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    Predefinito SOLENNITÀ - Esaltazione della Santa Croce



    Ti Adoriamo , o Cristo, e Ti benediciamo. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
    Ultima modifica di emv; 02-06-20 alle 16:56 Motivo: Rititolazione a scopo classificazione argomenti
    “Pray as thougheverything depended on God. Work as though everything depended on you.”

  2. #2
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    Predefinito Rif: Esaltazione della Santa Croce

    14 SETTEMBRE
    ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
    Festa




    LETTURE: Nm 21, 4b-9; Sal 77; Fil 2, 6-11; Gv 3, 13-17


    Gli Orientali oggi celebrano la Croce con una solennità paragonabile a quella della Pasqua. Costantino aveva fatto costruire a Gerusalemme una basilica sul Golgota e un’altra sul Sepolcro di Cristo Risorto. La dedicazione di queste basiliche avvenne il 13 settembre dei 335. Il giorno seguente si richiamava il popolo al significato profondo delle due chiese, mostrando ciò che restava del legno della Croce del Salvatore. Da quest’uso ebbe origine la celebrazione del 14 settembre. A questo anniversario si aggiunse poi il ricordo della vittoria di Eraclio sui Persiani (628), ai quali l’imperatore strappò le reliquie della Croce, che furono solennemente riportate a Gerusalemme. Da allora la Chiesa celebra in questo giorno il trionfo della Croce che è segno e strumento della nostra salvezza. «Nell’albero della Croce tu (o Dio) hai stabilito la salvezza dell’uomo, perché donde sorgeva la morte di là risorgesse la vita, e chi dall’albero traeva vittoria, dall’albero venisse sconfitto, per Cristo nostro Signore» (prefazio).

    L’uso liturgico che vuole la Croce presso l’altare quando si celebra la Messa, rappresenta un richiamo alla figura biblica del serpente di rame che Mosè innalzò nel deserto: guardandolo gli Ebrei, morsicati dai serpenti erano guariti. Giovanni nel racconto della Passione dovette aver presente il profondo simbolismo di questo avvenimento dell’Esodo (cf prima lettura), e la profezia di Zaccaria, quando scrive: «Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto » (Zc 12,10; Gv 19,37).

    Il simbolo della croce ha sacralizzato per secoli ogni angolo della terra e ogni manifestazione sociale e privata. Oggi rischia di essere spazzato via o peggio strumentalizzato da una moda consumistica. Tuttavia rimane sempre un simbolo che fa volgere lo sguardo a tutti i «crocifissi» di sempre: i poveri, gli ammalati, i vecchi, gli sfruttati, i bambini subnormali, ecc. Essi sono i più degni di essere collocati nel «vivo» delle nostre messe. A noi, figli del «benessere», verrà la salvezza tramite loro, per i quali è sempre valida la parola del Vangelo: «Avevo fame... avevo sete... ero forestiero... ero nudo... ero malato...» (Mt 25).




    La croce è gloria ed esaltazione di Cristo


    Dai «Discorsi» di sant'Andrea di Creta, vescovo
    (Disc. 10 sull'Esaltazione della santa croce; PG 97, 1018-1019. 1022-1023).
    Noi celebriamo la festa della santa croce, per mezzo della quale sono state cacciate le tenebre ed è ritornata la luce. Celebriamo la festa della santa croce, e così, insieme al Crocifisso, veniamo innalzati e sublimati anche noi. Infatti ci distacchiamo dalla terra del peccato e saliamo verso le altezze. E' tale e tanta la ricchezza della croce che chi la possiede ha un vero tesoro. E la chiamo giustamente così, perché di nome e di fatto è il più prezioso di tutti i beni. E' in essa che risiede tutta la nostra salvezza. Essa è il mezzo e la via per il ritorno allo stato originale.
    Se infatti non ci fosse la croce, non ci sarebbe nemmeno Cristo crocifisso. Se non ci fosse la croce, la Vita non sarebbe stata affissa al legno. Se poi la Vita non fosse stata inchiodata al legno, dal suo fianco non sarebbero sgorgate quelle sorgenti di immortalità, sangue e acqua, che purificano il mondo. La sentenza di condanna scritta per il nostro peccato non sarebbe stata lacerata, noi non avremmo avuto la libertà, non potremmo godere dell'albero della vita, il paradiso non sarebbe stato aperto per noi. Se non ci fosse la croce, la morte non sarebbe stata vinta, l'inferno non sarebbe stato spogliato.
    E' dunque la croce una risorsa veramente stupenda e impareggiabile, perché, per suo mezzo, abbiamo conseguito molti beni, tanto più numerosi quanto più grande ne è il merito, dovuto però in massima parte ai miracoli e alla passione del Cristo. E' preziosa poi la croce perché è insieme patibolo e trofeo di Dio. Patibolo per la sua volontaria morte su di essa. Trofeo perché con essa fu vinto il diavolo e col diavolo fu sconfitta la morte. Inoltre la potenza dell'inferno venne fiaccata, e così la croce è diventata la salvezza comune di tutto l'universo.
    La croce è gloria di Cristo, esaltazione di Cristo. La croce è il calice prezioso e inestimabile che raccoglie tutte le sofferenze di Cristo, è la sintesi completa della sua passione. Per convincerti che la croce è la gloria di Cristo, senti quello che egli dice: «Ora il figlio dell'uomo è stato glorificato e anche Dio è stato glorificato in lui, e lo glorificherà subito» (Gv 13, 31-32).
    E di nuovo: «Glorificami, Padre, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17, 5). E ancor: «Padre glorifica il tuo nome. Venne dunque una voce dal cielo: L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò» (Gv 12, 28), per indicare quella glorificazione che fu conseguita allora sulla croce. Che poi la croce sia anche esaltazione di Cristo.

    (SEGUE IL MESSALE)

    Liturgia della Esaltazione della Santa Croce - www.maranatha.it
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  3. #3
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    Lightbulb Re: Rif: Esaltazione della Santa Croce

    14 settembre 2016: Esaltazione della Santa Croce…






    Esaltazione della Santa Croce - Sodalitium
    “14 settembre, Esaltazione della Santa Croce.
    Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi, quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
    Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che, alla vostra santissima presenza prostrato, vi prego con il fervore più vivo di imprimere nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati, e di proponimento di non offendervi, mentre io con tutto l’amore e la compassione vado considerando le vostre cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di voi, o mio Gesù, il santo profeta Davide: “Hanno trapassato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa”. Così sia.”









    Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce


    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    “14 SETTEMBRE 2016: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
    Il senso della festa della Croce.

    "Abbiate in voi, fratelli miei, lo stesso sentimento da cui era animato Cristo Gesù il quale esistendo nella forma di Dio, non considerò questa sua eguaglianza con Dio come una rapina, ma annichilì se stesso, prendendo la forma di servo e, divenendo simile agli uomini, apparve come semplice uomo. Egli umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce". Le parole dell'Apostolo, che leggiamo nell'Epistola della Messa, ci danno il senso della festa che oggi celebriamo. I termini schiavo, croce sono, è vero, per noi parole correnti, perché hanno perduto il senso abbietto che avevano nel mondo antico, prima dell'era cristiana e perciò i destinatari della lettera di san Paolo capivano meglio di noi l'orrore della cosa e misuravano meglio di noi quanto Gesù Cristo si era abbassato con l'Incarnazione e la morte sulla Croce.
    Il supplizio della Croce.
    Non era la croce considerata dagli antichi come "il supplizio più terribile e più infamante" (Cicerone, In Verrem II)? Era allora cosa frequente vedere un ladro o uno schiavo messo in croce e ciò che di questo supplizio indirettamente conosciamo ci permette di valutarne l'atrocità. Il crocifisso moriva con lenta agonia, soffocato per l'asfissia, determinata dalla estensione delle braccia in alto, e torturato da crampi ai nervi irrigiditi.
    Il culto della Croce.
    Il Cristo ha subito lo spaventevole supplizio per ciascuno di noi; ha offerto al Padre, con un amore infinito, il sacrificio del suo corpo disteso sulla Croce. Lo strumento di supplizio, fino allora oggetto di infamia, diventa per i cristiani la gloria e san Paolo non vuole aver gloria che nella croce del Signore, nella quale risiede la nostra salvezza, la nostra vita, la risurrezione, e per la quale siamo stati salvati e liberati (Introito della Messa).
    Il culto della Croce, strumento della nostra redenzione, si è molto diffuso nella Chiesa: la Croce è adorata e riceve omaggi, che non si concedono ad altre reliquie e le feste della Santa Croce rivestono particolare splendore.
    È stato già festeggiato il fortunato avvenimento del rinvenimento della Croce il tre maggio, oggi la Chiesa celebra l'Esaltazione della Croce, festa che ha un'origine complessa ma che la storia ci permetterà di precisare.
    Origine della festa.
    La data del 14 settembre segna l'anniversario di una dedicazione che lasciò nella storia ecclesiastica un profondo ricordo.
    Il 14 settembre del 335 una folla considerevole di curiosi, di pellegrini, di monaci, di clero, di prelati, accorsi da tutte le province dell'Impero, si riunivano a Gerusalemme per la Dedicazione del magnifico santuario restaurato dall'imperatore Costantino nel luogo stesso dove il Signore aveva sofferto ed era stato sepolto.
    L'anniversario continuò ad essere celebrato con non minore splendore negli anni seguenti. La pellegrina Eteria, venuta a Gerusalemme, al tramonto del IV secolo, ci riferisce che più di 50 vescovi assistevano ogni anno alla solennità del 14 settembre. La Dedicazione aveva rito pari alla Pasqua e all'Epifania e si protraeva per otto giorni con immenso concorso di pellegrini.
    Doppio oggetto della festa.
    Altri elementi si aggiunsero in seguito alla festa anniversaria della Dedicazione. Primo fu il ricordo dell'antica festa giudaica dei Tabernacoli, che coronava le fatiche della vendemmia. Si credeva che fosse celebrata il 14 settembre e la festa cristiana della Dedicazione doveva prenderne il posto. Dal secolo IV un altro ricordo, questo prettamente cristiano, si attaccava alla festa del 14 settembre. e cioè il ritrovamento del legno sacro della Croce. Una cerimonia liturgica detta elevazione o esaltazione (hypsosis) della Croce ricordava tutti gli anni la fortunata scoperta. Il luogo in cui la Croce era stata innalzata era considerato centro del mondo e per questo un sacerdote alzava il legno sacro della Croce verso le quattro diverse parti del mondo. I pellegrini, a ricordo della cerimonia, si portavano a casa una minuscola ampolla contenente dell'olio, che era stata posta a contatto del legno della Croce.
    Diffusione della festa.
    La cerimonia prese un'importanza sempre più grande e avvenne che nel VI secolo il ricordo del rinvenimento della Croce e la Dedicazione avvenuta sul Golgota passarono in secondo piano.
    I frammenti del sacro legno furono distribuiti nel mondo e con i frammenti si diffuse nelle Chiese cristiane la cerimonia della Esaltazione. Costantinopoli adottò la festa nel 612, sotto l'imperatore Eraclio e Roma l'ebbe nel corso del secolo VII. Sotto papa Sergio († 701) al Laterano il 14 settembre si ripeteva l'adorazione della Croce del Venerdì Santo e gli antichi Sacramentari hanno conservato un'orazione ad crucem salutandam in uso in tale cerimonia. Il rito durò poco e scomparì dagli usi romani, ma l'orazione restò nelle raccolte di orazioni private (Ephemerides liturgicae, 1932, p. 33 e 38, n. 16). Ai nostri tempi l'adorazione della Croce il 14 settembre si fa ormai solo nei monasteri e in poche chiese.
    Nuovo splendore della festa.
    Un avvenimento venne nel corso dei secoli a rinnovare lo splendore della festa della Esaltazione. Gerusalemme nel 614 era stata occupata dai Persiani e messa a ferro e fuoco. Dopo le vittorie del pio imperatore Eraclio, la città santa era stata restaurata ed Eraclio aveva ottenuto che fosse restituita la Santa Croce, portata dagli invasori a Ctesifonte. Il 21 marzo del 630, la Croce fu di nuovo eretta nella Chiesa del S. Sepolcro e si riprese il 14 settembre seguente la cerimonia della Esaltazione.
    Carattere nuovo della festa.
    Si resta stupiti nel vedere che la festa, ripristinata con l'antica cerimonia, ha un nuovo carattere di tristezza e di penitenza. Hanno forse contribuito a fare della cerimonia di adorazione un rito di intercessione, nel corso del quale si ripete il Kyrie eleison, le sventure dell'Impero. Il digiuno diventa in quel giorno di rigore, almeno nel mondo monastico. Il carattere di intercessione resta nei testi della nostra liturgia proprii della festa di questo giorno (gli altri testi sono presi dalla festa del 3 maggio o dalla Settimana Santa). Offertorio e Postcommunio chiedono protezione e soccorso mentre il Vangelo ricorda l'Esaltazione del Figlio dell'Uomo sulla Croce, figurata dal serpente di bronzo.
    Essendo stata l'adorazione della Croce un rito della festa di oggi per molto tempo, riportiamo la preghiera composta da sant'Anselmo per la cerimonia del Venerdì Santo.
    O Croce Santa, la vista della quale ci ricorda un'altra croce, quella sulla quale Nostro Signore Gesù Cristo ci ha strappati con la sua morte alla morte eterna, nella quale stavamo precipitando miseramente, risuscitandoci alla vita eterna perduta per il peccato, adoro, venero, glorifico in te la Croce che rappresenti e, in essa, il misericordioso Signore. Per essa egli compì la sua opera di misericordia. O amabile Croce, in cui sono salvezza, vita, e resurrezione nostra! O legno prezioso per il quale fummo salvati e liberati! O simbolo di cui Dio ci ha segnati! O Croce gloriosa della quale soltanto dobbiamo gloriarci!
    Come ti lodiamo? Come ti esaltiamo? Con quale cuore ti preghiamo? Con quale gioia ci glorieremo di te? Per te è spogliato l'inferno; è chiuso per tutti coloro che in te sono stati riscattati. Per te i demoni sono terrificati, compressi, vinti, schiacciati. Per te il mondo è rinnovato, abbellito, in virtù della verità che splende e della giustizia che regna in Lui. Per te la natura umana peccatrice è giustificata: era condannata ed è salvata; era schiava del peccato e dell'inferno ed è resa libera; era morta ed è risuscitata. Per te la beata città celeste è restaurata e perfezionata. Per te Dio, Figlio di Dio, volle per noi obbedire al Padre fino alla morte (Fil 2,8-9). Per questo egli, elevato da terra, ebbe un nome che è al di sopra di ogni nome. Per te egli ha preparato il suo trono (Sal 9,8) e ristabilito il suo regno.
    Sia su di te e in te la mia gloria, in te e per te la mia vera speranza. Per te siano cancellati i miei peccati, per te la mia anima muoia alla sua vita vecchia e sorga a vita nuova, la vita della giustizia. Fa', te ne prego, che, avendomi purificato nel battesimo dai peccati nei quali fui concepito e nacqui, tu ancora mi purifichi da quelli che ho contratto dopo la nascita alla seconda vita, e che per te io pervenga ai beni per i quali l'uomo è stato creato per il medesimo Gesù Cristo Nostro Signore, cui sia benedizione nei secoli.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1072-1076.”








    “Papa Adriano VI Florenszoon Boeyens, Sommo Pontefice, muore il 14 settembre 1523.”

    “Papa Stefano VI, Sommo Pontefice, muore il 14 settembre 891.”





    Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore
    “Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.
    Eterno Padre, intendo onorare San Crescenzio di Roma - Martire, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questo santo, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, San Crescenzio di Roma - Martire possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”








    14 Settembre - Esaltazione della Santa Croce
    "14 SETTEMBRE
    ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE




    PREGHIERA

    “Ti benediciamo, Signore, Padre santo,
    perché nella ricchezza del tuo amore,
    dall'albero che aveva portato all'uomo morte e rovina,
    hai fatto scaturire la medicina di salvezza e di vita.
    Il Signore Gesù, sacerdote, maestro e re,
    venuta l'ora della sua Pasqua,
    salì volontariamente su quel legno
    e ne fece l'altare del sacrificio,
    la cattedra di verità,
    il trono della sua gloria.
    Innalzato da terra trionfò sull'antico avversario
    e avvolto nella porpora del suo sangue
    con amore misericordioso attirò tutti a sé;
    aperte le braccia sulla croce offrì a te, o Padre,
    il sacrificio della vita
    e infuse la sua forza redentrice
    nei sacramenti della nuova alleanza;
    morendo rivelò ai discepoli
    il senso misterioso di quella sua parola:
    il chicco di grano che muore nei solchi della terra
    produce una messe abbondante.
    Ora ti preghiamo, Dio onnipotente,
    fa' che i tuoi figli adorando la Croce del Redentore,
    attingano i frutti della salvezza
    che egli ha meritato con la sua passione;
    su questo legno glorioso
    inchiodino i propri peccati,
    infrangano la loro superbia,
    guariscano l'infermità della condizione umana;
    traggano conforto nella prova,
    sicurezza nel pericolo,
    e forti della sua protezione
    percorrano incolumi le strade del mondo,
    fino a quando tu, o Padre,
    li accoglierai nella tua casa.
    Per Cristo nostro Signore. Amen”.



    PROMESSE di nostro Signore a coloro
    che onorano e venerano il Santo Crocifisso
    Il Signore nel 1960 avrebbe fatto queste promesse ad una sua umile serva:

    1) Quelli che espongono il Crocifisso nelle loro case o posti di lavoro e lo decorano con fiori, raccoglieranno molte benedizioni e ricco frutto nel loro lavoro e nelle loro iniziative, insieme ad un immediato aiuto e conforto nei loro problemi e sofferenze.

    2) Coloro i quali guardano al Crocifisso anche soltanto pochi minuti, quando saranno tentati o sono nella battaglia e nello sforzo, soprattutto quando saranno tentati dalla collera, padroneggeranno subito se stessi, la tentazione e il peccato.

    3) Quelli che mediteranno ogni giorno, per 15 minuti, sulla Mia Agonia sulla Croce, sosteranno di sicuro le loro sofferenze e i loro fastidi, prima con pazienza più tardi con gioia.

    4) Quelli che molto spesso meditano sulle Mie ferite sulla Croce, con profondo dolore per i loro peccati e le loro colpe, acquisteranno presto un profondo odio al peccato.

    5) Coloro i quali spesso e almeno due volte al giorno offriranno al Padre celeste le mie tre ore di Agonia sulla Croce per tutte le negligenze, le indifferenze e le mancanze nel seguire le buone ispirazioni ne abbrevieranno la punizione o ne saranno completamente risparmiati.

    6) Quelli che volentieri recitano giornalmente il Rosario delle Sante Piaghe, con devozione e grande fiducia mentre meditano sulla Mia Agonia sulla Croce, otterranno la grazia di adempiere bene i loro doveri e con il loro esempio indurranno gli altri a fare altrettanto.

    7) Coloro i quali ispireranno ad altri ad onorare il Crocifisso, il Mio preziosissimo Sangue e le Mie Piaghe e che inoltre faranno conoscere il Mio Rosario delle S. Piaghe otterranno presto risposta a tutte le loro preghiere.

    8) Coloro i quali fanno la Via Crucis giornalmente per un certo periodo di tempo e la offrono per la conversione dei peccatori possono salvare un’intera Parrocchia.

    9) Coloro i quali per 3 volte consecutive (non nello stesso giorno) visitano un immagine di Me Crocifisso, la onorano e offrono al Padre Celeste la Mia Agonia e Morte, il Mio preziosissimo Sangue e le Mie Piaghe per i loro peccati avranno una bella morte e moriranno senza agonia e paura.

    10) Quelli che ogni venerdì, alle tre del pomeriggio, meditano sulla Mia Passione e Morte per 15 minuti, offrendole insieme al Mio Preziosissimo Sangue e alle Mie S. Piaghe per se stessi e per i morenti della settimana, otterranno un alto livello di amore e di perfezione e possono star sicuri che il diavolo non potrà causare loro ulteriori danni spirituali e fisici.



    INDULGENZE legate all'uso del Crocifisso

    In articulo mortis ( al momento della morte)
    Al fedele in pericolo di morte, che non possa essere assistito da un sacerdote che gli amministri i sacramenti e gli impartisca la benedizione apostolica con l'annessa indulgenza plenaria, la santa Madre Chiesa concede ugualmente l'indulgenza plenaria in punto di morte, purché sia debitamente disposto e abbia recitato abitualmente durante a vita qualche preghiera. Per l'acquisto di tale indulgenza è raccomandabile l'uso del crocifisso o della croce.
    La condizione "purché abbia recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera" supplisce in questo caso le tre solite condizioni richieste per l'acquisto dell'indulgenza plenaria.
    Questa indulgenza plenaria in punto di morte può essere lucrata dal fedele che, nello stesso giorno abbia già acquistato un'altra indulgenza plenaria.

    Obiectorum pietatis usus (Uso degli oggetti di pietà)
    Il fedele che devotamente usa un oggetto di pietà (crocifisso o croce, corona, scapolare, medaglia), benedette da un sacerdote qualsiasi, può lucrare una indulgenza parziale.
    Se poi tale oggetto religioso è benedetto dal Sommo Pontefice o da un Vescovo, il fedele, che devotamente lo usa, può acquistare anche l'indulgenza plenaria nella festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo, aggiungendo però la professione di fede con qualsiasi legittima formula.





    CONSACRAZIONE della famiglia al Crocifisso

    Gesù Crocifisso, da Te riconosciamo il grande dono della Redenzione e, per essa, il diritto al Paradiso. Come atto di riconoscenza per tanti benefici, Ti intronizziamo solennemente nella nostra famiglia, perché Tu ne sia il dolce Sovrano e Maestro Divino.

    La tua parola sia luce nella nostra vita: la tua morale, regola sicura di tutte le nostre azioni. Conserva e rinvigorisci lo spirito cristiano perché ci mantenga fedeli alle promesse del Battesimo e ci preservi dal materialismo, rovina spirituale di tante famiglie.

    Concedi ai genitori fede viva nella Divina Provvidenza e virtù eroica per essere esempio di vita cristiana ai figli; alla gioventù di essere forte e generosa nell'osservare i tuoi comandamenti; ai piccoli di crescere nella innocenza e bontà, secondo il tuo Cuore divino. Questo omaggio alla tua Croce sia anche atto di riparazione per l'ingratitudine di quelle famiglie cristiane che Ti hanno rinnegato. Ascolta, o Gesù, la nostra preghiera per l'amore che ci porta la tua SS. Madre; e per i dolori da Lei sofferti ai piedi della Croce, benedici la nostra famiglia perché, vivendo nel tuo amore oggi, possa goderti nell'eternità. Così sia!



    INNO

    Ecco il vessillo di un Re crocifisso,
    mistero di morte e di gloria:
    il Signore del mondo
    si spegne su un patibolo.

    Straziato nelle carni,
    atrocemente inchiodato,
    si immola il Figlio di Dio,
    vittima pura del nostro riscatto.

    Colpo di lancia crudele
    squarcia il tuo cuore; fluisce
    sangue ed acqua: è la fonte
    che ogni peccato lava.

    Sangue regale imporpora
    lo squallore del legno:
    risplende la croce e Cristo
    regna da questo trono.

    Salve, croce adorabile!
    Su questo altare muore
    la Vita e morendo ridona
    agli uomini la vita.

    Salve, croce adorabile,
    sola nostra speranza!
    Concedi perdono ai colpevoli,
    accresci nei giusti la grazia.

    O Trinità beata unico Dio,
    a te si elevi la lode;
    custodisci nei secoli
    chi dalla croce è rinato. Amen.





    I SANTI e il CROCIFISSO

    Fu rivelato a S. Margherita Alacoque, apostola del S. Cuore” Nostro Signore sarà propizio in punto di morte a tutti coloro che di venerdì lo adoreranno 33 volte sulla croce, trono della sua Misericordia. ( scritti n. 45)

    A suor Antonietta Prevedello il divino Maestro disse: “ ogni volta che un’anima bacia le ferite del crocifisso merita che Io le baci le piaghe della sua miseria e dei suoi peccati… io ricompenso con 7 doni mistici, quelli dello Spirito Santo, atti a distruggere i 7 peccati capitali, quelli che baciano per adorazione le piaghe sanguinanti del mio Corpo.”

    A suor Marta Chambon, suora della visitazione di Chambery, fu rivelato da Gesù:”Le anime che pregano con umiltà e meditano la mia dolorosa Passione, avranno un giorno una partecipazione alla gloria delle mie Piaghe, contemplami sulla croce.. stringiti al mio cuore, vi scoprirai tutta la bontà di cui è colmo.. vieni figlia mia e gettati qui dentro. Se volete entrare nella luce del Signore bisogna nascondersi nel mio Costato. Se volete conoscere l’intimità delle viscere della Misericordia di Colui che vi ama tanto, dovete avvicinare le labbra con rispetto ed umiltà all’apertura del mio Sacro Cuore. L’anima che spirerà nelle mie piaghe non si dannerà.”

    Gesù ha rivelato a S. Geltrude: “Ti confido che mi torna assai gradito vedere lo strumento del mio supplizio circondato d’amore e di rispetto”.






    CUORI ARDENTI D'AMORE PER ACCOGLIERE IL CROCIFISSO
    I Salesiani Cooperatori ed il Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” di Milano desiderano contribuire allo sviluppo di una consapevolezza sempre più profonda nella potenza del Crocifisso risorto, proponendo alla riflessione due episodi, riguardanti il Crocifisso, tratti dal Diario della grande mistica portoghese, la Beata Alexandrina Maria da Costa, salesiana cooperatrice, che ebbe come secondo direttore spirituale don Umberto M. Pasquale, salesiano, il cui corpo riposa nel cimitero di Vignole Borbera suo paese natale. (1)

    Alexandrina possedeva due crocifissi, uno piccolo che portava sempre puntato con una spilla ed uno più grande che era appeso accanto al suo letto e che di notte prendeva con sé stringendolo tra le sue braccia. Ci sono due episodi molto significativi che hanno per centro i due crocifissi. Il primo episodio ci rivela l’odio di Satana verso il Crocifisso, segno della sua definitiva sconfitta da parte di Gesù.

    “Domenica -scrive Alexandrina nel suo diario- udii una voce dolce: “Figlia mia, vengo a dirti di non scrivere più nulla di quanto vedi, è un inganno della tua vita! Non senti quanto sei debole? Mi dai dispiacere…è il tuo Gesù che ti parla, non è Satana”.
    Sospettosa incominciai a baciare il Crocifisso e allora la voce si fece furiosa: “Se scriverai ancora qualcosa ti rovino il corpo! Pensi che non lo possa fare?”.
    Il demonio -continua Alexandrina- vuole che mi tolga gli oggetti sacri che ho su di me e il Crocifisso che ho in mano. Mi dice che ha segreti da confidarmi, ma vuole che tolga prima quegli oggetti che lui odia”. (14.2.1935)
    Quando Alexandrina bacia e stringe a sé il Crocifisso, il demonio le dice in tono minaccioso:
    “Se non fosse per quell’impostore che hai in mano, ti metterei un piede sul collo, ridurrei il tuo corpo in una poltiglia. Ringrazia quell’oggetto di superstizione…non già che io lo tema, lo ODIO!”.
    Un giorno il demonio riuscì a strappargli il piccolo Crocifisso puntato sulla camicia da notte. Il Crocifisso fu trovato due anni dopo sepolto nel giardino. A Balasar, paese natale di Alexandrina, si conserva ancora la camicia da notte con lo strappo rammendato.

    Il secondo episodio, verificatosi nel mese di giugno del 1950, riguarda invece il Crocifisso appeso accanto al letto. Per alcune settimane, Alexandrina rimase senza questo Crocifisso che di notte teneva con sé, tra le sue braccia. Lo aveva fatto appendere in un’altra stanza perché don Umberto M. Pasquale, salesiano suo secondo direttore spirituale, gliene aveva donato un altro.
    Dopo alcuni mesi, Alexandrina lo donò ed ella rimase senza Crocifisso. Chiese quindi alla sorella Deolinda di riportare nella sua stanza il vecchio crocifisso che aveva fatto riporre, ma la sua richiesta venne più volte dimenticata.
    Fu allora che avvenne un episodio molto toccante: per due volte, il Crocifisso che doveva essere accanto al suo letto, le apparve di notte sul petto tra le sue braccia.
    Alexandrina si impressionò molto di quanto le accadde e quando venne sollecitata dal suo medico curante, il dottor Azavedo, a chiedere a Gesù il significato di quanto successo, durante un’estasi si sentì dare questa risposta: “E’ molto semplice la ragione che mi portò a staccarmi dalla parete e a venire a te: il Crocifisso vuole essere sempre unito alla sua crocifissa. Non posso, figlia mia, privare la mia Immagine delle tue carezze, dei tuoi atti d’amore. La mia Passione viene rinnovata ad ogni momento, ricevendo le tue carezze ed il tuo amore, le mie sofferenze scompaiono, mi dimentico dei crimini e uso compassione verso i peccatori. Venendo a te, così come ti sono apparso, ti ho sollecitata affinchè la mia Immagine che era stata riposta, fosse riportata nella tua camera, presso il tuo cuore e tu ardessi d’amore per me.
    E’ una luce in più che io aggiungo a tante altre luci che ho posto nella tua vita e che formerà col passare del tempo, un sole splendente per le anime in tutto il mondo”.

    (1) M.R. Scrimieri Pedriali - Il Monello di Dio don U.M.Pasquale - Elledici 2006
    M.R.Scrimieri – Suor N.Bubola - Il Monello di Dio- DVD- Mimep Docete 2008





    CROCIFISSO MIRACOLOSO
    venerato dell'Eremo del Deserto di Varazze




    (Clicca sulla foto per ingrandirla)

    Nel marzo del 1641, i pirati turchi, in una della loro scorribande, fecero prigioniero un cavaliere portoghese, di cui non si conosce il nome, proveniente dall’India, e lo condussero ad Algeri. Costui aveva acquistato a Goa, in India, un artistico crocifisso in avorio, pregevole opera scolpita da un valente artista convertito delle Indie Portoghesi, ed intendeva portarlo in patria. La cattura glielo impedì e l’immagine sacra cadde in mano ai maomettani, e fu esposta nelle piazze di Algeri, dove il Crocifisso subì nel suo simulacro un secondo martirio: fu oggetto di ingiurie, bestemmie e derisioni, e fu colpito con lance e pugnali, di cui sono ancora visibili i segni. Allora avvenne il miracolo, attestato dai documenti autentici dell’epoca, che impressionò profondamente gli animi degli islamici: alla presenza di centinaia di persone, comparvero sul crocifisso delle gocce di sangue che sgorgarono dal volto, dalle mani, dalla ferita del costato e dalle scalfitture prodotte dai pugnali. A tutte queste vicende aveva assistito padre Michelangelo di Gesù (Marchese) missionario carmelitano scalzo ligure, schiavo anch’egli ad Algeri, e religioso di virtù eroiche. Egli, sottoponendosi a durissimo lavoro, riuscì a raccogliere la somma necessaria per acquistare il crocifisso miracoloso.
    Quando nel 1643 padre Michelangelo fu liberato portò con sé in Italia il crocifisso che offrì in dono al Preposito Generale dei Carmelitani scalzi, il genovese padre Paolo Simone Rivarola che lo destinò al Deserto di Varazze, dove giunse nel 1646 e dove venne religiosamente conservato.



    EREMO DEL DESERTO di VARAZZE (Clicca sulla foto per ingrandirla)"






    Esaltazione della Santa Croce
    14 settembre - Esaltazione della S. Croce






    Luca, Sursum Corda!

    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Rif: Esaltazione della Santa Croce

    14 SETTEMBRE 2017: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE…



    Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce
    http://www.unavoce-ve.it/pg-14set.htm




    "262_ 263. Catechismo San Pio X don Floriano Dal vivo il 14/09/17."
    https://www.youtube.com/watch?v=e-R0St2ronQ
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    http://www.domusmarcellefebvre.it/ca...o--pio-x-1.php





    https://forum.termometropolitico.it/...a-s-croce.html
    https://forum.termometropolitico.it/...nta-croce.html




    14 Settembre - Esaltazione della Santa Croce
    http://www.preghiereperlafamiglia.it...anta-croce.htm
    "14 SETTEMBRE ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE.”










    Santa Croce - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santa-croce/
    “14 settembre, Esaltazione della Santa Croce.

    “Esaltazione della santa Croce, quando l’imperatore Eraclio, vinto il Re Cosroa, la riportò dalla Persia in Gerusalemme”.
    Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi, quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
    Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che, alla vostra santissima presenza prostrato, vi prego con il fervore più vivo di imprimere nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati, e di proponimento di non offendervi, mentre io con tutto l’amore e la compassione vado considerando le vostre cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di voi, o mio Gesù, il santo profeta Davide: “Hanno trapassato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa”. Così sia.”








    http://liguesaintamedee.ch/
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    14 Septembre : Exaltation de la Sainte Croix."










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    “14 SETTEMBRE 2017: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE.”








    “Vi adoro, o Croce santa, che foste ornata del Corpo sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo preziosissimo Sangue. Vi adoro, mio Dio, posto in croce per me. Vi adoro, o Croce santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Così sia.
    (Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio. Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. Orazione confermata dai Papi Adriano VI e Gregorio XIII).”










    Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce
    http://www.unavoce-ve.it/pg-14set.htm






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    Lightbulb Re: Esaltazione della Santa Croce

    14 SETTEMBRE 2018: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE…



    “14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE.”
    "Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce."
    Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce
    http://www.unavoce-ve.it/pg-14set.htm




    14 Settembre - Esaltazione della Santa Croce
    http://www.preghiereperlafamiglia.it...anta-croce.htm
    "14 SETTEMBRE ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE.”



    PREGHIERE PER LIBERARE ANIME DAL PURGATORIO
    http://www.preghiereagesuemaria.it/p...purgatorio.htm




    «Vi adoro, o Croce santa, che foste ornata del Corpo sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo preziosissimo Sangue. Vi adoro, mio Dio, posto in croce per me. Vi adoro, o Croce santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Così sia.
    (Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio. Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. Orazione confermata dai Papi Adriano VI e Gregorio XIII).»




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    https://forum.termometropolitico.it/...nta-croce.html




    Esaltazione della Santa Croce - Sodalitium
    «14 settembre, Esaltazione della Santa Croce.

    “Esaltazione della santa Croce, quando l’imperatore Eraclio, vinto il Re Cosroa, la riportò dalla Persia in Gerusalemme”.
    Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi, quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
    Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che, alla vostra santissima presenza prostrato, vi prego con il fervore più vivo di imprimere nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati, e di proponimento di non offendervi, mentre io con tutto l’amore e la compassione vado considerando le vostre cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di voi, o mio Gesù, il santo profeta Davide: “Hanno trapassato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa”. Così sia.»
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    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
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    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    262_ 263. Catechismo San Pio X don Floriano Dal vivo il 14/09/17.
    https://www.youtube.com/watch?v=e-R0St2ronQ
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
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    CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815
    http://www.domusmarcellefebvre.it/ca...o--pio-x-1.php »





    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.com/


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    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    «Ecce Sancta Crux Domini Nostri Jesu Christi, venite et adorate.»
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    “SILLOGE DI SCRITTI PATRISTICI NELLA FESTA DELL'ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.

    • Dal «Commento al Vangelo di san Matteo» di san Giovanni Crisostomo. (54, 4-5)
    Nessuno, dunque, si vergogni dei segni sacri e venerabili della nostra salvezza, della croce che è la somma e il vertice dei nostri beni, per la quale noi viviamo e siamo ciò che siamo. Portiamo ovunque la croce di Cristo, come una corona. Tutto ciò che ci riguarda si compie e si consuma attraverso di essa. Quando noi dobbiamo essere rigenerati dal battesimo, la croce è presente; se ci alimentiamo di quel mistico cibo che è il corpo di Cristo, se ci vengono imposte le mani per essere consacrati ministri del Signore, e qualsiasi altra cosa facciamo, sempre e ovunque ci sta accanto e ci assiste questo simbolo di vittoria. Di qui il fervore con cui noi lo conserviamo nelle nostre case, lo dipingiamo sulle nostre pareti, lo incidiamo sulle porte, lo imprimiamo sulla nostra fronte e nella nostra mente, lo portiamo sempre nel cuore. La croce è infatti il segno della nostra salvezza e della comune libertà del genere umano, è il segno della misericordia del Signore che per amor nostro si è lasciato condurre come pecora al macello (Is. 53,7; cf. Atti, 8, 32). Quando, dunque, ti fai questo segno, ricorda tutto il mistero della croce e spegni in te l'ira e tutte le altre passioni. E ancora, quando ti segni in fronte, riempiti di grande ardimento e rida' alla tua anima la sua libertà. Conosci bene infatti quali sono i mezzi che ci procurano la libertà. Anche Paolo per elevarci alla libertà che ci conviene ricorda la croce e il sangue del Signore: A caro prezzo siete stati comprati. Non fatevi schiavi degli uomini (1 Cor. 7, 23). Considerate, egli sembra dire, quale prezzo è stato pagato per il vostro riscatto e non sarete più schiavi di nessun uomo; e chiama la croce "prezzo" del riscatto.
    Non devi quindi tracciare semplicemente il segno della croce con la punta delle dita, ma prima devi inciderlo nel tuo cuore con fede ardente. Se lo imprimerai in questo modo sulla tua fronte, nessuno dei demoni impuri potrà restare accanto a te, in quanto vedrà l'arma con cui è stato ferito, la spada da cui ha ricevuto il colpo mortale. Se la sola vista del luogo dove avviene l'esecuzione dei criminali fa fremere d'orrore, immagina che cosa proveranno il diavolo e i suoi demoni vedendo l'arma con cui Cristo sgominò completamente il loro potere e tagliò la testa del dragone (cf. Ap. 12, 1 ss.; 20, 1 ss.).
    Non vergognarti, dunque, di così grande bene se non vuoi che anche Cristo si vergogni di te quando verrà nella sua gloria e il segno della croce apparirà più luminoso dei raggi stessi del sole. La croce avanzerà allora e il suo apparire sarà come una voce che difenderà la causa del Signore di fronte a tutti gli uomini e dimostrerà che nulla egli tralasciò di fare - di quanto era necessario da parte sua - per assicurare la nostra salvezza. Questo segno, sia ai tempi dei nostri padri come oggi, apre le porte che erano chiuse, neutralizza l'effetto mortale dei veleni, annulla il potere letale della cicuta, cura i morsi dei serpenti velenosi. Infatti, se questa croce ha dischiuso le porte dell'oltretomba, ha disteso nuovamente le volte del cielo, ha rinnovato l'ingresso del paradiso, ha distrutto il dominio del diavolo, c'è da stupirsi se essa ha anche vinto la forza dei veleni, delle belve e di altri simili mortali pericoli?
    Imprimi, dunque, questo segno nel tuo cuore e abbraccia questa croce, cui dobbiamo la salvezza delle nostre anime. La croce infatti che ha salvato e convertito tutto il mondo, ha bandito l'errore, ha ristabilito la verità, ha fatto della terra cielo, e degli uomini angeli. Grazie a lei i demoni hanno cessato di essere temibili e sono divenuti disprezzabili; la morte non è più morte, ma sonno.
    • Dalla «Catechesi per i neofiti» di san Giovanni Crisostomo. (2, 5)
    Che cosa ne pensi di coloro che ricorrono ad incantesimi ed amuleti oppure si legano alla testa od ai piedi monete di bronzo con l'effigie di Alessandro il Macedone? Ebbene, dimmi: siam proprio noi che, dopo la croce e la morte del Signore, dobbiamo riporre la nostra speranza di salvezza nell'immagine di un re pagano? Non sei a conoscenza delle opere straordinarie che la croce ha prodotto? Ha distrutto la morte ha sconfitto il peccato, ha svuotato l'inferno, ha debellato la potenza del demonio. Non si deve dunque credere ch'essa possa restituire la salvezza ad un corpo? La croce ha fatto risorgere il mondo intero, e tu non le dai fiducia? Che cosa, dunque, non saresti degno di soffrire?
    Non ti vergogni e non arrossisci per il fatto di esserti lasciato sedurre da queste cose, dopo aver conosciuto una dottrina così sublime? Ciò che è ancor più grave, poi, è che, mentre noi cerchiamo di metterti in guardia e di dissuaderti da tutto questo, coloro che ritengono, in questo modo, di giustificarti, dicono: "Ma la donna che fa questi incantesimi è cristiana e non parla d'altro se non del nome di Dio". Ebbene. È proprio per questo che io nutro verso di lei tutto il mio odio e il mio disprezzo giacché, nel momento in cui afferma di esser cristiana, bestemmia il nome di Dio compiendo opere degne dei pagani. Anche i demoni, infatti, pronunciavano il nome di Dio, non per questo, però, cessavano di essere demoni. Nonostante si rivolgessero a Cristo, dicendo: Sappiamo chi sei: il santo di Dio (Mc. 1, 24); egli, tuttavia, li respinse con disprezzo e li scacciò.
    È per questo che vi supplico di astenervi da una simile falsità, affidandovi a queste parole ("Io rinuncio a te, Satana") come ad un sicuro sostegno. E come nessuno di voi oserebbe scendere in piazza svestito o senza calzature, così pure non dovrai mai farlo senza prima aver pronunciato queste parole, nel momento in cui sei sul punto di, varcare la soglia di casa: "Io rinuncio a te, Satana, alla tua vana ostentazione e al tuo culto, per aderire unicamente a te, o Cristo". Non uscire mai, senza prima aver enunciato questo proposito: esso sarà il tuo bastone, la tua corazza, la tua fortezza inespugnabile. Ed insieme a queste parole, imprimi anche il sigillo della croce sulla tua fronte. Così, infatti, non soltanto l'uomo che incontrerai, ma neppure il diavolo stesso potrà minimamente danneggiarti, vedendoti apparire con questa armatura.
    • Dai «Sermoni» di san Leone Magno Papa. (74, 4-5)
    Non ci si deve mostrare sciocchi tra le vanità, né timorosi tra le avversità. Ivi ci allettano le lusinghe, qui ci aggravano le fatiche. Ma poiché la terra è piena della misericordia del Signore (Sal. 32, 5), ovunque ci sostiene la vittoria di Cristo, affinché si adempia la sua parola: Non temete, perché io ho vinto il mondo (Gv. 16, 33). Quando dunque combattiamo, sia contro l'ambizione del mondo, sia contro le brame della carne, sia contro gli strali degli eretici, siamo armati sempre della croce del Signore. E mai ci allontaneremo da questa festa pasquale, se - nella verità sincera - ci asterremo dal fermento dell'antica malizia. Tra tutti i trambusti di questa vita, oppressa da molte passioni, dobbiamo ricordare sempre l'esortazione dell'Apostolo che ci istruisce dicendoci: Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù. Egli, sussistendo nella natura di Dio, non stimò rapina lo stare alla pari con Dio, ma annientò se stesso prendendo la natura di servo, divenendo simile agli uomini e fu da tutti ritenuto come uomo. Umiliò se stesso facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. E perciò Dio lo ha esaltato e gli ha donato il nome che sovrasta ogni nome, tanto che nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e sotterra, e ogni lingua proclami che Signore è Gesù Cristo nella gloria di Dio Padre (Fil. 2, 5ss.). Se comprendete dunque questo grande mistero di carità e soppesate ciò che l'unigenito Figlio di Dio compì per la salvezza del genere umano, abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù e la sua umiltà non sia disprezzata da nessun ricco, non sia vergognosa a nessun nobile: nessuna prosperità umana, infatti, può giungere a tale vetta, da ritenere ignominioso che Dio, sussistendo nella natura di Dio, non ha ritenuto indegno assumere la natura di servo. Imitate ciò che ha fatto, amate ciò che ha effettuato e, trovando in voi tanto amore gratuito di Dio, riamate in lui la vostra natura. Come egli non perse la ricchezza per la povertà, non diminuì nella gloria per l'umiltà, non smarrì l'eternità per la morte, così voi, sui suoi passi, sulle sue orme, disprezzate i beni terreni per raggiungere quelli celesti. Abbracciare la croce è uccidere le cupidigie, annientare i vizi, allontanarsi dalla vanità, è rinunciare ad ogni errore. Nessun impudico infatti, nessun lussurioso, nessun superbo né avaro celebra la Pasqua del Signore.
    • Dalla «Predica per la festa di un santo martire» di san Gregorio Magno Papa.
    In due modi portiamo la croce del Signore: quando con la rinuncia domiamo la carne e quando, per vera compassione del prossimo, sentiamo i suoi bisogni come fossero nostri. Chi soffre personalmente quando il prossimo è ammalato, porta la croce del Signore. Ma si sappia bene: vi sono alcuni uomini che domano con gran rigore la loro carne non per la volontà di Dio, ma solo per futile vanagloria. E ve ne sono altri, e molti, che hanno compassione del prossimo non in modo spirituale, ma solo carnale; e questa compassione non è in loro virtù, ma piuttosto vizio, per la loro esagerata tenerezza. Tutti costoro sembra che portino la croce del Signore, ma essi non seguono il Signore. Per questo la Verità dice rettamente: "Chi non porta la mia croce e mi segue, non può essere mio discepolo". Infatti, portare la croce e seguire il Signore significa rinunciare completamente ai piaceri carnali e aver compassione del prossimo per vero zelo della beatitudine. Chi fa ciò solo con fine umano, porta la croce, ma non segue il Signore.
    • Dai «Discorsi» di sant'Andrea di Creta, vescovo.
    (Disc. 10 sull'Esaltazione della santa croce; PG 97,1018-1019.1022-1023)
    La croce è gloria ed esaltazione di Cristo.

    Noi celebriamo la festa della santa croce, per mezzo della quale sono state cacciate le tenebre ed è ritornata la luce. Celebriamo la festa della santa croce, e così, insieme al Crocifisso, veniamo innalzati e sublimati anche noi. Infatti ci distacchiamo dalla terra del peccato e saliamo verso le altezze. È tale e tanta la ricchezza della croce che chi la possiede ha un vero tesoro. E la chiamo giustamente così, perché di nome e di fatto è il più prezioso di tutti i beni. È in essa che risiede tutta la nostra salvezza. Essa è il mezzo e la via per il ritorno allo stato originale.
    Se infatti non ci fosse la croce, non ci sarebbe nemmeno Cristo crocifisso. Se non ci fosse la croce, la Vita non sarebbe stata affissa al legno. Se poi la Vita non fosse stata inchiodata al legno, dal suo fianco non sarebbero sgorgate quelle sorgenti di immortalità, sangue e acqua, che purificano il mondo. La sentenza di condanna scritta per il nostro peccato non sarebbe stata lacerata, noi non avremmo avuto la libertà, non potremmo godere dell'albero della vita, il paradiso non sarebbe stato aperto per noi. Se non ci fosse la croce, la morte non sarebbe stata vinta, l'inferno non sarebbe stato spogliato.
    È dunque la croce una risorsa veramente stupenda e impareggiabile, perché, per suo mezzo, abbiamo conseguito molti beni, tanto più numerosi quanto più grande ne è il merito, dovuto però in massima parte ai miracoli e alla passione del Cristo. È preziosa poi la croce perché è insieme patibolo e trofeo di Dio. Patibolo per la sua volontaria morte su di essa. Trofeo perché con essa fu vinto il diavolo e col diavolo fu sconfitta la morte. Inoltre la potenza dell'inferno venne fiaccata, e così la croce è diventata la salvezza comune di tutto l'universo.
    La croce è gloria di Cristo, esaltazione di Cristo. La croce è il calice prezioso e inestimabile che raccoglie tutte le sofferenze di Cristo, è la sintesi completa della sua passione. Per convincerti che la croce è la gloria di Cristo, senti quello che egli dice: «Ora il figlio dell'uomo è stato glorificato e anche Dio è stato glorificato in lui, e lo glorificherà subito» (Gv 13, 31-32).
    E di nuovo: «Glorificami, Padre, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17, 5). E ancora: «Padre glorifica il tuo nome. Venne dunque una voce dal cielo: L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò» (Gv 12, 28), per indicare quella glorificazione che fu conseguita allora sulla croce. Che poi la croce sia anche esaltazione di Cristo, ascolta ciò che egli stesso dice: Quando sarò esaltato, allora attirerò tutti a me (cfr. Gv 12, 32). Vedi dunque che la croce è gloria ed esaltazione di Cristo.
    • Dall'«Esposizione della fede ortodossa» di san Giovanni Damasceno. (4, 11)
    Il linguaggio della croce è follia per quelli che si perdono; per noi che ci salviamo, invece, potenza di Dio (1 Cor. 1, 18). L'uomo spirituale, infatti, "giudica ogni cosa" (1 Cor. 2, 15), mentre quello animale non accetta le cose dello Spirito (1 Cor. 2, 14). Follia è, infatti, quella di coloro che si rifiutano di credere e di riflettere sulla bontà e l'onnipotenza di Dio, indagando sulle realtà divine con le loro categorie umane e naturali, senza rendersi conto che tutto ciò che riguarda la divinità trascende la natura, la razionalità e la conoscenza. Se ci si domanda, infatti, il come ed il perché Iddio abbia creato dal nulla tutte le cose, e si cerca di scoprirlo con le sole facoltà razionali che la natura ci mette a disposizione, non si approda a nulla, giacché una scienza come questa è terrestre e diabolica. Tutto è semplice e lineare invece, ed il cammino è spedito per chi, condotto per mano, per così dire, dalla fede, va alla ricerca del Dio buono, onnipotente, vero, sapiente e giusto. Senza la fede, infatti, nessuno può salvarsi (cf. Eb 11, 6): è in virtù della fede che tutte le cose, sia le umane che le trascendenti, acquistano significato e valore. Senza l'intervento della fede il contadino non ara il suo campo, il mercante non mette a repentaglio la sua vita, su di una piccola nave, fra le onde tempestose del mare; senza fede non si contraggono matrimoni né si porta a termine alcun'altra attività della vita. È la fede a farci comprendere come tutto sia stato creato dal nulla grazie alla potenza divina. Con la fede intendiamo correttamente ogni cosa, umana o divina che sia. La fede, insomma, è il consenso formulato senza riserve.
    Tutte le opere ed i miracoli compiuti dal Cristo, dunque, appaiono manifestazioni grandiose, divine, straordinarie; la più strepitosa di tutte, però, è la sua venerabile croce. È grazie a questa, infatti, e non ad altro, che la morte fu sconfitta, il peccato del progenitore ricevette la sua espiazione, l'inferno venne spogliato, fu elargita la risurrezione; è stata la croce a guadagnarci la forza di disprezzare i beni del mondo e persino la morte, a prepararci il ritorno all'antica beatitudine, a spalancarci le porte del cielo; soltanto la croce del Signore nostro Gesù Cristo, infine, ha elevato l'umanità alla destra di Dio, promuovendoci alla dignità di suoi figli ed eredi. Tutto questo ci ha procurato la croce! Tutti noi, infatti, ricorda l'Apostolo, che siamo stati battezzati in Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte (Rm. 6, 3). Tutti noi, battezzati in Cristo, ci siamo rivestiti di Cristo (Gal. 3,27). E Cristo, poi, è potenza e sapienza di Dio (1 Cor. 1, 24). Ecco, la morte di Cristo, cioè la croce, ci ha rivestito dell'autentica potenza e sapienza di Dio. La potenza di Dio, da parte sua, si manifesta nella croce, sia perché la forza divina, cioè la vittoria sulla morte, ci si è mostrata attraverso la croce; sia in quanto, allo stesso modo come i quattro bracci della croce si uniscono fra loro nel punto centrale, così pure, attraverso la potenza di Dio, si assimilano l'una con l'altra l'altezza e la profondità, la lunghezza e la larghezza: in altre parole, tutta la creazione, nella sua dimensione materiale come in quella invisibile.
    La croce è stata impressa sulla nostra fronte come un segno, non diversamente dalla circoncisione per Israele. In virtù di questo segno, noi fedeli siamo riconosciuti e distinti dagli increduli. La croce è per noi lo scudo, la corazza ed il trofeo contro il demonio. È il sigillo grazie al quale l'angelo sterminatore ci risparmierà, come afferma la Scrittura (cf. Ebr. 11, 28). E lo strumento per risollevare coloro che giacciono, il puntello a cui si appoggia chi sta in piedi, il bastone degli infermi, la verga per condurre il gregge, la guida per quanti si volgono altrove, il progresso dei principianti, la salute dell'anima e del corpo, il rimedio di tutti i mali, la fonte d'ogni bene, la morte del peccato, la pianta della risurrezione, l'albero della vita eterna.
    Questo legno davvero prezioso e degno di venerazione, perciò, sul quale Cristo si sacrificò per noi, deve giustamente divenire oggetto della nostra adorazione, giacché fu come santificato dal contatto con il santissimo corpo e sangue del Signore. Come pure si dovrà rivolgere la nostra devozione ai chiodi, alla lancia, agli indumenti ed ai santi luoghi nei quali il Signore si è trovato: la mangiatoia, la grotta, il Golgota che ci ha recato la salvezza, il sepolcro che ci ha donato la vita, Sion, roccaforte delle Chiese, e tutti gli altri... Se, infatti, ricordiamo con affetto, fra gli oggetti che son stati nominati, la casa ed il letto e la veste del Signore, quanto più dovranno esserci care, tra le cose di Dio e del Salvatore, quelle che ci hanno procurato anche la salvezza?
    Adoriamo l'immagine stessa della preziosa e vivificante croce, di qualunque materia sia composta! Non intendiamo onorare, infatti l'oggetto materiale (non sia mai!), bensì il significato ch'esso rappresenta, il simbolo, per così dire, di Cristo. Egli stesso, d'altronde, istruendo i suoi discepoli, ebbe a dire: Apparirà allora nel cielo il segno del Figlio dell'uomo (Mt. 24, 30), cioè la croce. Ed anche l'angelo che annunciò alle donne la risurrezione di Cristo disse: Voi cercate Gesù di Nazaret, il crocifisso (Mc. 16, 6). E l'Apostolo, da parte sua: Noi predichiamo, avverte, il Cristo crocifisso (1 Cor. 1, 23). Vi sono, infatti, molti Cristi e Gesù; uno solo, però, è il crocifisso. L'Apostolo, poi, non dice: "colui che è stato trafitto dalla lancia", bensì "il crocifisso". Dobbiamo, perciò, adorare il simbolo del Cristo: ovunque, infatti, si troverà quel segno, lì sarà presente il Signore stesso. La materia di cui è composta l'immagine della croce, invece, anche se fosse d'oro o di pietre preziose, non è più degna di alcuna venerazione, una volta scomparsa, per qualsiasi motivo, la figura originaria. Tutti gli oggetti consacrati a Dio, perciò, noi li veneriamo in modo tale, da riferire alla persona divina il culto che osserviamo per essi.
    • Dal «Discorso sull'adorazione della croce» di san Teodoro Studita.
    O dono preziosissimo della croce! Quale splendore appare alla vista! Tutta bellezza e tutta magnificenza. Albero meraviglioso all'occhio e al gusto e non immagine parziale di bene e di male come quello dell'Eden.
    È un albero che dona la vita, non la morte, illumina e non ottenebra, apre l'udito al paradiso, non espelle da esso.
    Su quel legno sale Cristo, come un re sul carro trionfale. Sconfigge il diavolo padrone della morte e libera il genere umano dalla schiavitù del tiranno. Su quel legno sale il Signore, come un valoroso combattente. Viene ferito in battaglia alle mani, ai piedi e al divino costato. Ma con quel sangue guarisce le nostre lividure, cioè la nostra natura ferita dal serpente velenoso.
    Prima venimmo uccisi dal legno, ora invece per il legno recuperiamo la vita. Prima fummo ingannati dal legno, ora invece con il legno scacciamo l'astuto serpente. Nuovi e straordinari mutamenti! Al posto della morte ci viene data la vita, invece della corruzione l'immortalità, invece del disonore la gloria. Perciò non senza ragione esclama il santo Apostolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo» (Gal 6, 14). Quella somma sapienza che fiorì dalla croce rese vana la superba sapienza del mondo e la sua arrogante stoltezza. I beni di ogni genere, che ci vennero dalla croce, hanno eliminato i germi della cattiveria e della malizia. All'inizio del mondo solo figure e segni premonitori di questo legno notificavano ed indicavano i grandi eventi del mondo. Stai attento, infatti tu, chiunque tu sia, che hai grande brama di conoscere. Noè non ha forse evitato per sé, per tutti i suoi familiari ed anche per il bestiame, la catastrofe del diluvio, decretata da Dio, in virtù di un piccolo legno? Pensa alla verga di Mosè. Non fu forse un simbolo della croce? Cambiò l'acqua in sangue, divorò i serpenti fittizi dei maghi, percosse il mare e lo divise in due parti, ricondusse poi le acque del mare al
    loro normale corso e sommerse i nemici, salvò invece coloro che erano il popolo legittimo. Tale fu anche la verga di Aronne, simbolo della croce, che fiorì in un solo giorno e rivelò il sacerdote legittimo. Anche Abramo prefigurò la croce quando legò il figlio sulla catasta di legna. La morte fu uccisa dalla croce e Adamo fu restituito alla vita. Della croce tutti gli apostoli si sono gloriati, ogni martire ne venne coronato, e ogni santo santificato. Con la croce abbiamo rivestito Cristo e ci siamo spogliati dell'uomo vecchio. Per mezzo della croce noi, pecorelle di Cristo, siamo stati radunati in un unico ovile e siamo destinati alle eterne dimore.”
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    “ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
    Doppio maggiore.
    Paramenti rossi.
    Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce
    Il 14 settembre 320 si fece la consacrazione della della basilica costantiniana che racchiudeva la sommità del Calvario e il Santo Sepolcro. «Fu allora, dice Eteria, che si scoprì la Croce. Ed è per questo che si celebra l'anniversario con altrettanta solennità quanto a Pasqua ed all'Epifania». Di qui ebbe origine la festa dell'Esaltazione della Croce. «Allorché sarò esaltato, attirerò tutto a me» (Vangelo) aveva detto Gesù. E poiché il Salvatore si è umiliato, facendosi obbediente sino alla morte sulla croce, Dio l'ha innalzato e gli ha dato un nome al di sopra di ogni altro nome (Epistola). Così dobbiamo gloriarci nella Croce di Gesù, perché è la nostra vita e la nostra salvezza (Introito), e protegge i suoi servi dalle insidie dei nemici (Offertorio, Communio, Postcommunio).
    Verso la fine del regno di Foca, Cosroe, re dei Persiani, si impadronì di Gerusalemme, fece perire molte migliaia di cristiani e trasportò in Persia la Croce di nostro Signore, che Elena aveva deposto sul monte Calvario. Eraclio, successore di Foca, dopo aver implorato fervorosamente l'aiuto divino, riunì un'armata e sconfisse Cosroe. Allora egli esigette la restituzione della Croce del Signore. Questa preziosa reliquia venne così ricuperata, dopo quattordici anni dacché era caduta in possesso dei Persiani. Di ritorno a Gerusalemme, Eraclio la prese sulle spalle e la riportò con gran pompa sul Calvario (630). Questo atto, secondo una tradizione popolare, fu accompagnato da uno strepitoso miracolo. Eraclio, carico d'oro e di pietre preziose, sentì una forza invincibile arrestarlo dinanzi alla porta che conduceva al Monte Calvario; più faceva sforzi per avanzare, più gli sembrava di essere fortemente trattenuto. Poiché l'imperatore e con lui tutti i testimoni della scena erano stupefatti, Zaccaria, vescovo di Gerusalemme, gli disse: «O imperatore, con questi ornamenti di trionfo, tu non imiti affatto la povertà di Gesù Cristo, e l'umiltà con la quale Egli portò la Croce». Eraclio si spogliò allora delle splendide vesti, e toltosi i calzari, si gettò sulle spalle un semplice mantello e si rimise in cammino. Fatto questo, egli compì facilmente il resto del tragitto, e rimise la Croce sul monte Calvario, nello stesso luogo donde i Persiani l'avevano portata via. La solennità dell'Esaltazione della Santa Croce, che si celebrava già ogni anno in questo stesso giorno, prese allora una grande importanza, in ricordo del fatto che l'imperatore Eraclito aveva rimessa la Croce proprio nello stesso luogo dove era stata eretta la prima volta per la crocifissione del Salvatore».
    Uniamoci in ispirito ai fedeli che, nella Chiesa di Santa Croce a Roma, venerano oggi le reliquie esposte del Sacro Legno, affinché, essendo stati ammessi ad adorare la Croce sulla terra in questa solennità, nella quale ci rallegriamo per la sua Esaltazione, siamo messi in possesso per tutta l'eternità della salvezza e della gloria che essa ci ha procurato (Orazione, Secreta).
    * Sulla fine del regno di Foca, Cosroe, re dei Persiani occupato l'Egitto e l'Africa e presa Gerusalemme e massacrativi molte migliaia di Cristiani, trasportò in Persia la Croce di Cristo Signore, che Elena aveva riposto sul monte Calvario. Pertanto Eraclio, successore di Foca, stanco delle molte molestie e calamità della guerra, domandò la pace; ma Cosroe, inorgoglito delle vittorie, non volle concederla a nessun patto. In questa estremità ricorse a continui digiuni e preghiere, implorando con gran fervore l'aiuto di Dio; per cui ispirazione radunato un esercito, ingaggiò battaglia col nemico, e sconfisse tre generali di Cosroe coi loro tre eserciti.
    Cosroe, abbattuto da queste sconfitte, prese la fuga, designando, mentre si disponeva a passare il Tigri, suo socio nel regno il figlio Medarse. Ma Siroe, figlio maggiore di Cosroe, sdegnato crudelmente per quest'affronto, decise di sopprimere il padre e il fratello; cosa che fece poco dopo al ritorno dei due fuggitivi, e ottenne da Eraclio il diritto di regnare a certe condizioni, la prima delle quali fu la restituzione della Croce del Signore. Così la Croce fu ricuperata dopo quattordici anni, ch'era caduta in potere dei Persiani. Di ritorno a Gerusalemme, Eraclio la riportò sulle proprie spalle con gran pompa sul monte in cui l'aveva portata il Salvatore.
    Questo fatto fu segnalato da un gran miracolo. Perché Eraclio, carico di oro e di gemme, fu costretto di fermarsi alla porta che conduceva al monte Calvario. E più si sforzava d'andare avanti, e più si sentiva trattenere. Stupiti della cosa e lo stesso Eraclio e tutti gli altri, Zaccaria, vescovo di Gerusalemme: Vedi, imperatore, disse, che con questi ornamenti di trionfo imiti poco la povertà e l'umiltà di Gesù Cristo con cui egli portò la Croce. Allora Eraclio, gettate le splendide vesti e toltesi le scarpe e indossato un abito volgare, fece facilmente il resto del viaggio, e rimise la Croce nello stesso posto del Calvario, donde l'avevano asportata i Persiani. Quindi la festa dell'Esaltazione della santa Croce, che si celebrava ogni anno in questo stesso giorno, cominciò ad avere maggior importanza in memoria del fatto ch'era stata riposta da Eraclio nel luogo stesso, dove fu innalzata la prima volta per il Salvatore.
    SANTA MESSA
    - All'Epistola.Il figlio di Dio dopo essersi unito a una natura, che relativamente a Dio, Creatore e Sovrano Padrone di tutte le cose, è una natura servile, si è abbassato più ancora accettando di subire il supplizio infame della Croce.
    - Al Vangelo.
    Il tratto del Vangelo che segue, contiene una chiara allusione da parte di Gesù alla sua morte in Croce ed all'efficacia del suo sacrificio. Proprio la morte più ignominiosa, quella della Croce, doveva servire a trarre alla fede e alla salvezza tutti i popoli.
    ** Omelia di san Leone Papa.
    Sermone 8 sulla Passione del Signore, dopo la metà.
    Dopo l'esaltazione di Cristo sulla Croce, o dilettissimi, il vostro spirito non si rappresenti soltanto l'immagine che colpì la vista degli empi, ai quali dice Mosè: «La tua vita sarà sospesa dinanzi ai tuoi occhi, e sarai in timore notte e giorno, e non crederai alla tua vita» (Deut. 28,66). Infatti essi davanti al Signore crocifisso non potevano scorgere in lui che il loro delitto, ed avevano non il timore che giustifica mediante la vera fede, ma quello che tortura una coscienza colpevole. Ma la nostra intelligenza, illuminata dallo spirito di verità, abbracci con cuore puro e libero la Croce, la cui gloria risplende in cielo e in terra; e coll'acume interno penetri il mistero che il Signore, parlando della sua prossima passione, annunziò così: «Adesso si fa il giudizio di questo mondo, adesso il principe di questo mondo sarà cacciato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutto a me» (Joann. 12,21).
    O virtù ammirabile della Croce! o gloria ineffabile della Passione, in cui è e il tribunale del Signore, e il giudizio del mondo, e la potenza del Crocifisso! Sì, o Signore, attirasti tutto a te, allorché, «dopo aver steso tutto il giorno le tue mani a un popolo incredulo e ribelle» (Is. 65,2), l'universo intero comprese che doveva rendere omaggio alla tua maestà. Attirasti, Signore, tutto a te, allorché tutti gli elementi non ebbero che una voce sola per esecrare il misfatto dei Giudei; allorché oscuratisi gli astri del cielo e il giorno cangiatosi in notte, anche la terra fu scossa da scosse insolite, e la creazione intera si rifiutò di servire agli empi. Attirasti, Signore, tutto a te, perché squarciatosi il velo del tempio, il Santo dei santi rigettò gl'indegni pontefici, per mostrare che la figura si trasformava in realtà, la profezia in dichiarazioni manifeste, la legge nel Vangelo.
    Attirasti, Signore, tutto a te, affinché la pietà di tutte le nazioni che sono sulla terra celebrasse, come un mistero pieno di realtà e senza alcun velo, quanto era nascosto nel solo tempio della Giudea, sotto l'ombre delle figure. Difatti ora e l'ordine dei leviti è più splendido, e la dignità dei sacerdoti è più grande, e l'unzione che consacra i pontefici contiene maggior santità: perché la tua Croce è la sorgente d'ogni benedizione, il principio d'ogni grazia; essa fa passare i credenti dalla debolezza alla forza, dall'obbrobrio alla gloria, dalla morte alla vita. E adesso che i diversi sacrifici d'animali carnali sono cessati, la sola oblazione del corpo e sangue tuo rimpiazza tutte le diverse vittime che la rappresentavano: ché tu sei il vero «Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo» (Joann. 1,29); e così tutti i misteri si compiono talmente in te, che, come tutte le ostie che ti sono offerte non fanno che un solo sacrificio, così tutte le nazioni della terra non fanno che un solo regno.”
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    «14 SETTEMBRE 2018: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE.»
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    “Vi adoro, o Croce santa, che foste ornata del Corpo sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo preziosissimo Sangue. Vi adoro, mio Dio, posto in croce per me. Vi adoro, o Croce santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Così sia.
    (Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio. Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. Orazione confermata dai Papi Adriano VI e Gregorio XIII).”




    Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce
    http://www.unavoce-ve.it/pg-14set.htm




    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch/
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
    https://twitter.com/saintamedee?lang=it
    “Ligue Saint Amédée‏ @SaintAmedee
    14 Septembre : Exaltation de la Sainte Croix.”

    14 septembre : Exaltation de la Sainte Croix :: Ligue Saint Amédée
    «14 septembre : Exaltation de la Sainte Croix.»
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    Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi, quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Esaltazione della Santa Croce

    14 SETTEMBRE 2019: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE…



    “14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE.”
    "Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce."
    Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce
    http://www.unavoce-ve.it/pg-14set.htm

    MISSALE ROMANUM - Die 14 Septembris. In Exaltatione Stæ Crucis
    http://www.unavoce-ve.it/mr-14sept=lat.htm





    “14 Settembre - Esaltazione della Santa Croce”
    https://www.preghiereperlafamiglia.i...anta-croce.htm
    "14 SETTEMBRE ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE.”






    PREGHIERE PER LIBERARE ANIME DAL PURGATORIO

    «Vi adoro, o Croce santa, che foste ornata del Corpo sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo preziosissimo Sangue. Vi adoro, mio Dio, posto in croce per me. Vi adoro, o Croce santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Così sia.
    (Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio. Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. Orazione confermata dai Papi Adriano VI e Gregorio XIII).»







    Esaltazione della Santa Croce - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/esaltazion...a-santa-croce/
    «14 settembre, Esaltazione della Santa Croce.
    “Esaltazione della santa Croce, quando l’imperatore Eraclio, vinto il Re Cosroa, la riportò dalla Persia in Gerusalemme”.
    Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi, quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

    Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che, alla vostra santissima presenza prostrato, vi prego con il fervore più vivo di imprimere nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati, e di proponimento di non offendervi, mentre io con tutto l’amore e la compassione vado considerando le vostre cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di voi, o mio Gesù, il santo profeta Davide: “Hanno trapassato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa”. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-159x300.jpg






    SANTE MESSE CATTOLICHE IN LATINO CELEBRATE "NON UNA CUM" DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO ABRAHAMOWICZ IN TUTTA ITALIA:



    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "Torino - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

    "Modena - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

    "Rimini - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

    "Pescara - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

    "Potenza - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

    "Roma - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/


    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”


    http://www.oratoriosantambrogiombc.i...della-madonna/
    «L’omelia tenuta da don Ugolino Giugni domenica 8 settembre 2019, festa della Natività di Maria.
    Nella quale si parla della festa della Natività di Maria e si risponde a qualche obiezione sulla posizione dell’Istituto, la Tesi di Cassiciacum come “ma voi giudicate il papa…” – è disponibile per l’ascolto ->»

    "L’omelia tenuta da don Ugolino Giugni domenica 1 settembre 2019 – XII domenica dopo la Pentecoste. Nella quale si parla del commento all’epistola e al Vangelo del giorno, la parabola del buon samaritano."


    «Omelia del Rev. Don Piero Fraschetti del 01.09.2019, 12° d. Pentecoste
    https://www.youtube.com/watch?v=Ri5MzOBNjWw

    Omelia del Rev. Don Francesco Ricossa del 25.08.2019, 11° d. Pentecoste
    https://www.youtube.com/watch?v=U6oFre7S15Y »

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/tag/omelie/




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    Natività B.V. Maria (XIII domenica d. Pentecoste)- (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=5Z9v7udCG6U
    Natività B.V. Maria (XIII domenica d. Pentecoste)- (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=Y93dn88ORpk
    XII domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=nIk0skekqQI
    XII domenica d. Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=ewDURGc0UNA
    XI domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=NNOE3X7h7kc
    XI domenica d. Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=hk75pIqAtog
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».








    “14 settembre, Esaltazione della Santa Croce.”
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    https://forum.termometropolitico.it/...a-s-croce.html
    https://forum.termometropolitico.it/...s-croce-3.html
    “15 settembre - Festa dei Sette Dolori della Beatissima Vergine Maria.”
    https://forum.termometropolitico.it/...ine-maria.html
    https://forum.termometropolitico.it/...e-maria-6.html
    "I Sette Dolori di Maria."
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    "14 settembre, Esaltazione della Santa Croce."


    Dal numero 175 di SVRSVM CORDA® del 15 settembre 2019. https://www.sursumcorda.cloud/

    "L’insidia è tanto più sottile in quanto essi (T.d.G. e più genericamente Protestanti) si presentano come i veri diffusori della parola di Dio contenuta nella Bibbia e come i veri apostoli di Cristo. In realtà - come esporremo nelle pagine seguenti - essi si servono della Bibbia non per diffondere la parola di Dio, ma per diffondere i loro errori, per di più frammisti a qualche verità, il che aumenta l’inganno. Inoltre essi non sono apostoli di Cristo, del quale anzi rinnegano addirittura la divinità."

    Indice dei contenuti:- Comunicato numero 175. Parabola dei due figli e parabola dei vignaioli; - Racconti miracolosi n° 93. Un bambino prodigioso salvato miracolosamente; - Altra preghiera al Santissimo Nome di Maria (12.9); - I funesti pericoli degli eccessi nella moda; - La verità sui Testimoni di Geova; - Orazione a San Gorgonio, Martire (9.9); - Orazione a San Maurilio, Vescovo (13.9); - Orazione ai Santi Proto e Giacinto, Martiri (11.9); - La Charité de la Verité (R. P. Guérard Des Lauriers O. P.). https://www.sursumcorda.cloud/







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    «MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    «Ecce Sancta Crux Domini Nostri Jesu Christi, venite et adorate.»


    “SILLOGE DI SCRITTI PATRISTICI NELLA FESTA DELL'ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
    • Dal «Commento al Vangelo di san Matteo» di san Giovanni Crisostomo. (54, 4-5)

    Nessuno, dunque, si vergogni dei segni sacri e venerabili della nostra salvezza, della croce che è la somma e il vertice dei nostri beni, per la quale noi viviamo e siamo ciò che siamo. Portiamo ovunque la croce di Cristo, come una corona. Tutto ciò che ci riguarda si compie e si consuma attraverso di essa. Quando noi dobbiamo essere rigenerati dal battesimo, la croce è presente; se ci alimentiamo di quel mistico cibo che è il corpo di Cristo, se ci vengono imposte le mani per essere consacrati ministri del Signore, e qualsiasi altra cosa facciamo, sempre e ovunque ci sta accanto e ci assiste questo simbolo di vittoria. Di qui il fervore con cui noi lo conserviamo nelle nostre case, lo dipingiamo sulle nostre pareti, lo incidiamo sulle porte, lo imprimiamo sulla nostra fronte e nella nostra mente, lo portiamo sempre nel cuore. La croce è infatti il segno della nostra salvezza e della comune libertà del genere umano, è il segno della misericordia del Signore che per amor nostro si è lasciato condurre come pecora al macello (Is. 53,7; cf. Atti, 8, 32). Quando, dunque, ti fai questo segno, ricorda tutto il mistero della croce e spegni in te l'ira e tutte le altre passioni. E ancora, quando ti segni in fronte, riempiti di grande ardimento e rida' alla tua anima la sua libertà. Conosci bene infatti quali sono i mezzi che ci procurano la libertà. Anche Paolo per elevarci alla libertà che ci conviene ricorda la croce e il sangue del Signore: A caro prezzo siete stati comprati. Non fatevi schiavi degli uomini (1 Cor. 7, 23). Considerate, egli sembra dire, quale prezzo è stato pagato per il vostro riscatto e non sarete più schiavi di nessun uomo; e chiama la croce "prezzo" del riscatto.
    Non devi quindi tracciare semplicemente il segno della croce con la punta delle dita, ma prima devi inciderlo nel tuo cuore con fede ardente. Se lo imprimerai in questo modo sulla tua fronte, nessuno dei demoni impuri potrà restare accanto a te, in quanto vedrà l'arma con cui è stato ferito, la spada da cui ha ricevuto il colpo mortale. Se la sola vista del luogo dove avviene l'esecuzione dei criminali fa fremere d'orrore, immagina che cosa proveranno il diavolo e i suoi demoni vedendo l'arma con cui Cristo sgominò completamente il loro potere e tagliò la testa del dragone (cf. Ap. 12, 1 ss.; 20, 1 ss.).
    Non vergognarti, dunque, di così grande bene se non vuoi che anche Cristo si vergogni di te quando verrà nella sua gloria e il segno della croce apparirà più luminoso dei raggi stessi del sole. La croce avanzerà allora e il suo apparire sarà come una voce che difenderà la causa del Signore di fronte a tutti gli uomini e dimostrerà che nulla egli tralasciò di fare - di quanto era necessario da parte sua - per assicurare la nostra salvezza. Questo segno, sia ai tempi dei nostri padri come oggi, apre le porte che erano chiuse, neutralizza l'effetto mortale dei veleni, annulla il potere letale della cicuta, cura i morsi dei serpenti velenosi. Infatti, se questa croce ha dischiuso le porte dell'oltretomba, ha disteso nuovamente le volte del cielo, ha rinnovato l'ingresso del paradiso, ha distrutto il dominio del diavolo, c'è da stupirsi se essa ha anche vinto la forza dei veleni, delle belve e di altri simili mortali pericoli?
    Imprimi, dunque, questo segno nel tuo cuore e abbraccia questa croce, cui dobbiamo la salvezza delle nostre anime. La croce infatti che ha salvato e convertito tutto il mondo, ha bandito l'errore, ha ristabilito la verità, ha fatto della terra cielo, e degli uomini angeli. Grazie a lei i demoni hanno cessato di essere temibili e sono divenuti disprezzabili; la morte non è più morte, ma sonno.
    • Dalla «Catechesi per i neofiti» di san Giovanni Crisostomo. (2, 5)
    Che cosa ne pensi di coloro che ricorrono ad incantesimi ed amuleti oppure si legano alla testa od ai piedi monete di bronzo con l'effigie di Alessandro il Macedone? Ebbene, dimmi: siam proprio noi che, dopo la croce e la morte del Signore, dobbiamo riporre la nostra speranza di salvezza nell'immagine di un re pagano? Non sei a conoscenza delle opere straordinarie che la croce ha prodotto? Ha distrutto la morte ha sconfitto il peccato, ha svuotato l'inferno, ha debellato la potenza del demonio. Non si deve dunque credere ch'essa possa restituire la salvezza ad un corpo? La croce ha fatto risorgere il mondo intero, e tu non le dai fiducia? Che cosa, dunque, non saresti degno di soffrire?
    Non ti vergogni e non arrossisci per il fatto di esserti lasciato sedurre da queste cose, dopo aver conosciuto una dottrina così sublime? Ciò che è ancor più grave, poi, è che, mentre noi cerchiamo di metterti in guardia e di dissuaderti da tutto questo, coloro che ritengono, in questo modo, di giustificarti, dicono: "Ma la donna che fa questi incantesimi è cristiana e non parla d'altro se non del nome di Dio". Ebbene. È proprio per questo che io nutro verso di lei tutto il mio odio e il mio disprezzo giacché, nel momento in cui afferma di esser cristiana, bestemmia il nome di Dio compiendo opere degne dei pagani. Anche i demoni, infatti, pronunciavano il nome di Dio, non per questo, però, cessavano di essere demoni. Nonostante si rivolgessero a Cristo, dicendo: Sappiamo chi sei: il santo di Dio (Mc. 1, 24); egli, tuttavia, li respinse con disprezzo e li scacciò.
    È per questo che vi supplico di astenervi da una simile falsità, affidandovi a queste parole ("Io rinuncio a te, Satana") come ad un sicuro sostegno. E come nessuno di voi oserebbe scendere in piazza svestito o senza calzature, così pure non dovrai mai farlo senza prima aver pronunciato queste parole, nel momento in cui sei sul punto di, varcare la soglia di casa: "Io rinuncio a te, Satana, alla tua vana ostentazione e al tuo culto, per aderire unicamente a te, o Cristo". Non uscire mai, senza prima aver enunciato questo proposito: esso sarà il tuo bastone, la tua corazza, la tua fortezza inespugnabile. Ed insieme a queste parole, imprimi anche il sigillo della croce sulla tua fronte. Così, infatti, non soltanto l'uomo che incontrerai, ma neppure il diavolo stesso potrà minimamente danneggiarti, vedendoti apparire con questa armatura.
    • Dai «Sermoni» di san Leone Magno Papa. (74, 4-5)
    Non ci si deve mostrare sciocchi tra le vanità, né timorosi tra le avversità. Ivi ci allettano le lusinghe, qui ci aggravano le fatiche. Ma poiché la terra è piena della misericordia del Signore (Sal. 32, 5), ovunque ci sostiene la vittoria di Cristo, affinché si adempia la sua parola: Non temete, perché io ho vinto il mondo (Gv. 16, 33). Quando dunque combattiamo, sia contro l'ambizione del mondo, sia contro le brame della carne, sia contro gli strali degli eretici, siamo armati sempre della croce del Signore. E mai ci allontaneremo da questa festa pasquale, se - nella verità sincera - ci asterremo dal fermento dell'antica malizia. Tra tutti i trambusti di questa vita, oppressa da molte passioni, dobbiamo ricordare sempre l'esortazione dell'Apostolo che ci istruisce dicendoci: Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù. Egli, sussistendo nella natura di Dio, non stimò rapina lo stare alla pari con Dio, ma annientò se stesso prendendo la natura di servo, divenendo simile agli uomini e fu da tutti ritenuto come uomo. Umiliò se stesso facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. E perciò Dio lo ha esaltato e gli ha donato il nome che sovrasta ogni nome, tanto che nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e sotterra, e ogni lingua proclami che Signore è Gesù Cristo nella gloria di Dio Padre (Fil. 2, 5ss.). Se comprendete dunque questo grande mistero di carità e soppesate ciò che l'unigenito Figlio di Dio compì per la salvezza del genere umano, abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù e la sua umiltà non sia disprezzata da nessun ricco, non sia vergognosa a nessun nobile: nessuna prosperità umana, infatti, può giungere a tale vetta, da ritenere ignominioso che Dio, sussistendo nella natura di Dio, non ha ritenuto indegno assumere la natura di servo. Imitate ciò che ha fatto, amate ciò che ha effettuato e, trovando in voi tanto amore gratuito di Dio, riamate in lui la vostra natura. Come egli non perse la ricchezza per la povertà, non diminuì nella gloria per l'umiltà, non smarrì l'eternità per la morte, così voi, sui suoi passi, sulle sue orme, disprezzate i beni terreni per raggiungere quelli celesti. Abbracciare la croce è uccidere le cupidigie, annientare i vizi, allontanarsi dalla vanità, è rinunciare ad ogni errore. Nessun impudico infatti, nessun lussurioso, nessun superbo né avaro celebra la Pasqua del Signore.
    • Dalla «Predica per la festa di un santo martire» di san Gregorio Magno Papa.
    In due modi portiamo la croce del Signore: quando con la rinuncia domiamo la carne e quando, per vera compassione del prossimo, sentiamo i suoi bisogni come fossero nostri. Chi soffre personalmente quando il prossimo è ammalato, porta la croce del Signore. Ma si sappia bene: vi sono alcuni uomini che domano con gran rigore la loro carne non per la volontà di Dio, ma solo per futile vanagloria. E ve ne sono altri, e molti, che hanno compassione del prossimo non in modo spirituale, ma solo carnale; e questa compassione non è in loro virtù, ma piuttosto vizio, per la loro esagerata tenerezza. Tutti costoro sembra che portino la croce del Signore, ma essi non seguono il Signore. Per questo la Verità dice rettamente: "Chi non porta la mia croce e mi segue, non può essere mio discepolo". Infatti, portare la croce e seguire il Signore significa rinunciare completamente ai piaceri carnali e aver compassione del prossimo per vero zelo della beatitudine. Chi fa ciò solo con fine umano, porta la croce, ma non segue il Signore.
    • Dai «Discorsi» di sant'Andrea di Creta, vescovo.
    (Disc. 10 sull'Esaltazione della santa croce; PG 97,1018-1019.1022-1023)
    La croce è gloria ed esaltazione di Cristo.

    Noi celebriamo la festa della santa croce, per mezzo della quale sono state cacciate le tenebre ed è ritornata la luce. Celebriamo la festa della santa croce, e così, insieme al Crocifisso, veniamo innalzati e sublimati anche noi. Infatti ci distacchiamo dalla terra del peccato e saliamo verso le altezze. È tale e tanta la ricchezza della croce che chi la possiede ha un vero tesoro. E la chiamo giustamente così, perché di nome e di fatto è il più prezioso di tutti i beni. È in essa che risiede tutta la nostra salvezza. Essa è il mezzo e la via per il ritorno allo stato originale.
    Se infatti non ci fosse la croce, non ci sarebbe nemmeno Cristo crocifisso. Se non ci fosse la croce, la Vita non sarebbe stata affissa al legno. Se poi la Vita non fosse stata inchiodata al legno, dal suo fianco non sarebbero sgorgate quelle sorgenti di immortalità, sangue e acqua, che purificano il mondo. La sentenza di condanna scritta per il nostro peccato non sarebbe stata lacerata, noi non avremmo avuto la libertà, non potremmo godere dell'albero della vita, il paradiso non sarebbe stato aperto per noi. Se non ci fosse la croce, la morte non sarebbe stata vinta, l'inferno non sarebbe stato spogliato.
    È dunque la croce una risorsa veramente stupenda e impareggiabile, perché, per suo mezzo, abbiamo conseguito molti beni, tanto più numerosi quanto più grande ne è il merito, dovuto però in massima parte ai miracoli e alla passione del Cristo. È preziosa poi la croce perché è insieme patibolo e trofeo di Dio. Patibolo per la sua volontaria morte su di essa. Trofeo perché con essa fu vinto il diavolo e col diavolo fu sconfitta la morte. Inoltre la potenza dell'inferno venne fiaccata, e così la croce è diventata la salvezza comune di tutto l'universo.
    La croce è gloria di Cristo, esaltazione di Cristo. La croce è il calice prezioso e inestimabile che raccoglie tutte le sofferenze di Cristo, è la sintesi completa della sua passione. Per convincerti che la croce è la gloria di Cristo, senti quello che egli dice: «Ora il figlio dell'uomo è stato glorificato e anche Dio è stato glorificato in lui, e lo glorificherà subito» (Gv 13, 31-32).
    E di nuovo: «Glorificami, Padre, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17, 5). E ancora: «Padre glorifica il tuo nome. Venne dunque una voce dal cielo: L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò» (Gv 12, 28), per indicare quella glorificazione che fu conseguita allora sulla croce. Che poi la croce sia anche esaltazione di Cristo, ascolta ciò che egli stesso dice: Quando sarò esaltato, allora attirerò tutti a me (cfr. Gv 12, 32). Vedi dunque che la croce è gloria ed esaltazione di Cristo.
    • Dall'«Esposizione della fede ortodossa» di san Giovanni Damasceno. (4, 11)
    Il linguaggio della croce è follia per quelli che si perdono; per noi che ci salviamo, invece, potenza di Dio (1 Cor. 1, 18). L'uomo spirituale, infatti, "giudica ogni cosa" (1 Cor. 2, 15), mentre quello animale non accetta le cose dello Spirito (1 Cor. 2, 14). Follia è, infatti, quella di coloro che si rifiutano di credere e di riflettere sulla bontà e l'onnipotenza di Dio, indagando sulle realtà divine con le loro categorie umane e naturali, senza rendersi conto che tutto ciò che riguarda la divinità trascende la natura, la razionalità e la conoscenza. Se ci si domanda, infatti, il come ed il perché Iddio abbia creato dal nulla tutte le cose, e si cerca di scoprirlo con le sole facoltà razionali che la natura ci mette a disposizione, non si approda a nulla, giacché una scienza come questa è terrestre e diabolica. Tutto è semplice e lineare invece, ed il cammino è spedito per chi, condotto per mano, per così dire, dalla fede, va alla ricerca del Dio buono, onnipotente, vero, sapiente e giusto. Senza la fede, infatti, nessuno può salvarsi (cf. Eb 11, 6): è in virtù della fede che tutte le cose, sia le umane che le trascendenti, acquistano significato e valore. Senza l'intervento della fede il contadino non ara il suo campo, il mercante non mette a repentaglio la sua vita, su di una piccola nave, fra le onde tempestose del mare; senza fede non si contraggono matrimoni né si porta a termine alcun'altra attività della vita. È la fede a farci comprendere come tutto sia stato creato dal nulla grazie alla potenza divina. Con la fede intendiamo correttamente ogni cosa, umana o divina che sia. La fede, insomma, è il consenso formulato senza riserve.
    Tutte le opere ed i miracoli compiuti dal Cristo, dunque, appaiono manifestazioni grandiose, divine, straordinarie; la più strepitosa di tutte, però, è la sua venerabile croce. È grazie a questa, infatti, e non ad altro, che la morte fu sconfitta, il peccato del progenitore ricevette la sua espiazione, l'inferno venne spogliato, fu elargita la risurrezione; è stata la croce a guadagnarci la forza di disprezzare i beni del mondo e persino la morte, a prepararci il ritorno all'antica beatitudine, a spalancarci le porte del cielo; soltanto la croce del Signore nostro Gesù Cristo, infine, ha elevato l'umanità alla destra di Dio, promuovendoci alla dignità di suoi figli ed eredi. Tutto questo ci ha procurato la croce! Tutti noi, infatti, ricorda l'Apostolo, che siamo stati battezzati in Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte (Rm. 6, 3). Tutti noi, battezzati in Cristo, ci siamo rivestiti di Cristo (Gal. 3,27). E Cristo, poi, è potenza e sapienza di Dio (1 Cor. 1, 24). Ecco, la morte di Cristo, cioè la croce, ci ha rivestito dell'autentica potenza e sapienza di Dio. La potenza di Dio, da parte sua, si manifesta nella croce, sia perché la forza divina, cioè la vittoria sulla morte, ci si è mostrata attraverso la croce; sia in quanto, allo stesso modo come i quattro bracci della croce si uniscono fra loro nel punto centrale, così pure, attraverso la potenza di Dio, si assimilano l'una con l'altra l'altezza e la profondità, la lunghezza e la larghezza: in altre parole, tutta la creazione, nella sua dimensione materiale come in quella invisibile.
    La croce è stata impressa sulla nostra fronte come un segno, non diversamente dalla circoncisione per Israele. In virtù di questo segno, noi fedeli siamo riconosciuti e distinti dagli increduli. La croce è per noi lo scudo, la corazza ed il trofeo contro il demonio. È il sigillo grazie al quale l'angelo sterminatore ci risparmierà, come afferma la Scrittura (cf. Ebr. 11, 28). E lo strumento per risollevare coloro che giacciono, il puntello a cui si appoggia chi sta in piedi, il bastone degli infermi, la verga per condurre il gregge, la guida per quanti si volgono altrove, il progresso dei principianti, la salute dell'anima e del corpo, il rimedio di tutti i mali, la fonte d'ogni bene, la morte del peccato, la pianta della risurrezione, l'albero della vita eterna.
    Questo legno davvero prezioso e degno di venerazione, perciò, sul quale Cristo si sacrificò per noi, deve giustamente divenire oggetto della nostra adorazione, giacché fu come santificato dal contatto con il santissimo corpo e sangue del Signore. Come pure si dovrà rivolgere la nostra devozione ai chiodi, alla lancia, agli indumenti ed ai santi luoghi nei quali il Signore si è trovato: la mangiatoia, la grotta, il Golgota che ci ha recato la salvezza, il sepolcro che ci ha donato la vita, Sion, roccaforte delle Chiese, e tutti gli altri... Se, infatti, ricordiamo con affetto, fra gli oggetti che son stati nominati, la casa ed il letto e la veste del Signore, quanto più dovranno esserci care, tra le cose di Dio e del Salvatore, quelle che ci hanno procurato anche la salvezza?
    Adoriamo l'immagine stessa della preziosa e vivificante croce, di qualunque materia sia composta! Non intendiamo onorare, infatti l'oggetto materiale (non sia mai!), bensì il significato ch'esso rappresenta, il simbolo, per così dire, di Cristo. Egli stesso, d'altronde, istruendo i suoi discepoli, ebbe a dire: Apparirà allora nel cielo il segno del Figlio dell'uomo (Mt. 24, 30), cioè la croce. Ed anche l'angelo che annunciò alle donne la risurrezione di Cristo disse: Voi cercate Gesù di Nazaret, il crocifisso (Mc. 16, 6). E l'Apostolo, da parte sua: Noi predichiamo, avverte, il Cristo crocifisso (1 Cor. 1, 23). Vi sono, infatti, molti Cristi e Gesù; uno solo, però, è il crocifisso. L'Apostolo, poi, non dice: "colui che è stato trafitto dalla lancia", bensì "il crocifisso". Dobbiamo, perciò, adorare il simbolo del Cristo: ovunque, infatti, si troverà quel segno, lì sarà presente il Signore stesso. La materia di cui è composta l'immagine della croce, invece, anche se fosse d'oro o di pietre preziose, non è più degna di alcuna venerazione, una volta scomparsa, per qualsiasi motivo, la figura originaria. Tutti gli oggetti consacrati a Dio, perciò, noi li veneriamo in modo tale, da riferire alla persona divina il culto che osserviamo per essi.
    • Dal «Discorso sull'adorazione della croce» di san Teodoro Studita.
    O dono preziosissimo della croce! Quale splendore appare alla vista! Tutta bellezza e tutta magnificenza. Albero meraviglioso all'occhio e al gusto e non immagine parziale di bene e di male come quello dell'Eden.
    È un albero che dona la vita, non la morte, illumina e non ottenebra, apre l'udito al paradiso, non espelle da esso.
    Su quel legno sale Cristo, come un re sul carro trionfale. Sconfigge il diavolo padrone della morte e libera il genere umano dalla schiavitù del tiranno. Su quel legno sale il Signore, come un valoroso combattente. Viene ferito in battaglia alle mani, ai piedi e al divino costato. Ma con quel sangue guarisce le nostre lividure, cioè la nostra natura ferita dal serpente velenoso.
    Prima venimmo uccisi dal legno, ora invece per il legno recuperiamo la vita. Prima fummo ingannati dal legno, ora invece con il legno scacciamo l'astuto serpente. Nuovi e straordinari mutamenti! Al posto della morte ci viene data la vita, invece della corruzione l'immortalità, invece del disonore la gloria. Perciò non senza ragione esclama il santo Apostolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo» (Gal 6, 14). Quella somma sapienza che fiorì dalla croce rese vana la superba sapienza del mondo e la sua arrogante stoltezza. I beni di ogni genere, che ci vennero dalla croce, hanno eliminato i germi della cattiveria e della malizia. All'inizio del mondo solo figure e segni premonitori di questo legno notificavano ed indicavano i grandi eventi del mondo. Stai attento, infatti tu, chiunque tu sia, che hai grande brama di conoscere. Noè non ha forse evitato per sé, per tutti i suoi familiari ed anche per il bestiame, la catastrofe del diluvio, decretata da Dio, in virtù di un piccolo legno? Pensa alla verga di Mosè. Non fu forse un simbolo della croce? Cambiò l'acqua in sangue, divorò i serpenti fittizi dei maghi, percosse il mare e lo divise in due parti, ricondusse poi le acque del mare al
    loro normale corso e sommerse i nemici, salvò invece coloro che erano il popolo legittimo. Tale fu anche la verga di Aronne, simbolo della croce, che fiorì in un solo giorno e rivelò il sacerdote legittimo. Anche Abramo prefigurò la croce quando legò il figlio sulla catasta di legna. La morte fu uccisa dalla croce e Adamo fu restituito alla vita. Della croce tutti gli apostoli si sono gloriati, ogni martire ne venne coronato, e ogni santo santificato. Con la croce abbiamo rivestito Cristo e ci siamo spogliati dell'uomo vecchio. Per mezzo della croce noi, pecorelle di Cristo, siamo stati radunati in un unico ovile e siamo destinati alle eterne dimore.”


    “ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
    Doppio maggiore.
    Paramenti rossi.
    Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce

    http://www.unavoce-ve.it/pg-14set.htm
    Il 14 settembre 320 si fece la consacrazione della della basilica costantiniana che racchiudeva la sommità del Calvario e il Santo Sepolcro. «Fu allora, dice Eteria, che si scoprì la Croce. Ed è per questo che si celebra l'anniversario con altrettanta solennità quanto a Pasqua ed all'Epifania». Di qui ebbe origine la festa dell'Esaltazione della Croce. «Allorché sarò esaltato, attirerò tutto a me» (Vangelo) aveva detto Gesù. E poiché il Salvatore si è umiliato, facendosi obbediente sino alla morte sulla croce, Dio l'ha innalzato e gli ha dato un nome al di sopra di ogni altro nome (Epistola). Così dobbiamo gloriarci nella Croce di Gesù, perché è la nostra vita e la nostra salvezza (Introito), e protegge i suoi servi dalle insidie dei nemici (Offertorio, Communio, Postcommunio). Verso la fine del regno di Foca, Cosroe, re dei Persiani, si impadronì di Gerusalemme, fece perire molte migliaia di cristiani e trasportò in Persia la Croce di nostro Signore, che Elena aveva deposto sul monte Calvario. Eraclio, successore di Foca, dopo aver implorato fervorosamente l'aiuto divino, riunì un'armata e sconfisse Cosroe. Allora egli esigette la restituzione della Croce del Signore. Questa preziosa reliquia venne così ricuperata, dopo quattordici anni dacché era caduta in possesso dei Persiani. Di ritorno a Gerusalemme, Eraclio la prese sulle spalle e la riportò con gran pompa sul Calvario (630). Questo atto, secondo una tradizione popolare, fu accompagnato da uno strepitoso miracolo. Eraclio, carico d'oro e di pietre preziose, sentì una forza invincibile arrestarlo dinanzi alla porta che conduceva al Monte Calvario; più faceva sforzi per avanzare, più gli sembrava di essere fortemente trattenuto. Poiché l'imperatore e con lui tutti i testimoni della scena erano stupefatti, Zaccaria, vescovo di Gerusalemme, gli disse: «O imperatore, con questi ornamenti di trionfo, tu non imiti affatto la povertà di Gesù Cristo, e l'umiltà con la quale Egli portò la Croce». Eraclio si spogliò allora delle splendide vesti, e toltosi i calzari, si gettò sulle spalle un semplice mantello e si rimise in cammino. Fatto questo, egli compì facilmente il resto del tragitto, e rimise la Croce sul monte Calvario, nello stesso luogo donde i Persiani l'avevano portata via. La solennità dell'Esaltazione della Santa Croce, che si celebrava già ogni anno in questo stesso giorno, prese allora una grande importanza, in ricordo del fatto che l'imperatore Eraclito aveva rimessa la Croce proprio nello stesso luogo dove era stata eretta la prima volta per la crocifissione del Salvatore».
    Uniamoci in ispirito ai fedeli che, nella Chiesa di Santa Croce a Roma, venerano oggi le reliquie esposte del Sacro Legno, affinché, essendo stati ammessi ad adorare la Croce sulla terra in questa solennità, nella quale ci rallegriamo per la sua Esaltazione, siamo messi in possesso per tutta l'eternità della salvezza e della gloria che essa ci ha procurato (Orazione, Secreta).
    * Sulla fine del regno di Foca, Cosroe, re dei Persiani occupato l'Egitto e l'Africa e presa Gerusalemme e massacrativi molte migliaia di Cristiani, trasportò in Persia la Croce di Cristo Signore, che Elena aveva riposto sul monte Calvario. Pertanto Eraclio, successore di Foca, stanco delle molte molestie e calamità della guerra, domandò la pace; ma Cosroe, inorgoglito delle vittorie, non volle concederla a nessun patto. In questa estremità ricorse a continui digiuni e preghiere, implorando con gran fervore l'aiuto di Dio; per cui ispirazione radunato un esercito, ingaggiò battaglia col nemico, e sconfisse tre generali di Cosroe coi loro tre eserciti.
    Cosroe, abbattuto da queste sconfitte, prese la fuga, designando, mentre si disponeva a passare il Tigri, suo socio nel regno il figlio Medarse. Ma Siroe, figlio maggiore di Cosroe, sdegnato crudelmente per quest'affronto, decise di sopprimere il padre e il fratello; cosa che fece poco dopo al ritorno dei due fuggitivi, e ottenne da Eraclio il diritto di regnare a certe condizioni, la prima delle quali fu la restituzione della Croce del Signore. Così la Croce fu ricuperata dopo quattordici anni, ch'era caduta in potere dei Persiani. Di ritorno a Gerusalemme, Eraclio la riportò sulle proprie spalle con gran pompa sul monte in cui l'aveva portata il Salvatore.
    Questo fatto fu segnalato da un gran miracolo. Perché Eraclio, carico di oro e di gemme, fu costretto di fermarsi alla porta che conduceva al monte Calvario. E più si sforzava d'andare avanti, e più si sentiva trattenere. Stupiti della cosa e lo stesso Eraclio e tutti gli altri, Zaccaria, vescovo di Gerusalemme: Vedi, imperatore, disse, che con questi ornamenti di trionfo imiti poco la povertà e l'umiltà di Gesù Cristo con cui egli portò la Croce. Allora Eraclio, gettate le splendide vesti e toltesi le scarpe e indossato un abito volgare, fece facilmente il resto del viaggio, e rimise la Croce nello stesso posto del Calvario, donde l'avevano asportata i Persiani. Quindi la festa dell'Esaltazione della santa Croce, che si celebrava ogni anno in questo stesso giorno, cominciò ad avere maggior importanza in memoria del fatto ch'era stata riposta da Eraclio nel luogo stesso, dove fu innalzata la prima volta per il Salvatore.
    SANTA MESSA
    - All'Epistola.Il figlio di Dio dopo essersi unito a una natura, che relativamente a Dio, Creatore e Sovrano Padrone di tutte le cose, è una natura servile, si è abbassato più ancora accettando di subire il supplizio infame della Croce.
    - Al Vangelo.
    Il tratto del Vangelo che segue, contiene una chiara allusione da parte di Gesù alla sua morte in Croce ed all'efficacia del suo sacrificio. Proprio la morte più ignominiosa, quella della Croce, doveva servire a trarre alla fede e alla salvezza tutti i popoli.
    ** Omelia di san Leone Papa.
    Sermone 8 sulla Passione del Signore, dopo la metà.
    Dopo l'esaltazione di Cristo sulla Croce, o dilettissimi, il vostro spirito non si rappresenti soltanto l'immagine che colpì la vista degli empi, ai quali dice Mosè: «La tua vita sarà sospesa dinanzi ai tuoi occhi, e sarai in timore notte e giorno, e non crederai alla tua vita» (Deut. 28,66). Infatti essi davanti al Signore crocifisso non potevano scorgere in lui che il loro delitto, ed avevano non il timore che giustifica mediante la vera fede, ma quello che tortura una coscienza colpevole. Ma la nostra intelligenza, illuminata dallo spirito di verità, abbracci con cuore puro e libero la Croce, la cui gloria risplende in cielo e in terra; e coll'acume interno penetri il mistero che il Signore, parlando della sua prossima passione, annunziò così: «Adesso si fa il giudizio di questo mondo, adesso il principe di questo mondo sarà cacciato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutto a me» (Joann. 12,21).
    O virtù ammirabile della Croce! o gloria ineffabile della Passione, in cui è e il tribunale del Signore, e il giudizio del mondo, e la potenza del Crocifisso! Sì, o Signore, attirasti tutto a te, allorché, «dopo aver steso tutto il giorno le tue mani a un popolo incredulo e ribelle» (Is. 65,2), l'universo intero comprese che doveva rendere omaggio alla tua maestà. Attirasti, Signore, tutto a te, allorché tutti gli elementi non ebbero che una voce sola per esecrare il misfatto dei Giudei; allorché oscuratisi gli astri del cielo e il giorno cangiatosi in notte, anche la terra fu scossa da scosse insolite, e la creazione intera si rifiutò di servire agli empi. Attirasti, Signore, tutto a te, perché squarciatosi il velo del tempio, il Santo dei santi rigettò gl'indegni pontefici, per mostrare che la figura si trasformava in realtà, la profezia in dichiarazioni manifeste, la legge nel Vangelo.
    Attirasti, Signore, tutto a te, affinché la pietà di tutte le nazioni che sono sulla terra celebrasse, come un mistero pieno di realtà e senza alcun velo, quanto era nascosto nel solo tempio della Giudea, sotto l'ombre delle figure. Difatti ora e l'ordine dei leviti è più splendido, e la dignità dei sacerdoti è più grande, e l'unzione che consacra i pontefici contiene maggior santità: perché la tua Croce è la sorgente d'ogni benedizione, il principio d'ogni grazia; essa fa passare i credenti dalla debolezza alla forza, dall'obbrobrio alla gloria, dalla morte alla vita. E adesso che i diversi sacrifici d'animali carnali sono cessati, la sola oblazione del corpo e sangue tuo rimpiazza tutte le diverse vittime che la rappresentavano: ché tu sei il vero «Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo» (Joann. 1,29); e così tutti i misteri si compiono talmente in te, che, come tutte le ostie che ti sono offerte non fanno che un solo sacrificio, così tutte le nazioni della terra non fanno che un solo regno.”









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    «14 SETTEMBRE 2019: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE.»

    https://www.radiospada.org/2019/09/d...-del-salmo-95/
    «“Commoveatur a facie ejus universa terra; dicite in gentibus, quia Dominus regnavit”
    “Dinanzi a lui tremi tutta quanta la terra: dite tra le nazioni: Il Signore ha regnato dal legno”
    (Ps XCV, 9 Vetus Latina).


    “Dominus regnavit a ligno”. Manomissione ebraica del salmo 95.a cura di Giuliano Zoroddu.
    Commento di Monsignor Antonio Martini (1720 – 1809), Arcivescovo di Firenze, al testo del salmo, secondo la Volgata di San Girolamo, “Commoveatur a facie ejus universa terra; dicite in gentibus, quia Dominus regnavit” (Dinanzi a lui stia in timore, e tremore tutta quanta la terra: dite tralle nazioni: Il Signore ha preso possesso del regno):

    «Il mondo tutto con timore e tremore religiosa si presenti dinanzi a lui, e gli renda culto e lo adori. Il Signore ha preso possesso del regno: ovvero regna. Regnava egli anche prima della sua venuta sopra la terra per l’assoluta sua potestà: ma dopo la sua incarnazione regna per la fede, colla quale è conosciuto, creduto, adorato. Ma qui non debbo lasciar di notare, come il Salterio Romano e vari altri salteri, a non pochi Padri latini [vedi S. Agostino, Exp. in ps. 95, 11, ndr] e s. Giustino martire [Apologia Prima XLI, ndr] e s. Ephrem Siro, e qualche edizione greca de’ salmi leggono: il Signore regna dal legno, ha fatto acquisto del regno sulla croce dove morì (come dice l’Apostolo) e risuscitò per aver dominio sopra i vivi, e sopra i morti. Maniera nuova, e inaudita di arrivare all’acquisto di un regno fu quella, che tenne Cristo di patire e morire per gli uomini. Ovvero: il Signore regna dopo il legno. Dopo sofferta la morte di croce, e dopo (ma risuscitato) ha manifestata la potestà datagli dal Padre in cielo e in terra. S. Giustino1 accusa i Giudei di aver tolte quelle due parole dal testo dei LXX; perocché (dice il Genebrardo a questo proposito) i LXX, i quali con profetico spirito in altri luoghi ancora per illustrare certi passi hanno aggiunto qualche parola, si può ben credere sulla testimonianza di tali autori, che avesser poste quelle parole. A me certamente fa grande specie il vedere, come nell’antica versione italica, tratta dal greco dei LXX, venuta in luce nei primi giorni della chiesa queste parole si leggono. Quindi son esse conservate dalla Chiesa, e si recitano si nell’inno della Passione [l’inno Vexilla Regis di S. Venanzio Fortunato, ndr], e si ancora nella commemorazione della Croce nel Tempo Pasquale».

    [1] “Hanno soppresso del tutto numerosi passi della Scrittura … dai quali si evince con tutta chiarezza che proprio di colui che è stato crocifisso si preannunziava sarebbe stato Dio e Uomo, sarebbe stato messo in croce e sarebbe morto […] Dal salmo 95 hanno espunto, delle parole di Davide, questa breve espressione: dal legno” (S. Giustino, Dialogo con Trifone Ebreo, LXXI, 2; LXXIII, 1).»
    https://i2.wp.com/www.radiospada.org...70%2C444&ssl=1






    "Nella Festa dell'Esaltazione della Santa Croce, scegliamo per voi le immagini del Mosteiro de Jesus ad Aveiro, in Portogallo.
    Quando ci chiedete che civiltà abbiamo in mente, ecco, vi rispondiamo: questa."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...7a&oe=5E0A787A
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...f3&oe=5DFF59EE











    "Papa Adriano VI Florenszoon Boeyens, Sommo Pontefice, muore il 14 settembre 1523."



    https://www.radiospada.org/2019/09/d...nuestro-senor/
    "[DIFUNDE TU FE CATOLICA] LA EXALTACIÓN DE LA SANTA CRUZ DE NUESTRO SEÑOR."
    https://i0.wp.com/www.radiospada.org...pg?w=570&ssl=1








    “Vi adoro, o Croce santa, che foste ornata del Corpo sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo preziosissimo Sangue. Vi adoro, mio Dio, posto in croce per me. Vi adoro, o Croce santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Così sia.
    (Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio. Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. Orazione confermata dai Papi Adriano VI e Gregorio XIII).”





    "Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce."
    Guéranger, L'anno liturgico - Esaltazione della Santa Croce
    http://www.unavoce-ve.it/pg-14set.htm







    www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
    http://www.agerecontra.it/

    "Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
    http://www.centrostudifederici.org/

    "sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
    http://www.crisinellachiesa.it/

    "Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
    http://www.centrosangiorgio.com/


    C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
    http://www.cmri.org/ital-index.html





    https://www.truerestoration.org/


    https://novusordowatch.org/
    “Recognize-and-OBEY is the Traditional Catholic Teaching August 29, 2019.”



    ": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
    http://www.fathercekada.com/

    "Home | Traditional Latin Mass Resources"
    http://www.traditionalmass.org/

    http://www.traditionalcatholicpriest.com/





    "Como ovejas sin Pastor"
    http://sicutoves.blogspot.com/


    https://moimunanblog.com/
    "14 de septiembre FESTIVIDAD DE LA EXALTACIÓN DE LA SANTA CRUZ."
    https://moimunanblog.files.wordpress...2bde20220.jpeg











    “Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
    https://profidecatholica.com/


    https://johanlivernette.wordpress.com/


    https://lacontrerevolution.wordpress.com/


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    "Sede Vacante -"
    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


    http://wordpress.catholicapedia.net/





    Ligue Saint Amédée
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].
    Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
    “Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

    https://twitter.com/saintamedee?lang=it
    “Ligue Saint Amédée‏ @SaintAmedee
    14 Septembre : Exaltation de la Sainte Croix.”

    “Ô Dieu qui, en ce jour, nous réjouissez par la solennité annuelle de l'Exaltation de la Sainte Croix, faites qu'après avoir connu sur la terre son mystère, nous en méritions les fruits de rédemption dans le Ciel. Par le même Jésus-Christ.”
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    14 septembre : Exaltation de la Sainte Croix :: Ligue Saint Amédée
    «14 septembre : Exaltation de la Sainte Croix.»
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...inte_croix.jpg







    Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi, quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
    Ad majorem Dei gloriam
    - Per la maggior gloria di Dio!!! A.M.D.G.
    Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.
    «O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
    CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
    Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 

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