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La presidente Catiuscia Marini mi disse di prendere i documenti che aveva Emilio Duca e di consegnarli a tale Marisa. Avevo capito che il dg dell’ospedale mi aveva consegnato le prove di un concorso. Ho preso la busta e ho chiesto alla mia collega Sonia Monaldi di chiamare Marisa affinché venisse a ritirarla». E’ il 12 aprile 2019, il giorno degli arresti di Concorsopoli, e negli uffici della Procura della Repubblica di Perugia il consigliere politico della governatrice dimissionaria, Valentino Valentini, viene sentito dai magistrati a sommarie informazioni. E
’ un testimone, non è indagato, proprio per questa ragione le sue parole pesano di più. Il racconto parte da quell’incontro nell’ufficio della presidente, a Palazzo Donini, con Emilio Duca, e finisce davanti all’ospedale dove, per la terza volta, Valentini ammette di aver ricevuto dal manager del Santa Maria della Misericordia «un’altra busta» che attraverso Marisa Ricotta sarebbe dovuta arrivare alla candidata Anna Cataldi.
Versioni contrastanti Nel mezzo c’è un altro episodio, sempre in Regione, una consegna – però – che «non avvenne in presenza della Presidente». «Non credo di aver consegnato io, direttamente, quelle buste – mette a verbale Valentino Valentini -. Ho dato disposizione in entrambe le occasioni a Sonia Monaldi (responsabile dei servizi di segreteria di gabinetto della presidente, ndr) di procedere alla consegna a Marisa ma Sonia non conosceva il contenuto delle buste ed è completamente estranea alla vicenda». Eppure la Ricotta ricorda qualcosa di diverso: «Comunicai le generalità alla presidente così come mi era stato richiesto da Anna Cataldi. Successivamente la presidente mi chiamò e mi disse di contattare Valentino Valentini, io l’ho chiamato e mi sono recata il Regione dove lo stesso mi ha consegnato una busta. Mi disse di darla alla Cataldi, cosa che io facevo immediatamente consegnandogliela di persona (…). Posso dire di aver fatto tale operazione in due o tre occasioni. Dopo il primo episodio non sono stata chiamata dalla presidente Marini ma sono stata avvisata direttamente da Valentini o dalla Monaldi di recarmi in Regione. Credo che in un caso la busta non mi sia stata consegnata da Valentini ma dalla segretaria della presidente Sonia Monaldi».
I tabulati telefonici I magistrati hanno ricostruito la consegna delle buste anche attraverso l’analisi dei tabulati telefonici. Agli atti del fascicolo c’è anche un’intercettazione nella quale Duca chiede a Monaldi di «riferire a ‘Catiuscia, che capirà…’ il nominativo di ‘Cataldi Anna’». «Su richiesta della Marini ho contattato la Ricotta per fissare un appuntamento – ha dichiarato la Monaldi mostrando il messaggio ai pm -. Successivamente ricordo che Valentini mi chiese di chiamare al telefono la Ricotta perché lui non aveva il numero e di farla venire in Regione per ritirare una busta chiusa che lo stesso Valentini mi aveva consegnato. Tale circostanza è avvenuta solo una volta».