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Discussione: Focus Juché-Songun

  1. #31
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    Predefinito Re: Focus Juché-Songun

    Lord Attilio, visto che un leader di un ipotetico Juche italiano non c'è, perché non inventi il tuo e te ne metti a capo? Mancano leader rivoluzionari in questo momento.

  2. #32
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    Predefinito Re: Focus Juché-Songun

    Ti riconosci in qualche partito comunista in Italia? Oppure diffidi delle loro sigle? E gli altri comunisti cosa pensano? Come mai non nascono autentiche sigle rivoluzionarie con dei leaders come quelli novecenteschi. Anche se secondo me l'idea migliore sarebbe un nuovo movimento, con un idea nuova, più disciplinata ed inedita per gli italiani. Il Juche, ma serve un Leader. Ed anche un partito.

  3. #33
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    Predefinito Re: Focus Juché-Songun

    Citazione Originariamente Scritto da ciano.scuro Visualizza Messaggio
    Ti riconosci in qualche partito comunista in Italia? Oppure diffidi delle loro sigle? E gli altri comunisti cosa pensano? Come mai non nascono autentiche sigle rivoluzionarie con dei leaders come quelli novecenteschi. Anche se secondo me l'idea migliore sarebbe un nuovo movimento, con un idea nuova, più disciplinata ed inedita per gli italiani. Il Juche, ma serve un Leader. Ed anche un partito.
    Io attualmente sono militante del Fronte della Gioventù Comunista.
    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

  4. #34
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    Predefinito Re: Focus Juché-Songun

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Attilio Visualizza Messaggio
    Io attualmente sono militante del Fronte della Gioventù Comunista.
    Beh, almeno, non sei così solitario come si pensava. Direi che con qualche amico puoi reggere di più certe cose.

  5. #35
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    Predefinito Re: Focus Juché-Songun

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Attilio Visualizza Messaggio
    Io attualmente sono militante del Fronte della Gioventù Comunista.
    Sei il Troll più incredibile che esista comunque. Le cose che dici sono così pesanti che é impossibile che qualcuno riesca a dirle per scherzo.

  6. #36
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    Predefinito Re: Focus Juché-Songun

    Svoltosi a Sofia seminario europeo sull’idea Juche «Indipendenza, sovranità e cooperazione internazionale» (14-15 settembre 2019)

    Il 14 e 15 settembre l’Associazione dei Sociologi di Corea e la Società Europea per lo Studio dell’Idea Juche hanno organizzato a Sofia, capitale della Bulgaria, un seminario europeo sull’idea Juche dal titolo Indipendenza, sovranità e cooperazione economica. Hanno partecipato decine di delegati da tutti i paesi europei, più il direttore dell’Istituto Internazionale dell’Idea Juche Ogami Ken-ichi, che ha distribuito un suo scritto dal titolo Il kimilsungismo-kimjongilismo e la nuova Europa.

    Per l’Italia ha partecipato il Delegato Ufficiale dell’Associazione di Amicizia e Solidarietà Italia-RPDC (sezione italiana della KFA) Jean-Claude Martini, il quale ha pronunciato un intervento intitolato Il grande kimilsungismo-kimjongilismo è la giusta via per la sovranità in Europa, nel quale ha detto, tra le altre cose:

    «Tenendo presente che i principali paesi dell’UE sono paesi imperialisti (cioè paesi capitalisti all’apice del loro sviluppo), e che tra i paesi imperialisti stessi sussiste uno stretto sistema gerarchico, lottare per la sovranità significa cacciare le basi militari della NATO e distruggere l’Euro, difendere l’apparato produttivo nazionale dalle chiusure e dalle delocalizzazioni, nazionalizzare le sue principali leve (a cominciare dalle grandi banche) e farle funzionare negli interessi e sotto il controllo degli operai. Significa denunciare tutti i trattati ed i patti che danneggiano gli interessi del popolo, significa difendere l’ambiente dallo sfruttamento delle multinazionali. Significa sfruttare le contraddizioni tra i gruppi imperialisti nell’interesse della nostra causa comune, creando decine di Brexit in tutta Europa, ma senza le Theresa May, i Boris Johnson e gli altri rappresentanti della classe sfruttatrice capitalista».

    Il giorno seguente si è tenuta una conferenza suppletiva ad opera del professor Ri Song Chol, direttore dell’Associazione dei Sociologi di Corea, seguita da un tour della città, che ha concluso la due giorni.

    https://italiacoreapopolare.wordpres...ettembre-2019/
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  7. #37
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    Predefinito Re: Focus Juché-Songun

    KIM IL SUNG - DUE DIVERSI MODI DI EDIFICARE IL SOCIALISMO

    Il crollo del socialismo nei paesi dell’Europa orientale è imputabile ai dirigenti di quei paesi, che non avevano fiducia nella forza dei loro popoli e non hanno saputo guidarli correttamente.
    Quei dirigenti si comportavano da terribili burocrati. Nella società capitalistica la burocrazia dei governanti non pone problemi gravi, giacché ognuno vive a modo suo: gli speculatori si dedicano alle loro lucrose occupazioni, i capitalisti allo sfruttamento dei lavoratori, senza curarsi della burocrazia dei governanti. È una società iniqua in cui un pugno di sfruttatori vive nell’opulenza e la maggioranza dei lavoratori è alla fame, senza impiego. A differenza di essa, la società socialista è una società che appartiene al popolo, perciò non tollera la burocrazia. È precisamente la burocrazia che ha soffocato il socialismo nei paesi dell’Europa orientale.
    I governanti di quei paesi credevano nell’Unione Sovietica più che nel loro popolo. Quasi nessuno di quei paesi ha combattuto e sconfitto l’imperialismo con le proprie forze. La maggior parte di essi erano stati liberati dall’esercito sovietico durante la seconda guerra mondiale. Pertanto i popoli di quei paesi sono stati tributari dell’Unione Sovietica e hanno edificato un socialismo di stampo sovietico. Essi ripetevano «A» quando i sovietici dicevano «A» e riecheggiavano «B» quando quelli pronunciavano «B». Secondo una voce diffusa, un certo paese era così affetto dal servilismo nei confronti dell’Unione Sovietica che la gente usciva con l’ombrello quando a Mosca pioveva, mentre da loro faceva bel tempo. Detto con franchezza, i paesi socialisti dell’Europa orientale non si distinguevano in nulla dalle repubbliche dell’Unione Sovietica. I sovietici hanno messo in piedi il Comecon ed affiliato i paesi dell’Europa orientale a quell’organizzazione, per tenere in pugno l’economia di quei paesi ed imporre i piani economici da loro elaborati. Di conseguenza l’industria e l’agricoltura delle suddette nazioni erano succubi dell’Unione Sovietica e, alla fine, sono crollate non appena l’Unione Sovietica ha cessato di esistere.
    Nel 1956 Chruščëv mi ha proposto di aderire al Comecon, ma non abbiamo seguito il suo consiglio. Voi probabilmente conoscete bene Chruščëv. All’epoca i sovietici stavano costruendo la centrale idroelettrica di Bratsk, non lontano dal lago Bajkal, tanto grande da generare svariati milioni di kW. Chruščëv mi suggeriva di entrare nel Comecon per poter utilizzare l’energia elettrica di questa centrale. Ma gli ho detto di no, perché il quadro elettrico era nelle mani dei sovietici; se staccavano la corrente, il nostro paese poteva trovarsi in difficoltà. Per questo non ho accettato la sua proposta e ho fatto costruire numerose centrali elettriche per conto nostro.
    Per qualsiasi compito è meglio aver fiducia nelle proprie forze e procedere secondo le proprie convinzioni. Noi abbiamo sempre mantenuto una posizione indipendente, e abbiamo eseguito ogni compito nel nostro stile. Perché dovremmo conformarci all’umore altrui, portare un ombrello quando piove a Mosca, se da noi fa bello? Non abbiamo bisogno di agire così.
    Non abbiamo beneficiato di assistenza rilevante dagli altri mentre combattevamo gli imperialisti giapponesi e poi americani né quando edificavamo il socialismo. È ovvio che in una certa misura i paesi socialisti sono venuti in nostro aiuto durante la guerra di Liberazione della patria e nel periodo di ricostruzione postbellica, ma anche allora l’essenziale è stato frutto dei nostri sforzi, e non dell’aiuto esterno, che era d’importanza secondaria.
    Quando si trattava di assimilare le esperienze straniere, ci siamo ugualmente attenuti alla posizione indipendente dettata dalle idee del Juché. Per quanto eccellenti, le esperienze e le tecniche degli altri non possono conformarsi alla realtà del nostro paese. Per questo insisto sempre con i nostri quadri: occorre prima masticarle e poi decidere di inghiottirle qualora siano di nostro gradimento, o in caso contrario di sputarle.
    Il socialismo che il nostro popolo ha instaurato in piena autonomia poggia su una base solida. I paesi socialisti europei sono tutti crollati, ma il nostro socialismo avanza di vittoria in vittoria.

    — Kim Il Sung, Opere, vol. XLIII, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 1998, pp. 59-61.

    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

  8. #38
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    Predefinito Re: Focus Juché-Songun

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Attilio Visualizza Messaggio
    KIM IL SUNG - DUE DIVERSI MODI DI EDIFICARE IL SOCIALISMO
    riassunto rapido:
    "ci sono tre modi di fare le cose: il modo giusto, il modo sbagliato e il modo mio".
    Grande Kim!
    https://www.youtube.com/watch?v=fnpGYjn-uUg
    Una Cina, una Yugoslavia, una Russia, una Corea, una Palestina, un'Irlanda. E zero USA

  9. #39
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    Predefinito Re: Focus Juché-Songun

    Se c'è una cosa buona che bisogna riconoscere a Maduro e che ha riaperto l'ambasciata con la Corea Democratica e intrapreso rapporti molto più stretti rispetto ai precedenti. Ancora Chavez condannava il test nucleare di Kim Jong Il nel 2006. Certo, lo ha fatto sull'onta dell'emergenza, ma è comunque un dato di merito.

    https://italiacoreapopolare.wordpres...isita-la-rpdc/
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  10. #40
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    Predefinito Re: Focus Juché-Songun

    IL PEPE È MINUSCOLO MA MOLTO PICCANTE

    Álvaro Cunhal, segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista portoghese, era in visita nella RPDC ai primi di luglio 1991.
    Il Presidente Kim Il Sung lo incontrò il 7 e il giorno successivo, quando passò lunghe ore a parlare delle cause dello scacco del socialismo nei paesi dell’Europa orientale. In particolare, egli fece riferimento al grave fatto che quei paesi avevano trascurato il lavoro di educazione ideologica con cui fortificare la salute ideologica delle masse popolari di fronte alle manovre controrivoluzionarie degli imperialisti, e pertanto non riuscirono a difendere il socialismo fino alla fine. Rammentò che quando in Europa orientale sorgevano i paesi socialisti, l’allora presidente degli Stati Uniti Truman affermò che il socialismo sarebbe crollato sotto la seconda e la terza generazione. La prima generazione in Europa orientale era rappresentata da Wilhelm Pieck e Ulbricht in Germania, da Gottwald in Cecoslovacchia, da Bierut in Polonia, da Dej in Romania e da Dimitrov in Bulgaria, osservò. All’epoca Truman sostenne che quelli della prima generazione in Europa orientale erano tutti comunisti di vecchia data, che il socialismo non poteva essere sconfitto mentre erano in vita e che si sarebbe disintegrato sotto la seconda e la terza generazione dopo la loro morte. «Da quel momento la Central Intelligence Agency statunitense portò avanti operazioni diversive contro le nazioni dell’Europa orientale», dichiarò Kim Il Sung.
    Col senno di poi, il socialismo apparso in Europa orientale con la fine della seconda guerra mondiale era il faro della speranza dei popoli progressivi amanti della giustizia e della pace. Ma gli Usa ricorsero ad ogni mezzo immaginabile per distruggere il socialismo, visto come un chiodo nell’occhio. I più esperti cospiratori occidentali coinvolti nella campagna anticomunista tennero una conferenza clandestina a Monaco per escogitare il cosiddetto «programma di Harvard». Ne seguì la formazione di oltre 400 «centri per lo studio scientifico del comunismo» negli Stati Uniti, in Germania occidentale, in Gran Bretagna, in Francia e in altri paesi. Essi ordirono ogni sorta di complotti antisocialisti. Nel 1950 furono lanciate Radio Libertà e Radio Europa Libera per portare avanti una guerra psicologica contro le nazioni socialiste.
    Quindi Kim Il Sung dichiarò che gli incidenti in Polonia, in Ungheria e in Cecoslovacchia che avevano lasciato serie lezioni nella storia del movimento comunista furono tutti prodotto della strategia antisocialista degli imperialisti statunitensi. Disse mestamente: «I leader dei paesi dell’Europa orientale avrebbero dovuto imparare la lezione di quegli incidenti e prendere misure per l’educazione rivoluzionaria del popolo. Ma non fecero altro che sedersi a braccia conserte. Peggio ancora, cedendo alla campagna ideologica antisocialista degli imperialisti, essi avvallarono la “libertà di pensiero” e finirono per assistere alla caduta dei rispettivi partiti e del socialismo».
    Il Presidente continuò a dire: «Puoi vincere il feroce scontro con gli imperialisti quando aderisci alla tua ideologia, ma se l’abbandoni sei condannato alla disfatta. È questa una sanguinosa lezione che ci viene dalla storia del movimento comunista internazionale».
    Pensò per un attimo e disse: «Il mio paese è piccolo ma forte. Il pepe è minuscolo ma molto piccante. Gli americani vogliono sbranarci, ma non osano farlo perché siamo piccanti».
    Poi ripeté: «Anche un piccolo paese sarà piccante come il pepe se gode di perfetta salute ideologica. Sarà allora impassibile dinanzi ad ogni sfida imperialista. Il mio paese è piccolo ma piccante come il pepe».
    «È un’osservazione significativa», disse Cunhal. «Quanto a potenza ideologica, il vostro paese è più piccante del pepe. Mi azzardo a dire che nessun altro paese al mondo è forte quanto il vostro».

    — Kim Myong Suk, Echi del XX secolo, Edizioni in lingue estere, Pyongyang 2014, pp. 53-56.

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