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Dopo il caso della prof che ha insultato il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellata a Roma, il commento social di un’altra professoressa sulla drammatica vicenda accende nuove polemiche. La donna ha auspicato “un colpo in testa al reo come fanno in ogni altro Paese”. La donna poi ha spiegato: “Ho invocato solo l’articolo 53 del codice penale”
Togliamo FB alle donne
Interpellata dal Corriere di Torino, ha affermato: "Le mie parole sono state strumentalizzate perché io non ho fatto altro che invocare l’articolo 53 del codice penale: ovvero, quello che fa riferimento all’uso legittimo delle armi. Quando è in pericolo la vita di un rappresentante delle forze dell’ordine, ma potrebbe anche trattarsi di quella di un cittadino, è giusto usare le armi". "Forse avrei dovuto usare un vocabolo meno colorito: un colpo al cuore, al petto. Ma il pensiero non cambia. Conosco la legge e il rispetto per gli altri" ha sottolineato la donna che tiene a distinguere la sua vicenda da quella della collega. "Quel che ha scritto la mia collega è gravissimo, e lo sarebbe stato anche se non facesse l’insegnante: ha mancato di rispetto alla vittima di un omicidio, alla sua famiglia e all’Arma dei carabinieri. Io, al contrario, ho espresso un mio pensiero, citando un articolo del codice penale, e senza offendere nessuno".