Il presidente della Bce Mario Draghi parte vincente nel contrasto con Germania, Olanda e gli altri Paesi nordici contrari ai suoi ulteriori stimoli monetari e a loro maggiori investimenti per la crescita economica. Nella riunione informale e riservata dell’Eurogruppo, a Helsinki, la maggioranza dei 19 ministri finanziari della zona euro e la Commissione europea lo hanno appoggiato sulla necessita di mettere sotto pressione Berlino e l’Aja per far rispettare le regole Ue sugli squilibri macroeconomici, che impongono a questi Paesi con surplus eccessivi nelle partite correnti di investire di più per frenare il rallentamento dell’economia.
Ma, agli annunci in questo senso del presidente portoghese dell’Eurogruppo Mário Centeno e del vicepresidente lettone della Commissione europea Valdis Dombrovskis, sono seguite anche reazioni negative della banca centrale tedesca Bundesbank e di quella olandese, messe in minoranza da Draghi nella riunione Bce di giovedì scorso, dove ha fatto passare stimoli monetari da 20 miliardi al mese a tempo indeterminato. «Gli Stati con spazio di bilancio lo devono usare per contrastare il rallentamento dell’economia», ha dichiarato Centeno al termine dell’Eurogruppo. «C’è preoccupazione per un rallentamento globale della crescita, rischi aggiuntivi potrebbero materializzarsi e la politica monetaria non può fare tutto da sola: chiediamo a chi ha spazio di bilancio di investire e a chi deve rafforzarsi di fare le riforme» ha confermato Dombrovskis riferendosi soprattutto a Germania e Olanda. «La crescita insufficiente è un problema politico», ha aggiunto il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, sollecitando di rispondere ai partiti estremisti rilanciandola e aumentando l’occupazione «con più investimenti di chi ha spazio di bilancio».
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che esordiva all’Eurogruppo, ha sostenuto la linea Bce. «Ha oltrepassato il limite — è stata invece l’irritata replica a Draghi del presidente della Bundesbank Jens Weidmann —. Un pacchetto di tale portata non era necessario». Il suo omologo olandese Klaas Knot ha parlato di misure «sproporzionate». Il ministro finlandese dell’Ecofin Mika Lintila, tradizionalmente alleato con Berlino, non ha voluto commentare. Ma Dombrovskis ha confermato che Germania e Olanda violano «le regole Ue sugli squilibri macroeconomici eccessivi» con i loro maxi surplus non spesi. Gualtieri, che da presidente della commissione economica dell’Europarlamento aveva collaborato con quasi tutti i partecipanti all’Eurogruppo/Ecofin ha dialogato anche per far approvare il progetto di bilancio per il 2020, da consegnare a Bruxelles entro il 15 ottobre. Ha incontrato in bilaterale il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz, Le Maire e Dombrovskis, trovando disponibilità e una prudente sintonia della Francia sulla proposta di scorporo degli investimenti «verdi» e sul clima dal calcolo del deficit. Oggi nell’Ecofin conclusivo a 28 ministri si valuta una riforma del patto di Stabilità, che l’Italia vorrebbe con più flessibilità di spesa per alcuni investimenti produttivi. Ma, dopo le frizioni sulla linea di Draghi, condivisa da Eurogruppo e Commissione Ue, ora Germania, Olanda e Finlandia potrebbero voler irrigidire la loro già prevista opposizione.
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