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the fool
Ci sono settantamila buoni motivi per andare avanti nella battaglia per il no ai soldi pubblici ai media: La Repubblica ci racconta oggi che mentre annuncia l’azzeramento dei finanziamenti pubblici ai giornali il ministro Luigi Di Maio si appresta a staccare un assegno da almeno 70.000 euro di denaro pubblico alla radio di Matteo Salvini.
Il ministero dello Sviluppo economico, infatti, sta per pubblicare la graduatoria provvisoria dei contributi per le emittenti locali. E Radio Padania, di cui Salvini è stato direttore e anchorman per anni, riceverà — stando agli ultimi calcoli della direzione generale competente presso il Mise — almeno 70.000 euro. Cifra che potrebbe raddoppiare entro marzo in caso di una eventuale redistribuzione della quota di extragettito del canone Rai 2017.
Il contributo a Radio Padania proviene dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. Esattamente quello che Di Maio e il Movimento 5 Stelle vogliono abolire, quanto meno per la parte destinata alla carta stampata che, di fatto, si è dimostrata la più critica nei confronti del governo gialloverde. Una battaglia dai connotati fortemente ideologici e su cui Di Maio, Alessandro Di Battista e il sottosegretario con delega all’Editoria Vito Crimi, a suon di dichiarazioni infuocate contro i quotidiani, hanno messo la faccia. «È con grande orgoglio che vi annuncio che aboliremo il finanziamento pubblico ai giornali», diceva Crimi lo scorso ottobre in vista della nuova legge di Bilancio. E Di Battista, in uno dei suoi tanti video postati online: «Ai giornali vogliamo togliere tutti i finanziamenti pubblici, se vendono campano, se non vendono cambiassero mestiere».
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