Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
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    Predefinito I pericoli del buonismo gratuito e irresponsabile,

    Caro Direttore, ho letto con commossa, profonda, adesione il tuo editoriale “Hanno fucilato un negro in Calabria? Beh, che vuoi: sono cose che succedono Qualche perplessità solo sull’insistita ironia sulla frase di Matteo Salvini «è finita la pacchia». Il leader leghista non mi è congeniale, non ho mai votato per lui né prevedo di farlo in futuro, ma credo che la pacchia si riferisse agli scafisti e alle organizzazioni che hanno fatto dell’immigrazione un business.
    Comunque non è questo il punto e non voglio certo fare il difensore d’ufficio (non ne ha bisogno) del ministro dell’Interno, azzannato ormai da tutti i giornali – dell’establishment e non. Vorrei invece richiamare la tua attenzione su un fatto tanto preoccupante quanto indecente ovvero sul buonismo gratuito e irresponsabile diffuso nel nostro paese – e sicuramente più a sinistra che a destra, più tra i cattolici che tra i vecchi e sopravvissuti laici non laicisti.
    Siamo il paese dell’accoglienza generosa e disinteressata, della mensa del convento aperta a tutti ma poiché il liberalismo è una pianta che da noi non ha mai allignato ci guardiamo bene dal porci la domanda, fondamentale per un amico della “società aperta” «chi paga? » (Ricordi il saggio di Milton Friedman, Nessun pasto è gratis? ). Da una parte, le dottrine sociali della Chiesa – per definizione diffidenti verso ogni comunità chiusa come, indubbiamente è, e non può non essere, lo – Stato nazionale – dall’altra, il diritto cosmopolitico dei maîtres-à-penser alla Luigi Ferrajoli, hanno diffuso un’etica pubblica che demonizza ogni diritto a tutelare il proprio spazio geografico e culturale, a “chiudere le porte” agli altri.
    Naturalmente fanno eccezione le porte della nostra abitazione: siamo tutti fratelli ma nella casa comune dello Stato, dove a “pagare” non siamo noi ma la “collettività”; a casa nostra entriamo solo noi. Ai poveri diseredati del continente nero, diciamo, “crescete e moltiplicatevi” e se volete venire da noi, le “ragioni umanitarie” non ci consentiranno di ricacciarvi indietro. Posto ce n’è sempre per tutti: le porcilaie sono ampie e spaziose e tra i rifiuti dell’ “uomo bianco” si trova sempre di che sfamarsi. (Quante volte, sotto casa, non ho visto extracomunitari rovistare nella spazzatura…).
    Leggerezza, superficialità, irresponsabilità sembrano essere divenute le nuove qualità degli italiani, sempre pronti a indignarsi contro i paesi che regolano i flussi migratori (che fascisti gli Stati Uniti quando limitavano quello proveniente dall’Europa orientale e dall’Italia) dimenticando che, nel racconto biblico, il buon samaritano soccorreva il derelitto, curandogli le ferite, rifocillandolo, affidandolo a una casa amica. A noi, per metterci il cuore in pace, basta soltanto non impedire lo sbarco.
    L’inferno che poi accoglierà le migliaia di profughi che fuggono guerre e fame di loro non ci riguarda. In un bellissimo articolo sul Foglio, “Il martire Spoumayla Sacko e noi che, dal nostro tinello, ci prendiamo la colpa e lasciamo a quelli come lui la punizione” Giuliano Ferrara ha parlato giustamente di martirio – un termine spesso abusato ma questa volta più che pertinente.
    Condivido il lutto per l’episodio e vado oltre: perché in un paese in cui i monumenti ai politici rientrano nella logica del pirandelliano “Vestire gli ignudi”, non si eleva un monumento a Soumaya Sacko come a Jerry Massolo – il sindacalista nero ucciso nel 1989 a Villa Literno e che solo tu hai ricordato? Ferrara, però, chiude il suo articolo con la sua martellante polemica contro le “posizioni populiste di destra e di sinistra” che attribuiscono la tragedia calabrese “all’establishment, al sistema, alle elite”.
    E qui non seguo più né il suo sarcasmo, né il tuo silenzio. E chi dovremmo incolpare della morte di Sacko se non gli apparati pubblici e i governi di oggi, di ieri e dell’altro ieri? Quando mai hanno inviato ispettori del lavoro, forze dell’ordine,funzionari Asl nei recinti calabresi, siciliani, campani dei nuovi schiavi? Cosa hanno fatto per portare davanti ai tribunali i caporali e i loro datori di lavoro? Retate di polizia e processi e condanne esemplari hanno riempito le cronache nere dei quotidiani? Quando su certi giornali si descrivono le condizioni disumane (un eufemismo!) in cui vivono migliaia di africani, c’è sempre il sottinteso: «guardate a cosa portano la logica del profitto, il mercatismo, l’auri sacra fames? »
    Ci manca poco se i mali del presente non vengono riportati alla Ricchezza delle Nazioni di Adam Smith e a quel capitalismo selvaggio al quale l’Occidente avrebbe venduto la sua anima. Ai buonisti antimercatisti bisognerebbe consigliare la lettura di una straordinaria pagina delle Lezioni di politica sociale [1949] di Luigi Einaudi: «coloro i quali vanno alla fiera, sanno che questa non potrebbe aver luogo se, oltre ai banchi dei venditori i quali vantano a gran voce la bontà della loro merce, ed oltre la folla dei compratori che ammira la bella voce, ma prima vuole prendere in mano le scarpe per vedere se sono di cuoio o di cartone, non ci fosse qualcos’altro: il cappello a due punte della coppia dei carabinieri che si vede passare sulla piazza, la divisa della guardia municipale che fa tacere due che si sono presi a male parole, il palazzo del municipio, col segretario ed il sindaco, la pretura e la conciliatura, il notaio che redige i contratti, l’avvocato a cui si ricorre quando si crede di essere a torto imbrogliati in un contratto, il parroco, il uale ricorda i doveri del buon ristiano doveri che non bisogna dimenticare nemmeno sulla fiera. E ci sono le piazze e le strade, le une dure e le altre fangose che conducono dai casolari della campagna al centro, ci sono le scuole dove i ragazzi vanno a studiare. E tante altre cose ci sono, che, se non ci fossero, anche quella fiera non si potrebbe tenere o sarebbe tutta diversa da quel che effettivamente è».
    Nel meridione d’Italia non ci sono né carabinieri, né guardie municipali, né pretori ovvero ci sono ma le loro mani sono legate da camorra, mafia, ndrangheta. E questa «assenza della legge e dell’ordine» a chi si deve se non «all’establishment, al sistema, alle elite» che, assieme ai sindacati -operai e padronali – hanno sgovernato e massacrato il bel paese?
    Ormai termini come “populismo” e “sovranismo”, come già fascismo, stanno diventando gli spaventapasseri su cui riversare tutto il marcio che ci circonda. E lo stile ideologico italiano che non riusciremo mai a scrollarci di dosso: invece di chiederci se quanti avversiamo e certo non a torto – dai fascisti di ieri ai populisti di oggi- non abbiano, per caso, qualche buona ragione da far valere, preferiamo criminalizzarli, nel peggiore dei casi, ridicolizzarli, nel migliore, ma sempre relegandoli nella matta bestalitade da cui doverci guardare per non esserne contaminati.

  2. #2
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    Predefinito Re: I pericoli del buonismo gratuito e irresponsabile,

    Mi hanno chiesto cosa sia l’ideologia BUONISTA, ebbene:
    – uno dei capisaldi del buonismo è che i “migranti sono risorse”
    – il buonista tende a credere che l “islam è religione di pace”
    – gli si sente dire “siamo tutti figli del mondo“
    il buonista predica l’accoglienza a prescindere senza degnarsi del costo umano e sociale che poi ha per tutti gli Italiani
    l’ideologia buonista antepone l’immigrato all’Italiano, e il nero al bianco
    – il buonismo neutralizza qualsiasi forma di difesa o di reazione, nei confronti dell’invasione e delle prevaricazioni
    il buonista tende a giustificare e a difendere a priori qualsiasi malefatta degli extracomunitari con “scappano dalle guerre” , “anche gli italiani delinquono” , “gli italiani sono emigrati“, “secoli fa ci furono le crociate”
    – il buonista si autoprofessa anti-razzista , anti-fascista , anti-tantecose …. ma senza rendersene conto è semplicemente anti-Italiano.
    – il buonista è favorevole alla sostituzione etnica
    – il buonismo ritiene (pur non essendo noto su quali basi) che una società multiculturale sia migliore di una società etnicamente più omogenea
    – il buonismo si fonde spesso con il mondialismo e la globalizzazione
    – il buonista, se gay, o se femminista, o se fortemente contro le religioni, finisce in conflitto esistenziale nel momento in cui deve far coesistere sè stesso e il proprio stile di vita, con quello di musulmani che va/andava difendendo
    – il buonista non si è ancora reso conto che integrazione = utopia
    – i buonisti vivono indietro di 70 anni: preoccupati da fascismo e nazismo, non si accorgono (o non si degnano) di chi taglia teste, uccide apostati, e stermina persone lungo il proprio cammino di conquista
    – il buonista ha un enorme difficoltà nel comprendere il concetto di “clandestinità”, ovvero di ritrovarsi abusivamente dove non si ha diritto, titolo o requisiti per stare
    per il buonista fare beneficenza a un Italiano, non è beneficenza, e non è abbastanza esotico. Per lui l’aiuto vero, è solo quello che dai a uno straniero.
    – il buonista si professa democratico, ma poi non accetta il volere della maggioranza
    il buonista si crede aperto e tollerante, ma poi se qualcuno ha un opinione diversa dalla sua, lo bolla come “razzista”, “fascista” o “ignorante
    – il buonismo considera pogresso ed evoluzione, la terzomondizzazione del nostro Paese
    – il buonista è un coccolastranieri che ignora la sostenibilità delle migrazioni.
    Riporto il contenuto di un post passato sulla nostra pagina facebook:
    <<Chi o cosa esattamente è un BUONISTA ?
    Buonista è colui che spende buone parole per gli stranieri (arrivando talvolta a giustificarne perfino i crimini!), pur di ergersi a moralmente superiore agli altri, ed illudersi di stare facendo del bene dall’alto della propria autoattribuita sensiibilità maggiore della media.
    Peccato che questa pseudo-beneficenza venga poi imposta a spese di tutti gli Italiani, che non vogliono, o non possono farla, se non quando, e a chi vorrebbero loro (ad esempio ai nostri anziani o a servizi nella nostra comunità, invece che a rom od extracomunitari).
    Il buonista predica tolleranza ma poi è di una violenza e di una chiusura pazzesca nei confronti di chi la pensa diversamente da lui , verso il quale si sente legittimato ad essere razzista…… già perchè si professa anti-razzista ma nel suo “estremismo buonista” finisce per essere lui razzista anti-italiano!>>

  3. #3
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    Predefinito Re: I pericoli del buonismo gratuito e irresponsabile,

    meglio un buonista che un evasore

  4. #4
    cittadina del mondo
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    Predefinito Re: I pericoli del buonismo gratuito e irresponsabile,

    Questo governo è tutt?altro che entusiasmante, ma il pericolo è la Lega.

    La lega ha sdoganato e chiamato a raccolta la feccia del popolo italiano: quelli che scrivono sulla pagina web di una donna gravemente ammalata “Adesso che hai il cancro la smetterai di attaccare Salvini”; quelli che non esitano a sparare alle spalle di un ladro disarmato e in fuga, per recuperare qualche centinaio di euro e che pretendono una legittima difesa come diritto di inseguimento; quelli che non battono ciglio di fronte alle foto di decine di bambini immigrati annegati, perché l’importante è che non vengano qui; quelli che dicono che l’ente locale deve tagliare le spese per la cultura; quelli che chiedono leggi dure per la sicurezza, ma non badano alla sicurezza sul lavoro dei propri dipendenti, per risparmiare qualche migliaio di euro.

    I fascisti si possono odiare, i leghisti si possono solo disprezzare.
    Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.
    (Pablo Neruda - Attribuita)

  5. #5
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    Predefinito Re: I pericoli del buonismo gratuito e irresponsabile,

    E' un fenomeno ancora difficile da descrivere nei suoi particolari.

    Però, se le sinistre sono un tumore del corpo sociale, allora i buonisti sono i Macrofagi associati al Tumore
    Dalla parte del nemico: i macrofagi tumore-associati

    Che hanno la funzione di ridurre la reazione immunitaria al tumore stesso, cioè sono immunosoppressori che disarmano l'organismo e gli impediscono di difendersi. Come l'AIDS.
    Religione, Patria, Famiglia e Autogestione dei Mezzi di Produzione.

  6. #6
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    Predefinito Re: I pericoli del buonismo gratuito e irresponsabile,

    Citazione Originariamente Scritto da Gigi Landi Visualizza Messaggio
    Mi hanno chiesto cosa sia l’ideologia BUONISTA, ebbene:
    – uno dei capisaldi del buonismo è che i “migranti sono risorse”
    – il buonista tende a credere che l “islam è religione di pace”
    – gli si sente dire “siamo tutti figli del mondo“
    il buonista predica l’accoglienza a prescindere senza degnarsi del costo umano e sociale che poi ha per tutti gli Italiani
    l’ideologia buonista antepone l’immigrato all’Italiano, e il nero al bianco
    – il buonismo neutralizza qualsiasi forma di difesa o di reazione, nei confronti dell’invasione e delle prevaricazioni
    il buonista tende a giustificare e a difendere a priori qualsiasi malefatta degli extracomunitari con “scappano dalle guerre” , “anche gli italiani delinquono” , “gli italiani sono emigrati“, “secoli fa ci furono le crociate”
    – il buonista si autoprofessa anti-razzista , anti-fascista , anti-tantecose …. ma senza rendersene conto è semplicemente anti-Italiano.
    – il buonista è favorevole alla sostituzione etnica
    – il buonismo ritiene (pur non essendo noto su quali basi) che una società multiculturale sia migliore di una società etnicamente più omogenea
    – il buonismo si fonde spesso con il mondialismo e la globalizzazione
    – il buonista, se gay, o se femminista, o se fortemente contro le religioni, finisce in conflitto esistenziale nel momento in cui deve far coesistere sè stesso e il proprio stile di vita, con quello di musulmani che va/andava difendendo
    – il buonista non si è ancora reso conto che integrazione = utopia
    – i buonisti vivono indietro di 70 anni: preoccupati da fascismo e nazismo, non si accorgono (o non si degnano) di chi taglia teste, uccide apostati, e stermina persone lungo il proprio cammino di conquista
    – il buonista ha un enorme difficoltà nel comprendere il concetto di “clandestinità”, ovvero di ritrovarsi abusivamente dove non si ha diritto, titolo o requisiti per stare
    per il buonista fare beneficenza a un Italiano, non è beneficenza, e non è abbastanza esotico. Per lui l’aiuto vero, è solo quello che dai a uno straniero.
    – il buonista si professa democratico, ma poi non accetta il volere della maggioranza
    il buonista si crede aperto e tollerante, ma poi se qualcuno ha un opinione diversa dalla sua, lo bolla come “razzista”, “fascista” o “ignorante
    – il buonismo considera pogresso ed evoluzione, la terzomondizzazione del nostro Paese
    – il buonista è un coccolastranieri che ignora la sostenibilità delle migrazioni.
    Riporto il contenuto di un post passato sulla nostra pagina facebook:
    <<Chi o cosa esattamente è un BUONISTA ?
    Buonista è colui che spende buone parole per gli stranieri (arrivando talvolta a giustificarne perfino i crimini!), pur di ergersi a moralmente superiore agli altri, ed illudersi di stare facendo del bene dall’alto della propria autoattribuita sensiibilità maggiore della media.
    Peccato che questa pseudo-beneficenza venga poi imposta a spese di tutti gli Italiani, che non vogliono, o non possono farla, se non quando, e a chi vorrebbero loro (ad esempio ai nostri anziani o a servizi nella nostra comunità, invece che a rom od extracomunitari).
    Il buonista predica tolleranza ma poi è di una violenza e di una chiusura pazzesca nei confronti di chi la pensa diversamente da lui , verso il quale si sente legittimato ad essere razzista…… già perchè si professa anti-razzista ma nel suo “estremismo buonista” finisce per essere lui razzista anti-italiano!>>
    Dovresti aprire una discussione a parte e farla mettere in rilievo e esattamente cosi

 

 

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