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  1. #1
    Neutrino NO-TUNNEL
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    Exclamation Federmeccanica, sì a Marchionne: disdetto il contratto nazionale dei metalmeccanici

    Federmeccanica: disdetto contratto 2008
    "Misura cautelativa dopo minacce Fiom"


    Gli industriali annunciano "sin da ora" il recesso dal contratto valido fino al primo gennaio 2012. Il presidente Ceccardi: "Decisione a fronte delle possibili azioni giudiziarie del sindacato". "Nessuna spinta da Fiat. E dopo Pomigliano necessario adeguare le relazioni industriali"


    MILANO - Il direttivo di Federmeccanica ha dato mandato al presidente Pierluigi Ceccardi di comunicare fin d'ora il recesso dal contratto nazionale siglato il 20 gennaio 2008 e valido fino al 2012. Lo stesso Ceccardi ha spiegato che la decisione di considerare già spirato il contratto è avvenuta "a fronte delle minacciate azioni giudiziarie della Fiom relative all'applicazione di tale accordo" ed è comunicata "in via meramente tecnica e cautelativa allo scopo di garantire la migliore tutela delle aziende". La disdetta avviene a far data dal primo gennaio 2012. Per Landini, segretario generale della Fiom, è una "decisione politica grave, irresponsabile e illegittima".

    L'invito Fiom: "Non si ceda a diktat Fiat". Proprio la Fiom, attraverso il segretario generale Maurizio Landini, aveva invitato nelle ultime ore Federmeccanica a non accettare quello che viene visto come un "diktat" di Fiat, perché "meccanismi di confronto sotto diktat alla lunga non aiutano neanche le imprese". In sostanza, la Fiom aveva invitato gli industriali della meccanica a non cedere alle pressioni di Marchionne, che senza deroghe al contratto del 2008 aveva paventato l'uscita di Fiat da Federmeccanica. "I problemi che la crisi pone si possono affrontare anche discutendo di investimenti e di maggiore utilizzo degli impianti. Senza bisogno di deroghe ma applicando il contratto nazionale e le regole che ci sono" aveva concluso Landini.

    "Nessun diktat, tutelare aziende". "Fiat non ha spinto per niente - è la replica di Ceccardi -, l'accelerazione che abbiamo imposto oggi è per tutelare le esigenze delle aziende metalmeccaniche e di un milione di lavoratori che dipendono da esse".

    "Relazioni industriali da adeguare". Il presidente di Federmeccanica ha poi spiegato che "il consiglio direttivo ha preso in esame l'evoluzione dei rapporti sindacali nel settore dopo il rinnovo del contratto nazionale del 15 ottobre 2009 e la vicenda relativa allo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco". "Il convincimento unanime è la necessità di proseguire con determinazione nell'adeguamento delle relazioni industriali, sindacali e contrattuali alla domanda di maggior affidabilità e flessibilità che proviene dalle imprese per consentire loro una migliore tenuta rispetto all'urto della competizione globale".

    "Cgil partecipi a cambio delle regole". "E' urgente - prosegue Ceccardi - una regolamentazione condivisa del sistema di rappresentanza, sulla cui necessità esiste generale consenso e disponibilità dichiarata dalle parti". Tale regolamentazione, ricorda il presidente di Federmeccanica, è prevista dall'accordo interconfederale del 15 aprile 2009, non sottoscritto dalla Cgil. L'auspicio di Federmeccanica è che anche l'organizzazione guidata da Guglielmo Epifani facia marcia indietro e che "le confederazioni attivino al più presto un tavolo per regolamentare la materia per via pattizia".

    Landini: "Strappo alla democrazia". Appresa la decisione di Federmeccanica, Maurizio Landini esprime un giudizio durissimo: "E' una decisione politica grave, irresponsabile e illegittima. Il contratto del 2008 è in vigore fino alla fine del 2011 e ha una sua ultrattività qualora venga presentata una piattaforma per il suo rinnovo". Si tratta secondo il leader della Fiom di "uno strappo alle regole democratiche grave perché si impedisce ai lavoratori di decidere sul loro contratto e si sceglie di trattare con i sindacati che non hanno alcun mandato in questa direzione e in ogni caso rappresentano la minoranza dei dipendenti metalmeccanici".

    Fiom: "Noi non ci saremo". Quanto all'incontro del 15 settembre, in cui Federmeccanica e sindacati si confronteranno sulle possibili deroghe al contratto nazionale dei metalmeccanici, Landini spiega che "la Fiom non parteciperà a tavoli che cancellano il contratto nazionale. Non partecipiamo perché non sono trattative ma semplicemente dettature della Fiat".

    "Importante manifestazione del 16 ottobre". Domani, al comitato centrale della Fiom "decideremo tutte le iniziative necessarie- conclude Landini -. E più importante ancora è la manifestazione del 16 ottobre per la difesa dei diritti del contratto e della democrazia del nostro Paese".

    Fim Cisl: "Per noi non cambia nulla". "Per noi il contratto del 2008 era già decaduto dal punto di vista formale e sostanziale. Quindi non si tratta di alcuna novità". Così Giuseppe Farina, numero uno di Fim Cisl. "Ripeto, nessuna novità sotto il cielo dal punto di vista sindacale".

    Federmeccanica: disdetto contratto 2008 "Misura cautelativa dopo minacce Fiom" - Repubblica.it

    Mentre i giornali sprecano fiumi di inchiostro su Fini, Berlusconi, Casini, Montecarlo e altre cazzate, i lavoratori perdono i pochi diritti che avevano; viene da pensare che tutta questa telenovela sui giochi di palazzo sia solo un polverone per distrarre i cittadini dagli attacchi al mondo del lavoro di cui questo governo è corresponsabile.
    Nè DAVANTI Nè DI DIETRO, MA DI LATO

  2. #2
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    Predefinito Rif: Federmeccanica, sì a Marchionne: disdetto il contratto nazionale dei metalmeccan

    Da quanto tempo abbiamo avvisato i lavoratori ? C'è un piano, fin troppo chiaro, per superare il contratto nazionale, e fare la contrattazione direttamente con l'operaio, o al massimo con i sindacati compiacenti.
    Il diritto del lavoro era nato come compensazione tra la maggior forza del datore e la minor forza dei lavoratori, i sindacati dovevano ( tramite l'aggregazione) aiutare i lavoratori a controbilanciare il potere della dirigenza.
    Il contratto nazionale era appunto un tassello fondamentale di questa visione

    E i sindacalisti dicono che non cambia nulla, gente pagata con i lavoratori che dice che non cambia nulla ! Quasi tutti i sindacati sono sanguisughe al giorno d'oggi, la ritenuta sindacale è una gabella pagata a gente come Bonanni e Angeletti.

    Ora avverrà il solito gioco all'isolamento della Fiom: il loro obiettivo ( come ha detto Romiti) non è scontrarsi con i sindacati, ma dividere i sindacati.
    In questo caso la divisione è facile, visto che due terzi dei sindacati sono già schierati in partenza
    PEOPLE SMASH AUSTERITY

  3. #3
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    Predefinito Rif: Federmeccanica, sì a Marchionne: disdetto il contratto nazionale dei metalmeccan

    cism e uilm han già detto che non gliene frega un cazzo , tanto loro hanno il contratto dell'anno scorso(quello separato per intenderci)
    sacconi ha già detto che non gliene frega un cazzo manco a lui, e la marcegaglia ha detto che l'azione di federmeccanica è stata "coerente"


    sti qua voglion diventare "competitivi" sulla pelle dei lavoratori:non è una frase fatta, è semplicemente cosi.
    stiano attenti, che qualcuno potrebbe svegliarsi.
    -Ma dai, sarà la bora..
    -Ma non siamo a Trieste!

  4. #4
    Neutrino NO-TUNNEL
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    Predefinito Rif: Federmeccanica, sì a Marchionne: disdetto il contratto nazionale dei metalmeccan

    Citazione Originariamente Scritto da MaRcO88 Visualizza Messaggio
    cism e uilm han già detto che non gliene frega un cazzo , tanto loro hanno il contratto dell'anno scorso(quello separato per intenderci)
    sacconi ha già detto che non gliene frega un cazzo manco a lui, e la marcegaglia ha detto che l'azione di federmeccanica è stata "coerente"


    sti qua voglion diventare "competitivi" sulla pelle dei lavoratori:non è una frase fatta, è semplicemente cosi.
    stiano attenti, che qualcuno potrebbe svegliarsi.
    E infatti

    Fumogeni contro Bonanni alla Festa Pd Bersani: "Una aggressione squadrista" - Repubblica.it

    Come ha detto Grillo, devono capire che è finita; sarà un autunno caldissimo
    Nè DAVANTI Nè DI DIETRO, MA DI LATO

  5. #5
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    Predefinito Rif: Federmeccanica, sì a Marchionne: disdetto il contratto nazionale dei metalmeccan

    di certo questi non sono i modi con cui la CGIL uscirà dall'isolamento, perchè diciamolo Bonanni è quello che è, ma anche la FIOM e i suoi ultra comunisti settari hanno delle belle responsabilità

  6. #6
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    Predefinito Rif: Federmeccanica, sì a Marchionne: disdetto il contratto nazionale dei metalmeccan

    il mondo cambia le sanguisughe nonle vuole piu' nessuno

  7. #7
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    Predefinito Rif: Federmeccanica, sì a Marchionne: disdetto il contratto nazionale dei metalmeccan

    I PADRONI DISDICONO IL CONTRATTO DEI METALMECCANICI CON LA PASSIVA COMPLICITÀ DELLA FIOM

    La disdetta da parte di Federmeccanica del contratto nazionale metalmeccanici del 2008 è un durissimo attacco a tutta la classe lavoratrice. Gli industriali mirano a distruggere il contratto nazionale di categoria, attraverso deroghe e contratti di settore, e ad avere solo contratti aziendali.
    L’obiettivo è dividere ulteriormente la classe operaia, mettendo in competizione i lavoratori di quelle aziende in cui essi hanno la forza per ottenere migliori condizioni di lavoro, con quelli più deboli e disposti ad accettare condizioni peggiori.
    La devastante competizione al ribasso, già in atto da anni fra i lavoratori di paesi diversi, e di cui la vicenda FIAT – in cui gli operai di Pomigliano e Mirafiori sono stati messi in concorrenza con quelli polacchi e serbi – è stato solo l’ultimo episodio, verrà in questo modo a dividere i lavoratori "nello stesso paese", immiserendoli ulteriormente.

    Come previsto il referendum di Pomigliano era il primo atto di questo attacco generale a tutta la classe lavoratrice: con la vicenda FIAT il padronato italiano ha tastato il terreno. Verificata la debolezza della reazione operaia, in realtà non organizzata da alcun sindacato, adesso i padroni affondano il colpo.

    Non è sufficiente dire che l’attacco stia riuscendo grazie ai sindacati apertamente complici CISL e UIL. Queste organizzazioni non sono mai state alleate degli operai, ma dei nemici da combattere. È la FIOM invece, che ha sempre cercato l’unità con questi sindacati e, nonostante quanto sta accadendo, ancora si muove unitariamente con essi a livello aziendale, ad esempio in Fincantieri, ILVA, Indesit, Marcegalia, ecc. La rottura di questa unità, dove e quando è avvenuta, è sempre stata una scelta di FIM e UILM, subita dalla FIOM e descritta ai suoi iscritti e agli operai come un fatto negativo e dannoso. Se ciò che dicono e fanno CISL e UIL conta ancora qualcosa fra gli operai, ciò va quindi imputato innanzitutto alla FIOM che ha dato sempre un margine di credito a queste organizzazioni. In realtà FIM e UILM fra i metalmeccanici hanno poca influenza e un vera lotta non potrebbe non travolgerle e spazzarle via.

    Se la FIOM non ha mai dato ai lavoratori indicazione di combattere fino in fondo questi sindacati è perché essi, lungi dall’essere dannosi, sono per essa di cruciale utilità. È la spudorata alleanza fra padroni e Cisl-Uil, infatti, ad avvalorare la Fiom agli occhi di molti lavoratori, e non la sua azione sindacale: se non potesse addossare il suo fallimento a questi due suoi compari si mostrerebbe chiaramente in tutta la sua inconsistenza.

    Se CISL e UIL hanno apertamente appoggiato l’attacco del padronato, che cosa ha fatto la FIOM per opporvisi, dal referendum di Pomigliano ad oggi?

    La stessa FIOM ha denunciato il referendum di Pomigliano come un attacco a tutti i lavoratori. Ma l’azione conseguente e coerente a questa giusta affermazione avrebbe dovuto essere la mobilitazione di tutta la classe lavoratrice. La FIOM invece non ha né fatto appello alla CGIL per la proclamazione dello sciopero generale di tutte le categorie, né proclamato lo sciopero generale dei metalmeccanici, nemmeno infine mobilitato unitariamente gli operai di tutto il gruppo FIAT (se non per 4 ore di sciopero per il premio di produttività). Ha invece fatto ricorso a uno stillicidio di scioperi stabilimento per stabilimento, come a Melfi dove, dopo 40 ore di sciopero a luglio, il risultato è stato il logoramento dei lavoratori che infine hanno disertato in massa l’ultimo sciopero in difesa dei tre licenziati.

    La FIOM così ha agito nel senso esattamente opposto a quello necessario: non ha unito le lotte in uno sciopero il più esteso possibile, per un comune obiettivo quanto mai palese, ma le ha mantenute divise azienda per azienda, depotenziando le energie di cui disponeva la categoria, esaurendole, lì dove erano presenti, nel vicolo cieco della lotta dentro la galera aziendale.

    Peggio: la FIOM nemmeno ha spiegato e propagandato fra i lavoratori la necessità di ricorrere allo sciopero generale. Di fronte alla FIAT che marciava a tappe forzate seguendo il suo piano di attacco ai lavoratori, seguita dal resto degli industriali, la dirigenza FIOM si è limitata a proclamare una manifestazione (nemmeno uno sciopero!) per due mesi e mezzo dopo!

    Nemmeno ora che il previsto attacco generale a tutta la classe operaia si è concretizzato con la disdetta del contratto metalmeccanico la FIOM cambia linea: si rifiuta di organizzare un vero sciopero generale, non si appella alla CGIL per estenderlo alle altre categorie, e annuncia 4 ore di fermata "articolate territorialmente". Nel frattempo continua con gli scioperi per stabilimento, come alla Sevel di Atessa e alla Piaggio.

    Naturalmente i bonzi sindacali giustificheranno sempre la loro reticenza a organizzare veri scioperi col timore del loro fallimento. Che questo timore sia fondato o meno, a seconda delle situazioni, ciò che conta e che dimostra le intenzioni dei dirigenti FIOM è il fatto che essi non facciano ricorso ad alcuna simile giustificazione per spiegare perché non organizzano una vera mobilitazione, per il semplice fatto che di questa mobilitazione nemmeno ne parlano!

    Si fa invece l’esatto contrario: i padroni accusano la FIOM di essere un sindacato conflittuale; la FIOM respinge l’accusa al mittente dicendo essere Marchionne a volere la "lotta di classe" – non certo loro! – mentre essa è per il ritorno al precedente registro di relazioni sindacali fatto di trattative e qualche sciopero di poche ore lì dove serve, come se con esso la classe operaia non abbia subito da trent’anni ad oggi altro che sconfitte!

    Accusando Marchionne e Federmeccanica di "volere lo scontro", di voler scendere sul "piano della forza", la FIOM non mette in difficoltà i padroni – che sanno quel che fanno e lo fanno bene – ma quei lavoratori disposti a scendere finalmente sul piano dello scontro aperto, avvilendo la loro combattività affogata nella melma dei sermoni sul rispetto delle "regole democratiche".

    Si capisce quindi, che se gli industriali accusano la FIOM di "conflittualità" non è certo perché sono così sciocchi da credere di liberarsi in questo modo del sindacato con più iscritti fra i metalmeccanici. Sanno invece in questo modo avvalorare la FIOM fra gli operai, e lo fanno perché ben conoscono e apprezzano il suo lavoro insostituibile nell’impedire che i lavoratori si organizzino per condurre delle vere lotte, incanalando le lotte in scioperi finti e perdenti, fatti di 4 ore, divisi per regioni, aziende e stabilimenti, e di innocue manifestazioni con malcelati fini elettorali.

    La persecuzione contro alcuni iscritti FIOM, con denuncie e licenziamenti (Fincantieri, FIAT), non contraddice affatto questo giudizio. Qualche atteggiamento più conflittuale "in fabbrica" è funzionale a evitare che i lavoratori più combattivi sentano la necessità di organizzarsi al di sopra della fabbrica e dell’azienda. La massa dei lavoratori vede solo la Fiom in fabbrica, e in essa non trovano un organismo che unisca le loro lotte con quelle dei lavoratori delle altre aziende, ma che le mantiene il più possibile divise e compartimentate.

    Ugualmente la Fiom terrà sempre i suoi iscritti rinchiusi dentro la Cgil, nonostante questa li isoli dagli altri lavoratori e si muova contro di essi, come a Pomigliano dove di fatto ha dato indicazione analoga a quella di Cisl e Uil.

    Compagni, operai, lavoratori!

    La demolizione del contratto nazionale di categoria, unitamente a quello dello "Statuto dei lavoratori", non sono un fatto inatteso ma sono in atto da anni, e con l’avallo della stessa Fiom che di fatto ha accettato lo sviluppo della contrattazione integrativa aziendale, i contratti d’area, i premi produttività, il ricorso agli appalti, la flessibilità del lavoro. La disdetta del contratto dei metalmeccanici e il "Collegato lavoro" di prossima approvazione parlamentare segnano un passo ulteriore in questa direzione, e molto probabilmente un passo decisivo.

    La Fiom si appresta a seguire quanto ha fatto in tutte le precedenti tappe che hanno portato a questo punto, mettendo in piedi una finta opposizione per poi finire per accettare come dato di fatto la nuova sconfitta. Che la dirigenza Fiom pretenda di dare a bere che 4 ore di sciopero e una manifestazione possano servire a respingere un simile attacco è grottesco!

    La FIOM non è alternativa a CISL e UIL ma complementare ad esse. Non è un sindacato di classe e conflittuale, ma l’ala sinistra dei sindacati concertativi e di regime. I suoi dirigenti non sono organizzatori della lotta operaia ma professionisti del tavolo delle trattative al quale pietiscono d’essere riammessi, presentando quali credenziali il curriculum di migliori calmieratori della combattività operaia, e paventando ai padroni il rischio dell’esplosione della vera lotta operaia in assenza di questo loro lavoro. I padroni non hanno certo bisogno che la FIOM spieghi loro questo. Lo sanno molto bene e se la tengono fuori dal tavolo delle trattative è perché sanno che anche così essa mai organizzarà vere lotte e che quindi, di fronte a un attacco della durezza di quella attuale, la FIOM svolge meglio la sua funzione fuori, non dentro, la trattativa.

    Di fronte all’attuale attacco la sola mobilitazione della durezza necessaria sarebbe lo sciopero generale e ad oltranza. Ma un simile scontro non si improvvisa: va preparato, organizzato, propagandato e spiegato ai lavoratori. È frutto di una recuperata fiducia nelle proprie forze e nel mezzo della lotta. E soprattutto è possibile solo con un’organizzazione di lavoratori nata e cresciuta per la lotta: con un sindacato di classe.

    Questo è il problema fondamentale non eludibile della lotta operaia e finché non sarà affrontato e risolto non vi potranno essere nemmeno potenziali vittorie per i lavoratori, ma solo sconfitte certe.

    Partito Comunista Internazionale



    Related Link: http://www.international-communist-p...ianPub...s.htm

 

 

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