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Discussione: Piattaforma Comunista

  1. #1
    Il Re del Nord
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    Predefinito Piattaforma Comunista

    Un mostriciattolo politico

    Dopo settimane di vergognosa commedia per il potere borghese, la crisi di governo si è risolta con un nuovo incarico a Conte che andrà in Parlamento a cercare i voti per una maggioranza.

    Il governo Conte bis si fonda su un patto fra due partiti in crisi profonda, che si dichiarano diversi e opposti. Il “miracolo” è stato raggiunto grazie al suicidio politico del boss leghista Salvini e alla calata di braghe del PD, che torna a Palazzo Chigi con gli artefici di un governo che si è macchiato di crimini razzisti e ha varato leggi liberticide. Alla faccia del “nuovo umanesimo”!

    Quali “novità” in questo esecutivo di compromesso liberal-populista? La sostituzione della Lega con il PD e Leu nella coalizione di governo, seppure comporta modifiche in alcune politiche (ad es. quella migratoria e quelle estera per cercare di uscire dall’isolamento internazionale), non cambia la natura di classe dell’esecutivo e della sua linea fondamentale, che è antioperaia, neoliberista, atlantica ed europeista. I famosi 26 punti dell’accordo che vengono propalati alla pubblica opinione sono frasi vuote di contenuti pratici e assolutamente banali.

    A differenza dal precedente governo, il Conte bis non si basa su un “contratto” e vedrà un ruolo più importante del primo ministro, appoggiato per opposti motivi sia da Trump, sia da Merkel. Il nuovo esecutivo agirà per una riduzione delle rappresentanza parlamentare, secondo i piani del capitale finanziario che trova nel populismo un valido puntello.

    Nonostante i suoi appoggi istituzionali e internazionali, nonostante la benedizione del Vaticano, il governo Conte bis sarà però un governo debole e instabile, con scarso credito fra le masse lavoratrici.

    La crisi organica della borghesia italiana, incapace di trovare qualsiasi via di uscita dalle conseguenze delle crisi e del suo declino storico, non si arresterà con questo esecutivo, un aborto politico che proseguirà l’aggressione alle condizioni di vita e di lavoro delle masse proletarie e popolari, suscitando sempre più il loro malcontento e la loro protesta.

    Chi approfitterà della situazione? O il proletariato riprenderà una lotta indipendente con propri obiettivi, raggruppando attorno a sé vasti strati popolari malcontenti, per spostare i rapporti di forza politici a suo favore; oppure le destre capeggiate dal bullo Salvini, favorite dalle politiche antipopolari di M5S-PD-Leu e appoggiate dai settori più reazionari del capitale, approfitteranno della situazione e si faranno di nuovo avanti, con una politica aggressiva che mescola fascismo, anticomunismo, sciovinismo, oscurantismo religioso.

    In questa situazione il compito degli elementi d’avanguardia della classe operaia è di dare impulso alla mobilitazione unitaria e indipendente delle masse lavoratrici, per fiaccare e spazzare via il governo Conte bis sul versante della lotta di classe.

    Il nostro atteggiamento dev’essere chiaro: non appoggiare e non seguire i liberal-populisti, ma lavorare per dirigere gli operai e gli altri lavoratori sfruttati contro i liberal-populisti e contro le destre!

    Della massima importanza è lo sviluppo del fronte unico di lotta proletaria, dell’unità di azione dal basso, contro i padroni e i vertici sindacali che vedono l’occasione per recuperare un ruolo di concertazione, mantenendo la pace sociale e illudendo i lavoratori su un cambio di politica governativa. Ma cosa possono aspettarsi gli operai da un governo composto dai fautori del Jobs Act, del “reddito di sudditanza”, dello smantellamento dei CCNL, dei decreti sicurezza? Cosa aspettarsi da partiti più impegnati a lottare contro la rivoluzione che contro la reazione? Solo intensificazione dello sfruttamento, miseria e mazzate.

    L’unità di lotta del movimento sindacale e operaio, di cui c’è assolutamente bisogno per uscire dal riflusso e risalire la china, va realizzata nelle battaglie quotidiane per i bisogni concreti della classe operaia, promuovendo la costruzione di organismi di massa (Consigli, Comitati) per sostenere le principali rivendicazioni economiche e politiche del proletariato autoctono e migrante, mettendo a nudo il tradimento dei socialdemocratici e degli opportunisti di ogni tipo.

    Gli operai, i lavoratori sfruttati non devono restare spettatori passivi della politica borghese e di manovre finanziarie il cui fardello peserà sulle loro spalle.

    E’ necessario difendere con le unghie e con i denti gli interessi di classe, rivendicando misure drastiche di carattere economico, politico e sociale per il miglioramento della situazione dei lavoratori e dei disoccupati, a scapito delle classi dominanti, esigendo la cancellazione (non la revisione) di tutte le misure antioperaie e razziste approvate negli ultimi anni, sfruttando le contraddizioni nel campo della borghesia per rafforzare le posizioni del proletariato.

    Non lasciamo l’opposizione nelle mani di Salvini! L’inevitabile caduta del governo Conte bis dovrà essere opera della classe operaia e delle masse popolari, non di leghisti e fascisti!

    Alla parte più avanzata e cosciente del proletariato spetta il compito di orientare e dirigere la lotta indicando la prospettiva della rottura rivoluzionaria di un sistema moribondo, stringendo legami di classe, avanzando sulla base dei principi marxisti-leninisti nella costruzione di una solida Organizzazione comunista, embrione del futuro Partito.

    Invitiamo tutti i rivoluzionari proletari, ad unirsi in questo cammino.

    https://pennatagliente.wordpress.com...bblichiamo-82/
    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

  2. #2
    Il Re del Nord
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    Predefinito Re: Piattaforma Comunista

    Manovra finanziaria: l’ennesima aggressione da respingere con la lotta!

    Il governo Conte-bis si appresta a varare la legge di Bilancio, che sarà l’ennesima operazione antipopolare e antioperaia.

    Inutile farsi illusioni, la manovra è già scritta nell’essenziale.

    Sul registro del Ministero dell’economia sono segnati già circa 23 miliardi di spese. Poi, ci sono le spese indifferibili e le misure di “aggiustamento” che variano a seconda dei politicanti che mettono mano alla manovra. Totale: circa 40 mld.

    Dal lato delle coperture, anche con i risparmi di “quota 100” e la “spending review”, non si va oltre una ventina di mld.

    Ne mancano perciò altrettanti per arrivare alla cifra necessaria a coprire le uscite. Ciò significa ulteriori tagli alle spese sociali e nessun investimento per una “crescita” che rimane un miraggio.

    Per farci trangugiare l’ennesimo massacro sociale ci diranno che esso è inevitabile per evitare l’aumento dell’IVA dal 22% al 25% nel 2020, dovuto alle “clausole di salvaguardia” create per tutelare i rigidi “vincoli di bilancio” dell’eurozona.

    Ma per i governi borghesi evitare questo aumento non significa trovare le risorse fra le classi proprietarie, bensì scaricare sui lavoratori le conseguenze delle criminali politiche realizzate dalla UE e dai governi che hanno aumentato a dismisura il debito pubblico per salvare le banche e arricchire una minoranza di parassiti.

    Se al posto dell’aumento dell’IVA – un’odiosa imposta indiretta – si taglia la spesa sociale, la sostanza di classe non cambia.

    Una cosa è certa: la prossima manovra finanziaria aggraverà ancor di più la situazione della classe operaia e delle masse popolari, che è già drammaticamente peggiorata a causa delle ultradecennali politiche neoliberiste e di austerità, dei licenziamenti, del precariato, della disoccupazione.
    Sarà l’ennesima aggressione del capitalismo contro la classe lavoratrice, perpetrata da un governo che interpreta la continuità dell’attacco antioperaio e antipopolare da parte del capitale finanziario.
    A ciò dobbiamo aggiungere le conseguenze di una crisi economica ormai prossima, che i capitalisti si preparano a gettare sulla testa dei proletari.

    Per fermare i nuovi attacchi abbiamo un solo modo: sviluppare il fronte unico di lotta della classe proletaria.

    La nostra vera forza è l’unità di classe, la difesa intransigente dei nostri interessi immediati e futuri, lo sviluppo della mobilitazione di massa a partire dalle fabbriche, dai posti di lavoro, dai quartieri proletari.

    Per far aumentare la partecipazione e unificare nel modo più ampio gli operai e gli altri lavoratori sfruttati occorre rilanciare parole d’ordine di agitazione e rivendicazioni parziali, dettate dalle condizioni reali, in legame con i nostri scopi rivoluzionari.

    Gli sfruttati non sono i responsabili del debito e della crisi, devono pagare i padroni, i ricchi, i parassiti!

    No ai licenziamenti e alle riduzione di salario in qualsiasi forma!

    Abolizione delle imposte indirette e loro sostituzione con una tassazione fortemente progressiva sul reddito.

    Vanno colpiti i profitti, i patrimoni finanziari e immobiliari, le ricchezze di quel 10% che possiede il 53% della ricchezza privata del paese.

    Vanno colpiti i guadagni speculativi, le rendite parassitarie, i consumi di lusso, l’evasione fiscale dei borghesi (almeno 100 miliardi annuali).

    Vanno requisite le proprietà, delle mafie e dei corrotti, dell’oligarchia, dei grandi evasori fiscali.

    Occorre ridurre drasticamente le spese militari, ritirare le missioni all’estero, farla finita con le opere costose, inutili e dannose come la TAV e la TAP.

    Ci vuole la cancellazione di privilegi, stipendi e pensioni d’oro di capitalisti, amministratori, manager e parlamentari, la cessazione dei sovvenzionamenti ai banchieri, ai monopoli, al Vaticano, alle scuole e alla sanità privata.

    Ci vuole il ripudio del debito pubblico nelle mani degli strozzini del capitale finanziario.

    Con queste misure si darebbe un enorme sollievo al 90% della popolazione e si svilupperebbero le forze produttive.
    A impedirle è la brama di profitti dei capitalisti, la difesa dei privilegi dei parassiti. Perciò diciamo che l’alternativa è: o governi dei padroni o governo operaio, o dittatura borghese o dittatura proletaria.

    Per cambiare musica, per vincere dobbiamo disporre di una direzione politica di classe e rivoluzionaria, completamente indipendente dalla borghesia e dai suoi puntelli opportunisti.

    Uniamoci e organizziamoci sulla base del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario per formare l’embrione del Partito capace di guidare la lotta degli sfruttati e degli oppressi per distruggere il capitalismo e instaurare il socialismo!

    https://pennatagliente.wordpress.com...bblichiamo-83/
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  3. #3
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    Predefinito Re: Piattaforma Comunista

    Abolizione immediata dei “decreti sicurezza”!

    II 24 luglio scorso la Camera ha approvato la fiducia posta dal governo Conte sul cosiddetto “decreto sicurezza bis”. Pochi giorni dopo il Senato ha posto il sigillo sul testo facendolo divenire legge, promulgata da Mattarella con ipocriti “distinguo”.

    Questo provvedimento è stato fortemente voluto dall’ex ministro di polizia, l’ultrareazionario Matteo Salvini, che a poche ore del voto di Montecitorio si era rifiutato di dare spiegazioni sui 65 milioni di fondi russi alla Lega, non presentandosi in Aula. Un magnifico esempio del carattere falso e ipocrita del parlamentarismo borghese.

    Oltre agli effetti propagandistici, il “decreto sicurezza bis” ha un duplice scopo.

    Da un lato, indurisce l’infame politica migratoria che ha contraddistinto il governo dei populisti. Si vieta l’ingresso in acque italiane, si chiudono i porti, si confiscano le navi, si militarizza il Mediterraneo, si intensificano la minaccia e la persecuzione dei volontari che salvano vite umane in mare. In tal modo si impedisce che i migranti, superstiti da traversate infernali e dai lager libici, siano soccorsi.

    Ciò equivale a una condanna a morte per migliaia di oppressi che fuggono da guerre, miseria e regimi reazionari, e maggiori ricatti per chi riesce a sbarcare.

    Dall’altro lato, il “decreto sicurezza bis”, introduce una serie di norme politico-giuridiche volte a restringere il diritto di manifestazione (facendo divenire reato con pene fino a 4 anni di galera l’accensione di fumogeni e l’uso di fazzoletti per non essere avvelenati dai gas lacrimogeni), e inasprendo le sanzioni penali per alcuni reati previsti dal Testo unico delle leggi di “pubblica sicurezza” approvato dal fascismo.

    Con i decreti sicurezza 1 e 2 le forze di polizia godranno di maggiori tutele, al contrario dei manifestanti, che saranno più esposti alla violenza di Stato.

    Sempre più misure e risorse sono messe in campo per reprimere i lavoratori, sempre meno misure e risorse per tutelarli.

    Bersaglio della gestione populista dell’ ”ordine pubblico” sono le lotte di quei settori proletari e popolari che non piegano la testa e si preparano a riscendere in campo di fronte alle manovre governative e all’approfondirsi della crisi economica.

    Si vuole scoraggiare e impedire la partecipazione più ampia delle masse alle manifestazioni, colpevolizzare gli organizzatori, creando condizioni migliori per le scellerate azioni di provocatori prezzolati.

    Si punta a dividere, paralizzare e reprimere il proletariato, a sopprimere le sue libertà e gli spazi di agibilità politica e sindacale conquistati con decenni di dure lotte.

    I capitalisti hanno tutto l’interesse ad appoggiare i “decreti sicurezza”, perché sanno bene che agiscono contro il proletariato, fiaccano la sua resistenza e disorganizzano la sua forza.

    La lotta contro i “decreti sicurezza” – che hanno i loro antecedenti nei “decreti Minniti” – non è solo necessaria, è anche urgente, perché le loro norme, causano seri danni nelle file del proletariato, costringendolo ad arretrare e perdere diritti, a combattere con le mani legate, mentre l’attacco padronale si fa più duro e spietato.

    Noi comunisti esigiamo la cancellazione immediata degli infami “decreti sicurezza” voluti da Salvini, non la loro “correzione” attraverso la modifica di qualche articolo.

    Allo stesso tempo ci poniamo il problema di come lottare efficacemente nelle nuove condizioni, come contrastare l’applicazione delle misure liberticide che costituiscono un tassello della trasformazione reazionaria dello Stato borghese.

    Una cosa è chiara: le misure reazionarie non si sconfiggono con gli appelli umanitari e non si possono affrontare continuando a lottare separati, oppure isolando la questione della repressione dai bisogni urgenti e vitali degli operai e degli altri lavoratori sfruttati, che entrano sempre più in urto con il capitalismo e il suo apparato di oppressione statale.

    L’offensiva reazionaria si può battere solo con il fronte unico proletario di lotta, basato sulla difesa intransigente degli interessi della classe operaia, contro il capitalismo e la politica governativa di divisione antioperaia, contro le manovre dei capi sindacali collaborazionisti e opportunisti.

    Questa è la via attraverso la quale possiamo sviluppare l’azione di classe e spezzare le unghie alla borghesia.

    Lavorare per realizzare l’unità di lotta dei proletari per il pane, la libertà dei lavoratori e la pace, contro tutti i tentativi reazionari e riformisti di dividere la classe, significa lottare per l’unione dei gruppi comunisti e degli elementi di avanguardia della classe operaia in una sola Organizzazione comunista, in marcia verso il Partito indipendente e rivoluzionario del proletariato.

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