La dittatura eritrea contro la Chiesa cattolica

[Rotwang]

Istituto Analisi Relazioni Internazionali

Samuele Mosconi

Sono 210.000 i cattolici eritrei, una minoranza relativamente piccola su una popolazione di più di 6 milioni di persone. Elevata da Papa Francesco nel 2015 al rango di Chiesa orientale autonoma in comunione con Roma ha fedeli perlopiù di rito Alessandrino con l'eccezione di una esigua minoranza di credenti perlopiù italiani e meticci di rito latino. La Chiesa Eritrea negli ultimi mesi è tornata per la prima volta dai tempi del dittatore comunista etiope Menghitsu a subire espropri da parte delle autorità statali, sintomo di una avversione delle stesse alle attività ecclesiastiche. Il dispotico dittatore eritreo Isaia Afewerki che governa il suo paese col pugno di ferro sin dalla sua indipendenza nel 1994 e ha mantenuto un controllo pressoché totale sulle istituzioni nazionali approfittando della guerra con l'Etiopia non ha gradito il messaggio dei vescovi rivolto alla Presidenza in maggio.

La Conferenza Episcopale del paese ha chiesto che la pace con Addis Abeba sia il preludio ad uno sviluppo sociale e civile profondo per la vita nazionale urtando la dittatura. Afewerki ha pertanto ordinata come rappresaglia la chiusura di tutti gli ospedali cattolici nel paese. 40 infrastrutture sanitarie tra le più importanti del paese sono state nazionalizzate e chiuse arrecando un danno gravissimo al ruolo sociale dell' Chiesa cattolica nel paese ma soprattutto a quei poveri che non soccorsi dallo stato trovavano lì prestazioni mediche spesso gratuite. Una mossa quindi pertanto poco lungimirante che sottolinea il carattere dispotico del regime di Afewerki.

[Lord Attilio]

Ma che li lascino trovare la loro strada invece di fare la loro pelosa carità. Bombardiamo il Vaticano.