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  1. #21
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    grazie. molto interessante.

  2. #22
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    I SEGRETI DEL GUARDAROBA DI ÖTZI





    Non smette di stupire Ötzi, la mummia risalente a 5.300 anni fa e riemersa dai ghiacci sulle Alpi Venoste al confine tra Italia e Austria in una giornata di settembre del 1991. Da allora, dal suo ritrovamento da parte di una coppia di turisti di Norimberga, è diventata una delle mummie più studiate al mondo. Numerose e dettagliate analisi ne hanno svelato l’età, lo stato di salute, l’alimentazione e le circostanze della morte. Eppure, nonostante i tentativi durati 25 anni e il buono stato di conservazione, il suo guardaroba restava per certi versi ancora un mistero.

    A fare definitivamente chiarezza sulla provenienza dei materiali di cui era costituito il suo abbigliamento e l’equipaggiamento sono state le analisi genetiche condotte dai ricercatori dell’Istituto per le mummie e l’Iceman dell’Eurac di Bolzano. Gli scienziati, guidati dal direttore dell’Istituto Albert Zink. erano intenzionati a scoprire non solo di quali specie animali fossero le pelli che questo appartenente alla popolazione neolitica dell’Europa centrale utilizzava per vestirsi, ma anche se si trattava di varietà domestiche oppure selvatiche.

    Nell’età del Rame, l’arte di lavorare il cuoio era molto primitiva, comportando una rapida e inevitabile degradazione dell’abbigliamento, oltre che un impoverimento delle informazioni sull’origine dei tessuti, in seguito contaminati inoltre dalle prime manipolazioni dopo il ritrovamento.

    I risultati del sequenziato del dna mitocondriale di nove campioni di pelle e pelliccia, frammenti di tessuti di sei reperti conservati al Museo archeologico dell’Alto Adige di Bolzano, sono apparsi sulla rivista Scientific Reports. È emerso che l’Uomo del Similaun si serviva di pelli di bestiame, pecore, capre (per i gambali), ma anche di animali come caprioli (per la faretra) e orsi bruni (per il cappello), che assemblava con sofisticate capacità di lavorazione e di cucitura, per la riparazione delle parti che inevitabilmente si danneggiavano piuttosto in fretta. Lo dimostra, ad esempio, la presenza nel cappotto di quattro pezzi di pellame di due specie diverse, pecore e capre.

    L’analisi del dna ha permesso di vedere che la faretra non è stata costruita, come finora ipotizzato, in pelle di camoscio, bensì di capriolo; il perizoma non è di capra ma di pecora e un laccio delle scarpe è stato realizzato in pelle bovina. “Questi risultati fanno pensare che nell’età del rame gli abitanti della regione alpina, nel fabbricare abiti, scegliessero le pelli sulla base delle loro specifiche qualità” scrivono gli autori dello studio, come ad esempio la flessibilità o il potere isolante del materiale.

    Durante il IV/III millennio a.C., le principali attività erano la coltivazione dei campi e l’allevamento del bestiame. L’utilizzo di pelli d’orso bruno, osservano però gli autori, “costituisce un’evidenza del fatto che Otzi sapesse cacciare o prendere in trappola animali selvatici“. O, comunque, servirsi delle carcasse.

    Oltre ad aver rivelato l’esatta provenienza delle pelli, lo studio ha gettato luce anche sul processo di addomesticamento degli animali nell’età del bronzo. Infatti, gli aplogruppi degli animali domestici rilevati nei resti di pelle appartengono a popolazioni animali ancora diffuse sul territorio europeo. La pelliccia del cappello di Otzi, appartiene, invece, a un orso bruno di una linea di discendenza proveniente dall’Europa occidentale.

    Con il progredire delle metodiche di indagine genetica svolta su reperti archeologici, le nostre conoscenze su questa incredibile mummia, vissuta tra il 3350 aC e il 310o aC, alcuni secoli prima di Stonehenge e della piramide di Cheope, sono destinate ad aumentare.



  3. #23
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    GUARDANDO OTZI DA CASA: ONLINE IL DATABASE DELL'UOMO DI SIMILAUN


    Banca dati su Ötzi | Museo Archeologico dell'Alto Adige



    Da ieri l'Iceman Database del Museo Archeologico dell'Alto Adige è disponibile online. Curiosi grandi e piccoli, ma anche pubblico esperto, potranno trovare informazioni e bibliografia su una miriade di parole chiave relative all'Uomo venuto dal ghiaccio. L'idea è nata dalla collaborazione fra il Museo Archeologico dell'Alto Adige e l'Istituto per le Mummie e l'Iceman dell'Eurac di Bolzano.

    Tutte le informazioni raccolte negli anni passati sono ora contenute in questa banca dati trilingue, che permette di accedere direttamente da casa a tutti i contenuti rilevanti e alle ricerche più attuali sulla mummia di Similaun.

    Per la maggior parte delle 1.200 voci inserite nella banca dati vengono fornite due spiegazioni: una scientifica e una di più facile comprensione. Oltre alle informazioni su Otzi, per ogni voce del database possono essere consultate anche tutte le fonti, sia di carattere scientifico che divulgativo. Nel caso si tratti di articoli pubblicati dal museo o liberamente accessibili in Rete, possono essere anche immediatamente scaricati.

    Il database contiene tutte le informazioni relative alle scoperte compiute negli anni 1991-1998, periodo in cui Otzi è stato conservato e analizzato all'Università di Innsbruck, e a tutte le ricerche svolte a partire dal 1998, anno in cui la mummia e tutti i suoi reperti sono stati trasportati al Museo Archeologico dell'Alto Adige.



  4. #24
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    LA SECONDA VITA DI OETZI, 30 ANNI FA LA SCOPERTA



    (ANSA) - BOLZANO, 15 SET - 30 anni fa, il 19 settembre del 1991, la mummia Oetzi per caso fu scoperta da una coppia di escursionisti tedeschi nell'acqua di disgelo in una conca a 3.200 metri di quota, durante un escursione sul ghiacciaio della val Senales.

    "L'emozione è rimasta la stessa del primo giorno", racconta Reinhold Messner, che all'epoca era intervenuto sul luogo di ritrovamento ancora prima che la mummia fosse trasportata a valle. Grazie a Oetzi - aggiunge - sappiamo molto di più sulla vita dell'età del rame. Basta pensare che è più vecchio delle mummie dell'Egitto e - grazie al ghiaccio - praticamente intatto. Ci racconta della vita da montanaro di 5.000 anni fa. Prima di lui nessuno pensava che la gente all'epoca si spingesse a queste quote".

    "La scoperta - conferma il governatore Arno Kompatscher - è stata una grande fortuna per l'Alto Adige, ma anche una grande responsabilità. Da un lato ha reso ancora più famoso il nostro territorio, come anche le scoperte scientifiche sulla nostra storia e sulla nostra provenienza". (ANSA).



  5. #25
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    TRENT’ANNI CON ÖTZI



    Straordinario Ötzi. Ha aperto infiniti scenari di indagine anche grazie al corredo del quale era munito: «I risultati più significativi hanno riguardato il suo equipaggiamento per la caccia e le relazioni commerciali ad ampio raggio nell’Età del rame». E non è il solo merito che egli ha saputo offrire. S’è investigato e si investiga anche a proposito della sua provenienza, della sua origine genetica, della sua alimentazione, della sua salute, del clima e della vegetazione presente nel suo ambiente. Un viaggio sempre in progress, perché «non è ancora stato detto né scoperto tutto.». È prevedibile che «il mistero dell’Uomo venuto dal ghiaccio non sarà probabilmente mai svelato del tutto. L’incontro con la mummia continua perciò a esercitare ancor oggi – dopo 30 anni – un fascino a cui è difficile sottrarsi».

    Dal momento della «inaugurazione del Museo Archeologico dell’Alto Adige, avvenuta nel 1998, Ötzi e il suo corredo hanno stupito oltre 5,5 milioni di visitatori». Un trionfo imprevedibile trent’anni fa all’atto del suo ritrovamento. Nessuno si figurava che lui potesse divenire a suo modo una specialissima icona pop. Conoscerlo è servito a svelarlo vero recordman: «Ötzi è l’Uomo dei superlativi […] è la mummia umida più antica del mondo. I suoi indumenti e l’equipaggiamento che portava con sé non hanno eguali; non ci sono infatti pervenuti altri materiali organici dell’Età del rame. Le circostanze della sua morte sono insolite e il suo stato di conservazione unico, grazie a una serie quasi incredibile di casualità: un omicidio in alta montagna, fattori climatici favorevoli che portano alla mummificazione e preservano dalla distruzione, la fortunata scoperta della mummia nel momento del disgelo». Un vero romanzo. Tra archeologia, thriller e avventura. Il miracolo di una storia prima della Storia che riesce a raccontare ancora. Infatti «la morte improvvisa in un ambiente glaciale ha custodito per noi nei millenni un corpo quasi intatto, quello di un cacciatore dell’Età del rame sorpreso nella sua quotidianità. È una novità di straordinaria portata: mai prima d’ora un uomo preistorico così ben conservato era giunto fino a noi».

    Ötzi aveva circa 46 anni quando venne assassinato. Il radiologo Paul Gostner ne scoprì la fine violenta individuando nella spalla sinistra della mummia una punta di freccia conficcata. Si è fatta luce persino sugli ultimi pasti di Ötzi: carne di stambecco e di cervo, verdure, cereali. Altri risultati hanno permesso di sapere delle sue abitudini: lo sfortunato cacciatore era «originario della zona corrispondente all’attuale Alto Adige» e sicuramente «aveva una corporatura atletica ed era abituato a compiere lunghi tragitti a piedi». Adesso «la mummia viene conservata in una cella frigorifera appositamente progettata ed è visibile attraverso una piccola apertura». Il nome con il quale questo abitante del passato è oggi conosciuto in tutto il mondo si deve «al giornalista austriaco Karl Wendl che, cercando un nome d’effetto, lo derivò dal luogo di ritrovamento nelle Alpi della Ötztal».

    Stralcio di un articolo di Rita Italiano pubblicato su La Stampa del 24.09.21 https://www.lastampa.it/cultura/2021...tzi-1.40737942

  6. #26
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    Le mummie preistoriche sono diventate oggetto di un acceso dibattito archeologico, in particolare per quel che concerne il celebre Ötzi…


    MUMMIE EMERSE DAI GHIACCIAI, QUALCOSA NON TORNA AGLI SCIENZIATI


    Il mondo archeologico è in fermento dopo una clamorosa presa di posizione da parte di alcuni ricercatori europei. Si sta parlando di esperti di nazionalità norvegese, svizzera e austriaca che hanno focalizzato la propria attenzione su una delle mummie preistoriche più famose di sempre. Ötzi, il nomignolo con cui è nota la mummia di Similaun, non ha quasi bisogno di presentazioni.
    Quando venne rinvenuto il reperto nell’ormai lontano 1991, si parlò subito di qualcosa di straordinario, con una buona probabilità che non si ripetesse nel corso del tempo. Al contrario, i ricercatori citati in precedenza la pensano in modo opposto, tanto da dedicare all’argomento un apposito studio pubblicato sulla rivista specializzata "The Holocene".

    Ötzi venne individuato nel settembre di 31 anni fa in Trentino Alto Adige, non lontano dal confine con l’Austria e nei pressi del ghiacciaio del Similaun che ha dato il nome a una delle mummie più celebri del mondo. La sua conservazione quasi perfetta e tutte le altre circostanze del ritrovamento non sarebbero però così speciali. Secondo i ricercatori del nuovo studio, infatti, le probabilità di trovare una mummia simile in un luogo identico a quello del Trentino sarebbero maggiori di quanto si sia sempre creduto. Le precedenti convinzioni si basano su un dato di fatto.
    I ghiacciai sono in grado di distruggere qualunque cosa sia presente nelle loro vicinanze e si è sempre pensato che la scoperta di Ötzi sia stata resa possibile da uno strato stabile di ghiaccio di tre metri per sette. Gli archeologi dell’articolo apparso su "The Holocene" sono invece convinti che sia soltanto questione di tempo prima che si certifichi la scoperta di altre mummie preistoriche. La conservazione dei reperti del Similaun, infatti, sarebbe avvenuta in un modo molto comune, per lo meno secondo quelle che sono le regole della cosiddetta "archeologia dei ghiacciai". Il Museo Archeologico dell’Alto Adige continua però a rimanere convinto di altro.

    Si tratta della struttura in cui Ötzi è conservato da tanti anni e lo scetticismo per le conclusioni del nuovo studio è stata inevitabile. Secondo il curatore del museo, Andreas Putzer, i corpi umani in alta quota possono essere ritrovati soltanto in due situazioni, un incidente oppure l’uccisione della persona come nel caso della mummia del Similaun. Il nostro antenato, infatti, avrebbe avuto tra i 40 e i 50 anni al momento della morte, sopraggiunta in modo violento come testimoniato dalla punta di freccia che è stata individuata nella spalla sinistra. Ci sono altri particolari interessanti in tal senso.

    La stranissima postura di questa mummia, appartenente a un uomo vissuto nell’Età del Rame (oltre 3mila anni prima della nascita di Cristo), sarebbe la conseguenza del tentativo di estrarre la freccia dalla schiena. Inoltre, il corpo potrebbe essere trasportato da altre persone subito dopo il decesso. Il merito della scoperta si deve a una coppia tedesca che era giunta da Norimberga in visita: Erica ed Helmut Simon erano impegnati in un escursione quando si imbatterono in Ötzi, una novità archeologica che per l’epoca era di incredibile portata e che ancora oggi fa molto discutere.



  7. #27
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    Predefinito Re: Ötzi, sepoltura rituale?

    PELLE SCURA E ANTENATI ANATOLICI, NUOVO STUDIO SU ÖTZI


    Pelle scura, calvizie, antenati anatolici: sono le ultime scoperte sul genoma di Ötzi fatte da un team di ricercatori dell'Istituto "Max Planck per l'antropologia evolutiva" di Lipsia e dell'Istituto per lo studio delle mummie di Eurac Research di Bolzano. Il genoma di Ötzi era già stato decodificato più di dieci anni fa. I progressi compiuti da allora nelle tecnologie di sequenziamento hanno ora consentito al team di ricerca di ricostruirne il genoma in modo molto più preciso. Oltre a rettificare le precedenti scoperte sulla sua discendenza dalle popolazioni della steppa immigrate dall'Oriente, il nuovo studio, pubblicato oggi su "Cell Genomics", consente di formulare nuove ipotesi sullo stato di salute e sull'aspetto di Ötzi, in termini di colore della pelle e dei capelli.



    A sinistra la prima ricostruzione del volto di Ötzi, a destra la seconda:
    nessuna delle due mostra quello che era il vero colore della pelle di Ötzi
    (ANSA / ANDREE KAISER – NATIONAL GEOGRAPHIC)


    A differenza del primo studio il team non ha trovato nel genoma di Ötzi tracce dei pastori delle steppe arrivati dall'Europa orientale circa 4.900 anni fa. Per contro risulta insolitamente alto, rispetto ai suoi contemporanei europei, il patrimonio genetico riconducibile ai primi coltivatori immigrati dall'Anatolia: questo suggerisce che Ötzi appartenesse a una popolazione alpina relativamente isolata, con pochi contatti con altri gruppi europei.
    Per quanto riguarda il suo aspetto, lo studio ha fornito risultati del tutto nuovi che mettono in discussione la sua rappresentazione ormai iconica. al momento della sua morte quasi certamente non aveva più folti capelli lunghi ma una calvizie avanzata e la sua pelle era più scura di quanto si era pensato finora. I geni mostrano anche una predisposizione al diabete e all'obesità.



 

 
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