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Domenica in Abruzzo si vota per rinnovare la giunta e il consiglio regionale, attualmente controllati dal centrosinistra. I sondaggi danno in largo vantaggio il centrodestra guidato dal candidato presidente Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia. Gli altri candidati principali sono Sara Marcozzi del Movimento 5 Stelle e Giovanni Legnini, ex presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, candidato di PD e centrosinistra. Il quarto candidato presidente, a grande distanza dai primi tre, è Stefano Flajani, sostenuto da CasaPound.


L’Abruzzo è una regione di confine tra il Centro Italia, tradizionalmente vicino al centrosinistra, e il Sud, dove di solito è in vantaggio il centrodestra. Negli ultimi 25 anni, giunte di centrosinistra si sono sempre alternate a giunte guidate dal centrodestra. Le elezioni di domenica, però, saranno importanti anche per la politica nazionale, come ha dimostrato l’intensa campagna elettorale fatta in regione dal capo della Lega Matteo Salvini e da numerosi esponenti del Movimento 5 Stelle, come il capo politico Luigi Di Maio.

Anche se è un’elezione locale, il risultato del voto sarà usato inevitabilmenteper valutare il cambiamento nei rapporti di forza interni alla coalizione di governo. Dalle elezioni dello scorso 4 marzo, infatti, il Movimento 5 Stelle ha subìto soltanto sconfitte elettorali e cali nei sondaggi, mentre la Lega è passata da una vittoria all’altra. L’ennesimo cattivo risultato domenica sarebbe un pessimo segnale per il Movimento 5 Stelle in vista delle elezioni europee del 26 maggio e per le elezioni locali che si terranno nei mesi precedenti (il 24 febbraio si vota in Sardegna, il 24 marzo in Basilicata).

Centrodestra
La formazione della coalizione di centrodestra è stata lunga e travagliata, ma come spesso accade alla fine Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno trovato un accordo. È stato quest’ultimo partito, particolarmente forte nel centro Italia, a ottenere la candidatura alla presidenza: Marco Marsilio, 51 anni, storico esponente di Alleanza Nazionale, eletto deputato con il Popolo della Libertà nel 2008 e rieletto senatore con Fratelli d’Italia nel 2018.

La famiglia di Marsilio è originaria dell’Abruzzo, ma lui è cresciuto a Roma ed è sempre stato eletto in Lazio. Per questa ragione è stato attaccato dalla candidata del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi, che lo ha definito un “romano” inviato a “commissariare l’Abruzzo”. Marsilio ha risposto dicendo di provenire «da una famiglia di trapiantati: genitori, nonni, trisavoli sono abruzzesi» e definendo Marcozzi una «brutta copia di Virginia Raggi».

Secondo gli ultimi sondaggi Marsilio e la sua coalizione hanno un vantaggio tra i 5 e i 10 punti percentuali: un vantaggio che peraltro sembra essersi allargato nel corso della campagna elettorale e oggi appare difficile da colmare per gli avversari. In tutto il centrodestra dovrebbe raccogliere circa il 40 per cento dei voti, in crescita rispetto al 35 per cento ottenuto alle elezioni politiche del 4 marzo. Sempre secondo i sondaggi, rispetto al 4 marzo si sono invece invertiti i rapporti di forza all’interno della coalizione. Forza Italia, infatti, dovrebbe passare dal 16 per cento del 4 marzo al 9 per cento. I voti persi sembrano tutti destinati a finire alla Lega, che dovrebbe passare dal 14 al 20 per cento. Fratelli d’Italia dovrebbe rimanere stabile intorno al 4 per cento.

Centrosinistra
Il centrosinistra candiderà l’ex presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini, 60 anni, nato in provincia di Chieti, a lungo senatore e deputato prima dei Democratici di Sinistra e poi del Partito Democratico, sempre eletto in Abruzzo. Durante il governo Letta è stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri (il ruolo che oggi è del leghista Giancarlo Giorgetti). Nel settembre del 2014 è stato eletto vicepresidente del CSM, l’organo di autogoverno della magistratura (che è presieduto dal presidente della Repubblica e di solito ha un vicepresidente che non fa parte della magistratura).

Anche Legnini ha attaccato le origini del suo avversario, Marsilio, sostenendo che è un esponente della destra romana, vicino a Francesco Storace e Gianni Alemanno. «Sarà molto difficile per Marsilio dire “prima gli abruzzesi”», ha detto pochi giorni fa: «Se vogliamo prima gli abruzzesi non bisogna votare Marsilio». Legnini ha poi attaccato Luigi Di Maio e Matteo Salvini per quella che ha definito «l’invasione» della regione da parte «di due vicepremier e ministri che avrebbero certamente cose importanti da fare per il Paese» e che invece continuano a girare per l’Abruzzo per sostenere i loro due candidati.

La sinistra si presenta sostanzialmente unita: Legnini è sostenuto da otto liste differenti, capeggiate dal PD, tra cui ci sono anche LeU, Italia dei Valori e i centristi di Bruno Tabacci. Secondo i sondaggi l’intera coalizione dovrebbe raccogliere tra il 25 e il 30 per cento: sarebbe un grosso recupero rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, quando raccolse appena il 17 per cento dei voti. L’obiettivo principale però è riuscire a ottenere almeno il secondo posto, superando il Movimento 5 Stelle. Non sembra impossibile riuscirci per Legnini, che secondo i sondaggi sarebbe soltanto a un paio di punti da Sara Marcozzi, candidata del partito guidato da Luigi Di Maio.

Movimento 5 Stelle
Il Movimento 5 Stelle ha scelto come sua candidata Sara Marcozzi tramite le “regionarie”, le elezioni primarie svolte sulla piattaforma Rousseau. Marcozzi, 41 anni, avvocata, è stata scelta da poco più di mille iscritti. Attualmente è consigliera regionale del Movimento, eletta nel 2014 quando era già stata candidata presidente una prima volta (all’epoca il Movimento raccolse il 21 per cento dei voti).

Marcozzi ha spesso attaccato quello che sembra considerare il suo principale avversario, il centrodestra. Di recente lo ha incalzato sul tema delle trivellazioni in mare, a cui il segretario della Lega Matteo Salvini si è dichiarato a favore e contro cui il Movimento si batte da anni, anche in Abruzzo. «Matteo Salvini si è dichiarato favorevole alle trivellazioni», ha detto Marcozzi. «Adesso è il momento che anche i leghisti d’Abruzzo, il romano Marco Marsilio e tutto il centrodestra ci dicano da che parte stanno: sono pro o contro alle trivellazioni in Abruzzo contro cui i cittadini hanno già combattuto per anni?».

Oggi i sondaggi assegnano a Marcozzi poco più del 30 per cento dei consensi, in crescita rispetto al 2014: potenzialmente un risultato che la metterebbe davanti al candidato del centrosinistra e che potrebbe essere considerato una mezza vittoria. Ma sarebbero comunque dieci punti in meno rispetto al risultato ottenuto alle politiche del 4 marzo, quando il Movimento 5 Stelle da solo riuscì a ottenere il voto di quasi il 40 per cento degli elettori abruzzesi.