Per l’enorme importanza che la personalità di Antonio Simon Mossa ha rappresentato e tuttora rappresenta nel panorama politico e culturale della Sardegna e aggiungerei dell’Europa, apro questo thread col quale condividere testimonianze e scritti non facilmente reperibili.
Considerato il teorico dell’indipendentismo sardo contemporaneo, è stato un profeta e precursore, una guida politica lungimirante ed originale senza pari.
In tutti i campi della poliedrica attività in cui ha profuso il suo impegno, dall’architettura al cinema, dalla militanza politica al giornalismo, dalla letteratura alla musica, dalla conoscenza delle lingue alle trasmissioni radiofoniche, ha lasciato segni indelebili, aperto nuove strade e tracciato solchi in cui far crescere consapevolezza e bellezza.
La prima volta che sentii parlare di Antonio Simon Mossa fu a Milano, nella seconda metà degli anni ’70, a casa di Giovanni Columbu (dove conobbi anche Michele Columbu e la Sig.ra Simonetta Giacobbe) il quale mi mostrò un fascicoletto ciclostilato del MIRSA (Moimentu Indipendentistigu Revolussionariu Sardu). Ne rimasi soggiogato. Successivamente ebbi modo di leggere quanto riportato da Sergio Salvi in “Le Nazioni proibite” pubblicato nel 1973, ed il fondamentale “Le ragioni dell’indipendentismo” ciclostilato dalla Federazione oristanese del PSd’Az nel 1978, e in seguito altri testi tra cui “L’autonomia politica della Sardegna 1965” Edizioni di “Sardegna Libera”.
Ma ricordi personali a parte, rendo merito alla generosità di Giampiero “Zampa” Marras che una ventina d’anni fa mi fece avere le fotocopie delle testimonianze su Antonio Simon Mossa pubblicate dal quotidiano “La Nuova Sardegna”; in particolare l’inserto speciale del 18 agosto del 1971 per omaggiare la figura del grande Maestro dopo la sua prematura scomparsa, oltre ad altri interventi negli anni successivi sul medesimo quotidiano.
Sono testimonianze straordinarie di personalità molto note della cultura sarda che hanno conosciuto da vicino Antonio Simon Mossa e pertanto preziosissime per evocarne lo spessore intellettuale e umano.
Giampiero “Zampa” Marras è riconosciuto “l’erede politico”, il discepolo per eccellenza di A. Simon Mossa, sicuramente colui che ne ha tenuta viva la memoria e divulgato la conoscenza.
Ciò che segue sono gli interventi contenuti nell’inserto speciale citato.
Da allora sono trascorsi ben 48 anni, quei testimoni ormai scomparsi; ma la forza e i contenuti di quelle descrizioni risultano più che mai attuali.