Originariamente Scritto da
tancredi
-“Job act” cioè legge sul lavoro, -“Stepchild adoption” cioè adozione del figliastro, -“Welfare state” cioè stato sociale, -“Devolution” cioè devoluzione, -“Navigator” cioè navigatore, -Pricacy” cioè vita privata, intimità etc, -“Default” cioè mancanza, assenza, difetto etc…, -“Premiership” o “leadership” cioè la carica di capo (capo del governo, capo di un partito etc..), -“ Authority” cioè autorità, -“Governance” cioè procedure di governo, di un’attività etc, “New economy” cioè nuova economia, -“Spread” cioè differenziale, -”Deadline” cioè scadenza, -“Bond” cioè obbligazioni, -“Outsider” cioè estraneo, profano, non favorito, fuori dagli schemi etc…, -“road map” cioè carta stradale, -“Downgrade” (to) cioè ridurre, retrocedere etc.., -“Election day” cioè giorno delle elezioni, -“Rating” cioè valutazione, -“Scouting” cioè esplorazione, ricerca etc…, -“ Spending review” cioè revisione della spesa……E via anglicizzando…..
Gli italiani sono tra i popoli occidentali che meno sanno parlare l’inglese eppure l’uso di termini ed espressioni inglesi (spesso in modo errato) è abnorme e dimostra solo l’estremo provincialismo della politica e dei politici italiani. L’insegnamento dell’inglese andrebbe incentivato perché è la lingua internazionale, degli affari, dell’economia come in passato lo è stato il francese o il latino ma allo stesso tempo i politici italiani dovrebbero evitare di usare, spesso a sproposito, parole ed espressioni inglesi perché non si rivolgono a elettori di Londra, Dublino, Washington, Ottava, Canberra, Wellington etc ma di Messina, Bari, Salerno, Isernia, Latina, Grosseto, Alghero, Rimini, La Spezia, Lodi, Domodossola, Verona o Gorizia. Inoltre la lingua italiana è una delle più ricche di inclinazioni, sfumature e vocaboli senza considerare che, tranne per qualche parola ormai diffusa in tutto il mondo, un politico inglese, americano, australiano etc non si sognerebbe mai di affogare il suo linguaggio con parole ed espressioni italiane che i propri elettori non capirebbero.
L'uso continuo di termini ed espressioni inglesi da parte dei politici italiani (che tra l'altro il più delle volte non sanno parla l'inglese) è la lapalissiana dimostrazione della loro totale mancanza di rispetto verso l'elettorato italiano, del loro provincialismo e che sono succubi della cultura anglosassone.