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  1. #11
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    Le nanotecnologie svelano la rapida, e forse indolore, morte di Ötzi...





    L'omicidio di Oetzi, uno dei fatti di sangue più antichi di cui ci sia giunta traccia, è ancora lontano dall'essere risolto. Il suo corpo, mummifcato e vecchio di 5300 anni, è stato rinvenuto nel 1991 sul ghiacciaio del Similaun, in provincia di Bolzano, con una freccia conficcata nella schiena. Chi l'abbia scagliata e perché rimane un mistero.

    Le ultime novità su questo cold case arrivano dall'Istituto per le mummie e l'iceman dell'Eurac di Bolzano, dove il professor Albert Zink ha scoperto tracce di sangue attorno alla ferita di Oetzi. Si tratta di una scoperta sensazionale poiché il sangue dell'uomo del Similaun è il più antico mai osservato fino ad oggi. I gobuli rossi infatti sono molto delicati e tutti gli studi condotti negli ultimi 20 anni sulla mummia avevano dato esito negativo.

    Zink e i suoi collaboratori hanno esaminato le ferite di Oetzi con un microscopio atomico: questo strumento utilizza una sottilissima punta che percorre le superfici dei tessuti registrandone la forma e raccogliendo così le informazioni necessarie per crearne una copia digitale in 3D. Proprio questo modello ha permesso ai ricercatori di identificare alcuni globuli rossi, dalla caratteristica forma a salvagente, sul corpo della vittima. Un ulteriore esame spettroscopico ha permesso di confermare, al di là di ogni dubbio, che si tratta proprio di sangue umano.

    Le analisi hanno rilevato inoltre la presenza di fibrina, una proteina che gioca un ruolo fondamentale nella coagulazione del sangue. Queste scoperte, pur non chiarendo i molti misteri che avvolgono gli ultimi istanti di vita di Oetzi, permettono però di escludere alcune ipotesi: "La presenza di fibrina, abbondante nelle ferite fresche e poi sempre meno rilevabile, suggerisce che Oetzi sia morto poco dopo essere stato colpito dalla freccia, e non qualche giorno dopo come qualcuno aveva sostenuto in passato" spiega Zink dalle pagine del Journal of the Royal Society Interface dove è stata pubblicata la ricerca.

    Ma la caccia ai killer di Oetzi potrebbe interessare non solo gli archeologi: Zink e i suoi collaboratori pensano infatti di poter estendere questa metodologia d'indagine sui campioni ematici alla moderna scienza forense e riuscire così a datare le tracce di sangue con una precisione decisamente maggiore rispetto a quanto si riesce a fare oggi.

  2. #12
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    PRIMA DI MORIRE, ÖTZI SUBÌ UN TRAUMA ALLA TESTA


    (AGI) - Bolzano, 10 giugno - Dopo la decodificazione del genoma di Ötzi, la mummia di Simulaun ritrovata nel 1991 al confine tra Italia e Austria, un team di ricercatori dell'Accademia Europea di Bolzano (Eurac) e di altre istituzioni di ricerca europee segna un nuovo traguardo nella ricerca sulle mummie. Da un campione grande come la capocchia di uno spillo estratto dal cervello di Ötzi, i ricercatori hanno potuto analizzare le proteine e ottenere così nuovi elementi sull'ipotizzato trauma al cervello.

    Nel 2007, analizzando la frattura cranica dell''Iceman', erano state individuate per la prima volta due zone più scure nella parte posteriore del suo cervello. Dopo aver eseguito la Tac i ricercatori avevano ipotizzato che un aggressore gli avesse assestato un colpo in fronte e che questo avesse fatto urtare il cervello contro l'occipite, causando l'ematoma evidenziato dalle zone scure. Questa ipotesi non era però ancora stata approfondita. Nel 2010, attraverso due piccoli fori già esistenti nella scatola cranica della mummia, erano stati estratti tramite endoscopia - quindi in modo non invasivo - due campioni di cervello, di pochi millimetri di spessore. La ricerca sulle proteine, in particolare, ha fornito molte informazioni inaspettate. I ricercatori hanno documentato una grande quantità di proteine del cervello e hanno rilevato anche globuli proteici. Inoltre, le analisi al microscopio hanno evidenziato la presenza di cellule neuronali in buono stato e di aggregati di cellule ematiche.

    Questo ha dimostrato al team di ricerca che il campione prelevato è costituito effettivamente da tessuti cerebrali - strutturalmente riconducibili ad Ötzi, e non da sedimentazioni accumulatesi nel corso dei secoli; questo significa che il cervello dell'Uomo venuto dal ghiaccio e' conservato in condizioni straordinariamente buone. Inoltre, gli aggregati di sangue riscontrati nel campione portano ulteriori prove a sostegno dell'ipotesi che le macchie scure potrebbero essere degli ematomi che Ötzi si e' procurato prima della sua morte.

    Se siano comparsi a causa di un colpo in fronte o di una caduta in seguito alla ferita da freccia, è ancora da chiarire. I risultati dello studio congiunto sono stati pubblicati da 'Cellular and Molecular Life Sciences'. In futuro, con questo metodo di ricerca sulle proteine verranno analizzati un campione dello stomaco di Ötzi e diversi campioni di tessuti di altre mummie provenienti da tutto il mondo. (AGI) Red/Gav


  3. #13
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    James Owen

    LE ULTIME RIVELAZIONI DI ÖTZI


    da National Geographic Italia



    Il corpo di Ötzi è venuto alla luce nel 1991 sul ghiacciaio del Similaun, nelle Alpi Venoste, montagne al confine tra Austria e Italia, dopo essere rimasto sepolto nel ghiaccio per 5.300 anni. Ecco un resoconto delle ultime novità sulla celebrità alpina più antica del mondo.


    Qualcuno, in Austria, è parente di Ötzi
    Un recente studio genetico ha rivelato l'esistenza di almeno 19 parenti genetici dell'uomo venuto dal ghiaccio che vivono nel Tirolo austriaco. Alcuni ricercatori lo hanno scoperto osservando specifici marcatori genetici presenti sul cromosoma sessuale maschile di Ötzi. La ricerca, guidata da Parson della Medical University di Innsbruck, ha confrontato il DNA dell'uomo del Similaun con quello di 3.700 donatori di sangue anonimi. Secondo Parson "19 donatori condividono con l'uomo venuto dal ghiaccio un antenato vissuto tra i 10.000 e i 12.000 anni fa", perché hanno in comune una rara mutazione genetica nota come G-L91.

    Questo studio corrobora ricerche precedenti secondo le quali Ötzi e i suoi antenati sarebbero appartenuti a popolazioni agricole. Gli scienziati hanno usato marcatori genetici del cromosoma Y, che si trasmettono dal padre ai figli maschi, per tracciare le migrazioni che, durante il Neolitico, portarono l'agricoltura in Europa attraverso le Alpi. Il cromosoma Y di Ötzi apparteneva infatti a un gruppo chiamato aplogruppo G, tipico di popolazioni agricole radicate in Medio Oriente. Nel complesso, dice Parson, i risultati della ricerca sono in accordo con l'ipotesi che i cambiamenti avvenuti nel corso della rivoluzione neolitica abbiano spinto le popolazioni a migrare verso ovest, quindi anche verso il Tirolo.



    Una ricostruzione a grandezza naturale di Otzi.
    Fotografia di Robert Clark, National Geographic



    Acciacchi preistorici
    Da quando, oltre due decenni fa, la mummia venne scoperta sul ghiacciaio della Val Venosta, gli scienziati hanno sottoposto il corpo a un check-up completo. I risultati non sono buoni: giunture logorate, arterie indurite, calcoli biliari, un'escrescenza disgustosa sul mignolo del piede (forse causata da assideramento) e non solo. La pancia dell'uomo venuto dal ghiaccio conteneva uova di parassiti, probabilmente aveva la malattia di Lyme e nel suo organismo sono stati riscontrati livelli allarmanti di arsenico (dovuti forse a un'attività di estrazione di minerali metallici e rame). Ötzi avrebbe avuto bisogno anche di un dentista, visto che un esame dentale approfondito ha rilevato gengivite e denti mancanti. Nonostante tutti questi problemi e una "fresca" ferita da freccia sulla spalla, a determinare la morte di Ötzi fu in realtà un colpo improvviso infertogli sulla testa.


    Stranezze anatomiche
    Oltre ai numerosi malanni, l'uomo del Similaun presenta diverse anomalie anatomiche. Gli mancano sia i denti del giudizio che il dodicesimo paio di costole. Inoltre i suoi incisivi sono particolarmente distanti, una caratteristica nota come diastema. Alcuni ricercatori sospettano, tra
    l'altro, che Ötzi fosse sterile.





    Tatuaggi dell'età del rame
    La mummia congelata di Ötzi ci ha lasciato una raffinata collezione di tatuaggi dell'età del rame. In tutto sono più di 50, e lo ricoprono dalla testa ai piedi. A produrli non furono aghi, ma tagli sottili sulla pelle, poi strofinata sul carbone. Il risultato è una serie di linee e croci che si trovano soprattutto sulle parti del corpo più vulnerabili, come le giunture e la schiena. Questo ha indotto alcuni ricercatori a supporre che i tatuaggi di Ötzi siano, in realtà, punti oggetto di pratiche di agopuntura. Se così fosse, Ötzi dovrebbe essersi sottoposto a numerosi trattamenti, cosa che - data la sua età e i suoi malanni - non sorprende. Se i tatuaggi dell'uomo del Similaun costituissero davvero la testimonianza più antica dell'uso dell'agopuntura, questa tecnica ne risulterebbe pre-datata di almeno 2.000 anni.


    L'ultima cena
    Gli ultimi pasti dell'uomo venuto dal ghiaccio hanno fornito agli studiosi una gran quantità di informazioni. Nel suo stomaco sono stati trovati ben 30 tipi diversi di polline; le analisi di quel polline hanno dimostrato che Ötzi morì in primavera o a inizio estate, e hanno anche consentito di ricostruire i suoi movimenti attraverso vari rilievi montani poco prima della sua morte. La digestione, solo parziale, del suo ultimo pasto suggerisce che Ötzi, due ore prima della sua cruenta fine, aveva mangiato grano e carne di stambecco.



  4. #14
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    SCOPERTE TRACCE DI BATTERI SU ÖTZI


    (AGI) - Bolzano, 15 lug. - Il patrimonio genetico di Ötzi e' stato gia' decifrato. Ma un minuscolo campione di appena 0,1 grammi prelevato dall'osso pelvico della mummia - risalente a 5300 anni fa - e' ancora in grado di fornire molte informazioni sull'Iceman. I ricercatori dell'Eurac di Bolzano e dell'Universita' di Vienna hanno infatti analizzato i frammenti di Dna non umano rilevati sul campione, trovando traccia del batterio Treponema denticola, responsabile della paradentosi. A livello genetico e' stata cosi' confermata la Tac, effettuata nel 2013, secondo cui Ötzi avrebbe sofferto di paradentosi.

    I risultati dello studio sono stati pubblicati su Plos One. "Il Dna non umano proviene principalmente da batteri che vivono all'interno e all'esterno del nostro corpo", ha raccontato Thomas Rattei del Dipartimento di microbiologia e scienza degli ecosistemi dell'Universita' di Vienna. Il team e' stato colpito in particolare dall'alta concentrazione di un batterio: Treponema denticola, il principale responsabile della paradentosi. Questa scoperta supporta la diagnosi sullo stato di salute dentale di Otzi realizzata tramite tomografia computerizzata lo scorso anno.

    La cosa ancora piu' sorprendente e' pero' il fatto che l'analisi di un minuscolo campione di osso di 5.300 anni fa riesca a fornire la prova che il batterio abbia raggiunto l'osso pelvico, estendendosi dalla bocca attraverso il flusso sanguigno.



  5. #15
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    SCOPERTO UN NUOVO TATUAGGIO SUL CORPO DI ȪTZI




    Scoperto un nuovo tatuaggio sulla celebre mummia Ötzi. A rivelarlo uno studio dell'Eurac, che ha effettuato la mappatura completa della pelle della mummia. Grazie a una tecnica fotografica non invasiva, sul torace è stato individuato un tatuaggio mai notato prima, difficile da vedere visto il colore scuro della pelle della mummia conservata a Bolzano. Ma attraverso l'utilizzo di tecniche sofisticate è stato possibile individuare e classificare anche i tatuaggi presenti negli strati più profondi della cute di Ötzi.

    La presenza di tatuaggi sul corpo dell'Iceman non è affatto una novità, visto che fin dal suo ritrovamento, il 19 settembre del 1991, erano stati osservati alcuni disegni. Da allora sono stati effettuati diversi studi per cercare di identificarli e di contarli. La tecnica utilizzata da Marco Samadelli, ricercatore dell'Istituto per le Mummie e l'Iceman dell'Eurac, ha reso possibile la mappatura completa dei tatuaggi. Il corpo è stato fotografato da diverse prospettive attraverso tecniche multispettrali in grado di vedere dall’infrarosso all’ultravioletto. Ciò ha permesso di individuare con una precisione senza precedenti anche i tatuaggi presenti negli strati più profondi della cute. “Ogni foto è stata scattata sette volte, ogni volta con una diversa lunghezza d’onda in modo da raggiungere le diverse profondità a cui le polveri di carbone usate per i tatuaggi si sono depositate. Per gli strati più superficiali sono sufficienti i raggi ultravioletti, per quelli più profondi gli infrarossi,” ha spiegato lo scienziato.




    In totale sono 61 quelli localizzati sul corpo di Ötzi. Si tratta di linee lunghe dai 7 millimetri ai 4 centimetri, nella maggior parte dei casi disposte parallelamente in gruppi di due, tre o quattro. Tra questi anche due croci. L'ultima scoperta invece si trova a destra sul basso torace, in una posizione insolita rispetto agli altri tatuaggi, che coprono soprattutto gli arti inferiori e la zona compresa tra il ginocchio e il piede.
    Finora, l'ipotesi più accreditata vedeva i tatuaggi come il risultato di un trattamento terapeutico, una sorta di agopuntura per alleviare il dolore alle articolazioni. Ma il nuovo tatuaggio sul torace riapre il dibattito.



  6. #16
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    Enrico Martinet


    OETZI, IL PRIMO TREKKER SI CURAVA CON L’AGOPUNTURA


    Gli austriaci sognano di poter strappare il primato alla Cina e scrivere che l’agopuntura è un’invenzione dell’uomo alpino. La prova? I sessantuno tatuaggi di Oetzi, mummia emersa nella Val Senales, sul ghiacciaio ai piedi del Similaun. Ma gli italiani frenano. Il ricercatore Marco Samadelli dell’Eurac, Istituto per le mummie e l'Iceman, di Bolzano, spiega: «E’ un teoria, ma non si possono certo escludere altri scopi. Che siano archeologi e antropologi a spiegarcelo. Se di tatuaggi terapeutici si tratta, allora posso pensare che Oetzi se li sia fatti per alleviare il dolore dell’artrosi di cui soffriva». E magari anche qualche segno in ossequio al rito, se non per bellezza.

    Il pastore-cacciatore aveva articolazioni che di certo gli procuravano dolori lancinanti per le infiammazioni. Cinque millenni e tre secoli fa, quell’individuo di homo sapiens era al tramonto, il suo organismo era a fine corsa avendo tra i 40 e i 50 anni. Samadelli presume che quei suoi tagli colorati fossero una sorta di «chiodo scaccia chiodo». Spiega: «Il dolore che si provocava spingendo a fondo l’ago per farsi i tatuaggi cancellava quello dell’artrosi». Il ricercatore, esperto nella conservazione delle mummie, dice: «Oetzi non è la mummia più antica, ma è l’unica naturale che è stata trovata. E per quanto riguarda i tatuaggi è difficile poter fare paragoni. Segni sull’epidermide ne sono stati trovati su mummie andine, ma non sono più vecchie di cinque secoli. Impossibile poter fare un confronto. Quelle più antiche, della civiltà andina Chinchorro, hanno 9.000 anni, ma non sono tatuate».

    L’uomo di ghiaccio venne trovato appena oltre la metà di settembre del 1991 da due escursionisti di Norimberga, i coniugi Erika e Helmut Simon. In un primo tempo si pensò al corpo di un alpinista di un secolo prima. La mummia fu perfino un po’ maltrattata, poi la scoperta: Oetzi, come venne ribattezzata dagli scienziati di Innsbruck, era stata protetta dalle ingiurie del tempo per almeno cinque millenni. E, come dicono gli anatomopatologi, quel corpo «cominciò a parlare». La disputa di confine si concluse con il trasferimento a Bolzano: la mummia era stata rinvenuta in territorio italiano. Così Oetzi «disse» agli scienziati che cominciarono ad analizzarlo che era stato ucciso da una freccia di selce. «Fu colpito alla schiena - ricorda Samadelli - e la punta che ancora è conficcata nel suo corpo gli recise l’arteria succlavia». Morte rapida, per emorragia. Oetzi ha poi svelato la vita sulle Alpi in quell’età del rame, così come il suo Dna ha rivelato che apparteneva a un ceppo ora estinto. Adesso i tatuaggi. Anche decorativi? «Qualcuno a croce. L’ultimo che abbiamo trovato è sul torace, gli altri sono soprattutto lungo gli arti inferiori, di qui l’ipotesi dell’agopuntura alla quale però credo poco».



    Fotografia di Marco Samadelli



    Oetzi disegnava il suo corpo con linee parallele. «Sì - dice il ricercatore -. Con un ago d’osso si bucherellava i più profondi strati della pelle formando linee lunghe tra i 7 millimetri e i quattro centimetri, poi le colorava in nero con il carbone vegetale». Dei tatuaggi gli scienziati si sono accorti fin dall’inizio del loro lavoro sul corpo della mummia, ma soltanto nello scorso gennaio Marco Samadelli ha concluso la mappatura di quei tagli dall’uso ancora misterioso. La pelle di Oetzi è stata scandagliata. «Siamo andati in profondità, sia con i raggi ultravioletti sia con gli infrarossi e abbiamo scattato fotografie. Abbiamo studiato la mummia come fosse un antico dipinto, come se dovessimo fare un restauro e cercassimo le prime pennellate». La mummia è un capolavoro della conservazione naturale e ora è pronta a offrire altre preziose informazioni. «Già - dice Samadelli -, riguardo alle abitudini alimentari. Il suo stomaco è stato trovato intatto. È stato estratto due anni fa e ora si è concluso un lungo e dettagliato studio, non soltanto sul cibo ingerito dal pastore-cacciatore, ma anche sulla flora microbica. A breve i risultati saranno resi pubblici».



  7. #17
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    25 ANNI FA LA SCOPERTA DI ÖTZI


    Venticinque anni fa fu ritrovata in Val Senales la mummia Ötzi. Era il 19 settembre 1991. La scoperta fu fatta dai turisti tedeschi, Erika e Helmut Simon, durante un’escursione sul ghiacciaio del Similaun. Dal ghiaccio che si era sciolto affiorò un cadavere. In un primo momento si pensò a una vittima della montagna oppure a un soldato della Grande guerra, poi però arrivò la notizia che fece il giro del mondo: l’uomo trovato sul Giogo di Tisa a 3.200 metri di quota era vissuto oltre cinquemila anni fa. È la mummia dell’età del rame meglio conservata al mondo. A venticinque anni di distanza il fascino di Ötzi non è diminuito. Gli scienziati stanno continuando a indagare sulla vita e la salute dell’uomo venuto dal ghiaccio, morto colpito alle spalle da una freccia. All’Eurac di Bolzano è stato realizzato un apposito istituto di ricerca sulla mummia. Attualmente, tra l’altro, si sta tentando di ricostruire la voce di Ötzi.

    Il Museo archeologico di Bolzano, che ospita la mummia, registra in media 250mila visitatori all’anno. «Una scoperta straordinaria – ha commentato l’assessore altoatesino Florian Mussner – che ha cambiato la vita culturale dell’Alto Adige e ha permesso di gettare nuova luce sul nostro passato grazie al lavoro di tutti coloro che in questo periodo, in tutti i settori medici, scientifici e museali, hanno lavorato attorno ad Ötzi». Per celebrare un quarto di secolo della nuova vita di Ötzi, il Museo archeologico, l’Istituto per le mummie e l’Iceman dell’Eurac e l’Associazione turistica della Val Senales hanno organizzato una serie di eventi e manifestazioni. Si va da una giornata ad ingresso libero presso il Museo archeologico ad una tavola rotonda, da escursioni sui luoghi del ritrovamento a iniziative didattiche rivolte ai bambini.

    «Attorno a Ötzi – ha spiegato il direttore dell’Istituto Albert Zink – si è creata una vera e propria rete mondiale di ricercatori. Durante il convegno si parlerà non solo delle ultime scoperte scientifiche, ma anche delle questioni legate all’abbigliamento, ai tatuaggi, alla voce e alla sua morte».



  8. #18
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    ÖTZI SOFFRIVA DI ATEROSCLEROSI, FU UCCISO IN UN VILE AGGUATO


    Usava armi toscane, soffriva di aterosclerosi ed è stato ucciso in un vile agguato l'Uomo venuto dal ghiaccio Ötzi, riemerso dopo migliaia di anni esattamente 25 anni fa, il 19 settembre del 1991. Sono alcuni dei principali risultati scientifici che ricercatori di tutto il mondo presenteranno in questi giorni al Congresso internazionale sulle mummie a Bolzano. Per celebrare i 25 anni dal suo ritrovamento, i tre giorni di congresso - dal 19 al 21 settembre - saranno infatti interamente dedicati a Ötzi.

    Il rame con cui è stata costruita l'ascia di Ötzi potrebbe non provenire dalle Alpi, come ritenuto finora, ma dai giacimenti della Toscana meridionale. Ötzi non si dedicava alla lavorazione del rame, come invece avevano fatto pensare le tracce di arsenico e rame trovate nei suoi capelli. E il suo assassinio potrebbe essere legato a una situazione di conflitto accaduta qualche giorno prima della sua morte. Inoltre, nonostante avesse un peso che rientrava nella norma e facesse molto movimento, l'Uomo venuto dal ghiaccio soffriva di aterosclerosi. "Per gli scienziati il ritrovamento di Ötzi non è paragonabile a nessuna altra scoperta di un corpo antico: l'Iceman è un tipico europeo, vissuto oltre 5000 anni fa. Il suo studio fornisce risposte continue ed entusiasmanti", spiega l'antropologo Albert Zink di Eurac Research, direttore scientifico del congresso. "Oggi ci concentriamo in particolare su chi fosse, sul suo ruolo nella società e su ciò che successe nei giorni precedenti alla sua morte. I metodi innovativi a disposizione degli esperti fanno sì che si ottengano sempre nuovi risultati", afferma Angelika Fleckinger, direttrice del Museo archeologico dell'Alto Adige.



    La ferita sulla spalla di Ötzi © Museo Archeologico dell’Alto Adige


    Ötzi è stato assassinato. Lo dimostra la punta della freccia scoperta nel 2001 nella sua spalla sinistra. Ma in quali circostanze? Il Museo archeologico dell'Alto Adige ha incaricato nel 2014 un profiler, il commissario della polizia criminale di Monaco Alexander Horn, di indagare sul caso con i più avanzati metodi criminologici. Horn ha interrogato i 'conoscenti' della vittima, archeologi del museo che da anni si occupano della mummia, ma anche esperti di medicina legale, radiologi e antropologi. Il team investigativo ha perlustrato il luogo del delitto in val Senales. Questo il risultato dell'indagine: con buona probabilità Ötzi "non si sentiva minacciato poco prima della sua morte. La situazione sul luogo del ritrovamento, il giogo di Tisa, fa pensare infatti a una pausa con un ricco pasto. Nei giorni precedenti, però - spiegano gli esperti - Ötzi si era procurato una ferita da difesa alla mano destra, probabilmente in un corpo a corpo. La mummia non mostra altre ferite, quindi è possibile supporre che sia stato lui il vincitore di questo scontro". La freccia che lo ha colpito a morte è venuta da lontano e in modo inaspettato, dunque questo "potrebbe far pensare a un gesto vile". Altre analisi mediche hanno mostrato come, dopo la caduta di Ötzi, non ci furono altri interventi violenti da parte dell'assassino. L'omicida avrebbe quindi scelto un agguato a distanza per evitare lo scontro diretto. Il ritrovamento di alcuni oggetti di valore, come l'ascia di rame, sul luogo del delitto, fa pensare che il furto non possa essere un valido movente. A scatenare l'agguato sembra dunque sia stata una situazione di conflitto personale, "uno scontro precedente, una dinamica che del resto si evidenzia anche oggi nella grande maggioranza dei delitti", dice Horn.

    Quanto alle condizioni di salute della mummia, nel 2013 i radiologi altoatesini Paul Gostner e Patrizia Pernter hanno realizzato una nuova tomografia computerizzata all'ospedale di Bolzano. Per questo esame hanno utilizzato un apparecchio CT di nuova generazione che, grazie a un'ampia apertura, ha permesso ai medici di scannerizzare Ötzi completamente dalla testa ai piedi, nonostante la posizione delle sue braccia. Oltre alla già nota aterosclerosi, che interessava le arterie dell'addome e delle gambe, grazie alla migliore qualità delle immagini i due medici hanno evidenziato per la prima volta tre piccole calcificazioni in prossimità del tratto di efflusso cardiaco. Questa scoperta conferma la validità dei risultati ottenuti dai microbiologi di Eurac Research, ovvero la presenza di una forte predisposizione genetica allo sviluppo di malattie cardiocircolatorie, da identificare come principale causa della sua aterosclerosi.



  9. #19
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    Ecco la voce di Ötzi, ricostruita dagli studiosi di Bolzano


    Era questa la voce di Ötzi o, almeno, una approssimazione di come dovevano suonare le sue vocali, le cinque dell'alfabeto italiano. Una ricostruzione possibile grazie al lavoro dei ricercatori di foniatria dell’ospedale San Maurizio di Bolzano, coordinato dal dottor Francesco Avanzini e dal primario del reparto di Otorinolaringoiatria Rolando Füstös. La scansione del condotto vocale della mummia del Similaun, ritrovata nel 1991 intrappolata nel ghiaccio al confine tra Sudtirolo e Austria, ha dunque permesso di ipotizzarere quale dovesse essere la voce di quest'uomo, vissuto 5.300 anni fa. Il risultato della ricerca è stato presentato al Meeting Eurac di settembre proprio a Bolzano, dedicato allo studio delle mummie e, in particolare, di Ötzi, in occasione dei 25 anni dalla sua scoperta.

    Ecco la voce di Ötzi, ricostruita dagli studiosi di Bolzano - Repubblica Tv - la Repubblica.it
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 19-11-16 alle 23:58
    se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...

  10. #20
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    Anna Lisa Bonfranceschi

    L'ULTIMA (GRASSA) CENA DI ÖTZI


    Stambecco e cervo come portata principale, qualche cereale per accompagnamento e foglie di felce come contorno. L'ultimo pasto della più famosa di tutte le mummie nostrane, Ötzi, fu quel che si potrebbe definire un pasto bilanciato, ricco di carboidrati, proteine e grassi. Ma a ben vedere la quota di grassi era decisamente elevata, e forse non a caso, né per pura ghiottoneria. Più probabile che si trattasse di un'esigenza fisiologica: per andar su e giù per le montagne, lì dove Ötzi passeggiava oltre 5 mila anni fa, servivano non poche energie. A illustrare in dettaglio il menù dell'ultima cena dell'uomo di Similaun è oggi un nuovo studio pubblicato su Current Biology guidato dai ricercatori dall'Istituto per lo studio delle mummie - Eurac Research di Bolzano.

    Di per sé l'arrivo di un nuovo studio su Ötzi non è una notizia, perché sin dalla scoperta delle mummia, avvenuta nell'ormai lontano 1991, i ricercatori non hanno mai smesso di interrogarsi su che aspetto avesse questo uomo venuto dal ghiaccio, perché si trovasse lì e come vivesse. Il motivo è presto detto: "Ötzi è una mummia eccezionale, unica nel suo genere - commenta Albert Zink, direttore dell'Istituto per lo studio delle mummie, tra gli autori del paper - è una mummia naturale, molto ben conservata e studiarla permette di aprirci una finestra su quelle che erano le abitudini di queste popolazioni cinquemila anni fa, su come si svolgesse la loro vita o quali fossero i loro problemi di salute".

    Dalla finestra aperta su questo lontano passato abbiamo visto diverse cose negli anni: abbiamo per esempio scoperto che Ötzi, morto intorno ai quarant'anni in seguito alla ferita di una freccia scagliata alle spalle, vestiva con cappello di orso e mantello di capra e pecora, aveva tutte attrezzature adatte alla caccia che curava attentamente, era pieno di tatuaggi e non se la passava per niente bene: "Soffriva di problemi alla schiena, alle gambe, aveva artrosi - riprende Zink - ma dalle analisi compiute sulla mummia sappiamo anche che Ötzi era predisposto a malattie cardiovascolari, aveva nel suo stomaco l'Helicolbacter pylori, un patogeno che può causare gastrite e ulcere, e piccoli parassiti nell'intestino che potrebbero aver reso complicata la digestione". Forse, fu proprio per colpa di quei parassiti che nel piatto di Ötzi finirono anche qualche foglia e spore di felci, tossici.






    L'ipotesi che infatti oggi avanzano Zink e colleghi è che il consumo di felci fosse un tentativo di automedicazione da parte dell'uomo venuto dal ghiaccio: "Non è escluso infatti che i parassiti rinvenuti su Ötzi causassero dolori così forti da spingerlo a cercare nell'ambiente qualcosa con cui combatterli", spiega il ricercatore. Allo stesso modo però è possibile che si trattò di un'ingestione involontaria, magari dovuta all'utilizzo delle felci per avvolgere il cibo. Combinando insieme tecniche di biologia molecolare e microscopia i ricercatori hanno scoperto che insieme alle felci nello stomaco di Ötzi si trovavano anche proteine, carboidrati e lipidi, provenienti da carne di stambecco, cervo e cereali come farro.

    Ma sopratutto grassi: circa il 46% dei residui rinvenuti nello stomaco della mummia sono infatti residui di grasso, probabilmente provenienti dallo stambecco, che avrebbe dunque rappresentato per Ötzi una fonte sia di grassi che di proteine animali. Questa carne, proseguono i ricercatori, era consumata sia fresca che secca, magari attraverso un lento essiccamento vicino al fuoco. "L'elevato consumo di grassi permetteva a questo uomo di poter contare su una quota di energia adeguata a sostenere le faticose e lunghe passeggiate in montagna", commenta Zink. E Ötzi sembrava essere in qualche modo consapevole del potere energetico di quel che mangiava, aggiunge il ricercatore.

    Se molto, moltissimo sappiamo sulle abitudini di Ötzi e sugli eventi che precedettero la sua morte, tanti sono ancora gli aspetti sconosciuti della vita dell'uomo del ghiaccio. "Non sappiamo per esempio che ruolo avesse nella società di cui faceva parte - racconta Zink - averlo trovato in montagna, con tutto l'equipaggiamento per la caccia, non è sufficiente a raccontarci della sua professione". A venire in aiuto potrebbero essere nuove scoperte nel campo dell'archeologia nella zona battuta da Ötzi, continua il ricercatore, magari qualche scheletro che evidenzi possibili legami di parentela e indichi da quale villaggio provenisse. Nell'attesa Zink e colleghi sono pronti a procedere con le analisi sulla mummia. Stavolta a finire nel mirino dei ricercatori sarà il microbioma dell'uomo del ghiaccio. Arrivederci alla prossima puntata.



 

 
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