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Il 22 maggio sui suoi canali social l’artista inglese Banksy pubblicava un video in cui, avvolto dal cappotto e con il capo coperto da un cappello, esponeva per le strade di Venezia un’opera che oggi, dopo l’incidente della nave da crociera dell’MSC che ha speronato un battello turistico, suona come una previsione, un monito contro i rischi del traffico delle grandi navi nei canali della città.


L’istallazione dello street artist era composta da una serie di oli su tela che rappresentavano una grossa nave da crociera tra gondole e piccole navi. “Venice in Oil” era un’opera di denuncia contro il traffico delle navi da crociera nella laguna. Oil, sia per raccontare la tecnica con cui le tele sono state fatte, che per sensibilizzare all’uso di combustibile usato dalle grandi navi.

L’istallazione però, presentata qualche giorno dopo la biennale, è stata fatta sgomberare dalla polizia municipale, che non aveva potuto riconoscere l’artista, la cui identità è tutt’ora avvolta nel mistero. Nel video, visto più di 3,2 milioni di volte, “si nota un uomo, con il volto sempre coperto, sistemare un’opera composta da 9 cornici dorate, un quadro “scomposto” che richiama ai grandi vedutisti del ‘700 anche se, tra le gondole, domina la sagoma di una grande nave da crociera.

L’artista è seduto su uno sgabello vicino all’opera, intento a leggere un giornale, che ovviamente gli copre il volto” (Repubblica).