Originariamente Scritto da
cireno
sei e siete disonesti fino al buco del culo. Dai del disonesto a un personaggio che ha "retrodatato un documento" per poter arrivare in tempo alla inaugurazione dell'Expo. Poi ti dimentichi dei 49 milioni di soldi pubblici che il tuo idolo si è magnato insieme alla sua combriccola. Aveste in minimo di pudore dovreste vergognarvi ma da bravi boccaloni salviniani non sapete cosa dite e nemmeno cosa pensate:; ripetete quello che vi dicono, come le oche.
Leggi
La condanna riguarda solo una parte dell’imputazione di falso che era stata contestata. Il primo cittadino è stato condannato, come emerge dal dispositivo, “limitatamente alla retrodatazione del verbale di annullamento di nomina della commissione giudicatrice e del verbale di nomina della commissione giudicatrice”. Sono stati assolti, invece, tutti gli altri imputati nel processo: l’ex manager Expo Angelo Paris, che era imputato per falso in concorso con Sala ma anche di tentato abuso d’ufficio, l’ex dg di Ilspa Antonio Rognoni, accusato di turbativa sul maxi appalto, e Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani spa che vinse la gara, accusato di tentato abuso d’ufficio. L’avvocato di Sala, Salvatore Scuto, ha commentato: “Non ho bisogno di aspettare le motivazioni di questa sentenza per dire che è una sentenza profondamente ingiusta di cui il tribunale si è assunto la responsabilità. Sono convinto che nei gradi successivi che ci saranno questa ingiustizia sarà cancellata”.
Leggi, lui non ha rubato come hanno fatto i tuoi amici legaioli, ma ha agito nel pubblico interesse.
Il processo a Beppe Sala, che per la Procura di Milano non si sarebbe dovuto mai fare, finisce in primo grado con la condanna del sindaco di Milano, seppure già ipotecata da quasi certa prescrizione già fra 4 mesi: l’ex commissario straordinario di Expo 2015 è stato condannato a 6 mesi (convertiti in una pena pecuniaria di 45 mila euro) dalla decima sezione del Tribunale per «falso ideologico», per aver firmato il 31 maggio 2012, ma «con la data del 17 maggio», due atti ideati per sostituire due commissari della più importante gara di Expo (la cosiddetta «Piastra» da 272 milioni) in fretta e furia, senza dover rendere pubblica la paventata ragione di loro incompatibilità rispetto ad altri incarichi, e soprattutto senza rifare l’intera procedura che altrimenti avrebbe rischiato di far saltare il già affannato cronoprogramma. Il Tribunale in ciò ha tuttavia riconosciuto a Sala, oltre che le attenuanti generiche, anche la speciale attenuante dell’aver agito, nel commettere il reato, «per motivi di particolare valore sociale».