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  1. #21
    Il Re del Nord
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    Predefinito Re: Il Parlamento Europeo equipara nazismo e comunismo: commenti

    FRONTE POPOLARE - Milano – Organizzazioni di sinistra contro la mozione anticomunista dell’Europarlamento e le provocazioni della destra milanese



    Le forze politiche della sinistra Milanese, rigettano al mittente la recente risoluzione del Parlamento Europeo in cui si equiparano nazifascismo e comunismo. Un revisionismo storico inaccettabile, dove non c’è distinzione tra chi ha combattuto per la libertà dei popoli dal nazifascismo, tra vittime e carnefici, oppressi e oppressori. Una abiura della storia, proprio nel momento di maggiore insorgenza dei nazionalismi fascisti in Europa. Chi ha votato nel Parlamento Europeo, tale risoluzione si è assunto una grave responsabilità, che apre varchi alla propaganda dei peggiori revisionismi e nazionalismi fascisti.

    Respingiamo quindi con forza anche i tentativi delle forze politiche della destra milanese, di utilizzare tale risoluzione per equiparazioni propagandistiche e modifiche di regolamenti improntati a salvaguardare i principi democratici della Costituzione Repubblicana. Invitiamo le forze politiche democratiche e antifasciste presenti nel Consiglio Comunale di Milano e nei comuni della Città Metropolitana, a non consentire e a respingere con forza tali strumentalizzazioni.

    Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Partito Comunista Italiano, SinistraxMilano, éViva-Primavera Europea, Milano in Comune, Possibile Milano, Sinistra Anticapitalista, Verdi Milano, Fronte Popolare Milano.

    https://frontepopolare.net/2019/09/2...stra-milanese/
    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

  2. #22
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    Predefinito Re: Il Parlamento Europeo equipara nazismo e comunismo: commenti

    PARTITO DEI CARC - [Internazionale] Sulla risoluzione anticomunista approvata dalla UE: mobilitarsi e organizzarsi per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

    Oggi che l’UE approva risoluzioni che mettono al bando e denigrano il comunismo c’è bisogno che i comunisti del nostro paese si mobilitino, si leghino alla resistenza spontanea delle masse popolari al procedere della crisi e agiscano per rafforzare il movimento comunista che rinasce in tutto il mondo. Bisogna puntare a fare dell’Italia un nuovo paese socialista, aprendo così la strada ai comunisti di tutti gli altri paesi!


    “Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo”. Questo l’incipit del Manifesto del Partito Comunista redatto da Marx ed Engels fra il 1847 e il 1848 per conto della Lega dei Comunisti. Queste parole riecheggiano tra i comunisti nel nostro paese e in tutta Europa.

    Si tratta di una risoluzione che conferma chiaramente la natura anticomunista della UE, obiettivo che questa di è fata sin dalla sua nascita. Non c’è quindi da stupirsi soprattutto se consideriamo che non si tratta del primo documento apertamente anticomunista che viene votato dalla UE.

    La natura anticomunista dell’Unione Europea viene ulteriormente messa a nudo dalla risoluzione stessa: «fin dall’inizio l’integrazione europea è stata una risposta all’espansione dei regimi comunisti totalitari e antidemocratici nell’Europa centrale e orientale; che per i paesi europei che hanno sofferto a causa dell’occupazione sovietica e delle dittature comuniste l’allargamento dell’UE, iniziato nel 2004, rappresenta un ritorno alla famiglia europea alla quale appartengono […] il riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo sono di vitale importanza per l’unità dell’Europa e dei suoi cittadini e per costruire la resilienza europea alle moderne minacce esterne».

    Ma quali sono queste minacce di cui si fa tanto parlare nella risoluzione? A fronte dell’avanzare della seconda crisi generale del sistema capitalista che a partire dal 2008 è entrata nella sua fase acuta, la comunità dei gruppi imperialisti UE hanno sempre più difficoltà a governare i propri paesi e cioè a “tenere a bada le masse popolari” e conquistare anche un minimo del loro consenso.

    In tutta Europa e nel mondo intero la resistenza spontanea delle masse popolari avanza. Questo è il fianco debole della UE, degli USA, del Vaticano e dei gruppi sionisti, tanto che qualsiasi iniziativa prendono finisce per rivoltarglisi contro (dalla Brexit, ai gilet gialli, alla mobilitazione e voto anti larghe intese in Italia, all’ingovernabilità in Spagna, ecc.).

    La pace in Europa, le promesse democratiche e tutto l’armamentario di fuffa venduto dai promotori della UE non sono altro che un modo per coprirne la vera natura: istituzioni create per dirigere i governi dei singoli paesi europei e ridurli ad agenzie locali del sistema finanziario internazionale e per eliminare le conquiste strappate dalle masse popolari quando il movimento comunista era forte, mettendo “al riparo” dall’opposizione popolare le autorità dello Stato italiano e degli altri paesi europei.

    La comunità dei gruppi imperialisti europei, insieme a quelli americani, sionisti, al Vaticano, alla Mafia e a Confindustria non sono altro che occupanti abusivi del nostro paese. Bisogna cacciarli via a pedate, subito!

    Chi vuole cambiare il corso delle cose nel nostro paese deve porsi il compito di liberare l’Italia dal dominio dei caporioni della finanza, dei banchieri e dei grandi capitalisti dell’industria e del commercio, dalla Corte Pontificia e dai grandi capi della criminalità organizzata, cioè sinteticamente dai vertici della Repubblica Pontificia.

    Ci vuole un Governo di Blocco Popolare, un’impresa che le masse popolari organizzate e solo le masse popolari organizzate possono compiere! La costituzione del Governo di Blocco Popolare sarà l’avvio dell’impresa che non solo restituirà la sovranità nazionale alle masse popolari italiane, ma aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi e quindi creerà il contesto internazionale di cui le masse popolari italiane hanno bisogno sia per resistere alle aggressioni e al boicottaggio della comunità internazionale sia per portare a compimento l’impresa di farla finita con la crisi generale del capitalismo alimentando la rinascita del movimento comunista internazionale e fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

    Ogni singolo compagno che ha a cuore la causa del comunismo e del futuro dell’umanità può mettersi in moto sin da ora! Quello che occorre è innanzitutto mobilitarsi e organizzarsi: contro chiusura e delocalizzazione delle aziende italiane e la loro vendita ai gruppi multinazionali, per mantenerle aperte e in funzione in Italia (attuazione degli articoli 41, 42 e 43 della Costituzione), per nazionalizzare le aziende come Alitalia, FCA, TIM, ecc. Non c’è sovranità nazionale né benessere popolare né sicurezza personale senza direzione delle autorità italiane e dei lavoratori sulle attività economiche che si svolgono in Italia; contro la UE e le sue istituzioni (debito pubblico, patti di stabilità, pareggio di bilancio in Costituzione, assegnazione di quote di produzione in campo agricolo e industriale, ecc.); contro la NATO (basi e installazioni militari, partecipazione a missioni di guerra, partecipazione alle sanzioni economiche contro altri paesi, ecc.); contro il Vaticano (abolizione dei Patti Lateranensi e dei privilegi della Chiesa Cattolica rispetto alle altre organizzazioni e associazioni religiose).

    Il Partito dei CARC chiama tutti i compagni con la falce e martello nel cuore a partecipare a questa impresa. C’è bisogno di una nuova liberazione nazionale contro gli occupanti del nostro paese: banchieri, speculatori, capitalisti, potenze straniere (USA e loro breccio armato, la NATO), Vaticano. Ognuno può e deve dare il suo contributo per costruire e far costruire organizzazioni operaie e popolari, collegarsi con altri organismi e movimenti popolari, portare ovunque arriva la parola d’ordine: organizzarsi, coordinarsi, ribellarsi, costituire il Governo di Blocco Popolare che ha al centro del suo programma un lavoro utile e dignitoso per tutti!

    https://www.carc.it/2019/09/25/inter...se-socialista/
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  3. #23
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    Predefinito Re: Il Parlamento Europeo equipara nazismo e comunismo: commenti

    RIFONDAZIONE COMUNISTA - Rossi e neri non sono uguali. Per il rispetto della memoria e della storia



    Appello all’Europarlamento. Le giuste esigenze di lotta al razzismo e al fascismo non possono fondarsi su un uso distorto e persino falso della storia o sul pretendere di recidere le radici di una componente fondamentale dell’antifascismo quale è quella comunista

    La risoluzione del Parlamento europeo approvata a grande maggioranza il 19 settembre scorso, su «importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa», è un atto politico e culturale sbagliato e da respingere con forza.

    In primo luogo va detto che non spetta a un organismo istituzionale o politico affermare una determinata ricostruzione della storia.

    Questo è un compito che va lasciato al libero confronto tre le diverse interpretazioni e opinioni, alla ricerca degli studiosi. Un uso della storia che voglia imporre una determinata visione dei principali eventi del secolo scorso per farne armi per la battaglia politica immediata non dovrebbe avere cittadinanza in una vera democrazia.

    In secondo luogo, le affermazioni riguardanti la storia del Novecento presenti nella risoluzione contengono errori, forzature e visioni unilaterali che sono inaccettabili.

    Vi si afferma che il “patto Molotov-Ribbentrop” del 23 agosto 1939, «ha spianato la strada allo scoppio della Seconda guerra mondiale». Si omette così qualsiasi riferimento al colpevole comportamento delle democrazie liberali di fronte alla politica espansionistica nazifascista, che data almeno dall’invasione dell’Etiopia (1935) e dalla guerra di Spagna scatenata dal generale Franco (1936), e proseguita con il “diktat di Monaco” (1938) e il conseguente smembramento della Cecoslovacchia non solo a opera della Germania, ma anche della Polonia e dell’Ungheria. E non va dimenticata la annessione dell’Austria (Anschluss) avvenuta l’11 marzo del 1938.

    La storia ci insegna che l’Unione Sovietica cercò a lungo una intesa con Francia e Regno Unito in funzione antitedesca, e si decise a un accordo con la Germania (al fine di rimandare il pur inevitabile attacco nazista) solo quando fu chiaro che tale intesa era impossibile, anche per l’opposizione della classe dirigente polacca guidata dal dittatore di destra Pi?sudski e alleata di Francia e Regno Unito.

    Inoltre la risoluzione non fa cenno all’enorme contributo alla vittoria contro il nazifascismo, decisivo per le sorti stesse dell’Europa e dell’umanità, dato sia dall’Unione Sovietica (oltre 25 milioni di morti), sia da chi, ovunque in Europa e nel mondo, spesso guidato dagli ideali e dai simboli delle varie correnti del movimento comunista internazionale, si oppose alle truppe hitleriane e ai loro alleati. Si dimentica così che Antonio Gramsci, oggi tra gli autori più letti e studiati in tutto il mondo, morto per volontà del fascismo, era un dirigente e teorico comunista. Si riesce a nominare Auschwitz senza dire che fu l’esercito dell’Unione Sovietica a liberarne i prigionieri destinati allo sterminio.

    O si dimentica volutamente che in molti paesi (tra cui la Francia e l’Italia, ma non solo) i comunisti furono la principale componente della Resistenza al nazifascismo, dando un contributo di primo piano alla sua sconfitta e alla rinascita in quei paesi di una democrazia costituzionale e alla riaffermazione delle libertà politiche, sindacali, culturali e religiose. Per non parlare del decisivo apporto che Stati e idealità comuniste diedero nel Novecento alla liberazione di interi popolo dal giogo coloniale e a volte dalla schiavitù.

    Ricordare questi dati di fatto, che la mozione colpevolmente omette, non significa ignorare e tacere sugli aspetti più condannabili di ciò che generalmente si chiama “stalinismo”, sugli errori e sugli orrori che vi furono anche in quel campo.

    Essi però non possono cancellare una differenza di fondo: mentre il nazifascismo, nel dare vita a una spietata dittatura e nel negare ogni spazio di democrazia, di libertà e persino di umanità, nel perseguitare fino allo sterminio proclamato e pianificato, le minoranze religiose, etniche, culturali, sessuali, cercò di realizzare i propri programmi, i regimi comunisti prima e dopo la guerra, allorquando si macchiarono di gravi e inaccettabili violazioni della democrazia e delle libertà, tradirono gli ideali, i valori e le promesse che aveva fatto.

    La qual cosa deve produrre domande, riflessioni e indagini, ma – congiuntamente al contributo dato dai militanti e dall’Urss alla sconfitta del nazifascismo – non permette in alcun modo l’equiparazione di nazismo e comunismo che è al centro della risoluzione del Parlamento europeo, né l’identificazione, più volte fatta dalla mozione, di comunismo e stalinismo, vista la grande varietà di correnti ideali ed esperienze politiche a cui il primo ha dato vita.

    Queste falsificazioni e omissioni non possono essere assunte come base di una «memoria condivisa» e tantomeno diventare base di un programma comune di insegnamento della storia nelle scuole, come la mozione auspica.

    Non può divenire la piattaforma di una «Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari», quale la mozione chiede. Né fornire la motivazione per la rimozione «di monumenti e luoghi commemorativi (parchi, piazze, strade, ecc.)» che, con la scusa della lotta a un indistinto totalitarismo, invita in realtà a cancellare limpide pagine della storia di chi contribuì col proprio sacrificio a battere il nazifascismo.

    Si afferma che la mozione del Parlamento europeo contiene inevitabili compensazioni atte a far passare anche una affermazione di volontà di lotta al «ritorno al fascismo, al razzismo, alla xenofobia e ad altre forme di intolleranza».

    Ma queste giuste esigenze di lotta al razzismo e al fascismo non possono fondarsi su un uso distorto e persino falso della storia o sul pretendere di recidere le radici di una componente fondamentale dell’antifascismo quale è quella comunista. I popoli d’Europa non lo devono permettere.

    PRIMI FIRMATARI:
    Guido Liguori
    Maurizio Acerbo
    Walter Baier
    Maria Luisa Boccia
    Luciana Castellina
    Paolo Ciofi
    Davide Conti
    Enzo Collotti
    Maria Rosa Cutrufelli
    Paolo Favilli
    Paolo Ferrero
    Eleonora Forenza
    Nicola Fratoianni
    Citto Maselli
    Lidia Menapace
    Massimo Modonesi
    Roberto Morea
    Roberto Musacchio
    Pasqualina Napoletano
    Rosa Rinaldi
    Bianca Pomeranzi
    Aldo Tortorella

    per adesioni qui il link

    Adesioni:

    Fausto Bertinotti, Alfonso Gianni, Gianni Ferrara, Riccardo Petrella, Paola Boffo, Pasquale Voza, Marina Boscaino, Marco Noris, Giulia Rodano, Lea Melandri, Lea Durante, Dino Greco, Imma Barbarossa, Luigi Saragnese, Alfonso Perrotta, Pietra Alborno, Alessandro Magherini, Alessandro Arrigo, Marco Vulcano, Maria Chiara Acciarini, Marino Tambuscio, Irina Casali, Rosaria Anna Rizzo, Giancarlo Ilari, Umberto Spallotta, Ivano La Montagna, Roberto Travagli, Giuseppe Lipari, Emanuela Benvenuti, Nilo Di Modica, Mirko De Berardinis, Paola Marciani, Piergianni Arlotti, Roberto Casella, Loretta De Luca, Sergio Acquilino, Yuri Cavalieri, Franco Nanni, Mauro Zanella, Patrizia Sentinelli, Clarissa Castaldi, Eliana Iocchi, Pasquale Ruzza, Maria De Angelis, Floriana Giallombardo, Marco Ferretti, Mariaro Colonna, Luisa Colombo,Donato Saliola, Adriana Buffardi, Emiliano Schember, Andrea Curtetti, Cosetta Erinaldi, Tiziana Chiattellu, Elisabetta Querci, Daniela Marsili, Paolo Tani, Massimo Cocco, Giuseppe Gonella, Francesco Violante, Alessandro Albarani, Luisa Briganti, Marco Ferretti, Giorgio Mariani, Roberto Romanò, Luciano Apostoli, Gisella Rossi, Andrea Ghilarducci, Alda Colombera, Gabriele Petrini, Maria Rita Micheli, Maria Delfina Bonada, Daniele Passarella, Hans Spinnler, Loredana Giolitto, Simona Ghinassi, Cecilia Santi, Emilio Vittozzi, Rossella Romano, Franco Trane, Vincenzo Franciosi, Laurino Giovanni Nardin, Anton Roca,Davide Rostan, Moreno Biagioni, Riccardo Festa, Gianfranco D’Alonzo, Saverio Santi, Francesco Reyes, Gianni Manicardi, Matilde Di Giovanni, Francesco Mirabelli, Giovanni Consoletti, Francesco Macario, Giuseppina Natale, Adriano Zaccagnini, Daniela Turco, Luciano Licausi, Luca Grignoli, Giuseppe Vagge, Loredana Fraleone, Flavia Di Luzio, Ivano Foschini, Giancarlo Montalto, Maria Concetta Dentoni, Maria Letizia Verola, Carlo Alberto Notaris, Manola Cavallini, Riccardo Infantino, Pietro Li Causi, Luciano Barracco, Danilo Andriollo, Francesco Graziani, Alessandro Paccione, Luca Domenichini, Gabrio Vitali, Barbara Grandi, Maresa Conforti, Caterina Di Francesco, Claudio Natoli, Maria Ricciardi Giannoni, Gianni Castellan, Paola Africano, Federico Buttò, Luigi Piccioni, Francesco Pitocco, Maria Giuseppina Fusco, Lelio La Porta, Giuseppe Dimola, Piero Soldini, Roberto Rossini, Marco Brusa, Piero Di Siena, Renato Rizz, Valentina Cannavale, Ludovica Barassi, Angelo Farano, Paolo Veronese, Adriana Nannicini, Gianfranco Mazzeo, Dario Fratus, Marco Franchini, Maurizio Natale, Barbara Moretti, Vito Meloni, Fabio Bruschi, Francesco Barbetta, Collettivo Le Gauche, Paola Mattioli, Algo Ferrari, Fondazione Luigi Longo di Alessandria, Guido Ratti, Giovanni Altini, Daniela Padoan, Roberto Galasso, Mauria Bergonzini, Roberto Benassi, Margherita Masè, Angelo Santicchia, Patrizia Latini Tombesi, Gianluigi Trianni, Anna Tanganelli, Vanes Dall’Olio, Irene D’Agostino, Angelo Picoco, Alberto Clarizia, Gianluigi Trianni, Maria Grazia Meriggi, Simonetta Venturini, Susanna Cappellini, Toni Peratoner, Raffaele Tecce,

    Rossi e neri non sono uguali. Per il rispetto della memoria e della storia | Rifondazione Comunista
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  4. #24
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    Predefinito Re: Il Parlamento Europeo equipara nazismo e comunismo: commenti

    PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI DI SPAGNA - Lettera aperta a Pedro Sánchez dopo l'approvazione della mozione anticomunista al Parlamento Europeo

    Ástor García | Inicio - PCTE
    Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

    21/09/2019



    Lettera aperta del Segretario Generale del PCTE a Pedro Sánchez, Segretario Generale del Partito socialista operaio spagnolo (PSOE) dopo l'approvazione della mozione anticomunista al Parlamento Europeo.

    Egregio Pedro:

    Non so se sai che, molto recentemente, si è discussa e approvata nel Parlamento Europeo una risoluzione comune "sull'importanza della memoria storica europea per il futuro dell'Europa".

    Questa risoluzione comune è stata presentata da vari gruppi parlamentari, tra cui il Gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici, di cui fanno parte gli eurodeputati del PSOE (Partito Socialista Operaio di Spagna, ndt). Inoltre dal Gruppo del Partito Popolare Europeo, dal Gruppo Renew Europe e dal Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei. Ossia, una risoluzione comune promossa da gruppi parlamentari di dui fanno parte il PSOE, il PP (Partito Popolare, centrodestra, ndt), Ciudadanos (liberale, centro, ndt), VOX (nazionalisti, estrema destra, ndt) e il PNV (Partito Nazionalista Basco, liberali, ndt).

    In questa risoluzione si fanno affermazioni estremamente gravi sulla Storia europea del XX secolo che non solo distorcono i fatti storici, ma si orientano ad equiparare, il nazifascismo con il comunismo.

    In questa risoluzione si afferma, senza alcuna vergogna, che la firma del Patto di Non Agressione Molotov-Ribbentrop è stata la causa della II Guerra Mundiale. Si vuole stabilire e generalizzare l'idea che la colpa di questa guerra fu sia della Germania nazista che dell'Unione Sovietica. Si vuole, inoltre, stabilire e generalizzare l'idea che l'Unione Sovietica, nella sua controffensiva verso Berlino, "occupò" paesi del Centro e Est europeo, invece di "liberarli" dai governi appoggiati o diretti dalle forze naziste.

    In questa risoluzione si stabilisce che l'unico modo per essere uno Stato democratico è far parte dell'Unione Europea e della NATO, condannando l'esperienza sovietica e di costruzione socialista come "totalitaria". Inoltre esorta anche ad approfondire la proibizione dei simboli e manifestazioni in appoggio all'ideologia comunista.

    E tutto questo è nel nome di una presunta lotta contro il "totalitarismo" che non è altro che il costume che utilizzate per cercare di criminalizzare l'unica ideologia che realmente ha messo alle corde il dominio capitalista che tu, il tuo Governo e il tuo partito tanto difendete.

    Questo "totalitarismo" che serve a sputare, senza vergogna, sulle tombe delle migliaia e migliaia di comunisti che hanno dato la vita nella lotta contro Hitler, Mussolini e i loro alleati, che nella lotta partigiana, nell'Armata Rossa o nei campi di concentramento hanno versato il loro sangue per sradicare una volta per tutte quella bestia omicida che è il nazifascismo.

    A quei comunisti, quei partigiani, alle loro famiglie, non oserai dire loro che i loro antenati sono uguali ai fascisti. Non oserai perché sei un codardo, ma questo è quello che il tuo partito ha sostenuto al Parlamento europeo. Tutti gli eurodeputati del PSOE, tranne uno, hanno votato con il PP, con Ciudadanos, con il PNV e con il ERC (Sinistra Repubblicana Catalana, ndt) a favore di affermazioni come: "18. osserva la permanenza, negli spazi pubblici di alcuni Stati membri, di monumenti e luoghi commemorativi (parchi, piazze, strade, ecc.) che esaltano regimi totalitari, il che spiana la strada alla distorsione dei fatti storici circa le conseguenze della Seconda guerra mondiale, nonché alla propagazione di regimi politici totalitari".

    Volete mettere fine alle strade dedicate a Stalingrado, all'Armata Rossa o ai leader comunisti dell'epoca mentre preservate il Ducato di Primo de Rivera o continuate a tollerare che migliaia di comunisti e repubblicani rimangano nelle fosse del nostro paese.

    Sei senza vergogna. Non meriti rispetto. Sei un falso e manipoli la storia per adattarla agli interessi dei tuoi padroni. Contribuite a generalizzare una visione storica in cui i beneficiari sono gli stessi che hanno dato carta bianca a Hitler e Mussolini, a coloro che li hanno creati: ai grandi capitalisti che, di fronte alla loro paura del nascente comunismo, hanno finanziato e sostenuto le bande di scagnozzi e criminali fascisti e nazisti.

    Con il vostro sostegno a questa risoluzione, dimostrate di nuovo, come Besteiro che sostenne il Golpe di Casado, e come tante altre volte nella storia del nostro paese, che siete persone miserabili a cui non importa nulla del socialismo e della classe operaia.

    Ástor García
    Segretario Generale del Partido Comunista dei Lavoratori di Spagna

    https://www.resistenze.org/sito/te/p...i21-021821.htm
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  5. #25
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    Predefinito Re: Il Parlamento Europeo equipara nazismo e comunismo: commenti

    PARTITO DEL LAVORO D'AUSTRIA - La bugiarda risoluzione UE contro il comunismo e l'antifascismo

    Partito del Lavoro d'Austria | PdA » Partei der Arbeit | www.parteiderarbeit.at
    Traduzione per Resistenze.org - sito di controinformazione del C.C.D.P. - Via Pisa 41 - Torino a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

    20 settembre 2019

    Commento di Tibor Zenker, presidente del Partito del Lavoro d'Austria (Pda), sulla recente risoluzione anticomunista del Parlamento europeo

    Il 19 settembre 2019 il Parlamento europeo ha approvato a Strasburgo una risoluzione che asserisce di occuparsi della "rilevanza del passato europeo (o della storia europea) per il futuro dell'Europa". Con il pretesto di lottare contro i regimi "totalitari e autoritari" e i loro crimini, il presente testo fa una antistorica e insipida equiparazione tra fascismo e socialismo e chiede pertanto di vietare i simboli comunisti e i monumenti antifascisti.

    Non è certo la prima volta che l'Unione europea, in qualità di punta di diamante degli imperialismi europei, alcuni dei quali hanno un passato fascista, cerca di minimizzare il fascismo e di diffamare il socialismo.

    Il testo ora approvato è un esempio particolarmente ripugnante di questa vergognosa mentalità e di falsità storica: si dice, tra l'altro, che la Germania del fascista Hitler e l'Unione Sovietica sarebbero responsabili in egual misura della Seconda Guerra Mondiale e sarebbero altrettanto responsabili delle sue vittime e delle sue conseguenze - insieme alla richiesta che gli Stati membri dell'UE "correggano" i propri libri di testo scolastici rispetto a questo. È un dato di fatto che l'Armata Rossa dell'URSS, assalita dalla Germania nel 1941, ha liberato gran parte dell'Europa dal fascismo con atti eroici fino al 1945, causando la perdita di circa 30 milioni di vite. Nella maggior parte dei paesi fascisti tedeschi o italiani, così come negli stati vassalli, le comuniste e i comunisti hanno portato il peso della resistenza antifascista e della lotta di liberazione, anche in Austria - nel contempo, hanno anche avuto la maggior parte delle vittime tra le loro fila. Allo stesso tempo, i socialdemocratici e i cristiano-sociali in molti luoghi avevano già capitolato: la loro parte nella resistenza, per lo più ingigantita, è un mito ben curato.

    Per l'Unione europea, in ogni caso, sono la stessa cosa: i nazisti - e i più feroci oppositori dei nazisti, i cittadini sovietici e le organizzazioni comuniste, i più coerenti antifascisti che ci siano stati, che ci piaccia o no. Per il Parlamento europeo non c'è differenza tra coloro che hanno creato l'Olocausto e coloro che vi hanno posto fine. L'UE sembra voler cancellare la memoria della resistenza comunista antifascista, cancellare la storia, e dare la colpa al socialismo e alle organizzazioni comuniste, ponendole sullo stesso piano dell'Olocausto.

    535 deputati hanno votato a favore di questa assurda risoluzione, 66 contrari e 52 astenuti. Tutti e 18 i deputati austriaci hanno votato a favore di questa risoluzione, senza eccezioni: ÖVP e FPÖ, che hanno un rapporto ignobile con fascisti storici, Non c'è da stupirsi, così come per i NEOS radicali. Tuttavia, il fatto che la SPÖ e i Verdi si sacrifichino per legittimare il revisionismo storico, l'apologia fascista e l'anticomunismo e per diffamare la resistenza antifascista è più che sorprendente. Se pensate a queste persone che si fanno garanti del fascismo e dell'estrema destra, viene da vomitare. Non si sentono imbarazzati?

    Siamo coscienti che il fascismo è il figlio unico del capitalismo e dell'imperialismo - deve essere banalizzato e deve rimanere una riserva strategica per i governanti. Il comunismo socialista e, con esso, il marxismo e il leninismo, sono gli avversari più feroci non solo della forma fascista, ma di ogni capitalismo e imperialismo.

    Chi è a favore del capitalismo, dello sfruttamento, dell'oppressione e della guerra, deve combattere le comuniste e i comunisti. Ne prendiamo atto: i partiti politici, conservatori, liberali, di destra (estremisti), socialdemocratici o verdi, proteggono il potere dei capitali e del monopolio dal movimento rivoluzionario dei lavoratori. Anche oggi, quando questo movimento è debole, sembra che abbiano un'immensa paura di un sollevamento della classe operaia e dei popoli oppressi. Per questo devono essere fornite loro informazioni errate, ed è per questo che ci devono essere persecuzioni e divieti.

    Secondo la risoluzione approvata, simboli quali la falce e il martello o la stella rossa dovrebbero essere proibiti, le organizzazioni comuniste dovrebbero essere minacciate con la repressione, i monumenti antifascisti, che ricordano le vittime comuniste o sovietiche del fascismo e della seconda guerra mondiale dovrebbero essere rimossi.

    Il Memoriale dell'Armata Rossa a Vienna, ad esempio, ricorda che 18.000 soldati sovietici hanno perso la vita negli scontri per la liberazione di Vienna nel marzo e nell'aprile del 1945. La conservazione di questo monumento di resistenza, disponibilità al sacrificio e vittoria sul fascismo di Hitler è protetto da una disposizione costituzionale in Austria. Volete farlo saltare in aria?

    Le comuniste e i comunisti dell'epoca nel 1934-1945 portarono il peso maggiore della resistenza austriaca contro (due) dittature fasciste e il dominio straniero tedesco, gli stessi comunisti furono tra i fondatori della Seconda Repubblica Democratica. Vogliamo davvero vietare le loro attuali organizzazioni? Talvolta si ha l'impressione che proprio la resistenza antifascista e la vittoria della Seconda guerra mondiale siano ciò che si vuole criminalizzare.

    Ma è solo l'Unione europea che continua a delegittimarsi. Si tratta di uno strumento imperialista delle banche, delle multinazionali, dei militari e dei partiti a loro sottomessi. Naturalmente possono profanare simboli e organizzazioni comuniste, mettere al bando monumenti antifascisti e tombe sovietiche. Tuttavia, la lotta contro il fascismo, la reazione e il capitalismo, per la pace, la giustizia e il socialismo non possono essere vietati. È un dato di fatto - e la promessa per il futuro, per quanto lontana possa essere, è che vinceremo. Il fatto che già adesso il capitale e i suoi partiti lacchè, compresa la socialdemocrazia, se la stiano facendo addosso, non fa che aumentare l'ottimismo.

    https://www.resistenze.org/sito/os/e...i22-021829.htm
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  6. #26
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    Predefinito Re: Il Parlamento Europeo equipara nazismo e comunismo: commenti

    ASSOCIAZIONE NAZIONALE EX-DEPORTATI NEI CAMPI NAZISTI (ANED) - RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO: VERGOGNOSA MISTIFICAZIONE DELLA STORIA E INTOLLERABILE INSULTO

    AI MILIONI DI VITTIME DEL NAZIFASCISMO E A TUTTI I COMBATTENTI PER LA LIBERTA’ E LA DEMOCRAZIA

    Il Parlamento Europeo, con voto incredibilmente quasi unanime, che ha visto insieme il gruppo socialista, quello popolare e i rappresentanti delle formazioni sovraniste e reazionarie, ha approvato una risoluzione che impegna gli stati membri a celebrare le vittime dei “totalitarismi” del Novecento. Il testo, presentato da esponenti della destra nazionalista polacca e di altri paesi dell’Est, è stato solo qua e là emendato con interventi che non ne cambiano la sostanza. Si segna così una vittoria culturale di forze che hanno teorizzato nei rispettivi paesi l’autoassoluzione da qualsiasi responsabilità negli stermini e la necessità di una dura contrapposizione dell’Europa con la Russia attuale.
    Il Parlamento propone come data in cui celebrare “tutte le vittime dei regimi totalitari” il 23 agosto, giorno della firma del patto Molotov-Ribbentrop, perché, a sentire gli estensori, “la Seconda guerra mondiale, il conflitto più devastante della storia d’Europa, è iniziata come conseguenza immediata del famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939”. È una lettura che non trova riscontro nella più accreditata storiografia del periodo, un autentico falso storico sul quale è costruita tutta la risoluzione. Facendo riferimento a un generico “comunismo” la risoluzione accomuna in una identica condanna Stalin e i Gulag ai militanti comunisti che in tutta Europa hanno combattuto nella Resistenza, contribuendo alla conquista della libertà, delle Costituzioni democratiche del dopoguerra e alla costruzione della stessa Europa.

    Di più, la risoluzione fa riferimento al fatto che “il riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo” (…) è “di vitale importanza per l’unità dell’Europa e dei suoi cittadini e per costruire la resilienza europea alle moderne minacce esterne”. Quali sarebbero queste minacce esterne? Non i dazi commerciali di Trump, non l’aggressiva politica commerciale cinese: esse per il Parlamento europeo vengono dalla Russia di Putin, che viene perentoriamente invitata a “confrontarsi con il suo tragico passato”. Non si chiede, il Parlamento, se la recente legge polacca sulla Memoria non costituisca una negazione per legge della verità storica quando si dice “profondamente preoccupato per gli sforzi dell’attuale leadership russa volti a distorcere i fatti storici e a insabbiare i crimini commessi dal regime totalitario sovietico”: un impegno a senso unico che certo non aiuterà la costruzione di una memoria comune europea.

    L’ANED respinge le raccomandazioni contenute in questa risoluzione, e chiede al Parlamento europeo di dar prova di resipiscenza, ritirando il documento.

    https://cambiailmondo.org/2019/09/29...abile-insulto/
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  7. #27
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    Predefinito Re: Il Parlamento Europeo equipara nazismo e comunismo: commenti

    INIZIATIVA COMUNISTA EUROPEA - Contro la scandalosa risoluzione anticomunista del Parlamento europeo



    I partiti che partecipano all'Iniziativa Comunista Europea denunciano la scandalosa risoluzione anticomunista del Parlamento europeo e l'escalation di anticomunismo pianificata dall'UE. Questa risoluzione promuove l'identificazione antistorica del comunismo con il mostro del fascismo, coprendo i fascisti e le loro azioni, esprimendo odio per la lotta dei popoli. La calunnia che il socialismo equivale al fascismo in nome del totalitarismo si rende manifesta nel fatto che il fascismo è nato e si è generato dentro il capitalismo. La loro base economica comune è il potere dei monopoli che solo il socialismo rovescia.

    Inoltre, in modo provocatorio, sostiene che l'Unione Sovietica e l'Armata Rossa, che hanno avuto oltre 20 milioni di morti e milioni di altri feriti per sconfiggere il fascismo in Europa, erano presumibilmente alleati della Germania nazista. Gli alleati e i collaboratori di Hitler erano in realtà i monopoli che gli hanno aperto la strada, che oggi sono supportati dall'UE e da una serie di governi borghesi nei paesi europei.

    La risoluzione provocatoria arriva fino a distorcere la storia, considerando il Patto Molotov-Ribbentrop come la presunta causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, mentre è noto che il Patto di Monaco tra Gran Bretagna, Francia, Italia e Germania di Hitler, pre -esisteva e che comportava la cessione della Cecoslovacchia a Hitler portando al preludio della seconda guerra mondiale.

    Tutte le persone oneste comprendono bene che gli autori della risoluzione anticomunista che equipara il fascismo al comunismo, mentono consapevolmente e sfacciatamente.

    Denunciamo tutte le distorsioni della storia da parte dell'UE e dei suoi governi, nonché il lauto programma di finanziamento di eventi anticomunisti dell'UE, "Europa per i cittadini".

    L'anticomunismo non passerà.

    Tutte le persecuzioni contro i comunisti, i divieti ai partiti comunisti, la distruzione dei monumenti devono cessare. La verità risplenderà e i popoli, in particolar modo i giovani con la loro lotta, la conquisteranno e getteranno tali elucubraioni del capitale e delle sue organizzazioni nella pattumiera della Storia!

    STATEMENT OF THE EUROPEAN COMMUNIST INITIATIVE Against the outrageous anticommunist resolution of the European Parliament ? 9/27/19 28 PM | Russian Communist Workers Party
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  8. #28
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    Predefinito Re: Il Parlamento Europeo equipara nazismo e comunismo: commenti

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Attilio Visualizza Messaggio
    L’equiparazione tra nazismo e comunismo offende la memoria dei più decisi oppositori di Hitler e della componente maggioritaria della Resistenza europea e anche dei comunisti che caddero vittime dello stalinismo.
    Non a caso viene votata dal partito di Orban che ha fatto rimuovere le statue dei comunisti antistalinisti Lukacs e Nagy
    SPUT!
    maurizio acerbo o è cieco oppure è in malafede

    Pubblicato il 30/09/2019 di pennatagliente
    In questi giorni fioccano le reazioni dei vari “comunisti”, più o meno sedicenti, all’infame documento – votato dal Parlamento europeo lo scorso diciannove settembre – che di fatto equipara il comunismo al nazismo. Tra queste prese di posizione non possiamo esimerci dal segnalare quella del segretario nazionale di Rifondazione, l’abruzzese Maurizio Acerbo, che non perde occasione per mostrare al mondo la sua posizione. Lo fa sabato ventuno settembre, con un documento – inserito sul sito internet del suo partito – dal titolo «Anticomunismo: Pd vota mozione al parlamento europeo con Lega, FI, FdI», dove dimostra la sua essenza. Accanto alle giuste rimostranze per l’indegno attacco a chi ha contribuito più di tutti alla liberazione dell’intero continente dalla belva hitleriana, il successore di Paolo Ferrero non dimentica di ricordare «i comunisti che caddero vittime dello stalinismo». Nulla di nuovo: si tratta del solito ritornello che da decenni i traditori trotzkisti propinano per gettare fango sul vero comunismo – quello di matrice marxista-leninista – cercando così di insabbiare il legame dell’infame ucraino con i nazisti. La novità consiste nel fatto che l’ex consigliere regionale abruzzese tira in ballo due nomi delle presunte vittime dello stalinismo – Imre Nagy e György Bernát Löwinger detto Lucacs – che non possono essere caduti per mano del compagno Stalin. Il primo, leader della rivolta del 1956 in Ungheria, decedette il 16 giugno 1958 a Budapest, mentre il secondo addirittura il 4 giugno 1971, all’età di ottantasei anni, sempre nella capitale magiara. Siccome il magnifico georgiano – definizione che il compagno Lenin diede del compagno Stalin – morì il 5 marzo 1953, è del tutto evidente che questi due “signori” non possono materialmente essere stati vittime dello stesso. Per concludere: nel 1956 l’uomo più influente dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche era Nikita Sergeevic Krusciov, del quale tutto si può dire meno che fosse un convinto sostenitore del compagno Stalin. Basta leggere il così detto “rapporto segreto” da lui presentato al XX° Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica per comprenderlo: chi vede nel regime kruscioviano lo “stalinismo” o è cieco oppure è in malafede.
    https://pennatagliente.wordpress.com...e-in-malafede/
    Una Cina, una Yugoslavia, una Russia, una Corea, una Palestina, un'Irlanda. E zero USA

  9. #29
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    Predefinito Re: Il Parlamento Europeo equipara nazismo e comunismo: commenti

    RIFONDAZIONE COMUNISTA - Marzabotto: Rifondazione con sindaca contro vergognosa risoluzione parlamento europeo

    Oggi alla commemorazione del 75° anniversario dell’eccidio di Montesole, abbiamo portato un inequivocabile cartello contro la risoluzione recentemente approvata dal parlamento europeo.
    L’equiparazione del comunismo al nazismo è un’offesa innanzitutto alla memoria di chi subì la violenza barbara delle truppe hitleriane e dei loro complici fascisti italiani. La brigata che combatteva in queste zone si chiamava Stella Rossa e gli ideali che animavamo quei combattenti per la libertà non possono neanche lontanamente essere confusi con le aberranti ideologie antidemocratiche e razziste di Hitler e Mussolini.
    Il nostro cartello con la scritta “Vergogna – la storia non si cancella” è rivolto in particolar modo al Pd che nel parlamento europeo ha votato insieme a fascisti, leghisti e berlusconiani. Al Presidente Sassoli che era oggi l’oratore ufficiale abbiamo consegnato l’appello “per il rispetto della memoria e della storia” promosso dallo storico Guido Liguori e sottoscritto da storici, intellettuali, esponenti della sinistra e partigiani. Denunciamo con amarezza e indignazione che il Partito Democratico e il segretario nazionale Zingaretti non hanno sentito il dovere di chiedere scusa e nemmeno di prendere le distanze dal voto dei loro parlamentari europei nonostante le prese di posizione critiche dell’Anpi e di gran parte degli storici italiani. Ci uniamo alla sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi che nel suo applauditissimo intervento ha chiesto al Presidente Sassoli di far ridiscutere la risoluzione. Ora e sempre Resistenza! Mai più fascismo!

    Stefano Lugli, segretario regionale Emilia Romagna di Rifondazione Comunista

    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

  10. #30
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    Predefinito Re: Il Parlamento Europeo equipara nazismo e comunismo: commenti

    PD e Pisapia votano assieme ai fascisti, Lega e FI. Il M5S ambiguamente si astiene contorcendosi sul totalitarismo
    Respingiamo la risoluzione dell'europarlamento, anticomunista, provocatoria, menzognera e falsificatrice
    L'UE imperialista equipara il comunismo al nazismo e vieta l'uso dei simboli comunisti
    Uniamoci per impedire al governo e al parlamento italiano di attuare la risoluzione dell'europarlamento



    Il 19 settembre il parlamento europeo ha approvato con 535 voti a favore, 66 contro e 52 astenuti una risoluzione anticomunista, provocatoria, menzognera e falsificatrice che equipara il comunismo al nazifascismo e vieta l’uso dei simboli comunisti, fino alla richiesta di rimozione dei monumenti che in molti paesi europei celebrano la liberazione avvenuta ad opera della gloriosa Armata Rossa di Stalin. L’operazione messa in campo sulla spinta convergente delle destre fasciste e dei liberaldemocratici di “sinistra” e di centro, sposata dalla stragrande maggioranza degli eurodeputati nostrani, è la più insidiosa, vergognosa e criminale che la storia dell’Unione europea ricordi, ancor più della legittimazione dell’anticomunismo istituzionale in vigore in alcuni Paesi dell’Est. Una risoluzione altresì antistorica, funzionale a quello “stile di vita europeo”, l’unico definito realmente “democratico, giusto e liberale” evocato recentemente dalla neopresidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen.
    Che l’assise di Strasburgo, presentata da tutte le forze parlamentari borghesi dell’imperialismo europeo come la massima oasi della “pacifica”, “civile”, “laica”, “universalmente democratica” Unione europea, approvi una simile mostruosità non ci sorprende affatto, e conferma quello che noi marxisti-leninisti italiani andiamo dicendo da tempo, in particolare alla vigilia delle elezioni europee che si tengono ogni 5 anni a cui di principio non partecipiamo, ossia che questa UE, assieme alle sue istituzioni antidemocratiche e anticomuniste, è irriformabile e va distrutta, iniziando col tirarne fuori il nostro Paese, coscienti che solo il socialismo può realizzare l’Europa dei popoli.


    Le falsità della risoluzione anticomunista
    “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, questo il titolo dell’infame risoluzione, che si apre col richiamo alla lunga e articolata campagna anticomunista fatta da atti, decreti e dichiarazioni che da quasi trent’anni contraddistinguono l’operato dell’imperialismo europeo, per passare subito lancia in resta al più subdolo atto di revisionismo storico mai concepito, che non solo equipara nazismo e comunismo, mettendoli sullo stesso identico piano, sia ideologico che storico, ma si prodiga nel fornire al mondo intero una nuova data di inizio della seconda guerra mondiale. Tant’è che non viene fatto riferimento più al 1° settembre 1939, data dell’invasione nazifascista della Polonia, ma al 23 agosto dello stesso anno, quando Germania e Unione Sovietica firmarono il patto di non aggressione. Secondo Strasburgo quel patto fu un’alleanza per la spartizione del mondo, unendo in un’unica identità malvagia i due paesi e i rispettivi leader Hitler e Stalin, accomunati dalla sete di sangue e dalla volontà di conquistare il mondo.
    A causare la guerra, cari anticomunisti di tutt’Europa, lo recita la storia, quella vera e inoppugnabile, non fu certo l'URSS socialista, che aveva solo bisogno di vivere in pace, ma furono le potenze imperialiste, Germania, Inghilterra, Francia e Stati Uniti. Il patto di non aggressione, ribattezzato col nome dei ministri degli Esteri firmatari, Molotov-Ribbentrop, con la Germania fu firmato dall'URSS proprio in conseguenza dell'infame patto di Monaco del 1938, con il quale Inghilterra e Francia, con il consenso statunitense, regalavano a Hitler i Sudeti incoraggiandolo a espandersi militarmente ad est, nella segreta speranza di dirottare le sue mire annessionistiche e guerrafondaie verso l'URSS. Questa politica di "non intervento" nei confronti del nazi-fascismo si era d'altronde già rivelata in pieno durante la guerra di Spagna, quando le tre grandi potenze occidentali avevano lasciato che Hitler e Mussolini massacrassero il popolo spagnolo appoggiando il golpe del fascista Franco, mentre soltanto l'URSS di Stalin corse in aiuto della Repubblica spagnola. Invano l'URSS, fino a pochi giorni prima dello scoppio del conflitto mondiale, aveva negoziato con Inghilterra e Francia un patto di alleanza politico-militare contro Hitler, e quando Stalin si rese conto che ciò era impossibile perché l'Inghilterra non lo voleva in quanto contava che Hitler attaccasse ad Est, non gli restò che accettare l'offerta del patto di non aggressione fattagli da quest'ultimo. In questo modo l'URSS ottenne di stare fuori dalla guerra imperialista per quasi due anni, e di prepararsi meglio ad un'eventuale aggressione armata contro il suo territorio. L'aggressione era infatti solo rimandata, e scattò nel giugno 1941, mentre la Germania di Hitler era all'apogeo della sua potenza, era padrona assoluto del continente europeo e non aveva bisogno di guardarsi le spalle. Secondo gli strateghi alleati l'Esercito Rosso e il fronte interno non avrebbero potuto resistere che poche settimane all'urto terrificante delle armate corazzate naziste (un po' com'era accaduto alla Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo liquidati in 47 giorni). Forse segretamente lo auspicavano. Invece il popolo sovietico, mobilitato da Stalin come un sol corpo a sostegno dell'Esercito Rosso, seppe far fronte e reagire eroicamente al drammatico momento, e quello stesso autunno, con la battaglia di Mosca, riusciva a fermare e infliggere per la prima volta una cocente sconfitta alle colonne corazzate hitleriane, fino a quel momento considerate invincibili.
    Da quel momento in poi tutti i tentativi dell'esercito hitleriano di riprendere in mano l'iniziativa furono destinati a infrangersi contro la vera e propria barriera d'acciaio formata dall'intero popolo sovietico, dal suo Esercito Rosso e dalla sua sicura guida, Stalin, fino alla battaglia decisiva di Stalingrado, iniziata il 12 settembre 1942 e vinta il 2 febbraio 1943 che decise le sorti della 2a guerra mondiale. Come avrebbe potuto, l'URSS, resistere alla schiacciante e terrificante offensiva delle orde hitleriane, contrattaccarla e vincere se fosse stata quel Paese oppresso da una dittatura "personale" tenebrosa e criminale, come quella attribuita anche dalla risoluzione del parlamento europeo a Stalin?
    Da allora il carattere imperialista della 2a guerra mondiale era mutato, trasformandosi in guerra di liberazione dei popoli dal giogo nazifascista. L'URSS di Stalin, entrata nella coalizione alleata con Inghilterra e Stati Uniti, diventava di fatto, guadagnandosi questo ruolo sui campi di battaglia, il Paese leader di questa guerra di liberazione dal nazifascismo, il Paese a cui guardavano con speranza e ammirazione tutti i popoli europei schiacciati sotto il tallone di ferro nazista, i movimenti di resistenza armata che nascevano nei paesi occupati, la classe operaia e i lavoratori italiani oppressi dal fascismo mussoliniano e dalla guerra, che non a caso scendevano in sciopero nel marzo 1943 sotto la spinta e l'incoraggiamento dell'eco delle eroiche gesta di Stalingrado.
    E fu ancora l'URSS a dare la spallata finale e risolutiva al nazismo hitleriano, andandolo a cacciare fin nella sua stessa tana, a Berlino, dopo aver liberato tutti i territori dell'Est Europa e spingendosi fino in Austria. Un riflesso di questa incancellabile e luminosa verità storica è riuscito a farsi strada persino nella paludata celebrazione del 9 maggio a Mosca, dove da anni le commoventi immagini dei fieri veterani russi, delle bandiere rosse e dei ritratti di Stalin, circondati dall'affetto spontaneo e pieno di riconoscenza del popolo, fanno il giro del mondo. Per un giorno all’anno l'eroico popolo russo si riappropria orgogliosamente della propria gloriosa storia socialista, in barba al nuovo zar Putin, costretto a furor di popolo a tollerare l’esposizione dei ritratti di Stalin almeno per qualche giorno, e in barba ai caporioni imperialisti, costretti a guardar sfilare le bandiere rosse con la falce e il martello e quelle con l'effige di Lenin. Anche questo non piace al parlamento europeo che nella risoluzione “sostiene che la Russia rimane la più grande vittima del totalitarismo comunista e che il suo sviluppo in uno Stato democratico continuerà a essere ostacolato fintantoché il governo, l’èlite politica e la propaganda politica continueranno a insabbiare i crimini del regime comunista e ad esaltare il regime totalitario sovietico”.
    Che piaccia o no a Strasburgo, Bruxelles e in tutta le sedi dominanti dell’UE il merito principale della sconfitta del nazismo hitleriano, che per quasi sei lunghi anni aveva messo a ferro e fuoco e insanguinato l'intera Europa, è della gloriosa Unione Sovietica e dell'eroico Esercito Rosso guidati da Stalin, che hanno sopportato il peso preponderante della lotta mortale contro la belva nazista, con un tributo di ben 27 milioni di morti, ai quali va la gloria eterna e la riconoscenza degli antifascisti e di tutti gli amanti della libertà di tutto il mondo.
    L’equiparazione nazismo-comunismo permea tutta la risoluzione in un tale tono anticomunista, provocatore, menzognero e falsificatore che farebbe rivoltare nella tomba noti personaggi non certo comunisti, come il leader democristiano del dopoguerra Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori dell’attuale Unione europea e lo scrittore democratico-borghese tedesco Thomas Mann di cui pubblichiamo due citazioni a parte. Mentre per le origini della seconda guerra mondiale invitiamo i nostri lettori ad ascoltare a questo link https://www.youtube.com/watch?v=fQOSrP1nHko una lezione ad hoc dello storico, scrittore e accademico, specializzato in storia del Medioevo e in storia militare Alessandro Barbero, dove spiega scientificamente dal punto di vista storico esattamente come si sono sviluppate quelle vicende con documenti e date alla mano.
    Scorrendo la risoluzione si trovano altri punti e prese di posizioni raccapriccianti:
    “L’Unione si prodiga per far sì che nei paesi membri si condannino tutte le manifestazioni pubbliche delle due ideologie, facendo altresì riferimento al fatto che in molti degli stati il comunismo è messo al bando e con esso i suoi simboli”. Con il nazismo coprotagonista obbligato è il comunismo il vero imputato messo alla sbarra. A cui seguono gli appelli a cancellare da ogni strada, da ogni città e da ogni piazza a qualsiasi riferimento, simbolo o monumento che ricordino le vittorie dell’Armata Rossa e con essa del comunismo.
    Così come quasi onnipresente la continua citazione delle Repubbliche Baltiche e della “spartizione” della Polonia come vittime principalmente dell’”espansionismo sovietico” e non del nazismo, senza fare una parola sugli atti che i governi filonazisti di questi stati intrapresero contro l’URSS in quegli anni, alleati di Hitler in chiave antibolscevica e pronti a partecipare all’invasione del paese dei Soviet.
    Nei punti finali si declama con vigore il “successo” delle politiche comunitarie in “quei paesi liberati dal giogo sovietico”, auspicando che altri paesi facciano lo stesso in futuro. Si, proprio i governi di quei paesi che oggi si ritrovano nel fascista, razzista e xenofobo, “Gruppo di Visegrad”, Ungheria, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, o di Estonia, Lettonia e Lituania, che hanno vietato la libertà di parola, azione politica e organizzazione dei partiti che si richiamano al comunismo, che oltre ad essere campioni delle politiche di privatizzazione selvaggia, che hanno svenduto l’apparato industriale ed economico alle multinazionali occidentali, sono in prima fila nella crociata anticomunista, culturale e politica, volta a riscrivere la storia dell’ultimo secolo negando la funzione di avanguardia e di emancipazione collettiva dei comunisti stessi.


    Il voto degli eurodeputati italiani
    Destra e “sinistra” dell’imperialismo europeo ha votato monoliticamente la risoluzione anticomunista del parlamento europeo. Per l’Italia il PD ha votato a favore assieme ai fascisti, Lega e Forza Italia. Tra lo stuolo di rinnegati, a perenne memoria, ecco i loro nomi, Bartolo, Benifei, Bonafé, Calenda, Chinnici, Cozzolino, Danti, De Castro, Ferrandino, Gualmini, Moretti, Picierno e Tinagli, vogliamo estrapolare quello di Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano e icona della “sinistra” borghese, con un passato politico in Democrazia Proletaria e in Rifondazione comunista, che ha tenuto a giustificare il suo vergognoso voto favorevole tramite il suo profilo facebook: “In quel documento vi sono frasi sbagliate e altre poco chiare? - ha affermato il rinnegato – Si certo, ma nella risoluzione sull’importanza della memoria in Europa si parla di nazismo e di regime totalitario comunista, cioé stalinismo. Da parte mia e degli altri deputati del gruppo il voto è stato dettato da verità storiche inconfutabili tra cui questa: ‘chiede l’affermazione di una cultura della memoria condivisa, che respinga i crimini dei regimi fascisti e stalinisti e di altri regimi totalitari e autoritari del passato come modalità per promuovere la resilienza alle moderne minacce alla democrazia, in particolare tra le generazioni più giovani’… Chiarito che non rinnego la mia storia personale, ciò in cui ho creduto e ciò per cui ho agito, andiamo oltre. Le battaglie da combattere e che ci attendono sono altre”.
    Il presidente del parlamento europeo, il democristiano ora PD David Sassoli, da Bari il 22 settembre, ha così giustificato il suo emiciclo: “Noi non vogliamo che tornino Paesi in cui le libertà fondamentali siano compromesse, ricordiamoci che quarant’anni fa, a Praga, che è casa nostra, arrivavano i carri armati (in realtà era 50 anni fa e i carri armati erano quelli del socialimperialismo di Breznev non quelli di Stalin, ndr). Ci sono stati nella storia del Novecento dei fenomeni che non hanno consentito a tante persone di godere delle libertà. Nei paesi europei, in particolare. Ecco il riferimento a quella risoluzione”.
    Se dunque il PD non ha avuto remore nel votare la risoluzione, tanto da incassare i complimenti del fascista storico Ignazio La Russa di FDI, “Stavolta - ha affermato - va un plauso al PD perché finalmente mette sullo stesso piano due tragedie diverse ma simili: il nazismo e il comunismo”, il M5S ambiguamente si è astenuto contorcendosi sul totalitarismo. Nel suo intervento il portavoce pentastellato Fabio Massimo Castaldo ha infatti dichiarato: “Perdersi in uno sterile scontro su quale regime sia stato più atroce non solo non è utile ma è assolutamente dannoso e deleterio per i giovani” mentre “Ricordare la memoria di milioni di vittime dei totalitarismi è un antidoto per le nuove generazioni che non hanno impressi nella mente o incisi sulla pelle gli orrori del secolo scorso”.
    Mentre un folto gruppo di docenti universitari di tutta Italia dichiarava in un documento che “equiparare nazismo e comunismo nega la storia... L’idea comunista voleva la fine dello sfruttamento, quella nazista razzismo e sterminio”, in una nota del 22 settembre, l’ANPI nazionale ha espresso: “Profonda preoccupazione per la recente risoluzione del parlamento europeo in cui si equiparano nazifascismo e comunismo… In un’unica riprovazione si accomunano oppressi ed oppressori, vittime e carnefici, invasori e liberatori, per di più ignorando lo spaventoso tributo di sangue pagato dai popoli dell’Unione Sovietica – più di 22 milioni di morti – e persino il simbolico evento della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata rossa”.


    Uniamoci contro la risoluzione anticomunista
    Alla luce di tutto ciò, respingere la risoluzione dell’europarlamento anticomunista, provocatoria, menzognera e falsificatrice, diventa un dovere urgente di tutti i sinceri comunisti e fautori del socialismo. Occorre battersi strenuamente contro il tentativo inaccettabile dell’UE di forgiare e riscrivere la storia, con un testo che dovrà trovare invece il suo legittimo posto nella spazzatura della storia stessa.
    Un motivo di rabbia rivoluzionaria in più per le compagne e i compagni che rappresenteranno il PMLI nell’importante manifestazione nazionale unitaria del 5 ottobre a Roma promossa dal PC contro il governo trasformista liberale Conte, per conquistare il socialismo e il potere politico del proletariato. Siamo sicuri che daranno una potente immagine di combattività anticapitalistica e antigovernativa del nostro amato Partito e di spirito unitario con i partiti con la bandiera rossa e falce e martello presenti alla manifestazione. Tutti insieme, come un sol uomo, per una battaglia che deve essere comune: impedire al governo e al parlamento italiano di attuare la risoluzione dell’europarlamento che equipara nazifascismo e comunismo riscrivendo la storia.

    2 ottobre 2019

    PMLI - Respingiamo la risoluzione dell'europarlamento, anticomunista, provocatoria, menzognera e falsificatrice. L'UE imperialista equipara il comunismo al nazismo e vieta l'uso dei simboli comunisti. PD e Pisapia votano assieme ai fascisti, Lega e F
    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

 

 
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