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CASERTA – Nessuna grande sorpresa sull’identità dei nomi, indagati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Pm Di Vico, che ipotizza, per loro, il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa.

Alcuni di questi indagati, un paio di loro, erano, infatti, presenti a quelle trattativa con i condomini, i quali avevano saputo a cose fatte che in un appartamento del loro palazzo sarebbero arrivati diverse decide di immigrati.

Quel nostro intervento e soprattutto la sottolineatura che quell’operazione aveva avuto tra i promotori anche Don Antonello Giannotti, parroco del Buon Pastore, convinse i presunti volontari dell’ex Canapificio a rinunciare a quell’opzione e a guardare altrove. Altrove, verso un’area differente della città, più periferica: Parco Crispino. E anche li lo scorso 13 e 14 giugno dimostravano con gli articoli ripubblicati mercoledì scorso tutte le ombre che si addensavano su un’altra operazione fatta all’insaputa di chi in quel parco abita e che naturalmente ha dato mandato ai propri avvocati di difendere ragioni che sembravano e sembrano inoppugnabili. E allora vediamolo l’elenco degli indagati. Si tratta di Fabio Basile, Giovanni Paolo Mosca, Massimo Cocciardo, Vincenzo Fiano, Virginia Anna Crovella, Immacolata D’Amico e Federica Maria Crovella ai quali, ad ognugno di loro, è stato notificato, da parte dei carabinieri, un decreto contenente ordine di esibizione di atti e documenti.
Un gruppo storicamente legato alle attività che, in buonissima fede, ha condotto, a suo tempo, il vescovo Nogaro, un prelato molto attento alle tematiche sociali, alle lotte dei lavoratori e alle necessità spesso spacciate per diritti, perché diritti non erano, degli immigrati. E proprio nel centro sociale Ex Canapificio, giovedì, sono arrivati i carabinieri per acquisire documenti nei locali dove si svolgono le attività del progetto Sprar che a Caserta gestisce almeno 200 immigranti, e un giro di finanziamenti pubblici totalemente spediti dal ministero di 7 milioni e mezzo di euro.

Poi, nei prossimi giorni, dato che abbiamo importanti documenti in mano, vi spiegheremo come sull’asse Comune-Centro sociale si è arrivati all’erogazione di questi finanziamenti.

Il bando comprende la gestione dei progetti d’integrazione oltre al vitto e all’alloggio degli immigrati. Secondo la tesi dei sostituti procuratori di Alessandro Di Vico e Anna Ida Capone esiste, ci fa piacere che la pensino come noi che l’abbiamo dimostrato nell’estate scorsa, un divario tra quanto l’associazione delibera di fare per i rifugiati e quanto effettivamente viene messo in pratica. E questo, capirete che è un discorso delicato che può prefigurare il reato di truffa.

Il lavoro della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, diretta dalla dottoressa Maria Antonietta Troncone, continua insieme ai carabinieri