"Basta con le noiose tribune politiche senza ascolti! Ha ragione Barachini a volerle trasformare in trasmissioni più interessanti per la gente con un confronto all'americana, cosa che Sky fa già da 10 anni. Su questo, giacché parliamo di ascolti e share, sarebbe bello che facessero sentire la loro opinione anche il neo direttore generale della Rai Matassino e l'ad Salini, visto che si tratta di approfondimenti in materia di informazione su un momento cruciale per il Paese e che l'Agcom ha richiamato proprio di recente la Rai a maggiori confronti tv". A 24 ore dal termine ultimo per la presentazione degli emendamenti al regolamento sulla par condicio in Vigilanza Rai, il segretario della commissione Michele Anzaldi (Pd) lancia la sfida: "Domani si vedrà davvero chi vuole cambiare e far capire le proprie ragioni agli elettori e chi, invece, se la vuole suonare e cantare", dice all'Adnkronos. "Io concordo sulla proposta del presidente della commissione di vigilanza Barachini che è anche relatore del regolamento al voto venerdì prossimo, 5 aprile - spiega Anzaldi - All'articolo 9 del provvedimento lui propone, infatti, di trasformare una parte delle tribune politiche in trasmissioni più appettibili con il confronto all'americana, accogliendo così i due recentissimi richiami dell'Agcom. Ed è, invece, vergognoso che il Movimento Cinque Stelle in commissione di Vigilanza cerchi di impedire i confronti elettorali. Come fanno giornalisti come Paragone e Di Nicola ad appoggiare chi vuole azzerare i dibattiti elettorali? Come fa il senatore Airola ad allinearsi ad una deriva del genere? E come è possibile che su questo tacciano sia il presidente Fico che la parlamentare Nesci che proprio di recente si sono espressi sul tema Rai in un convegno organizzato appositamente?", si domanda Anzaldi. "L'obbligo del contraddittorio, peraltro - rimarca Anzaldi - è stato richiamato in maniera puntuale e precisa dall'Agcom nelle due delibere delle ultime settimane che hanno sanzionato l'assenza di pluralismo in Rai: non è una gentile concessione, ma un obbligo di legge, finora disatteso dal servizio pubblico che ospita esclusivamente monologhi. Sorprende che cronisti che hanno alle spalle una lunga carriera nel mondo del giornalismo si facciano dettare da Casalino le regole deontologiche. Siamo al rovesciamento della realtà. Perché confronti come quello tra Boschi e Borgonzoni visto su La7 non possono essere visto dai telespettatori anche sul servizio pubblico?"