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Seyen
Venezia. Festa dei popoli padani, Bossi
rilancia la battaglia: via ministeri da Roma
Il senatùr: portarli nelle nostre capitali e anche al Sud. Il leader leghista “battezza” Zaia, i ministri e il figlio con l'acqua del Po
VENEZIA (12 settembre) - C'è stato anche il battesimo dei leghisti con l'acqua del Po nello show veneziano di Umberto Bossi, che prevedeva la cosiddetta “cerimonia dell'ampolla”. Il senatùr ha simulato l'atto del battesimo, versando l'acqua sulle teste di Roberto Calderoli, di Luca Zaia, del giovane Renzo Bossi e di altri big leghisti. Prima di Bossi il rito dell'ampolla - con l'acqua versata in laguna - era stato compiuto anche dal segretario veneto della Lega, Gian Paolo Gobbo, che aveva versato da una bottiglia l'acqua raccolta alla sorgente del Piave.
«Adesso c'è una nuova battaglia: portare a casa un po' di ministeri col decentramento - ha poi detto Bossi, rilanciando il suo ultimo obiettivo - In Inghilterra è una battaglia che hanno fatto da tempo: non c'è più un ministero a Londra. Da Roma Street adesso noi vogliamo che i nostri ministeri vengano nelle nostre capitali». Ministeri al Nord quindi ma «anche al sud: anche li ci sono delle grandi città. I Ministeri sono una fonte enorme di posti di lavoro e di soldi. Perchè i nostri giovani non vi possono accedere? Batteremo la strada del decentramento».
Bossi annuncia che il «federalismo è passato. La va a giorni, la va a ore, e quindi preparatevi a fare festa nelle principali piazze del Paese. La premiata ditta Calderoli-Bossi ce l'ha fatta a portare a casa il federalismo».
«Andrò in pensione solo quando la Padania sarà realizzata e libera! - ha aggiunto Bossi, apparso stanco e malinconico - Il tempo passa anche per me. L'altro giorno ero in montagna e mi mancava l'aria. Per fortuna c'era mio figlio e c'era mia moglie, Manuela. Ma andremo fino in fondo per portare a termine la battaglia di libertà della Padania alla quale abbiamo dato i nostri figli».
Bossi è tornato a difendere i produttori di latte del Nord e la decisione della Lega sulla vicenda delle quote latte: «A Berlusconi e Tremonti ho chiesto di trattare con l'Europa per ottenere quello che si può sulla partita delle multe per le quote latte. Non vi abbandoniamo, sappiamo che siete della brava gente, non come dice Pier Ferdinando Casini». Bossi è tornato a criticare l'operato del ministro Galan e a lodare la politica seguita dal suo predecessore, Zaia: «Da quando c'era Zaia l'Italia non paga più nessuna multa. I numeri dell'Europa su questa faccenda sono tutti falsi. Dalle indagini dei carabinieri stanno venendo fuori delle cose vergognose. Arrivare a dire che gli agricoltori sono dei delinquenti mi pare troppo. Sono dei lavoratori».
«Sulla Padania Fini ha detto una stupidaggine - ha ribadito il leader leghista - A Fini dico una cosa: i padani esistono». Calderoli aveva a sua volta replicato duramente alle parole di Fini: «Qualcuno a Mirabello ha fatto il birichino, ha fatto un discorso da vero leader politico, ma dell'opposizione però. Quello che non gli consentiamo di dire è che la Padania non esiste. Chi lo dice venga a toccarlo con mano qui». Fini, ha sottolineato Calderoli, «si ricordi che anche il suo stipendio viene dalla Padania, perchè se non fosse per le nostre tasse non glielo pagherebbe nessuno».
Venezia. Festa dei popoli padani, Bossi rilancia la battaglia: via ministeri da Roma*-*Il Gazzettino
Cosa è....ha ancora tanti figli e parenti da mettere nelle PA che vuole i ministeri al Nord?
Questo a continuare con questo atteggiamento creerà le basi per una guerra civile. Meno male che l'italiano medio è senza spina dorsale e non si sogna lontanamente di fare la guerra.