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    Predefinito E ora WikiLeaks. Ci hanno preso tutti per imbecilli?

    E ora WikiLeaks. Ci hanno preso tutti per imbecilli?



    Le Lobby che controllano i mass media del pianeta e le Consorterie mondialiste che ne indirizzano le strategie di imbonimento dei cervelli probabilmente sono ormai più che certe di avere a che fare con una massa di imbecilli, con un’opinione pubblica decerebrata alla quale si può far credere ogni genere di sciocchezza.

    Del resto non è forse vero che dall’11 settembre 2001 in avanti, con relativa facilità, si sono potuti coprire e mistificare, presso l’opinione pubblica mondiale, una quantità di cruenti attentati, del tutto evidenti quali false flag, facendoli passare come opera di una fantomatica Al Qaeda?

    In questo Nuovo Ordine Mondiale post caduta del muro di Berlino, non solo ci si è potuti permettere tali manipolazioni della credulità popolare, ma si è praticato anche l’utilizzo spudorato e la successiva pacifica sconfessione di menzogne utilizzate per criminalizzare stati e nazioni sovrane che si volevano militarmente attaccare, distruggere e occupare. Il tutto come se niente fosse. Non ricordate forse la storiella che aveva terrorizzato l’America, quella dell’antrace? O le famose “armi di distruzione di massa”? Tutte favolette cotte e mangiate, pietanze utili per terrorizzare per qualche tempo le popolazioni e raggiungere certi obiettivi.

    Evidentemente, con il passare del tempo, chi tira le fila di queste manipolazioni dei cervelli, si deve essere reso conto che oramai si può giocare con l’opinione pubblica, attraverso la pratica virtuale di notizie e informazioni vere o taroccate che siano, ma ammantate dal crisma dell’ufficialità, che vengono oltretutto strombazzate su tutte le fonti di informazione e quindi sottoposte a discussioni, dibatti, attacchi, invettive, censure, ecc. Tutto un clamore che in definitiva finisce per conferirgli quella patina di importanza, “verità” e autorevolezza che un minimo di riflessione dimostrerebbe che non possono avere.

    Stanti così le cose, a “chi di dovere”, è risultato evidente che per ricattare, spaventare e tenere sotto continua pressione governi e opinione pubblica, non è neppure più necessario mettere in atto grandi e spettacolari attentati. Tanto è consolidata la manipolazione e lo stravolgimento dei cervelli, che è sufficiente spedire qualche pacchetto, presunto esplosivo, via aerea, seguito dal solito minaccioso comunicato rivendicativo, ed il gioco è fatto: per giorni e giorni nelle case della gente, dove in genere all'ora di pranzo e di cena si ascoltano i telegiornali, o sulla stessa stampa, fiumi di parole e d’inchiostro terrorizzano su queste “nuove minacce” rivolte contro l’umanità o meglio contro il cosiddetto “mondo libero”. La solita strategia del “destabilizzare per stabilizzare” (consolidare l’ordine mondiale), un tempo praticata con lo stragismo, oggi viene attuata con la ridicola minaccia delle “cartucce per stampanti” esplosive.

    Ma visto che da cosa nasce cosa e alla “fantasia” non c’è mai fine, ecco l’altra più grande invenzione di questi tempi: quella di WikiLeaks.

    WikiLeaks (da leak, "perdita", "fuga”, in questo caso di notizie) dovrebbe essere una presunta organizzazione a livello internazionale, un sito fondato dall’australiano Julian Assange, che riceverebbe in modo anonimo e attraverso uno studiato sistema di criptaggio, documenti, in genere diplomatici e governativi, ma non solo, spesso coperti da segreto, diffondendoli poi attraverso Internet dopo averne preannunciato la pubblicazione.

    Lo scopo sbandierato da questa organizzazione che non può non avere mezzi, cervelli e risorse di una certa entità, dovrebbe essere quello di ottenere una trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia e vera democrazia (figuriamoci!).

    Il solo fatto che se ne parli e se ne scriva, mentre fonti nazionali autorevoli ne denunciano i gravi pericoli per i governi, finisce ovviamente per conferire una patina di grande importanza a questa WikiLeaks.

    Recentemente, come ricorderete, venne pubblicata un’enorme mole di documenti che volevano dimostrare torture e stragi compiute dagli americani in Irak, ma in definitiva, ad una lettura attenta di quanto pubblicato, ne usciva fuori un forte ridimensionamento di tali nefandezze, sia nelle cifre che nelle violenze perpetrate sulla inerme popolazione irakena.

    Per quanto ci compete, guarda caso, ne usciva anche fuori che in definitiva Nicola Calipari era stato ucciso non per vendetta e avvertimento da parte statunitense, ma in virtù di un equivoco, conseguenza di un diversivo escogitato da Al Qaeda. Inoltre la parte più sensibile dei documenti pubblicati, ovviamente, tendeva a dimostrare le ingerenze di Teheran nelle situazioni calde del medioriente, il pericolo costituito dagli Hezbollah nel Libano, ecc. Quasi un sottile invito a farla finita con i regimi di Siria e Iran visto che “ora abbiamo le prove dello loro trame”; tanto più che queste “prove” non le forniscono americani o israeliani, ma una fonte di verità indipendente che è la tanto “temuta” (dagli Usa) WikiLeaks.

    Un bel giochetto, niente male. Se questo ridimensionamento delle malefatte yankee, fosse avvenuto attraverso una parziale ammissione di colpa della stessa amministrazione americana, ammesso che lo avesse potuto o voluto fare, tutti avrebbero avanzato il facile sillogismo che se gli americani ammettono dieci, vuol dire che, come minimo, hanno commesso cento.

    WikiLeaks invece, spacciata come una fonte apparentemente “nemica” dei governi americani e comunque preposta a una controinformazione finalizzata a fare chiarezza, attraverso questa “clamorosa denuncia”, che comunque per ciò che attiene ai massacri e alle distruzioni perpetrati da anni in quelle località era da tempo superflua, ha fatto tutti contenti e canzonati.

    Ora, in questa ultima edizione di WikiLeaks, si vanno a pubblicare documenti segreti o segretati che dovrebbero mostrare alcuni aspetti nascosti della diplomazia e delle relazioni internazionali, tali, dicesi, da mettere in difficoltà i governi delle rispettive nazioni chiamate in causa.

    Niente di particolarmente eccezionale, a differenza di quanto i mass media vorrebbero farci credere, ma comunque sufficiente a tenere sotto scacco e ricatto i vari governi nazionali con una serie di rivelazioni più che altro da gossip, ma che riferite a importanti (e mirate) personalità e governanti possono complicare i normali e futuri rapporti tra Stati.

    E proprio in questo senso vengono fuori i veri fini e scopi di WikiLeaks, perché è facile rendersi conto che tutto questo non nasce per caso, ma è conseguenza delle (e reazione alle) fluttuazioni geopolitiche, a un parziale rimescolamento di alleanze e rapporti internazionali che si sta verificando negli ultimi anni. Novità e rimescolamenti che devono assolutamente essere ridimensionati a difesa di un triplice ordine di interessi che sta a cuore ai “padroni del mondo”:

    1. l’interesse geopolitico degli Stati Uniti.

    2. l’interesse geopolitico di Israele

    3. l’interesse ideologico – finanziario del “mondialismo”.

    Tre entità solo apparentemente distinte, ma in realtà interconnesse e coinvolte in un comune interesse geopolitico.

    E’ oramai evidente che l’egemonia mondiale degli Stati Uniti, sempre salda da un punto di vista militare, anzi ancor più estesa attraverso i nuovi compiti della Nato e le occupazioni di spazi e risorse energetiche precedentemente preclusi (per esempio Irak e Afganistan), è però profondamente scossa da un grave ridimensionamento economico e da una crisi di rapporti internazionali piuttosto pronunciata tali da metterne in discussione la leadership mondiale. E questo non deve accadere perchè per il “mondialismo” gli Stati Uniti, costituiscono ancora le “gambe” attraverso cui passano i progetti di dominio mondiale non ancora completati.

    Israele poi, potenza di livello nucleare, raggiunta oramai da anni la sicurezza strategico militare ai suoi confini (ma non si nasconde che tali confini si vorrebbero espandere) è proiettata verso la distruzione totale di ogni “realtà” che in prospettiva futura possa costituire un pericolo per il suo imperialismo.

    L’Alta Finanza mondialista, infine, sta producendo il massimo sforzo, attraverso le sue Lobby, i suoi organismi e le sue istituzioni trans e over nazionali, per ottenere una completa subordinazione delle sovranità nazionali ai suoi dettami e interessi.

    Ora, domandiamoci: se andiamo a ben guardare, la pubblicazione di documenti definiti “scottanti”, ma in realtà scarti e ritagli di pettegolezzi internazionali, che coinvolgono varie nazioni e che definiscono con epiteti insultanti e denigratori varie personalità e statisti, sostanzialmente a chi può andare a nuocere?

    Non certo agli americani, se non in lievissima percentuale, meno che mai a Israele e ancor meno alle strutture e consorterie ombra del mondialismo.

    Essa danneggia invece proprio quei nuovi rapporti internazionali che si erano appena stabiliti o si stavano per stabilire e che nel rimescolamento di carte in atto, con la crescita di nuove grandi realtà geopolitiche (per esempio il ruolo della Cina, a seguire dell’India, ecc.), contribuivano a mettere in crisi proprio l’egemonia statunitense nel mondo e a cascata gli interessi di Israele e del mondialismo.

    Guarda caso, per fare un esempio riguardante l’Italia, si pubblicano documenti, presunti segreti, che chiamano in causa gli accordi energetici tra Putin e il governo Berlusconi.

    E lo stesso si fa con la Libia di Gheddafi. Proprio quelle due iniziative positive o comunque preludenti ad un minimo di autonomia nazionale (accordi con Gheddafi e con Putin) conseguite da quello che, per il resto, è stato un governo insulso, ma che erano viste come il fumo negli occhi dagli americani.

    E’ allora solo un sospetto quello di pensare che, sempre per quel che riguarda l’Italia, per mezzo di WikiLeaks si desideri sparare un’auspicata bordata contro quei progetti che gli americani avevano rinfacciato all’Italia attraverso i canali diplomatici, ma che ora vengono stigmatizzati anche a livello internazionale proprio grazie alla pubblicazione di questi documenti?

    Cosa sono dunque queste “rivelazioni” di WikiLeaks, se non un nuovo modo per esercitare ricatti e pressioni sui governi?

    Chi danneggia veramente la “rivelazione” di documenti e notizie, con i quali si dimostra che gli americani spiano statisti alleati e nemici e personalità dell’Onu? Gli Usa o i rispettivi “spiati”, di cui vengono così messi in piazza aneddoti e aspetti poco edificanti?

    Ma ancor più, tutta questa pubblicistica prodotta da Wikileaks (migliaia e migliaia di documenti che nessuno leggerà mai interamente, ma da cui i mass media estrapolano, attraverso opportune dritte, gli argomenti di cui si deve parlare) consente a chi ne è veramente interessato di accusare di comportamenti e atti poco edificanti personaggi mirati, in genere scomodi per l’UsaIsrael.

    Un lavoretto che non poteva esser fatto direttamente. Tutto il tam tam mediatico sollevato da WikiLeaks, inoltre, lascia percepire come reale la minaccia rappresentata da alcuni paesi arabi, nonché quella del terrorismo islamico, insomma tutti quei leit motiv ripetuti come un mantra dai mass media occidentali e strombazzati dall’amministrazione americana, ai quali in precedenza poteva darsi minor credito perchè venivano denunciati da chi era interessato a sfruttarne la pervasività, ma che ora invece, essendo indirettamente attestati, attraverso documenti prodotti da una voce “libera”, anzi perfino “avversa” al governo Usa come “Wikileaks, assumono nell’inconscio collettivo una diversa dimensione.

    Si è riusciti, in pratica, ad attestare quanto si voleva da sempre attestare, a veicolare idee e luoghi comuni attraverso quella che viene spacciata come una voce libera, spregiudicata e dissidente!



    Maurizio Blondet sul Sito Effedieffe afferma giustamente che tutte queste notizie non sono altro che “spazzatura”: “Scarti. Ritagli di giornale. Pettegolezzi senza uno straccio di fonte nè documentazione d’appoggio. E’ la solita disinformazione degli amici di Israele, che si possono leggere sul blog della Nirenstein”.



    E Blondet elenca anche una serie di situazioni che dovrebbero dedursi da questa “spazzatura”:



    La Turchia ha fornito armi ad Al Qaeda in Iraq.

    Ahmadinejad è peggio di Hitler, gli emiri del Golfo pensano che sia uno squilibrato.

    L’Arabia Saudita ha chiesto agli Stati Uniti di bombardare l’Iran.

    Osama Bin Laden è vivo e vegeto, e dirige personalmente i terroristi suicidi e quelli che mettono le bombe a lato strada per ammazzare soldati americani.

    L’Iran ha ottenuto dalla Corea del Nord dei missili “che possono colpire l’Europa”.

    Prima di lanciare il massacro su Gaza detto Piombo Fuso, Israele chiese invano di coordinare le posizioni con Egitto e l’Autorità Palestinese contro Hamas; data la risposta negativa, Israele, a malincuore, dovette far tutto da sè.

    Insomma, dice Blondet, sono i motivi più consueti, rozzi e screditati dell’hasbara, della propaganda e disinformazione israeliana, che vengono utilizzati per sostenere le folli strategie israeliane.

    Ormai dovrebbe essere chiaro: le centinaia di migliaia di comunicazioni riservate e diplomatiche passate a Wikileaks sono probabilmente gli scarti dell’immane apparato di intercettazione che i servizi israeliani esercitano in USA.

    Fin qui Blondet, il quale giustamente sostiene che questo Assange, pretestuosamente criminalizzato, fintamente ricercato e accusato di varie nefandezze, in realtà non rischi niente, perchè se i servizi segreti occidentali lo avessero veramente voluto eliminare non lo avrebbe certo salvato il rifugio svedese, proprio quella Svezia dove vennero assassinati Olaf Palme nel 1986 e Anna Lindht nel 2003.

    Questo Assange sostiene poi posizioni veramente strane: sembra impegnato in campagne di controinformazione apparentemente antiamericane, ma guarda caso va sostenendo che l’11 Settembre 2001 in America non ci fu complotto!



    Come dicevamo all’inizio, le strutture del “mondialismo” e i relativi mass media sono ormai arcisicuri di avere a che fare con una massa di imbecilli, perchè difatti solo degli imbecilli possono ritenere che documenti veramente “segreti” e di vitale importanza possano venire in possesso di chiunque e che chiunque ne possa addirittura disporre come e quando crede usandoli come un’arma verso le più potenti nazioni del mondo.

    Siamo quindi, come al solito, in presenza di altre mistificazioni, di una gran messa in scena finalizzata a manipolare l’opinione pubblica e a condizionare l’operato dei governi; quei governi e quegli stati cui il mondialismo, proprio in questi giorni, con il suo governo mondiale ombra, ha brutalmente ricordato che devono cedere sempre più spazi di sovranità nazionale in favore delle strutture sovranazionali (in particolare il FMI e la Banca Mondiale).

    Per concludere, tutto è finalizzato a destabilizzare gli stati nazionali e far loro perdere sempre più forza sul terreno della sovranità nazionale. Ma ci hanno anche preparato uno scenario di gestione di tutto questo veramente incredibile, dove l’informazione sarà sempre più monopolio di poche lobby e centrali (come ad esempio le reti Fox News di Murdoch) e il contrappeso della critica, dell’opposizione e delle denunce sarà monopolio di queste WikiLeaks che magari, per far vedere quanto erano “cattive e pericolose”, verranno prima o poi oscurate, ma altre ne spunteranno come funghi: insomma se la cantano e se la suonano da soli.
    Del resto, in piccolo, non avevamo noi in Italia la tendenza a delegare la critica e la denuncia di fatti e misfatti a strutture private come “Striscia la Notizia” e il suo Gabibbo sponsor commerciale?


    E ora WikiLeaks. Ci hanno preso tutti per imbecilli?, Maurizio Barozzi
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  2. #2
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    Predefinito Rif: E ora WikiLeaks. Ci hanno preso tutti per imbecilli?

    La portinaia globale



    Clamorose rivelazioni, signora mia! Ma lo sa che il signor Berlusconi, quello che sta al governo e ha tutti quei soldi, dava festini in onore di Putin?

    Ah, crede di averlo già sentito da qualche parte?

    Eh, ma prima tutti dicevano che fossi solo io a mettere in giro queste voci, per invidia. Ora invece lo dice anche quel giornale, Uichilisc, Whiskylisch, comesichiama, quindi nessuno potrà più dire che me lo sono inventato io...

    Ah, non è un giornale?

    Sì, però mio cognato mi ha detto che stamattina c’era scritto anche su “Repubblica”, che è un giornale serio, che pubblica notizie serie. Lo sa che Boris Becker ha fatto il lifting? C’è scritto su “Repubblica” stamattina. Sembra incredibile, vero? Lo sa che c’è una signora che dice che il sole è suo e vuole farci pagare per usarlo? Sempre su “Repubblica”. In che mondo viviamo, signora mia!

    Lo sa cosa hanno detto i diplomatici americani di quel signore così attraente che fa il governatore di quel paese arabo, dell’Iraq? Hanno detto che è il nuovo Ìtle!!

    Sì, vabbè, non l’Iraq, l’Iran, è sempre un paese arabo, comunque.

    Non è un paese arabo?

    In ogni caso, arabo o no, chi si sarebbe mai aspettato che i diplomatici americani fossero così pettegoli... A me, se devo dirle la verità, quel signore arabo sembra una persona perbene, distinta, uno che sa il fatto suo. Ha detto che vuole costruire le centrali nucleari nel suo paese, secondo me fa bene, se no come fanno ad avere l’acqua calda nei villaggi quei poveri negri?

    Lo sa che Gheddaffi, il capo della Libia, prende il botox ed è ipocondriaco? Whiskylisch dice che si porta sempre dietro una stangona di infermiera, una bionda mozzafiato, chissà la moglie come si rode il fegato. Sono rivelazioni sconcertanti, lei mi capisce, qui lo dico e qui lo nego. Mi deve promettere di non ripeterlo in giro. Se si venisse a sapere che gliel’ho detto io, le reazioni internazionali potrebbero essere imprevedibili. Si rischierebbero incidenti diplomatici a non finire, come l’11 settembre, quando mio fratello andò a dire al ragioniere del piano di sotto che aveva visto sua moglie con il signor Sbardellati, quello che vende le casseforti.

    Ho letto anche che Berlusconi sta sempre a braccetto con Putin e conclude affari con la Russia che agli Stati Uniti non piacciono e che avvantaggiano le aziende italiane come Eni e Finmeccanica.

    Sì, detto così non sembra una brutta cosa, ma deve esserlo per forza se lo dice Whiskylisch e se “Repubblica” lo ha messo in prima pagina. Del resto, ho letto anche che i dirigenti di Finmeccanica li stanno arrestando tutti, quindi qualcosa di disonesto devono aver fatto. Io, se fossi in loro, starei attenta a fare affari con i russi, sapendo che agli Stati Uniti non fa piacere. Lo vede poi che casini succedono? E poi quel Putin a me fa paura, ha sempre quella faccia seria... Whiskylisch dice che i diplomatici americani gli hanno dato del “cane alfa”, pensi un po’ lei, devono essere proprio incacchiati per dare del cane ad un capo di governo. Io, se fossi in lui, starei più attenta.

    E anche alla signora Merkel, quella tedesca cotonata che si dà tutte quelle arie! Sapesse quante gliene ha dette Whiskylish! Invece tutti parlano bene di quel signor Netanyahu, il capo di Israele, che deve essere davvero una persona distinta e irreprensibile. Su di lui, Whiskylisch non ha pubblicato neanche un documento, neanche un pettegolezzo, neanche una relazione sentimentale fuori dai canoni. Lui sì che è uno che sa come si sta al mondo. Non lo dico perché sono ebrea, ma in Israele nessuno si fa prendere con le braghe calate in certi maneggi con le attricette e con i cani alfa! Sono il paese più morale del mondo, lo sa che perfino il loro esercito si comporta in modo umano e compassionevole quando spara ai palestinesi? L’ho letto su “Repubblica”, e anche Whiskylisch non ha niente da obiettare su questo.

    Lei lo sa, a me non piace parlar male della gente, ma sono una che gli piace dire le cose in faccia. La verità va detta, altrimenti che democrazia saremmo, dove finirebbe la nostra libertà d’informazione? Senza la libertà d’informazione finiremmo tutti nei campi di concentramento, come mio nonno, che è stato gasato ad Auschwitz e poi ci ha scritto anche un libro.

    Sapesse, signora mia, quante sofferenze, quante persecuzioni abbiamo subito noi ebrei, soltanto per aver voluto dire la verità, soltanto perché abbiamo a cuore le sorti del mondo! Quel povero Assange, come me, sta correndo rischi terribili per aver messo in giro queste notizie, così utili a farci conoscere i meccanismi della politica. Ieri sera gli hanno anche attaccato il giornale – sì, vabbè, il sito – dove pubblica tutte queste informazioni così importanti. Ma si rende conto? Uno rende un servizio all’umanità, ci fa conoscere informazioni essenziali e per tutto ringraziamento gli vanno a rovinare il giornale! Non c’è gratitudine a questo mondo, signora mia! Uno si fa in quattro per diffondere, del tutto disinteressatamente, un po’ di verità e la gente, invece di ringraziarlo, vorrebbe tappargli la bocca! E’ proprio vero che l’umanità è corrotta, che non c’è giustizia, che ci vorrebbe un nuovo diluvio. Ci vorrebbe una bella guerra, una di quelle mondiali, signora mia. Una di quelle che cancellano un bel po’ di gente dalla faccia della terra, fanno un po’ di pulizia e poi si ricomincia tutto daccapo.
    Noi ebrei lo sappiamo bene.


    La portinaia globale, Gianluca Freda
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  3. #3
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    Predefinito Rif: E ora WikiLeaks. Ci hanno preso tutti per imbecilli?

    Wikileaks?



    Il sito Wikileaks potrebbe non essere quell’esempio di trasparenza che qualcuno immagina.

    A quanto pare il suo fondatore Julian Assange, proprio come Martin Bishop, personaggio interpretato da Robert Redford nel film i Signori della truffa, sarebbe passato dalle nobili aspirazioni di trasformazione sociale per mezzo di attività di hackeraggio contro governi e multinazionali, alla collaborazione stretta con alcuni settori della Cia che non condividono le scelte strategiche di Obama e l’agenda politica della sua presidenza.

    Nella finzione cinematografica Bishop-Redford (un personaggio più romantico e meno ambiguo del fondatore di wikileaks), dopo aver abbandonato il suo sogno di redistribuzione della ricchezza attraverso l’intrusione nei sistemi informatici di banche e Istituti di credito (una delle azioni più eclatanti del suo gruppo risulterà il trasferimento di denaro dalle casse del Partito Repubblicano alle Pantere Nere) si ritroverà dall’altra parte della barricata occupandosi di efficientare e controllare i sistemi di sicurezza di quegli stessi enti finanziari che erano stati obiettivo dei suoi attacchi durante il periodo universitario. Alla fine Bishop resterà imbrigliato in una storia criminale con protagonisti alcuni pirati telematici interessati solo ai soldi (tra i quali il suo ex compagno di scorribande informatiche anticapitalistiche) e l’Nsa (National Security Agency), con la quale collaborerà strettamente per fermare tali banditi della rete, ottenendone in cambio la ripulitura della sua fedina penale macchiata con le azioni illegali compiute in gioventù.

    Molti commentatori, tra i quali un famoso hacker italiano come Fabio Ghioni, noto alla cronaca per la faccenda dello spionaggio Telecom di qualche tempo fa, hanno fatto notare che Assange sta diffondendo informazioni del Pentagono e del Dipartimento di Stato americano ma non della CIA, lasciando così intendere che sarebbe la stessa Central Intelligence Agency, almeno in alcuni presunti settori deviati, a voler creare il caos politico-diplomatico per screditare il Governo statunitense. In particolare, pare che le teste d’uovo stellestrisce si stiano confrontando duramente sulle alleanze internazionali, con alcune divisioni di strateghi che prediligerebbero relazioni più strette con la Cina ed altre, quelli più leali all’attuale presidente, che condividerebbero invece le aperture di Obama verso la Russia di Medvedev. Sta di fatto che l’Impero americano, portando alla luce del giorno queste fratture interne, risulta sempre meno credibile come potenza equilibratrice degli assetti globali. L’Impero scricchiola, anche se non crollerà al suolo di botto. L’America del prossimo futuro sarà però molto diversa da come la vediamo e percepiamo oggi poichè sarà differente il contesto mondiale intorno ad essa. L’american way of life diventerà uno stile di vita tra gli altri (e nemmeno il migliore) mentre l’American dream smetterà di essere il sogno di milioni di uomini sparsi in tutto il pianeta, il miraggio di generazioni che hanno guardato Oltre Atlantico pensando che il regno della felicità e della libertà fosse finalmente precipitato in terra. Il risveglio è cominciato e non si arresterà finché non si sarà affermata una nuova consapevolezza. Migliore o peggiore non saprei al momento dire, questo dipenderà da tanti fattori. Conta però il fatto che finalmente la storia si sia rimessa in marcia, quel che accadrà domani coneguirà da elementi oggettivi ma anche dalla capacità umana di saper incidere su questa materialità in mutamento. Siamo di fronte all'alba di un nuovo giorno.


    Wikileaks?, Gianni Petrosillo
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    Predefinito Rif: E ora WikiLeaks. Ci hanno preso tutti per imbecilli?

    Io lo ho capito quasi subito che era l'ennesima montatura di USRAEL.
    La prossima volta consiglio di evitare il clamore mediatico...

  5. #5
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    Predefinito Rif: E ora WikiLeaks. Ci hanno preso tutti per imbecilli?

    Le rivelazioni supersegrete di Wikileaks (o Wikimossadleaks?)


    di Marcello Pamio - 15/12/2010

    Fonte: Disinformazione





    WikiLeaks significa letteralmente “fuga di notizie” (dall'inglese "leak", "perdita", "fuga").
    Questo sito internet sarebbe (il condizionale in questo caso è d’obbligo), un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro (?) che riceve in modo anonimo (?) e protetto da un sistema di cifratura, documenti coperti da segreto (segreti di stati, militari, industriali, bancari, ecc.) per poi caricarli sul proprio portale web. Servizio straordinario, devo ammettere!
    Finora avrebbe pubblicato circa 20.000 degli oltre 250.000 documenti trapelati dall’ambasciata degli Stati Uniti d’America. Queste sono le cose note a tutti. Ma è proprio così o c’è dell’altro?

    L’ottimo giornalista Maurizio Blondet ha scritto un bellissimo articolo sull’argomento, dal titolo inequivocabile: “Wikileaks e giornalisti pagati per crederci”.

    Ritagli di giornale, segreti di Pulcinella, gossip da portinerie. (…)

    Le notizie veramente compromettenti soffiate e spedite dalle ambasciate americane a Washington? (…)[1]

    “Gossip da portinerie” scrive Blondet, ed ha perfettamente ragione. Dove sono queste grandi e supersegrete notizie?
    Wikileaks e la vicenda del suo fondatore, Julian Assange, sta tenendo occupati tutti i media e tutti i giornalisti di Regime, con la scusante di svelare segreti ultrasegreti, rivelazioni incredibili e super top secret. E invece cosa pubblica?
    Ecco qualche banalissimo titolo:

    - L’Italia una diocesi del Vaticano
    - Possibile guerra atomica in Medio Oriente
    - Israele può usare l’atomica contro l’Iran
    - La Turchia ha fornito armi ad Al Qaeda in Iraq
    - Ahmadinejad è peggio di Hitler
    - Osama Bin Laden è vivo e vegeto
    - L’Iran ha ottenuto dalla Corea del Nord dei missili

    Queste sono solo alcune delle perle spionistiche pubblicate da Wikileaks!
    Tanto di cappello e soprattutto onore al coraggio di questo Julian Assange. Senza l’ausilio di tale sito internet non saremo mai venuti a conoscenza che “Berlusconi fa festini selvaggi” e Sarkozy è “permaloso e autoritario”; che la Turchia ha addirittura fornito armi ad al-Qaeda e che lo stato democratico di Israele vorrebbe usare l’atomica contro l’Iran!

    Senza scomodare questo fantomatico sito, bastava leggere i libri e gli scritti di un giornalista (e ne dico solo uno) come Maurizio Blondet per aver chiare queste e molte altre cose; oppure bastava navigare in qualche sito internet ad hoc (tra cui il medesimo) per trovare informazioni più serie di quelle fornire “gratuitamente” da Wikileaks. Il tutto pubblicato in anni non sospetti e soprattutto senza l’ausilio delle “veline” del mossad…

    Quello che dovrebbe interessare infatti l’opinione pubblica mondiale, non è tanto quello che pubblica Wikileaks (scarti mirati di servizi d’intelligence), ma quello che NON pubblica, cioè quello che NON viene detto.

    “Le centinaia di migliaia di comunicazioni riservate e diplomatiche passate a Wikileaks sono probabilmente gli scarti dell’immane apparato di intercettazione che i servizi israeliani esercitano in USA”.[2]

    Tutto tristemente vero e le conferme arrivano da altre fonti.
    “Dai documenti del Dipartimento di Stato americano, finora pubblicati da WikiLeaks solo 77 menzionano Israele”[3], e di questi “solo ben pochi contengono materiale relativo a Tel Aviv”.
    “Nessuna pubblicazione contiene alcun documento compromettente o imbarazzante nei confronti di Israele. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a novembre ha detto che ‘nessun materiale classificato israeliano è stato esposto da Wikileaks’, a suggerire che Tel Aviv considera questo come un dato positivo”.[4]
    Perché Wikileaks non pubblica tutte le informazioni scottanti che possiede? Ci sono dati che non possono essere pubblicati? E perché questa ostruzione?

    Addirittura secondo un giornalista investigativo israeliano, Wikileaks avrebbe “raggiunto un accordo economico con Israele”, sulla base del quale il fondatore del sito web Julian Assange avrebbe trattenuto i documenti incriminanti Israele in cambio di denaro. Un'altra possibilità è che lo stesso Wikileaks sia un apparato dei servizi di intelligence con lo scopo di veicolare alcune "verità comode", ma solo alcune.
    Secondo il giornalista investigativo americano Wayne Madsen, vi sarebbe “una relazione sul fatto che Assange all’inizio di quest’anno si è incontrato con i funzionari israeliani per assicurarli che nulla derivante da questi cablogrammi avrebbe danneggiato Israele, in particolare l’attacco di Israele al Libano del 2006 e il successivo attacco a Gaza e che nessuno di questi cablogrammi sarebbe stato rilasciato”. Ha continuato Madsen: “vediamo diversi giochi in fase di attuazione, giochi all’interno di giochi...”[5]
    Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato in una conferenza stampa che “nessun documento segreto d’Israele è stato reso pubblico da Wikileaks”. In un’intervista alla rivista Time, rilasciata nello stesso periodo, Assange stesso incensava Netanyahu come un eroe di trasparenza e liberalità!!!

    Per capire come funziona un sistema, alle volte è consigliato “spegnere l’audio” e osservare come uno si "comporta". Nel caso specifico di Wikileaks, da una parte basta leggere con attenzione le super "rivelazioni" spionistiche, valutandole caso per caso e analizzandole nel contesto in maniera seria e completa. Dall’altra, cosa ancor più importante, è capire le notizie che invece NON vengono pubblicate! Per quest’ultimo punto è necessario avere una visione d’insieme allargata che non si può normalmente maturare se si leggono solo quotidiani o se si guarda solo la televisione di Regime.

    Ecco un ultimo esempio.
    Le “soffiate” di Wikileaks non dicono nulla sul colpo di Stato avvenuto l’11 settembre 2001 a New York, come mai? Ecco la semplice spiegazione dalle parole stesse di Assange:

    «Sono continuamente disturbato da gente sviata da false idee di complotto come l’11 settembre, mentre noi non facciamo che dare prove di tutte le cospirazioni reali...». (Julian Assange: 9/11 was not a conspiracy)


    Il responsabile di Wikileaks è “disturbato” dal complotto dell’11 settembre che quindi, secondo la sua autorità e competenza, è falso e deviante, e solo lui (loro) pubblica(no) le “prove di cospirazioni reali”!
    Staremo tutti con orecchie aperte e occhi spalancati per sentire e/o leggere quali sarebbero queste cospirazioni reali.
    Come pure staremo attenti a quello che Obama ha intenzione di fare, proprio a causa dello scandalo Wikileaks. L'amministrazione statunitense, apparentemente inviperita dai cablogrammi del sito internet di Assange, starebbe per sferrare un attacco senza precedenti a internet![6] Misure restrittive, provvedimenti legali sulle concessioni di licenze dei provider, massiccia sorveglianza di tutti i computer, ecc.[7]


    --------------------------------------------------------------------------------

    [1] “Wikileaks, e giornalisti pagati per crederci”, Maurizio Blondet, dal sito EFFEDIEFFE.com Giornale Online

    [2] Idem

    [3] “Israele compare solo in 77 documenti di Wikileaks”, traduzione di Carmen the Sister, tratto dal sito STAMPA LIBERA

    [4] Idem

    [5] "Da Wikileaks alle misure restrittive di internet", tratto da Da Wikileaks alle misure restrittive su internet

    [6] Idem

    [7] Idem




    Le rivelazioni supersegrete di Wikileaks (o Wikimossadleaks?)
    “Non vi è socialismo senza nazionalizzazione e socializzazione delle industrie” STANIS RUINAS

  6. #6
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    Predefinito Rif: E ora WikiLeaks. Ci hanno preso tutti per imbecilli?


  7. #7
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    Predefinito Rif: E ora WikiLeaks. Ci hanno preso tutti per imbecilli?

    e naturalmente oggi è stato scarcerato.

 

 

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