Da quando il governo è in crisi, anche il Pd si è spaccato. Di solito la sfiducia del governo, ri-compatta gli avversari, ma la sinistra italiana non sa cos'è la coesione politica. Dall'altra parte, a destra, sono lontani i tempi del Pdl. Quell'esperimento arrivava sì a percentuali importanti, ma persino Berlusconi era costretto a mediazioni che Salvini non sembra dover affrontare: la destra non è più centro-destra, solo destra, è monolitica.
Con il crollo del polo dei 5s (forse destinanti all'irrilevanza?) e l'inconsistenza del polo di sinistra, si è passati da una situazione tripolare (post-Monti) ad uno strano uni-partito attorno cui si organizzano alleanze unilaterali (in cui sembra cioè decidere tutto Salvini) e opposizioni che si fanno la guerra tra loro.
L'unico attore politico che manca è un sano centro che può aiutare l'Italia a uscire da questa polemica tra fascismo e anti-fascismo (anni luce distante dalla realtà), ma soprattutto togliere centralità a questo clima a volte di odio a volte smielato.
Ma è possibile che nessuno parli più della Sanità e l'Istruzione? Che nessuno dica che con tre mafie al sud, l'autonomia territoriale è assai complicata? Che nessuno parli più di evasione fiscale?
La sterile e volgare politica di Salvini ha fatto pensare che il piano Marshall servisse all'Africa, mentre servirebbe al meridione d'Italia. Un'Italia che, ricordiamolo, se si stacca dall'Europa vale meno di zero.