Originariamente Scritto da
Azael
2003 e il 2004 il Comune di Roma emette un prestito obbligazionario da 1,4 miliardi di euro con scadenza 2048 su cui paga il 5,34 per cento di interesse (uno sproposito) pari a 74,8 milioni all’anno. Nel 2010 il governo Berlusconi decide di salvare il Comune di Roma guidato da Gianni Alemanno, esponente di An all’epoca in maggioranza, e trasferisce quelli che oggi sono 12 miliardi di euro di debito della Capitale in una “gestione commissariale”, un ente parallelo al bilancio del Comune. Ogni anno, il commissario nominato dal governo, oggi Alessandro Beltrami, riceve 500 milioni di euro, 300 dal ministero del Tesoro, 200 dal Comune di Roma che li raccoglie applicando un’addizionale comunale sull’Irpef dei residenti pari al 9 per mille e con una tassa sui biglietti di chi parte dagli aeroporti della Capitale. Questo schema è stato pensato, nel 2010, senza scadenza: ogni anno il governo e i romani pagano, qualche creditore ottiene il dovuto, le banche incassano interessi milionari.