Conte: “Se ne parlerò con Merkel? Chiederò dell’esecuzione pena dei tedeschi condannati per la Thyssen”
Duello Roma-Berlino sulla capitana arrestata. Il capo di Stato tedesco: “Chi salva vite non è criminale”. Il presidente del Consiglio a Bruxelles: “Non è un’eroina, ha usato strumentalmente la vita di 40 persone. Da Sea Watch ricatto politico all'Italia”. E cita il caso dei due manager condannati per il rogo che uccise sette operai
Giuseppe Conte parlerà con Angela Merkel di Carola Rackete? La domanda sorge spontanea visto che il premier italiano incontrerà la cancelliera tedesca nelle prossime ore, a margine del vertice sulle nomine europee. Un faccia a faccia che arriva proprio nello stesso momento in cui la comandante della Sea Watch è agli arresti domiciliari a Lampedusa dopo aver violato l’alt della Guardia di Finanza ed essere entrata nel porto dell’isola siciliana speronando una motovedetta delle Fiamme Gialle nel tentativo di arrivare in banchina. Alla domanda diretta, però, il presidente del consiglio ha risposto citando il caso Thyssen. “Se parlerò con Merkel di Carola Raketa? Io personalmente ho poco da dire al riguardo: se la Merkel mi parlerà non lo so, ma potrebbe essere l’occasione per chiedere a che punto è la Germania con l’esecuzione della pena dei due manager della Von Thyssen che sono stati condannati in Italia dopo regolare processo che si è esaurito in tutti i gradi di giudizio”, ha detto Conte arrivando a Bruxelles. Il riferimento è per Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, condannati in via definitiva in Italia per l’incendio nello stabilimento piemontese della Thyssenkrupp del dicembre del 2007: sette gli operai morti. I due devono scontare rispettivamente 9 anni e 8 mesi e 6 anni e 10 mesi: il provvedimento non sarà eseguito prima di una pronuncia della Corte di appello di Hamm, alla quale si sono rivolte le difese nel febbraio scorso.
Conte: “Disobbedienza civile? No è stato ricatto politico” – Carola Rakete, invece, è attualmente ai domiciliari dopo aver forzato il blocco della motovedetta per condurre in porto la nave dell’ong Sea Watch con a bordo 40 migranti. La procura di Agrigento accusa la capitana di nazionalità tedesca di resistenza a una nave da guerra (articolo 1100 del codice della navigazione, pena che va dai 3 ai 10 anni) e tentato naufragio (articoli 110 e 428 del codice penale, sanzionato con una pena che va dai 5 ai 12 anni). Il dibattito sulla capitana Sea Watch, ricostruisce il premier Conte, sollecita in Italia ” tanti coinvolgimenti. Qualcuno la descrive come una eroina, alcuni la stanno aggredendo verbalmente e insultando. Io non appartengo né al partito degli uni né degli altri. Mi pare scorretto aggredirla verbalmente perché ci sono dei giudici che se ne stanno occupando e avrà un regolare trattamento giudiziario”. Già stamattina il presidente del consiglio aveva detto che sul caso Sea Watch “le leggi ci sono, che piaccia o non piaccia”. Arrivato a Bruxelles dopo il G20 di Osaka ha aggiunto: “Non evocherei la disobbedienza civile perché per dirla in modo molto diretto e franco vedo un ricatto politico compiuto scientemente e deliberatamente attraverso l’utilizzo strumentale della vita di 40 persone. Stazionare per 15 giorni nelle nostre acque quando era chiara la posizione del governo italiano e del Paese Italia, creare una situazione di grave pericolo per l’incolumità di quelle persone e di sofferenza, quando invece nel Mediterraneo si potevano raggiungere tanti altri porti mi pare un ricatto politico, una battaglia personale. Ma io se sono un eroe le battaglie personali le combatto su me stesso, non coinvolgendo quaranta persone innocenti”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/201...yssen/5292307/