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    Predefinito Alle regionali il centrodestra è avanti ma mancano ancora i risultati finali

    Il Post

    Il candidato del centrodestra Christian Solinas è in vantaggio alle elezioni regionali in Sardegna, ma lo spoglio, cominciato questa mattina, procede ancora molto a rilento. Sono state scrutinate circa 300 sezioni su 1.840. Solinas è dato in vantaggio di più di dieci punti sul candidato di centrosinistra, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Gli exit poll diffusi domenica sera davano Zedda e Solinas quasi pari, ma ora sembra difficile che Zedda possa avvicinarsi più di tanto al suo avversario (qui i risultati ufficiali dal sito della regione Sardegna, mano a mano che arrivano).


    Chi è certamente fuori dai gioco è Francesco Desogus, candidato del Movimento 5 Stelle, terzo e con un distacco molto ampio e incolmabile. La legge elettorale in Sardegna prevede che venga eletto presidente il candidato che ottiene la maggioranza dei voti e non è previsto ballottaggio. L’affluenza è stata del 53,75 per cento, circa due punti in più rispetto alle elezioni regionali del 2014.

    Per quel che se ne può dire fin qui, sulla base dei sondaggi, degli exit poll e dei primi risultati, il centrodestra dovrebbe vincere con una larga maggioranza almeno nel voto di lista e la Lega dovrebbe ottenere un buon risultato, soprattutto a spese dei suoi alleati di centrodestra. Il centrosinistra arriverà quasi certamente secondo, ma migliorando molto il risultato rispetto alle politiche del 4 marzo. Nello spoglio parziale, il PD potrebbe diventare il primo partito, la Lega al momento risulta il secondo a poca distanza.

    Per il Movimento 5 Stelle il voto in Sardegna appare da tutti i punti di vista disastroso e si tratta solo di capire l’entità della sconfitta. Il rischio al momento è che la lista arrivi terza: lo scrutinio assegna al partito appena il 10 per cento dei voti in questo momento. Meno di un anno fa, alle elezioni politiche del 4 marzo, il M5S raccolse in tutta la regione più del 40 per cento dei voti, mentre domenica sembra avere più che dimezzato i suoi voti.

    Perché lo scrutinio è così lento?
    Tra le ragioni che spiegano perché lo spoglio prosegue così a rilento c’è il meccanismo piuttosto macchinoso con cui si è deciso di procedere all’esame delle schede. Ogni scheda infatti sarà scrutinata una sola volta durante la quale gli scrutatori prenderanno nota del voto per il candidato presidente, del voto per la lista e delle due preferenze per i candidati di lista, se presenti (invece di contare prima i voti per candidati e liste e solo in un secondo momento conteggiare le preferenze). I dati, inoltre, saranno pubblicati in maniera aggregata e non sezione per sezione.

    I comuni con un massimo di 10 sezioni forniranno i risultati soltanto al termine dello spoglio, quelli che hanno tra 11 e 30 sezioni quando avranno scrutinato almeno metà delle sezioni e quelli più grandi quando si arriverà a un quarto delle sezioni. Questo significa che i primi risultati ad essere conteggiati sono quelli dei piccoli comuni, dove il centrodestra è avvantaggiato. Il candidato del centrosinistra Zedda dovrebbe invece andare molto bene a Cagliari, la città metropolitana che con 431 mila abitanti contiene da sola un quarto degli abitanti della regione e di cui è stato eletto sindaco per la seconda volta nel 2016.

    Premio di maggioranza
    Il candidato presidente che otterrà anche solo la maggioranza relativa dei voti vincerà le elezioni; a seconda dei voti da lui ottenuti, però, la sua coalizione otterrà un diverso premio di maggioranza. Il premio di maggioranza viene infatti attribuito con un meccanismo che prevede: il 55 per cento dei seggi (33 su 60) se il presidente eletto ha ottenuto tra il 25 e il 40 per cento dei voti; il 60 per cento dei seggi (36 su 60) per una percentuale di preferenze compresa tra il 40 e il 60 per cento. Non è invece previsto alcun premio di maggioranza se il presidente eletto ha ottenuto meno del 25 per cento dei voti. La legge elettorale sarda prevede il voto disgiunto, cioè era possibile votare una lista e un candidato presidente non collegati. La soglia di sbarramento è fissata al 10 per cento per le liste che si presentano in coalizione, e al 5 per cento per le liste non coalizzate.

    I candidati
    I candidati erano sette, in totale: Andrea Murgia per la lista Autodeterminatzione, somma di vari movimenti e partiti di sinistra; Paolo Maninchedda, ex assessore ai Trasporti della giunta uscente di centrosinistra candidato con il Partito dei Sardi, di stampo indipendentista; Vindice Lecis, giornalista che si presentava in una lista in cui ci sono, tra le altre, Rifondazione Comunista e i Comunisti Italiani; Mauro Pili per la lista Sardi Liberi.

    I candidati principali erano però solo tre: Christian Solinas, di centrodestra, leader del Partito Sardo d’Azione, eletto al Senato con la Lega alle ultime elezioni politiche; il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, di centrosinistra, e Francesco Desogus del Movimento 5 Stelle.

    Solinas, 42 anni, è sostenuto da una coalizione di centrodestra formata da 11 liste diverse, in cui il principale partito è la Lega che alle precedenti regionali del 2014 non si era nemmeno presentata. Salvini è da tempo al lavoro per costruire una base politica nell’isola: nel 2017, per esempio, in vista delle elezioni politiche, formalizzò l’alleanza della Lega con il Partito Sardo d’Azione, una formazione autonomista da tempo vicina al centrodestra. È grazie a questa alleanza che Solinas è stato eletto in Senato, dove siede nel gruppo della Lega. A novembre Salvini aveva partecipato al congresso del Partito Sardo d’Azione, aprendo le porte alla candidatura di Solinas alla guida della regione. Salvini è stato molto attivo per la campagna elettorale in Sardegna: il suo obiettivo secondo gli osservatori è portare la coalizione di centrodestra a superare il 40 per cento e la Lega da sola sopra il 20.

    Zedda ha 43 anni, è stato eletto sindaco di Cagliari per due volte e proviene dall’area politica che si trova a sinistra del Partito Democratico: ha militato in Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola per poi restare indipendente. La coalizione che guida è formata da quasi tutto l’arco del centrosinistra: dal PD a LeU passando per Sardegna in Comune, lista vicina al movimento “Italia in comune” del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, e Campo Progressista, la formazione patrocinata dall’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia.

    Francesco Desogus, 58 anni, bibliotecario di Cagliari, è il candidato del Movimento 5 Stelle. Non ha precedenti esperienze in politica: lo scorso autunno ha vinto le primarie del Movimento con 450 voti su 1.350 iscritti votanti. Prima di lui era stato candidato alla regione Mario Puddu, ex sindaco di Assemini, in provincia di Cagliari, più noto e con maggiore esperienza, ma ha dovuto ritirarsi dopo essere stato condannato per abuso d’ufficio.

  2. #2
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    Predefinito Re: Il centrodestra è avanti in Sardegna

    Con tutto rispetto ma ci sono già mille discussioni...si crea un caos nel forum mostruoso
    |><)))*>

 

 

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