Si è spento Konrad Splinder, fu il primo a esaminare la mummia del Similaun
Prima di lui, scomparse altre quattro persone che ebbero a che fare con il reperto
Oetzi, torna la "maledizione"
Muore l'archeologo che la studiò
Bolzano - "Dunque la prossima vittima dovrei essere io?". Con il sano scetticismo dello scienziato, aveva risposto così, il professor Konrad Splinder, a chi gli chiedeva un commento sulla cosiddetta "maledizione" della mummia Oetzi. Che si vendicherebbe di chi l'ha "risvegliata" da un sonno lungo cinquemila anni, riportandola alla luce nel 1991 dai ghiacci del Similaun. Spindler era stato il primo a studiarla, le sue ricerche ebbero eco mondiale. Adesso, a 66 anni, vittima di una forma aggressiva di sclerosi, l'archeologo, docente all'università di Innsbruck, è morto. Proprio come altre quattro persone che, come lui, avevano avuto a che fare direttamente con Oetzi.
La chiamano "la maledizione dell'uomo venuto dal ghiaccio". Una fama sinistra, quella di Oetzi, che si avvia a fare concorrenza a quella di un'altra celebre mummia, quella di Tutankhamon. E fra quelli che a Oetzi si sono avvicinati, Spindler è solo l'ultimo in ordine di tempo ad aver perso la vita, primo a cogliere l'importanza della scoperta, uno degli scienziati di punta del team di specialisti che da anni studiano il reperto per ricavarne informazioni di carattere paleontologico.
Il professore, con un suo libro dedicato a "Frozen Fritz" - così gli americani chiamano Oetzi - aveva ottenuto notorietà mondiale. Il volume ha venduto oltre 600 mila copie, ma, a causa della prematura scomparsa, Spindler non potrà godersi i frutti del suo lavoro.
L'ipotesi dell'ombra di una maledizione prese corpo in occasione della morte di Helmut Simon, l'uomo che assieme alla moglie, durante un'escursione sul ghiacciaio del Similaun nel settembre del 1991 trovò il corpo del progenitore dei tirolesi. Grande appasionato di montagna, Simon scomparve durante una gita su un ghiacciaio austriaco, e venne ritrovato solo parecchie settimane dopo, sepolto sotto una massa di neve. Proprio come Oetzi.
Il ritrovamento
E altre persone sono morte, in circostanze drammatiche, dopo aver "conosciuto" la mummia del ghiacciaio. Ad esempio, Rainer Henn. Era il medico che aveva materialmente spostato la mummia in occasione del ritrovamento. Morto anche lui: si è schiantato con la sua vettura contro un'altra auto, un anno dopo la scoperta, mentre si recava a una conferenza scientifica dedicata, guarda caso, all'uomo di cinquemila anni fa.
E ancora, Kurt Fritz. Guida alpina di professione, accompagnò il famoso alpinista altoatesino Reinhold Messner in un'ispezione sul Similaun, subito dopo la scoperta della mummia. Due anni dopo perse la vita cadendo nel crepaccio di un ghiacciaio.
Ultima vittima della maledizione, nella lista fin troppo lunga, è un operatore della televisione di stato austriaca Orf, Rainer Hoelzl, ucciso da un tumore fulminante al cervello. Era stato lui che aveva filmato le operazioni di recupero della mummia sui monti dell'Alto Adige.
Oggi, Oetzi riposa in una cella frigorifera all'interno di un museo costruito per lui nel centro di Bolzano, meta di migliaia di turisti che ogni anno giungono dai più svariati angoli del mondo. Incuranti della maledizione. Proprio come quei commercianti, ristoratori ed albergatori, per i quali il museo dedicato alla mummia rappresenta una cospicua fonte di guadagni. Come dire, una benedizione.
(18 aprile 2005)
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