Non ci sono più lavori estivi per colpa del reddito di cittadinanza”. Tutte balle, ecco perché
Di Charlotte Matteini 08 Giu. 2019
https://www.tpi.it/2019/06/08/gabicc...RWL7-wDFfkWL2A
Ad esporre questa surreale tesi al Resto Del Carlino è stato il sindaco di Gabicce Mare, Domenico Pascuzzi: “Siamo in emergenza vera. In alberghi e ristoranti mancano i lavoratori stagionali del turismo, da queste parti quasi sempre ragazzi del Mezzogiorno. Che adesso prendono il reddito di cittadinanza”, ha spiegato il primo cittadino.
“Molti giovani del Sud che l’anno scorso avevano fatto la stagione nei nostri alberghi quest’anno non sono voluti tornare a Gabicce perché stavano percependo il reddito di cittadinanza. E se accettassero di tornare perderebbero l’assegno da oltre 700 euro che a loro basta per vivere”, ha aggiunto.
L’appello del sindaco Pascuzzi è stato accolto e rilanciato anche dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, che in un tweet pubblicato nella mattinata dell’8 giugno ha sostenuto: “Le località di mare faticano a trovare addetti per fare la stagione, spiega oggi il sindaco di Gabicce. Perché? Perché molti preferiscono il reddito di cittadinanza al lavoro in riviera. Con il reddito di cittadinanza, insomma, prima sono spariti i navigator e adesso anche i bagnini. Ci hanno imposto una misura sbagliata economicamente ma soprattutto diseducativa. I grillini pagano la gente per stare a casa anziché per lavorare: che autogol!”.
E allora, come mai albergatori e ristoratori fanno così fatica a trovare il personale necessario? La motivazione è molto più banale di quanto si possa immaginare. O meglio, di quanto possa anche solo immaginare un politico che probabilmente non ha mai dovuto lavorare alle condizioni tipicamente proposte in questo settore.
Da mesi ricevo segnalazioni da lavoratori di ogni età e origine che mi raccontano le loro assurde esperienze lavorative in stagione e i motivi per cui non hanno alcuna intenzione di tornare a sottostare alle indecenti condizioni che si sono trovati a dover subire.
“Ho risposto a un annuncio trovato su Facebook, avrei dovuto lavorare come cameriera in una struttura alberghiera a Rimini. Arrivata sul posto ho scoperto che non avrei mai firmato alcun contratto e che avrei dovuto lavorare 12 ore al giorno in nero senza riposo settimanale. La paga? 1000 euro al mese, ma contando le ore lavorative che superavano le 70 settimanali non era affatto un granché”, mi racconta Paola (nome di fantasia, ndr).
Tornare a fare la stagione in Romagna? Paola non ci pensa minimamente, non più a scatola chiusa soprattutto. Non solo le cameriere di sala sono sfruttate in questo settore. Le stesse condizioni vengono proposte e applicate anche a camerieri ai piani, cuochi, aiuto-cuochi, lavapiatti, a ogni figura del settore.
Basterebbe provare a rispondere a qualche annuncio di lavoro per occupazioni stagionali nelle località marittime di tutta Italia per capire che, forse, il problema che da anni puntualmente si rileva non è causato dal reddito di cittadinanza ma dalle condizioni indegne, spesso al limite dello sfruttamento, che vengono proposte a chi un pensierino a fare la stagione lo farebbe anche.
Stage proposti a persone con esperienza pluriennale e pagati tra i 500 e gli 800 euro al mese, promesse di contratto regolare non rispettate, proposte di contratto part-time che diventano magicamente dei full time che non prevedono il pagamento di tutte le ore realmente lavorate e chi più ne ha più ne metta.
Non è raro che le persone prendano armi e bagagli e si trasferiscano a centinaia di chilometri di distanza per poi scoprire che dovranno lavorare in nero, senza alcun tipo di assicurazione contro eventuali infortuni, senza alcun giorno di riposo settimanale e per molte più ore di quanto pattuito, spesso 12-14 al giorno.
Il vitto e alloggio che quasi tutti propongono ai candidati? Molto spesso si scopre essere indegno tanto quanto i contratti e gli impieghi proposti: stanze fatiscenti e sporche in cui vengono ammassati 5,6 anche 7 lavoratori in metrature estremamente ristrette, cibo che per definirlo tale ci vorrebbe davvero molto coraggio.
Un’esagerazione? Proprio no. Lo scorso aprile il sindacato Filcams Cgil spiegava: “Nel corso dello scorso anno nelle provincie della costa, sono state oltre mille le vertenze attivate, dalla Filcams Cgil, per contenziosi in rapporti di lavoro stagionale nel settore turistico, la maggior parte di queste per recupero crediti dovuti a mancati pagamenti, mancato riconoscimento del lavoro straordinario, mancato riconoscimento del corretto inquadramento rispetto alla mansione svolta.
Molti sono anche i casi di denuncia sulle condizioni di lavoro e il mancato rispetto del riposo settimanale. Non sono poi mancati i casi di licenziamento ingiustificato, anche comunicato verbalmente. Il ricorso al lavoro grigio, se non quando al lavoro nero, come confermano anche gli interventi della Guardia di Finanza appresi dalle cronache nei giorni scorsi, è una pratica ancora molto diffusa nel settore e non solo durante la stagione estiva. Si sta inoltre diffondendo il ‘lavoro in appalto’ con l’utilizzo di personale non assunto direttamente dall’impresa ma fornito da terzi ed ulteriormente sottopagato, una pratica, questa, che sconfina nell’illegalità”.
Ovviamente non tutti i datori di lavoro del settore offrono simili condizioni e infatti sono quelli che riscontrano meno problemi in fase di assunzione e non si ritrovano a dover diffondere appelli strappalacrime o polemici per trovare personale, appelli puntualmente raccolti da politici che, forse perché completamente scollegati dalla realtà del mondo del lavoro italiano, sono disposti a sostenere ciecamente tesi surreali arrivando in pratica a sostenere la bontà del “meglio poco che nulla” che spesso altro non nasconde che indegno sfruttamento lavorativo.
« Il popolo non crede ai cultori delle cedole bancarie.Crede all'azione, a chi gli indica le vie del destino.Crede soprattutto a chi gli aprirà le strade vere della giustizia sociale. » Filippo Corridoni
« Nec spe nec metu » Isabella d'Este
che poi, al netto delle cazzate del sindaco di Gabicce e dello stronzetto di Firenze al quale avete ampiamente risposto, c'è anche un'altra cazzata che molti non dicono.
In Italia, come sappiamo, la stragrandissima maggioranza cerca attraverso amici e parenti e poi far partire il passaparola, sia dalla parte di chi deve assumere, sia dalla parte di chi cerca lavoro. Se si abita vicino si porta il CV direttamente, ma COL CAVOLO che assumono uno di Marsala per lavorare in Romagna che risponde a un annuncio. Primo, perché 9 annunci su 10 di tutti quei siti-fuffa sono o scaduti o fasulli, messi lì solo per raccogliere clic e guadagnare con la pubblicità; secondo, anche se l'annuncio è vero, devi comunque conoscere (o a 20 anni avere 10 anni di esperienza nel settore ). Se non conosci o hai qualcuno che ti presenta col cavolo che ti prendono. Ovviamente in linea generale, a qualcuno naturalmente sarà capitato di rispondere a caso a un annuncio di un albergo lontano da casa e venire assunto, ma di base non è affatto così, e nessuno può contraddirmi...
DUX SUCKS
Lombardo-veneto vituperio delle genti
Se non ti rispondo è probabile che sei in ignore list e/o sei troppo beota. STACCE.