C'è un articolo lungo e sconfortante sul post.
https://www.ilpost.it/2019/04/13/ungheria-fine-zeit/
Riiporto qualche pezzo, ma merita leggerselo tutto.
Sotto la superficie sexy dell’apparentemente cosmopolita Budapest, c’è la carcassa sfigurata di una democrazia, lasciata morire dissanguata. L’Ungheria, come la conosceva la mia generazione, è finita e non tornerà più per almeno altre due o tre generazioni, anche se Orbán sparisse domani. I danni alle istituzioni pubbliche, all’educazione, alla sanità, alla cultura ungherese, ai teatri, alla letteratura, alle arti, alla scienza e alla ricerca potrebbero anche essere riparati, in qualche modo, ma il razzismo e l’odio, il tessuto sociale disfatto e la crescente tendenza a ingannare e barare sono qui per rimanere. Il mio messaggio è: l’Ungheria è persa, ma l’Unione Europea e la maggior parte degli altri stati membri possono ancora salvarsi.C’è una facciata di libertà di stampa, ma non ci sono più veri giornali indipendenti da quando fu approvata la legge sulla stampa, nel 2011. La propaganda statale permette a una manciata di giornali e televisioni con pubblico minuscolo di continuare a funzionare, ma la maggior parte delle testate indipendenti sono ormai state comprate o chiuse da Fidesz [il partito di Orbán, ndt]. C’è un’apparenza di rispetto dei diritti umani, ma la Costituzione del 2012 li rende soggetti a non meglio chiariti obblighi verso lo Stato, e le leggi sono comunque molto flessibili. Le elezioni sono libere sulla carta, ma chiaramente non lo sono in pratica.In un paese di meno di dieci milioni di abitanti, quattro milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, e un milione vive in estrema povertà. Dottori e infermieri hanno lasciato gli ospedali in gran numero e la maggior parte delle cure per il cancro vengono negate a chi abbia più di 75 anni. L’economia è in declino costante dal 2008, la disoccupazione è mascherata da programmi di lavoro pubblici – obbligatori per chi cerca lavoro o percepisce un sussidio di disoccupazione e con stipendi più bassi di quelli minimi per legge – ed essere senza fissa dimora è diventato illegale. La povertà è evidente sulle strade di Budapest come lo era nei primi anni Novanta e gli 87 milioni di euro inviati ogni settimana dall’Unione Europea finiscono direttamente e senza controlli nelle tasche di qualche oligarca leale a Orbán.