Degno approdo di un quotidiano che, mentre dimenticava la sua storia progressista e di lotte a fianco degli operai, ha fatto da ignobile e acritico bavoso scendiletto al peggiore destro turbo-renzusconismo rampante, liberista e padronal-bancario. Mentre il Pd confindustriale e arcoriano distruggeva anni di lotte sindacali, riduceva a precari disperati e senza diritti migliaia di lavoratori, rubava a destra e manca, amoreggiava con poteri forti e lobby affaristiche L’Unità mazzolava l'opposizione (ma solo quella grillina) e leccava-incensava il governo piddino-forzista di turno. Poi ci si è meravigliat che ha chiuso i battenti......
IL LEVIATHAN, OSSIA IL NUOVO NAZISMO SQUADRISTA ANTI-EUROPEO!!
Andrea ScanziCASO UNITA': CARI "COMPAGNI", I RENZI E GLI aNDREArOMANO ERANO PIU' GRAVI DI BELPIETRO
(Eppure al tempo non dicevate niente)
Cari lettori/elettori/eletti/simpatizzanti del Pd, questa levata di scudi per Belpietro direttore de L'Unità, per dirla con un eufemismo, fa ridere le palle. Suona fuori tempo massimo ed è pure patetica.
- In termini prettamente professionali e commerciali, Belpietro è un ottimo direttore. Infatti, a destra, La Verità mangia in testa con agio a libero e Giornale.
- Belpietro è stato "direttore per un giorno” per mantenere viva la testata. Da un paio d’anni L'Unità va in edicola solo un giorno su 365 per evitare la decadenza della testata e cercare di salvare le tante brave persone che sperano di tornare a lavorare in quel giornale. Facciamola poco lunga.
- L'Unità è morta da anni (decenni) e il "vilipendio di Gramsci" ha radici ben più antiche di Belpietro. Prima dove cazzo eravate?
- Da Padellaro (ovviamente escuso) in poi, e parlo quindi dal 25 agosto 2008 in poi, L'Unità ha lottato per divenire sempre più il peggior quotidiano del mondo. Riuscendoci al punto tale che, negli ultimi anni, non si leggeva neanche da sola.
- Belpietro ha accettato la trovata degli editori, cioè i Pessina. Chi li ha messi lì? Renzi (ops) nel 2015, quando il giornale era in liquidazione e faceva già orrore anche a se stesso.
- Per la cronaca, i Pessina non stanno prendendo in considerazione da mesi la proposta di Michele Santoro, che vorrebbe rilevare e far rinascere L'Unità.
- Si dice: è una provocazione al Pd dell'ineffabile Zinga a un giorno dal voto europeo. Può essere, ma la provocazione arriva dai Pessina e dunque forse da chi ce li ha messi quattro anni fa. Ops.
- Prima di Belpietro, gli ultimi direttori della povera Unità sono stati De Gregorio, Sardo (?), Landò (??), Erasmo D'Angelis (ci rendiamo conto?), Sergio Staino (daje), andrearomano (porannoi) e Marco Bucciantini (l'ultimo mese e mezzo, lui di colpe non ne ha). Ecco: un andrearomano è 9876 volte più grave di un Belpietro, anche perché entrambi non hanno nulla di sinistra ma almeno il secondo sa fare il suo mestiere. Eppure tutta questa indignazione, al tempo, mica l'ho vista.
Ciò detto e ribadito, giungo ora al termine dell'amena intemerata. Esimi compagne e compagni: dopo tutta 'sta robaccia qua, vi ricordate solo ADESSO del "vilipendio de L'Unità"? Davvero credete di poterci prendere così facilmente in giro? Via, su. Il problema non è certo Belpietro, che peraltro si starà divertendo come un matto. Il problema è che gli stessi che ora gridano al "sacrilegio" sono (spesso) anche gli stessi che hanno accettato supinamente i D'Angelis, gli Staino, gli andrearomano e i cortigiani della Diversamente Lince di Rignano, tipo le “prime firme” de L’Unità come Rondolino o i corsivi di quel tale che si firmava col nome di un singhiozzo inglese. Dopo avere ingoiato una tale rumenta, ora è un po' tardi per indignarsi. Ed è pure troppo facile. Provate a chiedere scusa per avere contribuito in silenzio (o addirittura in prima fila) all'inesorabile sputtanamento della sinistra italiana, accettando quello lì, la sua linea politica degenere e i suoi servi tordi. Chiedete scusa. Poi - forse - ne riparliamo.
Il mio stile è vecchio...come la casa di Tiziano a Pieve di Cadore...
…bisogna uscire dall’egoismo individuale e creare una società per tutti gli italiani, e non per gli italiani più furbi, più forti o più spregiudicati. Ugo La Malfa