Vorrebbe essere considerato un giornalista, Gianluigi Paragone, per aver militato scrivendo nei diversi organi di informazione della Lega Padana. Poi qualche direttore Rai compiacente gli ha dato un giorno uno spazio per farvi una trasmissione di attualità ma è stata un fallimento, perchè va bene essere di parte e quindi pazrziali nel dire e nel giudicare, ma Paragone era troppo: sarebbe stato come mettere Feltri o Borgonovo a fare il direttore di Repubblica, ne uscirebbe una trasformazione assolutamente radicale.
Ora Paragone ha trovato un approdo, e uno stipendio lauto, nel M5S. Fa il senatore ma ovviamente non ce la fa a tradire il suo leghismo di origine e quindi lo esprime, al punto di fare propaganda contro il M5S e le sue scelte. Può farlo visto che lo fa ma dovrebbe avere aalmeno la dignità di dimettersi da un movimento politico che non è il suo, lui si dovrebbe dimettere visto che Di Maio il capo politico del M5S non ha la forza di espellerlo (Pizzarotti che vale sedici volte Paragone però quel coraggio lo ha avuto)