Varia da persona a persona: ci sono quelle più istintive e quelle più razionali, ma non vi sono persone completamente istintive o completamente razionali.
No cioè si, in questo caso.
La musica cambia a seconda dei tempi e dei luoghi, ma le note restano le stesse.
La fede non è una risposta consolatrice che permette di evitare il problema: al contrario è una sfida continua con alti e bassi, cadute e risalite, esaltazione e stanchezza. Non è la paura dell'insignificanza a spingere questo cammino, ma la sfida ai dilemmi dell'esistenza: rispondersi aprendo a possibilità oltre il limite del sensibile non è segno di limitatezza, anzi. L'essere umano è andato avanti credendo sempre che ci fosse qualcosa OLTRE (l'orizzonte, il confine, oltre le possibilità del già noto), e la metafisica del resto non è ciò che va contro la fisica ma che va oltre essa.
Per millenni lo è stato, e in certe zone del mondo lo è tutt'ora. La patria è il luogo che identifichiamo come "nostro", il luogo dove si trova la casa, la comunità, e se quel luogo è il villaggio tribale, o la sua evoluzione, la città-stato, allora esso è la patria.
Alquanto apodittico, mi viene da dire. Produrre in serie esseri umani non è mai riuscito a nessuno, altrimenti come spieghi che le grandi potenze schiaviste non abbiano mai impiantato fabbriche/campi di allevamento di schiavi e invece continuassero a comprarli da conflitti o razzie?
Lasciar fare alla natura era l'unica cosa possibile, e se l'istinto gregario spinge a formare comunità, la famiglia è la comunità base.
L'anno Mille (quello vero, non quello di assurdità antistoriche come quelle scritte dagli illuministi) avrebbe MOLTO da insegnare in temi di diritti, rispetto degli altri e ragione.