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    Predefinito Re: Il Governo delle 271 bufale....

    Citazione Originariamente Scritto da standing bull Visualizza Messaggio
    Possono sempre mettersi a vendere mozzarelle.
    Io me lo vedo Tontinelli dietro al banchetto in piazza con il berrettino in testa, il grembiule bianco e la matita sull'orecchio
    scusi, questa mozzarella è scaduta ...

    questo lo dice lei !

    veramente c'è scritto sulla confezione ...

    e cosa c'è scritto?

    che è scaduta !!

    vede che lo dice lei ?
    Le plus grand soin d’un bon gouvernement devrait être d’habituer peu à peu les peuples à se passer de lui.

  2. #12
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    Predefinito Re: Il Governo delle 271 bufale....

    Oggi pubblichiamo le bufale di LUGLIO 2018


    3 luglio 2018



    Luigi Di Maio: “In Italia un minore su due ha giocato d’azzardo almeno una volta” (Facebook, min. -38.10).

    Come riporta Pagella Politica, uno studio realizzato dall’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr considera gli studenti di età compresa tra i 15 e i 17 anni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e conclude che si tratta del 40,2 per cento dei circa 1,5 milioni totali. Rappresentano quasi il 6 per cento degli under 18 residenti in Italia al primo gennaio 2017, pari a 9.910.710 persone.



    Claudio Borghi: “Saldo e stralcio significa che non è un condono. […] Il discrimine fra il condono e il non condono è: chi ha subito un accertamento ed è stato pescato con le mani nel sacco, su queste persone non ci sarà nessun tipo di pace fiscale, se uno ha dichiarato correttamente quello che ha potuto fare e poi è andato in difficoltà, da una parte c’è il dolo accertato, tu hai evaso le tasse e non le hai dichiarate, dall’altra c’è l’impossibilità” (In onda - La7).



    Secondo l’enciclopedia Treccani un condono è un “provvedimento legislativo che prevede un’amnistia fiscale e ha lo scopo di agevolare i contribuenti che vogliano risolvere pendenze in materia tributaria”. Entrambe le possibilità citate da Borghi rientrerebbero in questa definizione.



    Claudio Borghi: “Vorrei dire una cosa sul gettito della flat tax, fino adesso ogni volta che è stata sperimentata ha sempre portato un gettito uguale o addirittura superiore di quello del sistema ad aliquote” (In onda - La7).

    Secondo una nota dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani gli esempi di adozioni della flat tax sono avvenuti in Estonia, Lituania, Lettonia, Russia, Ucraina, Slovacchia, Georgia, Romania. In tutti i casi, tranne Lituania, Lettonia e Russia, “l’introduzione della flat tax ha portato, nonostante l’ampliamento della base imponibile e le risposte comportamentali, una riduzione del livello di entrate rispetto al pil”.



    Claudio Borghi: “Prendiamo per buono che lo spread si muova perché la gente nel mondo si spaventa e non perché, come penso io, la Bce ha gridato ai quattro venti che sta per finire il Qe […] che ogni volta veniva rinnovato. […] Noi abbiamo una lieve anomalia: che il debito pubblico dell’Eurozona non è garantito da una banca centrale, perché normalmente succede così […], perché in Ungheria non c’è lo spread anche se c’è Orban che è cattivissimo a vostro giudizio? Perché in Inghilterra nessuno si è preoccupato dello spread anche dopo la Brexit?” (In onda - La7).



    L’affermazione di Borghi è corretta quando si concentra sul Regno Unito, che gode storicamente di un basso spread sui propri titoli pubblici rispetto a quelli tedeschi. Sbaglia tuttavia quando afferma che “in Ungheria non c’è lo spread”: in realtà solo nell’ultimo anno il differenziale ungherese ha raggiunto i 350 punti, per poi attestarsi a marzo attorno ai 250 punti. Infine, se Borghi sostiene che normalmente le banche centrali garantiscono il debito pubblico dei paesi che emettono la moneta nazionale, in realtà per la configurazione attuale dell’Eurozona la Bce – tramite le Omt – garantisce il debito dei paesi membri, mentre la Fed americana non tutela il debito degli stati americani, a differenza del debito federale, come sostiene Andrea Terzi su Lavoce.info.



    Claudio Borghi: “Finiti gli incentivi siamo tornati ancora a ribloccarci [sull’occupazione]” (In onda - La7).

    Dopo la fine della decontribuzione triennale per i contratti a tempo indeterminato introdotta con la legge di bilancio 2015, i dipendenti (vale a dire gli occupati favoriti dalla decontribuzione) sono continuati ad aumentare anche nel 2018, di 180 mila unità, sebbene quelli a tempo indeterminato siano calati. Anche gli occupati totali (tenendo conto anche degli autonomi) sono aumentati di quasi 200 mila lavoratori (dati Istat).



    8 luglio 2018

    Danilo Toninelli: “Abbiamo scoperto dopo due settimane che due navi di Ong, tra le più attive, battevano bandiera olandese in modo illegale, e che oltretutto non avevano le caratteristiche tecniche per poter soccorrere il numero di persone su cui normalmente intervenivano. Quindi violavano il codice di condotta varato dal precedente governo. Abbiamo fatto rispettare la legalità […]” (Il Fatto Quotidiano).



    Affermando che le navi Lifeline e Seefuchs battano bandiera olandese illegalmente, Toninelli fa probabilmente riferimento al tweet della rappresentanza dei Paesi Bassi all’Unione europea, in cui si legge che le due navi non figurano nei registri navali del paese. Tuttavia le due navi risultano registrate presso il registro ufficiale dell’International maritime organization (Imo), che attesta che la Lifeline ha bandiera olandese, mentre la Seefuchs bandiera tedesca. Il motivo per cui la Lifeline non compare nei registri navali olandesi è dovuto al fatto che si tratta di un’imbarcazione di piccole dimensioni (fonte Reuters). E’ comunque inesatto affermare che le due navi siano apolidi e che battano bandiera olandese illegalmente. Per quanto riguarda il codice di condotta Minniti, esso non ha valore di legge, ma è equivalente a un accordo tra le parti di natura privatistica (fonte Asgi). Perciò è del tutto improprio parlare di violazione della legge.



    Danilo Toninelli: “Un milione di persone è pronto a partire dalla Libia” (Il Fatto Quotidiano).

    Secondo il sistema di monitoraggio Displacement tracking matrix dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, in Libia sono presenti quasi 700 mila migranti (il dato di aprile 2018, disponibile al momento della dichiarazione, segnalava 690.351 migranti). La stima di Toninelli è quindi esagerata. Inoltre, nessuno può affermare con certezza che i migranti presenti in Libia siano in procinto di partire. Anzitutto, la Libia è sempre stata anche un paese di destinazione e non soltanto di transito (fonte Oim). Non solo: secondo l’Oim la maggior parte delle persone che si trovano in Libia non intendono partire e non hanno un piano migratorio. Il Corriere della Sera ha consultato gli inviati dell’Onu in loco oltre ai funzionari del ministero dell’interno a Tripoli, i quali stimano che sono circa 200.000 i migranti che sperano di potersi imbarcare alla volta dell’Italia, o comunque delle coste europee, non un milione. L’affermazione di Toninelli non trova quindi riscontro in queste stime.



    9 luglio 2018

    Matteo Salvini: “Dallo sbarco all’esame del ricorso si arriva quasi a tre anni” (La Verità).

    Secondo gli unici dati a disposizione (fonte Unhcr), riferiti al 2017, l’attesa media del richiedente asilo a partire dallo sbarco in Italia è pari in media a 13 mesi fino all’esito della commissione territoriale e – per chi ha ricevuto un diniego – 10 mesi e mezzo per conoscere l’esito del ricorso di primo grado. In totale dunque 24 mesi, non 3 anni. L’analisi prendeva in considerazione anche i dati sul ricorso in secondo grado e sulla Cassazione, ma il primo è stato abolito dal cosiddetto decreto Minniti-Orlando approvato nella primavera del 2017, mentre alla seconda accedono “pochissimi casi”. Proprio il decreto legge n.13 del 17 febbraio 2017 aveva ulteriormente ridotto i tempi burocratici delle richieste e dei ricorsi (fonte Agi) e dunque le tempistiche riportate vanno intese come approssimate per eccesso.



    Matteo Salvini: “Abbiamo appena dirottato 42 milioni dal capitolo accoglienza al capitolo rimpatri” (La Verità).



    Nel corso della conferenza stampa congiunta con il vicepremier libico Ahmet Maitig del 5 luglio 2018, Salvini aveva annunciato lo spostamento di 42 milioni di euro dall’accoglienza dei migranti ai rimpatri, sottolineando che il trasferimento di questi fondi era stato possibile dopo uno screening di tutti i progetti di “integrazione e accoglienza” in corso, finanziati sia dall’Italia sia dalla Ue (fonte Ansa). Come aveva riportato il giorno successivo la Repubblica, l’Unione europea aveva fatto sapere che nel caso quei 42 milioni provenissero da fondi comunitari, non era possibile spostarli a piacimento del governo da un progetto all’altro, considerato che sono fondi vincolati a scopi precisi e predeterminati. Non risulta che la questione abbia poi avuto seguito. Come riporta Agi, al 30 gennaio 2019 il governo ha in effetti stanziato delle risorse per il Fondo rimpatri: secondo l’articolo 6 del decreto sicurezza, le risorse ammontano in totale a 3,5 milioni, di cui mezzo milione per l’anno da poco concluso. Non si tratta però di risorse nuove: la nuova disposizione sostituisce infatti una precedente, contenuta nella legge di Bilancio per il 2018 (legge 205/2018), all’articolo 1 co. 1122 lettera b). Questa già disponeva che nel triennio 2018-2020 venissero stanziati 3,5 milioni di euro per i rimpatri volontari. Il nuovo governo ha quindi semplicemente ricollocato risorse già previste per i rimpatri volontari alla voce rimpatri in via generale: sarà quindi possibile utilizzarle anche per i rimpatri coatti, cioè per le “espulsioni”. Inoltre, i rimpatri volontari sono invece stati specificamente finanziati con ulteriori 12,15 milioni di euro (di cui il 50 per cento proveniente dalla Ue) con un nuovo bando del ministero dell’Interno. Ma ad oggi le attività progettuali collegate non sono ancora state avviate. Non risultano a bilancio i 42 milioni di euro destinati ai rimpatri annunciati da Salvini.



    11 luglio 2018

    Erika Stefani: “Non è vero che l’immigrazione sosterrà il sistema previdenziale, anzi. Un operaio giunto dall’estero, con moglie e figli a carico, costa più di quel che versa” (Facebook).






    Incrociando i dati del Mef con quelli Istat, ogni anno la Fondazione Leone Moressa calcola dettagliatamente il rapporto costi benefici degli immigrati in Italia. Secondo il rapporto del 2017 (quello disponibile al momento della dichiarazione), le entrate comprendono innanzitutto i versamenti Irpef degli immigrati, pari a più di 3 miliardi di euro. Al gettito Irpef sono poi aggiunte altre voci, per un totale 7,2 miliardi. Oltre al gettito fiscale, vanno poi considerati i contributi previdenziali: si può stimare che i 2,4 milioni di stranieri occupati in Italia abbiano versato complessivamente 11,5 miliardi di euro. Un dato che sommato ai 7,2 miliardi porta a 18,7 miliardi di euro di entrate. Per quanto riguarda i costi, si stimano uscite per 16,6 miliardi di euro. Il saldo tra entrate e uscite porta quindi a un risultato positivo per 2,1 miliardi di euro (fonte il Sole 24 Ore). Inoltre, una simulazione presentata nel 2017 dall’ex presidente dell’Inps Tito Boeri mostra che l’azzeramento dei flussi in entrata di contribuenti extracomunitari produrrebbe per il 2040 73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinate a immigrati, con un saldo netto negativo di 38 miliardi per le casse dell’Inps (fonte Inps).



    12 luglio 2018

    Matteo Salvini: “[La protezione umanitaria] oggi riguarda circa il 40 per cento delle domande a cui vien data risposta positiva, quindi “residuale” e 40 per cento non vanno d’accordo” (Facebook).

    Qui Salvini sbaglia per difetto: in realtà la protezione umanitaria rappresenta quasi il 60 per cento degli esiti positivi, sia a giugno 2018 sia su tutto il 2017.



    14 luglio 2018

    Luigi Di Maio: “Quel numero [gli 8 mila posti di lavoro che si perderebbero in un anno a causa del Decreto Dignità] […] ci tengo a dirvi che è apparso nella relazione tecnica al decreto la notte prima che si inviasse il decreto al Presidente della Repubblica” (Facebook).



    Come riporta La Stampa, la relazione tecnica con la stima dell’impatto occupazionale negativo del decreto Dignità è stata inviata dalla segreteria tecnica dell’Inps all’ufficio legislativo del ministero del Lavoro il 6 luglio 2018, sei giorni prima dell’emanazione del decreto da parte del Presidente della Repubblica, il 12 luglio.







    16 luglio 2018

    Luigi Di Maio: “Dalla fine del 2012 siamo passati da 3,1 milioni di contratti a tempo determinato a quasi 5 milioni di contratti a tempo determinato, a disoccupazione invariata” (Bersaglio mobile - La7).



    I numeri coincidono con i dati del Rapporto annuale Inps di luglio 2018, ma l’errore sta nella definizione della grandezza in questione: Di Maio parla di contratti a tempo determinato, mentre i quasi 4,6 milioni annoverati dall’Inps sono la somma dei contratti a tempo determinato in senso stretto più i contratti stagionali, di apprendistato, a intermittenza e a somministrazione (l’insieme di queste categorie costituisce i cosiddetti contratti a termine). Stando alla definizione dell’Inps, queste tipologie di contratto possono essere sia a tempo determinato che a tempo indeterminato. Se si fa riferimento al tempo determinato in senso stretto, le cifre parlano di circa 2,8 milioni di contratti, sia secondo l’Inps che le statistiche Eurostat (bit.ly/2HIR7sY). Quasi la metà del numero citato da Di Maio (fonte Lavoce.info).



    Il ministro Savona, l’Omt e il Qe. I 170 mila immigrati ospitati negli hotel. Il ritorno della Crimea in Russia. Il miliardo di euro di pensioni sociali erogate agli immigrati e i loro contributi. I costi del reddito di cittadinanza. La Tap senza ricadute occupazionali, di sviluppo e di prestigio


    17 luglio 2018

    Paolo Savona: “Draghi mostrò grande abilità nel varare l’Omt, più noto come QE (Quantitative Easing) europeo, sfruttando gli interessi dei Paesi che ne avrebbero beneficiato per rientrare dai loro crediti” (La Repubblica).



    Come ha spiegato Andrea Terzi su Lavoce.info, il ministro Savona confonde il Quantitative Easing, lanciato da Draghi nel 2015, con l’Omt (Outright Monetary Transactions), avviato nel 2012. Il primo è un piano di acquisto di titoli pubblici di tutti i paesi dell’Eurozona, mentre il secondo ha introdotto per la Bce la possibilità (mai attuata) di acquistare titoli sul mercato secondario di un paese in difficoltà finanziaria senza alcun limite prefissato, a condizione che il paese aderisca a un programma di assistenza finanziaria.



    19 luglio 2018

    Matteo Salvini: “Oggi ospitiamo 170 mila immigrati negli hotel, in attesa del verdetto” (Washington Post).

    Matteo Salvini non è nuovo citare il dato degli stranieri ospitati negli hotel. Si tratta tuttavia di una bufala, come verificato da Lavoce.info. I migranti presenti nel sistema di accoglienza italiano a giugno 2018 erano poco più di 165 mila: dunque il dato numerico di Salvini è sostanzialmente corretto. E’ tuttavia profondamente sbagliato definirli “in hotel”: non esistono dati pubblici sul numero di richiedenti asilo ospitati negli alberghi, e quanti in ex caserme e altre strutture. Tuttavia negli hotel si trovano probabilmente solo tra i Cas (centri di accoglienza straordinaria), che coprono solo una parte delle strutture. E’ quindi impossibile che gli hotel accolgano la totalità dei migranti.



    Matteo Salvini: “Seguendo le politiche dell’Unione Europea negli ultimi anni il debito italiano è arrivato a un nuovo record” (Washington Post).

    Come fatto notare dal Foglio, in realtà spesso negli ultimi anni il nostro paese non ha rispettato le raccomandazioni della Commissione europea. Sulle tasse, le agevolazioni fiscali, il livello di investimenti, la giustizia, la contrattazione aziendale, il finanziamento dell’istruzione e dell’università, la lotta contro la povertà, la Commissione ha rilevato ritardi e debolezze – non corrette dai governi italiani – negli anni. Inoltre, il debito italiano si è leggermente ridotto negli ultimi quattro anni (fonte Istat).



    Matteo Salvini: “[In Crimea] c’è stato un referendum [per l’annessione alla Russia], in cui il 90 per cento dei votanti ha deciso per il ritorno alla Federazione Russa” (Washington Post).

    In questa frase Salvini commette due errori: per prima cosa la penisola di Crimea non è mai stata parte della Federazione Russa (ma solo dell’Urss, prima del suo disfacimento), prima del referendum di annessione del 18 marzo 2014; non si può dunque parlare di “ritorno”. Inoltre, molti organismi internazionali indipendenti, come l’Ocse e le Nazioni Unite, hanno dichiarato illegittimo il referendum, per via del mancato rispetto dell’integrità territoriale ucraina e dell’assenza di trasparenza nel voto. Un’altra risoluzione dell’Assemblea generazione dell’Onu riporta la preoccupazione per le violazioni dei diritti umani perpetrate dalle autorità russe. D’altronde, nonostante le parole del ministro Salvini, l’Italia continua a non riconoscere l’annessione della Crimea, così come l’Unione europea, e per questo impone sanzioni alla Russia. Sanzioni tra l’altro rinnovate e ancora in vigore, con il voto italiano, come accaduto due giorni prima della dichiarazione di Salvini (il 5 luglio 2018), quando il Consiglio europeo ha rinnovato parte delle sanzioni “all’unanimità”.



    Gian Marco Centinaio: “Sono pazzi da legare” [linkando la notizia secondo cui i prodotti agroalimentari italiani sarebbero “sotto attacco” da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità] (Twitter).



    Nel report “Time to deliver” l’Oms affronta il tema delle malattie non trasmissibili da persona a persona, tra cui molte patologie legate anche allo stile di vita, per esempio quello alimentare. Tuttavia in questo rapporto i prodotti agroalimentari italiani non vengono mai citati. Si scrive generalmente di etichette di indicazione della quantità di sale e di incentivi e disincentivi fiscali, ma mai riferiti al made in Italy (fonte Valigia Blu).




    Gian Marco Centinaio
    @Giamma71
    Sono PAZZI DA LEGARE. #tutelamadeinitaly #italianfood https://terraevita.edagricole.it/fea...ia-a-new-york/

    188
    22:00 - 19 lug 2018
    Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter

    Grana, olio, prosciutto sotto il tiro dell'Oms, il ministro Centinaio promette battaglia a New York...
    L'agenzia dell'Onu mette i prodotti leader dell'agroalimentare italiano sotto accusa per il contenuto in sale e grassi, ma non usa lo stesso trattamento per i prodotti che contengono aspartame....

    terraevita.edagricole.it
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    23 luglio 2018

    Matteo Salvini: “Siamo arrivati a circa un miliardo di euro di pensioni sociali erogate agli immigrati che sono arrivati qua coi ricongiungimenti familiari, sopra i 65 anni, senza aver mai pagato una lira di contributo” (7 Gold).



    La dichiarazione di Salvini assomiglia a un virgolettato del 13 febbraio 2018 a “Otto e mezzo”. In quell’occasione Lavoce.info aveva verificato la dichiarazione, falsificandola. Secondo i dati dell’Inps il costo totale delle pensioni di carattere esclusivamente assistenziale pagate ai cittadini extracomunitari e a quelli comunitari provenienti dall’Europa dell’Est è pari a quasi 508 milioni di euro, poco più della metà del miliardo citato dal leader della Lega. Inoltre, la narrazione è errata: secondo l’ex presidente dell’Inps Tito Boeri gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono solo 3.



    Luigi Di Maio: “Tre milioni di italiani non hanno cibo e cinque milioni sono poveri” (L’aria che tira - La7).

    I numeri citati da Di Maio sono corretti ma presentano un’imprecisione. Il primo proviene da un rapporto di Coldiretti in cui si legge che nel 2017 circa 2,7 milioni di persone hanno beneficiato degli aiuti alimentari. Si riferisce però ai residenti in Italia, non ai cittadini italiani, che secondo un’indagine del ministero del Lavoro sarebbero soltanto il 69,5 per cento del totale. Il secondo è ripreso dal report dell’Istat sulla povertà in Italia nel 2017, che stima 5 milioni e 58 mila individui in povertà assoluta. Anche in questo caso non si tratta di cittadini italiani, ma di residenti in Italia: l’Istat stima che l’incidenza della povertà assoluta sia del 5,1 per cento tra le famiglie di soli italiani e del 29,2 per cento in quelle di soli stranieri.



    24 luglio 2018

    Barbara Lezzi: “[Il reddito di cittadinanza] non costa 30 miliardi, secondo le nostre stime ne costa 16” (In onda - La7).

    La stima del costo riportata da Lezzi, simile a quella prospettata da Istat, incorpora il valore degli affitti imputati delle abitazioni di proprietà delle famiglie in povertà. Ma il disegno di legge presentato dal Movimento 5 stelle nel 2013 (n. 1148) non prende in considerazione gli affitti imputati nel calcolo del reddito disponibile, come nemmeno il criterio definito da Eurostat per la stima della povertà relativa. Secondo le previsioni di Inps e di Baldini e Daveri su Lavoce.info, applicando alla lettera il testo della proposta di legge, la spesa per il reddito di cittadinanza sarebbe pari a circa 30 miliardi, il doppio del costo citato da Lezzi.







    Barbara Lezzi: “Per quanto riguarda Tap non ci sono alcune ricadute né occupazionali, né di sviluppo, né di prestigio che potrebbe portare in quel territorio” (In onda - La7).



    Nel capitolo 8 della Valutazione di Impatto ambientale del ministero dell’Ambiente, si stima che l’economia e il mercato del lavoro esistenti potrebbero essere positivamente influenzati dalle attività di cantiere del progetto. Una valutazione dell’impatto economico indipendente (Nomisma Energia 2012) citata dal ministero ha indicato che durante i quattro anni di fase di pre-costruzione e costruzione in Puglia, Tap offrirà 150 posti di lavoro diretti all’anno ed oltre 640 posti di lavoro indiretti tramite le aziende locali impiegate per Tap. Durante la fase di esercizio, di durata circa di 50 anni, l’impatto sarà limitato e il progetto genererà 32 posti di lavoro all’anno diretti e 150 indiretti. L’impatto economico principale durante la fase di esercizio è costituito dal pagamento delle imposte erariali al governo italiano e al comune di Melendugno e dagli effetti indotti dalle spese di esercizio dell’infrastruttura. Nomisma Energia nel proprio studio ha stimato che nell’arco della sua vita il progetto contribuirà al pil italiano per una somma pari a 8 milioni di euro all’anno, compreso il pagamento di imposte nazionali. A livello locale, il comune di Melendugno riceverà – secondo la normativa in vigore – circa euro 400.000 all’anno derivanti dal pagamento delle imposte locali (Imu per le proprietà immobiliari e Tia/Tares per lo smaltimento dei rifiuti) da parte di Tap Ag (fonte ministero dell’Ambiente).



    Barbara Lezzi: “Si tratta di creare un’infrastruttura che comunque impatta sull’ambiente, in quanto io voglio ricordare che lì si stanno facendo degli ulteriori accertamenti perché probabilmente ci potrebbe essere della posidonia che è una parte della flora marina protetta” (In onda - La7).



    Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Vincenzo Santangelo riferisce alla commissione “Ambiente, territorio e lavori pubblici” (VIII) il 19 luglio 2018 (una settimana prima della dichiarazione di Lezzi) che “gli eventuali impatti del progetto [Tap] sulla Cymodocea nodosa e sulla Posidonia oceanica sono stati verificati nel corso del procedimento di valutazione di impatto ambientale dalla Commissione VIA-VAS. [...] Lo studio ha portato allo spostamento del punto di uscita del microtunnel, al fine di minimizzare le interferenze, in un’area in cui gli ultimi ciuffi sparsi di Cymodocea nodosa sono presenti ‘a distanze ben maggiori di 50 m, sia a sud che a nord dell’exit point’, come indicato nel parere della Commissione VIA. Per quanto riguarda le componenti flora, fauna ed ecosistemi marini, la Commissione VIA ha, inoltre, considerato e valutato che i potenziali impatti associati alle emissioni sonore, alla sospensione e sedimentazione dei sedimenti, al disturbo fisico e visivo dei mezzi navali e alla perdita temporanea di habitat, siano classificati come non significativi” (fonte Camera dei deputati).



    Barbara Lezzi: “[Con Tap] si va ad impattare lì dove c’è la cabina di pressurizzazione fino a quando si arriva all’allaccio a Mesagne eradicando quasi 10mila ulivi. […] Un ulivo non può prenderlo e spostarlo come vuole. Il gasdotto ha dei tempi che andranno dritti, non è che potrà aspettare i tempi degli ulivi in cui possono essere eradicati e poi reimpiantati. [...] Sono stati ingabbiati tipo delle mummie e stanno lì che neanche li vedi” (In onda - La7).



    Nel capitolo 10 della Valutazione di Impatto Ambientale del ministero dell’Ambiente, si legge che durante la fase di cantiere saranno potenzialmente coinvolti circa 1.900 ulivi (non 10mila) con tronco di diametro superiore a 30 cm e oltre 130 proprietari terrieri. Non vi sono ulivi monumentali ufficialmente censiti tra quelli interessati dalla costruzione. Gli ulivi saranno potati, protetti e stoccati fino alla conclusione dei lavori del cantiere. Terminati questi, gli ulivi verranno reimpiantati nel sito originale di provenienza, verranno monitorati ed eventualmente curati (fonte ministero dell’Ambiente).



    Barbara Lezzi: “Un’altra cosa che per noi non è meno importante è che per noi è importante l’ascolto del territorio che deve ospitare un’opera così grande, un’infrastruttura così grande. E’ stato promesso un confronto, un dialogo con quella popolazione che invece non c’è stato, è stata invece imposta un’opera che è fortemente contestata” (In onda - La7).

    Tap Ag riporta che dal 2013 a oggi sono stati effettuati oltre 1.000 incontri sul territorio con tutte le parti interessate (fonte Tap Ag).



    Barbara Lezzi: “Il referendum sull’acqua non è stato rispettato” (In onda - La7).

    Questa affermazione deriva da anni in cui si è propagandato che il referendum del 2011 fosse per promuovere la gestione del servizio idrico da parte di un’azienda pubblica. In realtà il primo dei quattro quesiti referendari chiedeva agli italiani se volessero abrogare o meno l’articolo 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, il quale costringeva gli enti locali a istituire gare pubbliche per l’assegnazione della gestione dei servizi pubblici locali, tra cui anche quelli idrici. Alle gare avrebbero potuto partecipare soggetti pubblici, privati o misti e la natura di bene pubblico dell’acqua non sarebbe stata comunque messa in discussione. Nonostante ciò, il significato politico e sostanziale che è stato attribuito al referendum è stato ben diverso: si è trasformato in una scelta contro la “privatizzazione dell’acqua” e per la gestione pubblica del servizio (fonte Lavoce.info).



    Barbara Lezzi: “Alle spalle [del punto di approdo del gasdotto] c’è una bella cabina di depressurizzazione con tanto di emissioni” (In onda - La7).

    La cabina di depressurizzazione è il terminale di ricezione del gasdotto (Prt), necessario per controllare e misurare fisicamente la portata di gas trasportato dal terminale Tap alla rete nazionale. Non è una centrale che produce energia e al suo interno non vengono effettuate operazioni di trasformazione del gas né di stoccaggio; il Prt è essenzialmente un luogo di passaggio e di misurazione della quantità e della qualità del gas. Durante le normali operazioni, il Prt non produce pertanto emissioni, perché l’impianto di riscaldamento elettrico soddisferà la maggior parte dei requisiti operativi. Emissioni occasionali dalle caldaie a gas (progettate per le restanti necessità) sono previste solo sporadicamente, durante eventuali fermate e ripartenze del terminale e in caso di rapide variazioni della pressione della rete. Le emissioni rilasciate possono essere considerate equivalenti, al massimo, a quelle di 96 famiglie, su base annua, pari a non più del 2 per cento del tempo totale di funzionamento del Prt, circa 160 ore/anno (fonte ministero dell’Ambiente).



    25 luglio 2018

    Matteo Salvini: “Questa attenzione selettiva della Ue [riferito alla Corte di Strasburgo] […] mi fa impazzire” (Il Tempo).

    In realtà la Corte europea dei diritti dell’uomo fa parte del Consiglio d’Europa, che è istituzione differente e indipendente dall’Unione europea (conta 47 stati membri, contro i 28 dell’Ue). Come specifica il sito della corte, non va confusa con la Corte di giustizia dell’Ue, né con la Corte internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite.



    Danilo Toninelli: “Questo governo ha impresso una svolta in Italia e in Europa sull’immigrazione e l’ha fatto raccontando la verità e tirando fuori i numeri, sia sul ruolo ambiguo delle organizzazioni non governative, sia sui morti in mare, che sono in calo” (Libero).

    L’affermazione di Toninelli sui morti in mare si basa sui primi due mesi di governo (giugno e luglio) ed è sbagliata. Secondo i dati del progetto Missing Migrants dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, i morti in mare nel mese di giugno 2018 sono stati 564, contro i 529 di giugno 2017, mentre nel mese di luglio 2018 sono stati 157, contro i 68 di luglio 2017.



    29 luglio 2018

    Matteo Salvini: “I reati commessi ogni giorno in Italia da immigrati sono circa 700, quasi un terzo del totale” (The Times).

    Secondo Pagella Politica, Salvini sbaglia a citare il dato dei reati. Il numero di crimini commessi al giorno infatti è pari a 6.800 (dati Istat sul 2016) e dunque i 700 commessi da stranieri sarebbero ben lontani da essere “un terzo”. Invece, se prendiamo in considerazione le persone denunciate e arrestate i numeri di Salvini tornano (circa 660 stranieri arrestati al giorno). Tuttavia i due dati sono differenti: per molti reati non viene effettuato alcun arresto, mentre alcuni arrestati vengono scagionati nel corso del procedimento giudiziario.



    30 luglio 2018

    Alfonso Bonafede: “Le limitazioni sulle armi rimarranno rigide e rigorosissime” (In Onda - La7).

    Il 14 settembre 2018 è entrato in vigore un decreto legislativo che applica una direttiva europea (853/2017). I punti chiave sono l’aumento delle armi sportive detenibili, l’aumento dei colpi consentiti nei caricatori, la riduzione della durata della licenza di porto d’armi, l’abolizione dell’obbligo di avvisare i propri conviventi del possesso di armi. Dunque non è vero che la regolamentazione sarebbe rimasta rigida, come Bonafede probabilmente sapeva visti i tempi di preparazione dei decreti legislativi.
    Legenda: NCUC: non c'entra un cazzo, NRAC: non rispondo ai cazzari
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  3. #13
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    Predefinito Re: Il Governo delle 271 bufale....

    Citazione Originariamente Scritto da Azael Visualizza Messaggio
    Il foglio.....LOL
    Strano che un radicale conclamato prenda articoli dal giornale fondato da colui che aveva fondato un partito contro l'aborto... il nemico del mio amico è mio amico? Che poi definire giornale il Foglio è un complimento...
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  4. #14
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    Predefinito Re: Il Governo delle 271 bufale....

    Citazione Originariamente Scritto da Azael Visualizza Messaggio
    Il foglio.....LOL
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  5. #15
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    Predefinito Re: Il Governo delle 271 bufale....

    un quotidiano indipendente...ahahahahaahhahah


    Il Foglio, la maggioranza passa da Paolo Berlusconi a Matteo Arpe e ...
    https://www.ilfattoquotidiano.it › Media & Regime
    1 giu 2015 - Matteo Arpe e la società immobiliare di Valter Mainetti rilevano Il Foglio. ... Oggi Il Foglio è controllato da Paolo Berlusconi e partecipato da ...

  6. #16
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    Predefinito Re: Il Governo delle 271 bufale....

    Citazione Originariamente Scritto da adry571 Visualizza Messaggio
    un quotidiano indipendente...ahahahahaahhahah


    Il Foglio, la maggioranza passa da Paolo Berlusconi a Matteo Arpe e ...
    https://www.ilfattoquotidiano.it › Media & Regime
    1 giu 2015 - Matteo Arpe e la società immobiliare di Valter Mainetti rilevano Il Foglio. ... Oggi Il Foglio è controllato da Paolo Berlusconi e partecipato da ...
    Vedrai che ora che glielo hai imparato.......posteranno repubblica!

    Se levano i soldi pubblici....dovranno citare Dylan Dog.....LOL
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  7. #17
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    Predefinito Re: Il Governo delle 271 bufale....

    Guarda che solo voi volete tornare ai tempi in cui accoglievamo migliaia di negri al giorno da mantenere per trasformare le nostre città in metropoli africane...
    Tutto ciò mentre i nostri poveri raccattavano nella spazzatura e vivevano nelle auto.
    E' inutile.
    Inoltre i dati di questi tempi sono basati sui due semestri passati che sono in capo alla sinistra e alla sua continuità.
    I dati legati all'opera di questo governo sono altri.
    DI ROSSO IN ITALIA C'E' SOLO IL VINO

    L'Italia è una razza, una storia, un orgoglio, una passione, l'Italia è una grandezza del passato.

  8. #18
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    Predefinito Re: Il Governo delle 271 bufale....

    Citazione Originariamente Scritto da chichibio Visualizza Messaggio
    Ma lo vedi concentrato pancia a terra, come lo vedo io?
    Ma tu non sei uno che usuffruirà della quota 100?
    Quando si dice l'ingratitudine.
    Se fosse stato per il tuo PD, ancora al lavoro e fino ai 70anni.
    DI ROSSO IN ITALIA C'E' SOLO IL VINO

    L'Italia è una razza, una storia, un orgoglio, una passione, l'Italia è una grandezza del passato.

  9. #19
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    Predefinito Re: Il Governo delle 271 bufale....

    Citazione Originariamente Scritto da Hynkel Visualizza Messaggio
    Strano che un radicale conclamato prenda articoli dal giornale fondato da colui che aveva fondato un partito contro l'aborto... il nemico del mio amico è mio amico? Che poi definire giornale il Foglio è un complimento...
    Brutta cosa quando, invece di entrare nel merito delle bufale, si getta discredito su chi le ha pubblicate.
    Potrebbe dare l'impressione di essere senza argomenti.
    Ferrara mi sta sulle balle ma Claudio Cerasa per me e' un ottimo giornalista.
    Legenda: NCUC: non c'entra un cazzo, NRAC: non rispondo ai cazzari
    4 Dicembre 2016: Lutto Nazionale

  10. #20
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    Predefinito Re: Il Governo delle 271 bufale....

    Citazione Originariamente Scritto da chichibio Visualizza Messaggio
    Brutta cosa quando, invece di entrare nel merito delle bufale, si getta discredito su chi le ha pubblicate.
    Potrebbe dare l'impressione di essere senza argomenti.
    Ferrara mi sta sulle balle ma Claudio Cerasa per me e' un ottimo giornalista.
    il foglio....LOL
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