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    Predefinito Virtuosi e lazzaroni dei tagli di bilancio

    VIRTUOSI E LAZZARONI DEI TAGLI DI BILANCIO
    di Paolo Manasse

    È proprio vero, come afferma il ministro Tremonti, che la manovra economica del Governo italiano è in linea con quanto fanno gli altri paesi europei? Passando in rassegna i tagli di bilancio dei paesi dell'Unione e mettendoli a confronto con un benchmark europeo, possiamo assegnare ad ognuno la patente di "virtuoso" o di "lazzarone". E risulta evidente che l'Italia, purtroppo, si comporta peggio degli altri.


    “La manovra economica è in linea con quanto gli altri paesi europei stanno facendo…e non ci sarà affatto bisogno di misure aggiuntive…”. Così ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in diverse interviste alle principali reti televisive. Purtroppo, se guardiamo con attenzione i dati, queste affermazioni non appaiono realistiche. Un’attenta lettura di quest’ultimi suggerisce al contrario che per “essere in linea”con gli altri paesi europei l’Italia dovrebbe predisporre tagli aggiuntivi sostanziali, circa 2,5 punti percentuali di Pil nel periodo 2010-2015. Vediamo perché.

    CHI HA TAGLIATO DAVVERO IN EUROPA

    La prima colonna della Tabella 1 mostra i tagli di bilancio programmati per il periodo 2010-15 nei paesi della zona dell’euro ed in Gran Bretagna (fonte: Cesifo). Lo sforzo complessivo di consolidamento fiscale è sostanziale (si veda l’ultima riga), circa 4,2 punti percentuali di Pil europeo in cinque anni, e risulta per lo più concentrato nel 2011-13. Sarebbe però sbagliato attribuire la patente di “lazzarone” o “virtuoso” ad un paese semplicemente confrontandone lo sforzo di aggiustamento con quanto fatto in Europa. In questo modo saremmo portati ad attribuire erroneamente la patente di lazzarone a paesi come la Germania e l’Olanda, che, come vedremo, lazzaroni non sono affatto.
    Per confrontare i piani di rientro dei diversi paesi dobbiamo valutare la posizione di ciascuno in merito (almeno) al saldo primario di bilancio e al debito pubblico. Prendiamo per esempio l’Italia. Il Pil del nostro paese rappresenta il 14,2 per cento del Pil europeo (zona euro più Gran Bretagna, si veda l’ultima colonna della tabella), mentre il debito pubblico italiano costituisce quasi il 24 percento del debito europeo in circolazione. Sembrerebbe allora ragionevole che l’aggiustamento di bilancio che “spetta” all’Italia debba essere più elevato del magro 1,6 percento di Pil previsto per il 2010-15 (prima colonna della tabella), già ben al di sotto di quanto fatto in Europa (4,2 per cento). D’altro canto, l’Italia è messa molto meglio della maggior parte dei suoi partner europei quanto ad avanzo primario: questo supera di ben 4 punti di Pil il saldo medio europeo (terza colonna nella tabella). Da questo punto di vista, dunque, l’aggiustamento che tocca all’Italia dovrebbe essere più basso. Ma allora come mettere insieme tutti questi elementi, in parte contraddittori? Quello di cui abbiamo bisogno è un benchmark europeo.

    Tavola 1: Tagli di Bilancio, Debiti e Deficit in Europa
    Fonte: calcoli dell’autore su dati CESIFO, OECD Economic Outlook, EIU



    Il punto è che dobbiamo paragonare la manovra di aggiustamento di bilancio del paese “A” con quella che un “paese europeo medio” avrebbe scelto se avesse avuto gli stessi fondamentali economici di A nel 2009 (e cioè, a parità di bilancio primario, debito pubblico, apprezzamento del tasso di cambio reale, saldo delle partite correnti e tasso di disoccupazione).(1)
    I risultati di questo esercizio (in due versioni, la prima in cui si esclude la Grecia nel calcolo del benchmark, e la seconda in cui la si include) sono illustrati nella Figura 1. Per ciascun paese, una barretta positiva/negativa misura di quanti punti di Pil la manovra prevista è in eccesso/difetto rispetto all’Europa, rappresentata dall’origine del grafico. Dalla figura emerge chiaramente l’identità dei paesi virtuosi e dei lazzaroni. Tra i primi, il Belgio (i tagli di bilancio previsti eccedono quelli europei, a parità di fondamentali, di 1,5 – 1,8 punti di Pil per il 2010-15), l’Olanda e la Germania (con tagli in eccesso compresi tra +0,4 - 1 punti di Pil), e, sorprendentemente, il Portogallo (+1-1,9 per cento), la Spagna (+0,8-1,3 per cento), e la Grecia (+ 0,7 punti di Pil). La Gran Bretagna appare in linea con la media Eu, quando si include la Grecia nel benchmark, mentre risulta tra i virtuosi (+1,8 punti di Pil) quando la si esclude. L’Irlanda risulta un paese lazzarone solo per il fatto che i tagli di bilancio sono avvenuti prima del 2010 e dunque non sono qui presi in considerazione.
    Ci sono due piccoli lazzaroni e un grande lazzarone. I piccoli sono l’Austria, la cui minuscola manovra di aggiustamento (inferiore di 0,9 punti di Pil a quella europea) non appare giustificata dai suoi fondamentali, e la Slovacchia (-0,8-1,4 per cento ). Il grande lazzarone è l’Italia: ai livelli attuali di fondamentali per essere in linea con l’Europa il nostro paese dovrebbe metter in cantiere tagli addizionali di bilancio per 2,4-2,7 punti di Pil nel prossimo quinquennio.

    Fonte: Calcoli dell’autore



    CONCLUSIONI

    Le lezioni da trarre sono le seguenti: Grecia, Portogallo e Spagna, i paesi che i mercati finanziari hanno preso di mira ritenendoli i più vulnerabili, hanno programmato misure draconiane che gli altri europei, se avessero fondamentali paragonabili (ma potendo pagare spread molto inferiori!) neppure si sognerebbero. Germania e l’Olanda sono i paesi virtuosi, ma con moderazione. Tra i paesi ad alto debito, il Belgio eccede in disciplina, probabilmente per tentare con tutte le sue forze di non finire nel club dei Piigs. L’Italia, caro ministro, è il grande lazzarone: per il momento (speriamo che) se la cava...


    1) In pratica, nonostante il limitato numero di osservazioni faccio una regressione in cui la variabile dipendente è l’aggiustamento previsto per il 2010-15, le variabili dipendenti sono i seguenti “fondamentali” nel 2009: il rapporto saldo primario/PIL, il rapporto debito pubblico/PIL, l’apprezzamento del cambio reale tra 2005 e 2009, il rapporto tra saldo delle partite correnti e PIL ed il tasso di disoccupazione. Nella prima specificazione includo una variabile dummy per la Grecia, nella seconda no. L’eccesso di aggiustamento che compare nella figura per ogni paese è dato dalla differenza tra aggiustamento attuale e quello previsto, nelle due diverse specificazioni.

  2. #2
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    Predefinito Rif: Virtuosi e lazzaroni dei tagli di bilancio

    Per Tremonti non c'è bisogno di una manovra in autunno. «Patto con l'opposizione per la ripresa»

    «Non c'è bisogno di una manovra in autunno, ci sarà una Finanziaria che conterrà la manovra in tre tabelle». Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a margine del Forum Ambrosetti aggiungendo che per l'Italia «è finita la fase che ci ha portato da ultimo a fare la manovra». Quanto alla fase di incertezza in cui versa l'economia europea, il ministro ha dichiarato: «Siamo ancora in terra incognita. Non parliamo dell'Italia ma di altri paesi. Serve prudenza e una visione realistica».

    Un patto con l'opposizione per la ripresa. Sull'attuale momento politico in Italia, Tremonti ha dichiarato: «I paesi restano, i governi passano, meno il governo Berlusconi che resta». Ma ha poi aperto la porta agli avversari politici, rispondendo a una domanda sul nuovo Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria) e sulla possibilità di pensare un patto con l'opposizione per uscire definitivamente dalla crisi. «L'opposizione deve essere propositiva e costruttiva: noi ascolteremo». Al riguardo il ministro ha invitato anche le parti sociali ad «esprimere idee e proposte», poi, ha concluso, «la sintesi spetta al Governo».

    Una proposta, quella di aprire un patto con l'opposizione per ricostruire l'economia, ben accolta dal Partito democratico. Enrico Letta, vicesegretario del Pd, anch'egli intervenuto al workshop Ambrosetti a Cernobbio, l'ha definita infatti «una boccata di ossigeno in un momento così asfittico» aggravato dalla crisi della maggioranza. «È una discussione che finalmente riporta al centro le cose reali», ha aggiunto Letta, «il Pd sostiene da tempo che la priorità è l'economia, la ripresa, il rilancio delle imprese», ha ricordato, «le soluzioni sono complesse ognuno ha le sue, le nostre sono diverse». Ma quello dimostrato da Tremonti è, a suo giudizio, un «approccio di buon senso». «Spero che sia un approccio non episodico», ha precisato, «non ci voglio vedere dietrologia». «C'è bisogno di riportare al centro le cose vere» ha insistito, «tutto il resto, la giustizia e il processo breve, sono priorità che hanno a che fare con l'agenda privata di Silvio Berlusconi».

  3. #3
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    Predefinito Rif: Virtuosi e lazzaroni dei tagli di bilancio

    Salve a tutti,

    Naturalmente, poichè ciò è più straordinario non è un presidente USA di colore e democratico (che infatti è in carica), ma un presidente USA di colore e repubblicano eletto dopo un duplice mandato democratico.

    State bene

 

 

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