“Il marxismo sostituisce a ogni nazionalismo l’internazionalismo, la fusione di tutte le nazioni in una unità superiore. (…). Il proletariato non può appoggiare nessun consolidamento del nazionalismo, anzi, esso appoggia tutto ciò che favorisce la scomparsa delle differenze nazionali, il crollo delle barriere nazionali, tutto ciò che rende sempre più stretto il legame fra le nazionalità, tutto ciò che conduce alla fusione delle nazioni” (Lenin, 1914 , Su l’’autodecisione delle nazioni)
“Ogni centro industriale e commerciale in Inghilterra possiede ora una classe operaia divisa in due campi ostili, i proletari inglesi e i proletari irlandesi. L’operaio inglese medio odia l’operaio irlandese come un concorrente che abbassa il suo livello di vita. Rispetto al lavoratore irlandese egli si sente un membro della nazione dominante, e così si costituisce in uno strumento degli aristocratici e dei capitalisti del suo paese contro l’Irlanda, rafforzando in questo modo il loro dominio su lui stesso.
Si nutre di pregiudizi religiosi, sociale e nazionali contro il lavoratore irlandese. La sua attitudine verso di lui è molto simile a quella dei poveri bianchi verso i neri degli antichi Stati schiavisti degli Stati Uniti d’America. L’Irlandese gli rende la pariglia, e con gli interessi. Egli vede nell’operaio inglese nello stesso tempo il complice e lo strumento stupido del dominio inglese sull’Irlanda.
Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stampa, dagli oratori, dalle caricature, in breve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. E’ il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere. E questa classe ne è perfettamente cosciente.” (K.Marx, lettera a Sigfrid Meyer e August Vogt del 9 aprile 1870)
“Non c’è dubbio che solo l’estrema povertà costringe gli uomini ad abbandonare il proprio paese e che i capitalisti sfruttano nella maniera più disonesta gli operai immigrati. Ma solo i reazionari possono chiudere gli occhi sul significato progressivo di questa migrazione moderna dei popoli. La liberazione dall’oppressione del capitale non avviene e non può avvenire senza un ulteriore sviluppo del capitalismo, senza la lotta di classe sul terreno del capitalismo stesso. E proprio a questa lotta il capitalismo trascina le masse lavoratrici di tutto il mondo, spezzando il ristagno e l’arretratezza della vita locale, distruggendo le barriere e i pregiudizi nazionali, unendo gli operai di tutti i paesi nelle più grandi fabbriche e miniere dell’America, della Germania, ecc.” (Lenin , 1913 , Capitalism and Workers’ Immigration)
“La borghesia aizza gli operai di una nazione contro gli operai di un’altra, cercando di dividerli. Gli operai coscienti, comprendendo l’inevitabilità e il carattere progressivo della distruzione di tutte le barriere nazionali operata dal capitalismo, cercano di aiutare a illuminare e a organizzare i loro compagni dei paesi arretrati.” (Lenin , 1913 , ibidem)
“Nella nostra lotta per il vero internazionalismo e contro il “jingo-socialismo” citiamo sempre nella nostra stampa l’esempio dei leader opportunisti del P.S. in America, che sono a favore di restrizioni sull’immigrazione di lavoratori cinesi e giapponesi (specialmente dopo il Congresso di Stoccarda del 1907 e contro le decisioni di Stoccarda). Pensiamo che non si possa essere internazionalisti e allo stesso tempo a favore di queste restrizioni. E affermiamo che i socialisti in America, specialmente i socialisti inglesi, che appartengono alla nazione dominante e degli oppressori, che non sono contrari a qualunque limitazione dell’immigrazione, contro il possesso delle colonie (Hawaii) e per l’integrale libertà delle colonie, ebbene tali socialisti sono in verità dei jingoisti.” ( Lenin , 1915 , Letter to the Secretary of the Socialist Propaganda League)
[PS Per “jingoismo" si intendeva allora un particolare nazionalismo . I “jingo-socialisti” criticati qui da Lenin potrebbe essere quelli che oggi vengono chiamati rossobruni]
Dalla Costituzione della Repubblica Socialista Federale Sovietica Russa del 1918 :
“Art. 20. In forza della solidarietà dei lavoratori di tutte le nazioni, la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa accorda tutti i diritti politici dei cittadini russi agli stranieri che risiedano sul territorio della Repubblica Russa e che appartengano alla classe operaia oppure ai contadini che non si avvalgano di lavoro altrui, e riconosce ai Soviet locali il diritto di accordare a tali stranieri i diritti della cittadinanza russa senza ulteriori difficoltose formalità.”
“Art. 21. La Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa concede diritto di asilo a tutti gli stranieri perseguitati per reati politici e religiosi.”
“Art. 22. Riconoscendo uguali diritti ai cittadini indipendentemente dalla loro razza o nazionalità, la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa dichiara incompatibile con le leggi fondamentali della Repubblica la costituzione o la tolleranza di privilegi o di preferenze di qualsiasi genere attribuiti in base alla razza o alla nazionalità, come pure qualunque oppressione di minoranze nazionali o la limitazione della loro uguaglianza giuridica”. (articoli della Costituzione della Repubblica Socialista Federale Sovietica Russa del 1918)
“I Partiti Comunisti d’America, del Canada e dell’Australia devono condurre una campagna vigorosa contro le leggi restrittive sull’immigrazione e devono spiegare alle masse proletarie in questi Paesi che tali leggi, accendendo l’odio razziale, alla lunga si ripercuoteranno su di loro. I capitalisti sono contro leggi restrittive negli interessi della libera importazione di manodopera di colore a basso costo per ottenere, per suo tramite, l’abbassamento dei salari dei lavoratori bianchi. L’intenzione dei capitalisti di andare all’offensiva può essere affrontata solo in un modo: i lavoratori immigrati devono unirsi ai ranghi dei sindacati esistenti dei lavoratori bianchi. Simultaneamente, si deve avanzare la richiesta che la paga dei lavoratori di colore sia innalzata allo stesso livello di quella dei lavoratori bianchi. Una mossa di questo tipo da parte dei Partiti Comunisti metterà allo scoperto le intenzioni dei capitalisti e allo stesso tempo dimostrerà platealmente ai lavoratori di colore che il proletariato internazionale non ha pregiudizi razziali” ( Lenin, 1922 , Fourth Congress of the Communist International , The Growth of the Revolutionary Movement in the East)
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