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  1. #11
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    Predefinito Re: Comunicazioni della Presidenza

    Signora Presidente Maria Vittoria in qualità di Vicepresidente della Camera le segnalo che la Camera dei deputati di POL ha approvato tre mozioni
    Anzitutto è stata nuovamente riapprovata dalla Camera la mozione sulla Brexit
    che era stata rinviata

    Costituzione di Pol
    Articolo 22
    Il rinvio delle Leggi e delle Mozioni

    1. Il Presidente, prima di promulgare una legge della Camera Alta o una legge o una Mozione della Camera dei deputati, può rinviare il testo in esame all'aula per motivi di merito politico o di legittimità, i quali devono risultare adeguatamente in calce all'atto rinviato.

    4. Se una mozione della Camera dei deputati rinviata è nuovamente approvata dai tre quinti dei deputati presenti, il Presidente ha l’obbligo di promulgare la mozione.
    Citazione Originariamente Scritto da Ronnie Visualizza Messaggio
    Mozione d'iniziativa del Governo di Pol
    Primo Ministro e Ministro degli Esteri
    Ronnie

    Riguardo l'uscita del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dall'Unione Europea
    "Brexit"

    La Camera dei Deputati di POL


    Visto


    1. Le deliberazioni del Parlamento del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (di seguito "UK" o "Regno Unito") per la convocazione di un referendum popolare in data 23 giugno 2016 sulla prosecuzione o l'abbandono della partecipazione del Regno Unito alla Unione Europea (di seguito "UE" o "Unione");
    2. I risultati della citata consultazione tra i cittadini del Regno Unito e la vittoria a maggioranza assoluta dell'opzione leave, sostenuta dal 51.8% degli elettori;
    3. Lo "European Union (Notification of Withdrawal) Act 2017" approvato dalla House of Lords e dalla House of Commons, con l'assenso della Regina Elisabetta II, concesso in data 16 marzo 2017;
    4. La notificazione di abbandono dell'UE, ex art. 50 del Trattato sull'Unione Europea (di seguito "TUE"), inviata dal Regno Unito in data 29 marzo 2017, che esplicherà l'effetto di separare lo UK dall'Unione a decorrere dal 29 marzo 2019 p.v. (di seguito "Brexit" o "distacco");
    5. Le posizioni espresse dall'UE e dal Regno Unito nel negoziato sull'abbandono dell'Unione e riguardo al futuro negoziato sui successivi rapporti reciproci, ed in particolare il veto posto dal lato europeo alla negoziazione dei rapporti futuri congiuntamente a quella del distacco in sè, nonché la pretesa della UE ad un vincolo permanente di durata indefinita circa l'appartenenza dell'Irlanda del Nord all'area economica e giuridica comune della UE, e sulla conseguente presenza di una frontiera del Mare d'Irlanda interna allo UK (c.d. "Backstop"), sotto pena, in alternativa, dell'istituzione di una frontiera rigida al confine con l'Irlanda, la quale sarebbe in violazione degli accordi del Venerdì Santo che hanno posto fine al conflitto violento in Irlanda del Nord;
    6. La bozza di accordo per un'uscita ordinata dello UK dalla UE approvata dal Governo del Regno Unito e dal Consiglio Europeo, nel senso di rispecchiare precisamente le richieste europeee di cui al punto precedente, ed i risultati dei dibattiti successivamente svolti su di essa nella House of Commons, la quale infine ha deliberato a grandissima maggioranza di respingere la proposta in data 15 gennaio u.s., sollecitando il Primo Ministro Theresa May a una nuova trattativa in extremis con l'Unione;
    7. Le posizioni espresse dal Parlamento britannico sul fatto che l'accordo potrebbe essere approvato se solo esso non prevedesse un backstop permanente, il quale pone a rischio da un lato l'unità politica del Regno Unito e dall'altro la sua capacità di siglare accordi di libero scambio con altri paesi fino alla soluzione della questione del trattato di libero scambio con l'Unione, che la UE non ha voluto risolvere ancora;
    8. L'unanime avvertimento degli operatori economici sul fatto che la prospettiva che lo UK lasci l'Unione senza alcun accordo destinato a regolarne i rapporti alla data del 29 marzo p.v., nonché negli anni successivi, implicherebbe un crollo del commercio tra Regno Unito e UE tale da produrre una caduta del PIL inglese di 9.3% ed una diminuzione, maggiormente distribuita ma in ogni caso complessivamente paragonabile, nel prodotto delle nazioni UE che sono controparti degli scambi in questione, tra cui l'Italia;
    9. Il rifiuto dell'Unione Europea di riaprire i termini della bozza già discussa e/o di concedere rinvii della data di uscita prevista dal TUE in assenza di credibili proposte relative ai rapporti futuri da parte del Regno Unito, ribadito da ultimo il 23 gennaio u.s. da Michel Barnier, nonostante su questi non sia mai stato svolto, per richiesta preliminare provenuta proprio della UE, alcun effettivo negoziato.



    Considerato


    1. che il futuro della Brexit, costituendo questa il primo caso storico di applicazione dell'articolo 50 del TUE, interessa direttamente tutti i cittadini italiani e tutti i popoli europei, in quanto testimonia del reale grado di libertà e di sovranità di tutti i popoli d'europa, e per quanto qui occupa di quello italiano, all’interno della costruzione dell’UE, attraverso la scelta di fare parte o no dell'Unione;
    2. che il rispetto della volontà del popolo effettivamente espressa in un procedimento referendario legittimamente convocato, ritualmente svolto e legalmente certificato, costituisce un principio di base degli ordinamenti democratici nonché l'unica alternativa alla sfiducia generale nella possibilità di risolvere una controversia ben definita senza dover fare ricorso alla violenza;
    3. che il rispetto della volontà di uno dei popoli costituenti l'Unione di separarsene non può consistere per gli altri popoli di essa solo nel minimo rappresentato dall'ovvia scelta di rinunciare ad inviare un esercito comune per impedire che il distacco avvenga, ma implica come minimo anche un atteggiamento cortese e ragionevole nelle discussioni politiche finalizzate alla sistemazione dei rapporti pendenti ed alla pianificazione dei rapporti futuri, che non sia orientato a non trovare un accordo ma, al contrario, a concluderlo;
    4. che l'idea di dimostrare attivamente ai popoli degli Stati costituenti l'UE la supposta inevitabilità storica della loro Unione, i vantaggi della appartenenza ad essa o anche semplicemente la solidità e fierezza delle sue istituzioni, non dovrebbe mai essere spinta fino al punto di adottare politiche europee volte a creare artificiosamente condizioni di conflitto giuridico, diseconomia ed in ultimo sofferenza per le popolazioni che vogliano separarsene civilmente, quando queste possano essere evitate;
    5. che l'unità europea debba restare un mezzo per la prosperità delle nazioni che vogliono farne parte, e non un fine a sè, e che essa non debba essere presa a pretesto dagli organi delle istituzioni per adottare politiche aggressive nei confronti dei vicini o di chi lascia l'Unione, ed in particolare che non sia ammissibile che le istituzioni UE , per concedere qualcosa ragionevolmente concedibile a qualsiasi paese del mondo, pongano come condizione a un paese confinante il suo ingresso forzato nell'Unione;
    6. che il plenipotenziario della UE per la trattativa sulla Brexit, Michel Barnier, è considerato un falco della costruzione europea, e che esisterebbero personalità molto più disponibili all'accordo con il Regno Unito;
    7. che le nazioni dell'Unione hanno finora garantito una sostanziale unanimità di posizione nel sostenere la condotta di negoziato prescelta dal rappresentante comune identificato, ma tale posizione è stata recentemente messa in dubbio dal Ministro degli Esteri della Polonia, ed anche l'Italia non ha alcun interesse a mantenere questa unità di intenti con gli altri paesi di un'Unione che rifiuta sistematicamente le sue legittime rivendicazioni in materia di bilancio, migrazioni, e molti altri temi (tra cui quello delle sanzioni contro la Russia, che danneggiano l'economia italiana) e che evita da anni di difendere gli interessi degli italiani nel mondo (come accaduto nel caso Marò, nel caso della Libia e nel caso della nave Saipem 12.000;
    8. che l'Italia ha un interesse diretto ed attuale al mantenimento del livello di finanziamento privato della nostra economia e del nostro debito pubblico, che per parte molto importante si regge sulle libere attività in Italia delle società inglesi, come risulta dalle notizie della stampa specializzata circa i decreti che il nostro governo ha già dovuto adottare per consentire agli inglesi di proseguire l'attività anche ove la UE non consentisse un accordo ( https://www.ilsole24ore.com/art/mond...?uuid=AE5PduDH );
    9. che l'Italia sta rinforzando da tempo le relazioni con gli Stati Uniti guidati da Donald Trump, il quale ha espresso aperto sostegno alla ripresa di un ruolo autonomo del Regno Unito nello scenario internazionale;
    10. che le preoccupazioni sulla possibilità che l'assenza di una frontiera rigida tra Irlanda e Irlanda del Nord apra il mercato europeo ad un arbitraggio con aggiramenti delle regole che valgono verso il mondo esterno ai nostri confini ed all'ingresso di prodotti pericolosi sono largamente sovrastimate, in quanto non tengono conto della limitata capacità dei porti Nord Irlandesi (che sono tarati per le importazioni nordirlandesi) e delle infrastrutture ad essi asservite, nonché della maggior lunghezza del tragitto che le merci estere dovrebbero percorrere per entrare in UE grazie all'eccezione della frontiera irlandese, nonché del fatto che qualsiasi corrente commerciale rilevante sarebbe visibile ed arrestabile con misure ad hoc prese volta per volta (al più) al successivo confine Francese, e da ultimo della possibilità, anche in assenza di una frontiera, di porre in essere controlli intelligenti relativi alle merci più pericolose che abbiano un tragitto di transito esclusivo senza rallentare affatto i traffici con controlli in mare sulle navi in movimento e sulle sole navi il cui carico non sia stato modificato durante la permanenza in Irlanda del Nord;


    Impegna il Governo di POL
    e raccomanda al Governo Italiano


    1. a provvedere al ritiro del sostegno italiano alla bozza di trattato sulla Brexit attualmente in discussione;
    2. a provvedere alla richiesta nelle diverse sedi competenti di una rimozione del rappresentante comune Michel Barnier;
    3. ad agire perché il sostituto del rappresentante comune sia un esponente meglio disposto nei confronti di una nazione amica;
    4. a presentare al Consiglio Europeo la richiesta che al Regno Unito sia consentito un altro anno di trattative se necessario;
    5. a proporre come nuova base di lavoro al Consiglio Europeo ed al rappresentante comune la proposta del piano May priva della clausola relativa al backstop, o un altra versione del testo che preveda un limite temporale breve al backstop, da 1 a 5 anni, in cambio dell'impegno del Regno Unito a non incrementare arbitrariamente le capacità portuali e logistiche dell'Irlanda del Nord per 10 anni in assenza di accordo, con il riconoscimento da parte dell'UE del dovere di consentire all'Irlanda di rispettare gli accordi del Venerdì Santo che hanno fermato il terrorismo, indipendentemente e a prescindere dai problemi di ordine doganale;
    6. a rivendicare in sede internazionale, nei modi appropriati, l'intervento dell'Italia in sostegno al Regno Unito in difficoltà, e per la libertà dei popoli europei di scegliere il proprio destino.


    Dato in Pol, lì _ ___ __


  2. #12
    Super Troll
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    Predefinito Re: Comunicazioni della Presidenza

    Poi è stata approvata la nuova mozione del governo sulla Libia
    Citazione Originariamente Scritto da Ronnie Visualizza Messaggio

    Mozione sulla questione libica

    La Camera dei Deputati di POL

    Vista la drammatica situazione dello Stato libico successiva all'intervento militare della NATO, avvenuto con il via libera dell'Amministrazione Obama e caldeggiato fortemente dall'allora presidente francese Nicolas Sarkozy,

    Ritiene

    che l'intervento militare in Libia del 2011 sia stato moralmente e politicamente sbagliato e causa di gravissimi problemi, drammaticamente esplosi negli anni seguenti con

    a) il crollo totale dello Stato libico, abbandonato a se stesso dalla comunità internazionale e divenuto preda del terrorismo fondamentalista islamico, oltre che di scontri sanguinosi;

    b) la trasformazione del territorio in una testa di ponte di un traffico gigantesco e piratesco di essere umani senza controllo verso l'Italia e l'Europa, che ha determinato la crisi dei richiedenti asilo;

    c) la distruzione dei pluridecennali legami economici, commerciali ed energetici italo-libici al fine di favorire l'interesse delle aziende francesi;

    d) il sostegno dell'ONU a un uomo, il Primo Ministro Serraj, privo di controllo militare del territorio, al quale l'Italia è rimasta legata per ragioni di politica migratoria ed internazionale, che è sempre più a rischio di deposizione;

    c) il sostegno della Francia al Generale Haftar, rivale del Primo Ministro, che controlla quanto rimane dell'esercito Libico, e, forte dell'appoggio egiziano, minaccia di occupare l'intera Libia nel solo interesse francese.

    Considera che

    - Il reggente Fayez al Serraj non è in grado di provvedere a se stesso nè da solo nè con l'attuale flebile sostegno ONU, ma potrebbe ancora preferire la vita all'esilio o alla morte;
    - Se le cose saranno lasciate così come sono il Generale Haftar conquisterà presto la Libia con il solo contributo Francese, Russo ed Egiziano, e non dovrà per questo nulla all'Italia;
    - E' già noto a tutti che la Russia renderebbe impossibile l'invio di caschi blu ONU in sostegno al rappresentante dell'ONU con un veto in consiglio di sicurezza;
    - Nessuno si attende in questo momento, in nessuna ipotesi, un maggiore coinvolgimento dell'Italia nella vicenda Libica, data la nostra reputazione internazionale di remissività e gregarietà;
    - Nessun alleato NATO avvisò l'Italia dell'operazione militare Francese nel 2011.

    ed impegna pertanto il Governo di POL a raccomandare al Governo Italiano
    - di concludere al termine regolare del 31 marzo la missione EuNavForMedSophia, lasciando così sgomberare l'area antistante la Libia da navi ed unità aeree di forze NATO imbarcate o a terra;
    - di disporre esercitazioni nazionali di pronta reazione aeronavali ed anfibie di sbarco e di rinforzo corazzato in Sicilia meridionale e sull'isola di Lampedusa da iniziare e concludere nel termine di due mesi dall'approvazione del presente atto, avvertendo gli alleati che il mancato preavviso dipende dall'effettiva esigenza di testare le capacità di reazione rapida;
    - di inviare immediatamente un messo in visita riservata a Bengasi, per avviare la ricostruzione dei necessari rapporti diplomatici, economici e militari dell'Italia con ciò che resta dello Stato libico, rappresentato dal generale Haftar chiarendo che l'Italia ha una preferenza per la Libia stabile ma non una preferenza per una Libia guidata da un uomo politico già predefinito;
    - di inviare immediatamente un Vicepremier al Cairo, per avviare la ricostruzione dei rapporti con l'Egitto del Generale El Sisi, che è un bastione di tolleranza e protezione dei cristiani nel medio-oriente, accettando l'indicazione dei colpevoli del caso Regeni che l'Egitto vorrà compiere nel quadro di tale processo, e offrendo un appropriato accordo di sviluppo infrastrutturale Libia-Egitto cofinanziato dall'Italia ed affidato a imprese di costruzioni Italiane, sul quale cercare il consenso del Generale Haftar;
    - di offrire non prima di un mese dai passi precedenti e riservatamente al Primo Ministro Serraj la possibilità di continuare ad avere il sostegno dell'Italia esclusivamente se richiederà immediatamente l'intervento, nei limiti di quanto occorrente al controllo dell'area territoriale non già occupata dal Generale Haftar, di un contingente armato di truppe Italiane in misura lasciata al Governo Italiano, sotto il comando del Governo Italiano, finalizzato a escludere qualsiasi possibilità di colpi di mano del Generale Haftar;
    - di adoperare ogni pressione, diplomatica e di intelligence, perchè il Primo Ministro Serraj sia consapevole della necessità ineludibile di accettare immediatamente l'offerta, ridispiegando la Task Force 45 presso l'ambasciata di Tripoli a protezione di un ambasciatore italiano inviato per questa trattativa;

    Laddove il Governo Libico accetti quanto suggerito

    - di inviare entro 24 ore dal via libera Libico un dispositivo militare complesso destinato a occupare, in non più di 48 ore per la prima fase ed una settimana per la seconda, l'intera area di confine tra i due contendenti, articolato come segue e per gli obbiettivi qui individuati:
    a) Brigata di marina San Marco e Brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli, rispettivamente destinate allo sbarco e successivo immediato consolidamento via mare a Sirte, dinanzi alle truppe dell'esercito Libico attualmente ferme (19 marzo) ad Harawa;
    b) Brigata paracadutisti Folgore e Brigata Aeromobile Friuli, rispettivamente destinate all'aviolancio sulle aree di Ueddan-Al Fuqaha, e Tmassah El Gatrun, per stabilire una linea di difesa di blocco delle principali direttrici verso est;
    c) 132^ Brigata Corazzata Ariete, destinata al pronto rinforzo delle forze aviolanciate percorrendo l'autostrada Sirte-Sebha, per stabilire una linea di difesa estesa nel deserto al di là e negli spazi tra le direttrici viarie est-ovest;
    - di richiamare in servizio e porre alla guida del contingente il Gen. di Corpo d'Armata Marco Bertolini, che per l'esperienza e il tipo di intervento appare essere la persona più qualificata per l'incarico;
    - di svolgere gli anticipati negoziati con il Generale Haftar e il Primo Ministro Serraj per il trattato di cooperazione Italo-Libica-Egiziana una volta stabilito questo nuovo contesto di forze sul territorio;
    - di puntare a conseguire un accordo costituzionale di lungo termine tra tutte le tribù sul territorio che conservi ad ognuna un ruolo nel controllo di settori civili della Libia, senza più divisione Est-Ovest, con una concessione novantennale di tutte le strutture petrolifere alla ENI e senza nessun ruolo della Francia, garantita dallo stabilimento permanente di una intera brigata logistica dell'esercito Italiano in una base militare, edificanda nell'area di Sirte, con compiti di "ufficio di ricezione delle domande di asilo" ed un Tribunale distaccato;
    - di finanziare attraverso l'ENI la candidatura ad elezioni costituenti degli esponenti di tutti gli schieramenti di sicuro orientamento pro-italiano.

    Laddove il Governo Libico non accetti quanto suggerito

    - di rendere nota alle milizie della coalizione di Serraj, che già hanno minacciato quest'anno Serraj stesso con operazioni armate nella stessa capitale, la possibilità di un'operazione italiana imminente, rendendo evidente la presenza della Task Force 45, attendere il successivo sfortunato ferimento o uccisione del Primo Ministro Fayez al Serraj nel suo quartier generale di Tripoli, ad opera di imprecisate forze di tali milizie, certamente presenti in area, accettare la sua eventuale richiesta di soccorso in extremis, se sopravvissuto, o altrimenti inviare entro 24 ore dal mancato via libera libico il suindicato dispositivo militare, a protezione urgente del mandato delle Nazioni Unite al Primo Ministro Serraj...;
    - di procedere all'incoronazione del Principe Mohammed El Senussi, legittimo erede del Re Idris di Libia, riconoscerlo, e proporre il suo riconoscimento alle Nazioni Unite, garantendo militarmente la sua posizione nei confronti di qualunque milizia ad est di Sirte, perché possa egli trattare con il Generale Haftar la nomina di quest'ultimo a Primo Ministro, e la successiva concessione novantennale all'ENI della maggior parte delle riserve Libiche, lasciando il resto alla Russia quale garanzia del veto nel Consiglio di Sicurezza ONU di qualsiasi condanna dell'operato italiano.

    di iniziativa del Governo
    Il Primo Ministro
    On. Ronnie

  3. #13
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    Predefinito Re: Comunicazioni della Presidenza

    Infine è stata approvata una Mozione sulla Grecia

    Mozione Cascista sulla Grecia

    Considerato che l'Eurogruppo ha bloccato i fondi alla Grecia allo scopo di costringere il governo Greco ad abolire la legge Katseli, che nel 2015 nel pieno della crisi, aveva messo un freno ai pignoramenti delle prime case bloccando quelli nei confronti di famiglie composte da almeno 5 membri e che posseggono abitazioni di un valore fino a 280 mila euro

    iL Parlamento di POL propone

    di sollecitare l'eurogruppo (e l'Unione europea in genere) a cessare questo tipo di pressioni su uno stato sovrano , pressioni che causerebbero un effetto sociale totalmente disastroso sulla già provata popolazione greca

  4. #14
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    Predefinito Re: Comunicazioni della Presidenza

    La Presidenza di POL firma la mozione sulla brexit, la mozione sulla Libia e la mozione in favore del popolo greco.
    di necessità virtù

  5. #15
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    Predefinito Re: Comunicazioni della Presidenza

    Citazione Originariamente Scritto da Maria Vittoria Visualizza Messaggio
    La Presidenza di POL firma la mozione sulla brexit, la mozione sulla Libia e la mozione in favore del popolo greco.
    Grazie
    _
    P R I M O_M I N I S T R O_D I _P O L
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    Presidente di Progetto Liberale

  6. #16
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    Predefinito Re: Comunicazioni della Presidenza

    Signora Presidente Maria Vittoria in qualità di Vicepresidente della Camera le segnalo che la Camera dei deputati di POL ha approvato tre mozioni
    Anzitutto è stata approvata la mozione di inziaziatriva del governo sul Venezuela
    Citazione Originariamente Scritto da Ronnie Visualizza Messaggio
    Mozione d'iniziativa del Governo sul Venezuela

    ---

    La Camera dei Deputati di POL

    • visto il collasso delle istituzioni storiche della Repubblica del Venezuela e l'affermarsi negli ultimi anni di un governo di tipo socialista, appoggiato anche da formazioni comuniste, con forti tratti autoritari che ha prodotto una situazione di inconcepibile prostrazione economica del popolo venezuelano;
    • viste le già fortissime ingerenze di paesi confinanti, rivieraschi e d'oltreoceano, culminate da un lato con il riconoscimento da parte di paesi nostri alleati di un Presidente ad interim nominato dal parlamento nella persona di Juan Guaidò, e con l'appello ai militari venezuelani perché destituiscano il gruppo di potere facente capo a Maduro, ormai considerato presidente illegittimo dalle opposizioni e da un numero considerevole di Stati, e dall'altro con l'invio comprovato di personale militare russo e cubano e di aiuti militari cinesi ed iraniani, seppur a norma di accordi precedenti la crisi, a protezione di Maduro rispetto ai suoi stessi militari nonché ad un possibile intervento americano e brasiliano dall'esterno del paese;
    • viste le richieste provenute da ambo gli schieramenti venezuelani ed internazionali di un'espressione definitiva della posizione italiana sulla questione di quale sia la Presidenza legittima del paese;
    • considerata l'importante presenza italiana in Venezuela ed i legami storici che uniscono il Venezuela alla nostra nazione;
    • considerata la necessità di fornire indicazioni inequivocabili su quale sia il governo che rappresenti legittimamente il popolo e lo Stato del Venezuela, anche ai fini della certezza dei rapporti giuridici tra privati e della cooperazione in materia giudiziaria e di visti;
    • considerate le conseguenze geopolitiche della scelta per l'uno o l'altro dei pretendenti, con particolare riguardo al riversarsi o meno sul mercato internazionale occidentale del petrolio venezuelano nonché con riferimento alla possibilità di trovare una soluzione al contrasto russo-americano sulle rispettive aree di vicinato ad influenza esclusiva o prevalente (territori ex CSI e limitrofi, Centro e Sud America);
    • ritenendo a questo proposito che la soluzione della questione venezuelana limitatamente ai rapporti con i Russi implichi almeno la rinuncia americana alle pretese sulla Crimea e la fine del sostegno finanziario statunitense al governo ucraino, che sono le reali ragioni dell'antagonismo di Putin, il quale trova ragioni oggettive in interventi americani sbilanciati e aggressivi in ambito ex CSI;
    • considerando che l'interesse cinese alla questione venezuelana è diversamente fondato, data la forte possibilità di una nuova guerra fredda tra la Cina e gli Stati Uniti, e non dipende affatto dalle questioni di vicinato cinesi, che esistevano anche prima delle recenti tensioni e continuerebbero ad esistere in ogni caso, non essendo affatto state determinate da interventi angloamericani in favore della Cina nazionale (Taiwan), che anzi si sono sempre mostrati equilibrati sul tema (seggio ONU, riconoscimento WTO, cessione di Hong Kong, a fronte della sola protezione dell'indipendenza de facto dell'isola di Taiwan) ed i cui governi negli anni passati hanno mostrato sin troppa accondiscendenza verso l'aggressività sinica sui mercati mondiali;
    • considerando che l'interesse iraniano al tema Venezuelano è esclusivamente connesso al contrasto degli interessi statunitensi in America Latina;
    • considerato che un attacco chirurgico brasiliano e americano alla capitale del Venezuela sarebbe invece molto difficile da immaginare con personale militare russo sul campo (data la deterrenza strategica), mentre si risolverebbe subito con il ritiro precipitoso di un'eventuale presenza militare cinese (data la non deterrenza strategica), e che di conseguenza la soluzione del problema Maduro passerebbe dal consenso di Mosca anziché da quello di Pechino;
    • considerando necessario escludere che la soluzione al problema venezuelano possa trovarsi in un prolungato e sanguinoso conflitto nelle campagne, per l'impossibilità di colpire il regime nella capitale, e che sia impossibile allo stato immaginare che Maduro e Guaidò si accordino, finché Maduro ha la garanzia di potenze che antagonizzano proprio al fine di mantenere il Venezuela in questa situazione;
    • ritenendo necessario proteggere gli italiani in ogni caso, e lavorare per il ripristino di condizioni di civiltà a favore di tutti i Venezuelani, anche nel tragico caso in cui i tentativi dovessero fallire e parlassero le armi, e considerando che gli italo-venezuelani sono una borghesia produttiva, istruita e cattolica;


    invita il Governo ed il Parlamento italiano

    1. Ad annunciare l'immediata disponibilità ad accogliere in Italia i 124mila italiani con cittadinanza nonché chiunque in possesso di passaporto venezuelano abbia i requisiti per chiedere la cittadinanza italiana, dando disposizioni perché le linee aeree italiane operino a spese dello Stato il servizio Roma-Caracas, con anticipo pubblico e con la garanzia del pagamento dei biglietti allo Stato solo una volta risolta la crisi e tornati alla normalità i corsi della moneta venezuelana, ed il medesimo trattamento garantito ai richiedenti asilo;
    2. Ad astenersi dal prendere posizione sul riconoscimento della Presidenza del Venezuela per ulteriori sessanta giorni;
    3. Ad offrire riservatamente in questi sessanta giorni al Governo americano la disponibilità al riconoscimento di Juan Guaidò come legittimo Presidente ad interim del Venezuela ed al Governo russo la disponibilità al riconoscimento della Crimea come legittimo territorio russo, in cambio della reciproca disponibilità di questi Governi a rinunciare al perseguimento delle proprie rivendicazioni nelle due aree, con l'astensione immediata da ulteriori operazioni finanziarie e militari, la convocazione di colloqui bilaterali a Roma, e la firma di due accordi di reciproco riconoscimento;
    4. Ad offrire inoltre la disponibilità ai due citati Governi a proporre il medesimo accordo in sede UE, ove lo ritengano più conveniente, e procedere comunque, sub 3, laddove la UE respinga la mediazione;
    5. A riconoscere comunque pubblicamente, trascorso il termine indicato, e qualunque sia la risposta ottenuta, la sovranità russa sulla Crimea ed il Governo Guaidò, proponendo al contempo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di assumere la stessa decisione riguardo entrambi i dossier;
    6. A sostenere, solo dopo questo, in sede internazionale la legittimità di qualsiasi intervento in Venezuela che punti a ripristinare l'esclusiva sovranità dell'Assemblea Nazionale e del Presidente da essa indicato, fino al termine naturale del mandato di essa;
    7. A offrire l'immediato intervento di tecnici, materiali e maestranze ENI per il ripristino della produzione petrolifera venezuelana, dietro garanzia del pagamento degli interventi alla compagnia con i proventi futuri della vendita del greggio, e la copertura finanziaria ponte dello Stato italiano, nonché la garanzia del diritto per tutte le compagnie petrolifere internazionali di partecipare con ENI alla messa a gara di almeno una quota - anche minima - delle riserve, garantendo le opportune royalties a prezzi di mercato a favore del popolo venezuelano, all'esito di un confronto con le sette sorelle e gli altri giocatori del mercato (Gazprom inclusa);
    8. A offrire il sostegno del Ministero dell'Interno per l'organizzazione nei termini di legge di elezioni con osservatori internazionali che permettano una sfida democratica nel rispetto della Costituzione Venezuelana alle forze politiche che intendano confrontarsi.


  7. #17
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    Predefinito Re: Comunicazioni della Presidenza

    Poi è stata approvata la Mozione di iniziativa del governo sulla TAV
    Citazione Originariamente Scritto da Ronnie Visualizza Messaggio
    Mozione d'iniziativa del Governo sulla linea Torino Lione (TAV)

    ---

    La Camera dei Deputati di Pol

    Considerando che:

    L’Italia si è impegnata tramite vari trattati internazionali, l'ultimo dei quali approvato dal nostro Parlamento il 20 dicembre 2016, alla realizzazione della linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Tale opera rientra nell’ambito del cosiddetto corridoio paneuropeo Lisbona-Kiev, uno di quelli considerati strategici per il futuro dei trasporti continentali, il che ha portato all'erogazione di consistenti finanziamenti da parte dell’Unione Europea, (40%del costo dell'opera) per cui la sua mancata realizzazione comporterebbe la perdita di questi fondi e l'esclusione del nostro paese da un importante asse di trasporto internazionale, oltre ad essere l’ennesimo duro colpo alla nostra credibilità.

    Ritenendo che:

    1) Tale opera sia in tutta evidenza utile al nostro paese, sia ora che in proiezione futura, visto che la Francia è il nostro secondo partner commerciale in Europa e che attualmente gli scambi tra i due paesi avvengono il larga parte ancora su gomma, mezzo che ormai in tutta l’area alpina viene considerato inquinante e di impatto estremamente negativo sulla complessiva vivibilità dell’area, come dimostrano le decisioni prese ormai decenni fa da Svizzera e Austria sul trasporto tramite treni dei Tir transitanti sul loro territorio.

    2) Il tracciato attuale è costruito con criteri di un secolo e mezzo fa, con un traforo a canna unica ad oltre mille metri di quota e gradi di pendenza dei binari che rendono molto problematici e costosi, oltre che più lenti, i trasporti di grandi convogli merci, che potrebbero avvenire invece in maniera molto più semplice e competitiva e con minori costi energetici, con un nuovo tracciato dotato di un tunnel alla base della montagna, che assicurerebbe una percorrenza sostanzialmente pianeggiante, così come avviene per tutte le linee ferroviarie di più moderna costruzione, tra le quali si può citare la linea di base del San Gottardo in Svizzera, inaugurata nel 2016.

    Impegna il governo di Pol a raccomandare al governo italiano

    Di procedere senza ulteriori indugi agli adempimenti necessari all'avvio dei cantieri della Tav ed adoperarsi per il proseguimento dei lavori secondo le scadenze previste, nell'ambito di un chiaro indirizzo politico che punti alla realizzazione e all'ammodernamento delle grandi infrastrutture necessarie per rendere i nostri standard di trasporto all'altezza di quelli più avanzati, fattore indispensabile per la competitività dei nostri produttori sui mercati internazionali.

  8. #18
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    Predefinito Re: Comunicazioni della Presidenza

    Infine è stata approvata la Mozione sul registro dei marchi di qualità dei prodotti tipici


    Mozione del PCF sul registro dei marchi di qualità dei prodotti tipici

    Considerati i sempre piu frequenti casi di aziende italiane specializzate nella produzione di prodotti artiginali tipici che cessano la loro attività italiana dopo averla venduta ad una azienda straniera che si appropria del marchio della storica impresa italiana riaprendola all'estero

    IL Parlamento di POL propone

    di creare un registro in cui sia fatto l’elenco delle imprese italiane di eccellenza storicamente collegate a uno specifico luogo di produzione da almeno dieci anni (ad esempio la produzione del latte tipicolocale o del formaggio locale o dei vini o della birra artiginale locale o di altri specifici prodotti alimentari prodotti artiginali locali) .
    Si propone quindi che il marchio storico decada e non possa piu essere utilizzato nel momento in cui il titolare del marchio cessa di produrlo nel territorio dello stabilimento principale di produzione italiano e lo cede ad un'azienda straniera che trasferisce la produzione all'estero (come ad esempio nel caso della ex Parmalat)
    La vendita dell'azienda e la delocalizzazione sarà pertanto possibile ma senza utilizzare indebitamente il marchio dell'azienda

  9. #19
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    Predefinito Re: Comunicazioni della Presidenza

    Approvo le mozioni del Governo di POL sulla situazione in Venezuela, sulla Linea Torino - Lione e sul Registro dei marchi di qualità per prodotti tipici italiani.
    di necessità virtù

 

 
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