-infrazioni europee contro l’Italia. L’emendamento passò soprattutto per l’impegno della maggioranza di governo dell’epoca (centro-destra). E il premier, Silvio Berlusconi, ci teneva molto. Per convincere i Benetton a investire nella cordata di imprenditori italiani che avrebbe rilevato Alitalia per sottrarla ad Air France, acquirente scelto dal precedente governo (quello di Romano Prodi).
Il ruolo di Di Pietro
Che c’entra Di Pietro, che di quel governo Prodi era stato ministro delle Infrastrutture ed è stato pressoché sempre lontano dalle posizioni politiche di Berlusconi? In realtà, l’emendamento salva-Benetton nasce proprio da un accordo trovato qualche mese prima proprio da Di Pietro con gli azionisti di controllo di Autostrade per l’Italia.
Lo rivendicò a proprio merito lo stesso Di Pietro, dopo oltre un anno di guerra contro Aspi, che fece saltare il primo tentativo di aggregazione con gli spagnoli di Abertis. Leggiamo Il Sole 24 Ore del 5 ottobre 2007. Di fronte alla prudenza di un comunicato di Aspi che non confermava il raggiungimento dell’accordo, il ministro dichiarò: «L’intesa è stata sancita nel mio studio ieri sera. Credo che la parola e la stretta di mano tra un ministro e il presidente di una holding così importante (Gilberto Benetton, ndr) possa essere un patto di sangue, le formalità vengono dopo».
Ma queste regole si sarebbero applicate solo per il futuro. Inoltre, dalla formula di calcolo degli adeguamenti tariffari venivano esclusi gli indicatori di qualità del servizio (tra cui quello relativo agli incidenti, sostituito da una penalizzazione nell’improbabileipotesi in cui i sinistri fossero tornati ad aumentare).
Dopo il crollo del Ponte Morandi, con la pubblicazione integrale delle convenzioni da parte del ministero delle Infrastrutture di Danilo Toninelli, sono divampate polemiche anche sul tasso di remunerazione del capitale (nonostante i tagli rispetto alle precedenti convenzioni) e la clausola che garantiva ad Aspi i ricavi futuri fino al termine della concessione anche in caso in cui lo Stato decidesse una revoca per inadempimento da parte di Aspi, rendendo onerosissimo per lo Stato rompere il contratto.
Di Pietro passa all’opposizione
In quell’autunno 2007, Il Sole 24 Ore riferiva di «riunioni preliminari dai toni piuttosto accesi» tra ministero delle Infrastrutture, Anas, Cipe, Nars e Ragioneria dello Stato. Al centro c’erano proprio i vantaggi che arrivavano ad Aspi dalla nuova convenzione, nata per diminuire la convenienza della precedente per i privati. Ma si riferiva anche della «volontà politica di sbloccare la convenzione».
Si affacciò quindi la necessità di approvare per legge ciò che gli organi tecnici non stavano facendo passare.
Nel gennaio successivo il governo Prodi (centro-sinistra) cadde e si andò a elezioni anticipate. Ma la volontà politica a favore della convenzione rimase anche nella maggioranza della legislatura successiva (centro-destra).
Silvio Berlusconi
Passato all’opposizione, in maggio Di Pietro schierò la sua Idv (Italia dei valori) contro il salva-Benetton, criticando il ruolo ancora una volta centrale dell’Anas nel sistema e la tempistica delle operazioni (Il Sole 24 Ore del 29 maggio 2008).
Forse è soprattutto a questa fase che alludeva ieri Di Pietro davanti al pm, «consegnandogli anche la documentazione relativa». Si vedrà che idea se ne farà Terrile. Ammesso che questi aspetti si rivelino davvero importanti in un’inchiesta come quella sulla tragedia del Ponte Morandi, dove bisogna innanzitutto trovare le cause tecniche del crollo, ancora ignote dopo quattro mesi di perizie e analisi.
Su cui vi siete aggrappati additandogli la responsabilità dei mancati lavori della gronda, che sarebbe stata pronta tra 10 anni, a ponte comunque collassato... Loro giustamente avevano detto che si trattava di una favoletta, ovvero che il ponte non sarebbe crollato, se avessero svolto i dovuti lavori di manutenzione. Cosa che non è stata fatta come è stato dimostrato.
È un vanto essere ignorati da utenti di livello 0.
Agli euradical snob antifà che danno del lei per sottolineare la distanza dal ceto del popolino rispondo con un voi (come usava quando c'era LVI) così imparano. Gradassi avvisati mezzi salvati.